Un adolescente psicopatico e una ribelle amante dell'avventura intraprendono uno sfortunato e assurdo viaggio.
James è un diciassettenne che crede di essere psicopatico, del resto ne dimostra diversi segni come l'hobby di uccidere animali, la pressoché totale assenza di emozioni e le spinte autolesionistiche, tanto che per provare qualcosa infila la mano in una friggitrice. Alyssa è una sua compagna di scuola che, stanca della vacuità delle amiche e soprattutto disgustata dal comportamento del suo patrigno e di sua madre che fa finta di non vedere, decide di scappare di casa e ritrovare il proprio vero padre. Per farlo si affida proprio a James, che pensa di cogliere l'occasione per uccidere finalmente una persona, ma che viene continuamente preso in contropiede dall'esuberanza di Alyssa.
Il titolo, per me, è stato spiegato da Chuck Foreman alla fine del suo fumetto, dicendo qualcosa del tipo: «ovviamente non è la fine del mondo, sono teenager!». E questo dà il senso della posta in gioco per Alyssa e James: ogni cosa è una questione di vita o di morte per loro.
Adattamento del graphic novel omonimo dell'americano Chuck Foreman (pubblicato da 001 edizioni), è una breve serie di otto episodi da mezz'ora che appartiene al filone della coppia in fuga. Alla grandezza degli scenari americani di film come La rabbia giovane si sostituisce però la più ordinaria e modesta provincia inglese. Se l'autore Jonathan Entwistle è pressoché un esordiente, i protagonisti invece, per quanto giovani, hanno già fatto un po' di esperienza: Jessica Bardem (che non è imparentata a Javier Bardem) ha recitato in Tamara Drew e in Tv in Penny Dreadful, mentre Alex Lawther era il protagonista dell'episodio "Shut Up and Dance" di Black Mirror. Dalla quarta puntata di The End of the F***ing World, nei panni di una poliziotta ben intenzionata ma piuttosto goffa, prende parte alla vicenda anche Gemma Whelan, la Yara Greyjoy del Trono di Spade.