alex2044
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giovedì 17 maggio 2018
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patetico e triste : una sentenza ?
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Loro 2 confema le sensazioni positive che mi aveva procurato Loro 1 . Sorrentino ha fatto , ancora una volta un film eccellente, in ogni sua parte , curioso , intrigante , personale . Dimostrandosi uno dei pochi veri autori del cinema italiano . Un suo film è suo e può essere immaginato e costruito solo da lui . Dopo questa visione rimane il quesito sul perchè il film si chiami Loro 1/2 . Perchè se nella prima parte Loro sono per la quasi totalità del tempo i protagonisti assoluti , questa seconda non è altro che un monologo quasi ininterrotto di lui . Con qualche pausa soltanto per gli interventi della moglie , spesso sferzanti e colpevolizzanti , degli amici più cari , Ennio (Doris ?) , talmente complice da proporgli di corrompere dei senatori e del solito codazzo di servi sciocchi e ragazzotte più che disponibili ( " Hai visto è alto slanciato ").
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Loro 2 confema le sensazioni positive che mi aveva procurato Loro 1 . Sorrentino ha fatto , ancora una volta un film eccellente, in ogni sua parte , curioso , intrigante , personale . Dimostrandosi uno dei pochi veri autori del cinema italiano . Un suo film è suo e può essere immaginato e costruito solo da lui . Dopo questa visione rimane il quesito sul perchè il film si chiami Loro 1/2 . Perchè se nella prima parte Loro sono per la quasi totalità del tempo i protagonisti assoluti , questa seconda non è altro che un monologo quasi ininterrotto di lui . Con qualche pausa soltanto per gli interventi della moglie , spesso sferzanti e colpevolizzanti , degli amici più cari , Ennio (Doris ?) , talmente complice da proporgli di corrompere dei senatori e del solito codazzo di servi sciocchi e ragazzotte più che disponibili ( " Hai visto è alto slanciato "). La risposta a questo quesito è una sola : Lui non è altro che la summa di tutti i difetti di Loro . Quindi un loro all'ennesima potenza , da qui il titolo azzeccatissimo . Togliendogli , così, quella'aura di originalità cui tanto crede . Il nostro eroe non è altro che un esecutore dei voleri e dei desideri di Loro . Sorrentino sembra voler umanizzare , un po' , Berlusconi riducendolo a mero esecutore dei desideri altrui .Dandogli la mazzata finale con la scena in cui una ragazzotta , caso raro fra le molte , lo respinge , con una frase che è quasi una sentenza : " Sei un uomo patetico e triste " . Viene da sorridere alla faccia del nostro eroe a sentirsi dare del patetico e passi , ma del triste giammai , sentendosi vitale e allegrissimo .Mia cattiveria:a telecamere accese .Ribadendo la bravura degli attori tutti , la formdabile fotografia , gli ambienti perfetti , le musiche coinvolgenti . Rimane il protagonista assoluto di questa seconda parte e cioè Toni Servillo . Ormai ogni parola di elogio è consumata . In questo film dimostra ulteriormente di essere un gigante . Perfino nei dettagli , passare dall'accento lombardo a quello napoletano . Fino alla doppia parte nel dialogo fra Berlusconi e Ennio (Doris ?), impresa già effettutata nel bellissimo W La Libertà .Per concludere . un film di Sorrentino si può amare o anche disprezzare ma è sempre da vedere . Perchè il cinema ha un bisogno enorme di talento ed il talento qui proprio non manca .
PS Attendo con speranza un final cut in un unica parte . A quel punto penso che il capolavoro sarà raggiunto !
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felicity
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lunedì 7 ottobre 2019
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una grande storia di solitudine e caduta
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Un racconto di caduta e perdizione che che mettendo a confronto l’amarezza dei sentimenti con una vertiginosa spirale di edonismo re-immagina e trasforma alcune delle più incredibili pagine della recente storia italiana in un racconto perfettamente e squisitamente sorrentiniano, certamente corrosivo ed emozionante, ma che difficilmente potremmo reputare verosimile se non avessimo letto i giornali negli ultimi dieci anni.
Il film tuttavia è troppo schiacciato tra una descrizione piuttosto compiaciuta del sottobosco di nani e ballerine che vive ai margini del potere e la voglia di raccontare Silvio Berlusconi in una maniera non convenzionale, tra la farsa e tenerezza.
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Un racconto di caduta e perdizione che che mettendo a confronto l’amarezza dei sentimenti con una vertiginosa spirale di edonismo re-immagina e trasforma alcune delle più incredibili pagine della recente storia italiana in un racconto perfettamente e squisitamente sorrentiniano, certamente corrosivo ed emozionante, ma che difficilmente potremmo reputare verosimile se non avessimo letto i giornali negli ultimi dieci anni.
Il film tuttavia è troppo schiacciato tra una descrizione piuttosto compiaciuta del sottobosco di nani e ballerine che vive ai margini del potere e la voglia di raccontare Silvio Berlusconi in una maniera non convenzionale, tra la farsa e tenerezza.
Se Berlusconi è già la migliore parodia di se stesso – è già in un certo senso la maschera di se stesso, ed è per questo letteralmente inimitabile – il registro del film rimane sempre instabile e fino alla fine incerto. Dalla commedia, alla parodia un po’ pecoreccia, al mélo romantico, al tono vagamente esistenzialista dell’uomo solo, Loro non riesce mai veramente a trovare la quadra del proprio sguardo.
E tuttavia non è il limite del film, questo è forse proprio l’aspetto che lo conduce in modo più prossimo al suo oggetto.
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[+] pienamente d accordo
(di francesco2)
[ - ] pienamente d accordo
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francesco2
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domenica 22 marzo 2020
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film sul pop, ma anche pop
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Premessa- si tratta di una recensione sui due film, senza distinguere il primo dal secondo.
Berlusconi risulta inevitabilmente un icona, pop e del pop, diversamente da Andreotti nel divo, gobbo e bruttino, e indifferente allo scorrere biologico della vita, visibile anche nei segni del corpo.
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Premessa- si tratta di una recensione sui due film, senza distinguere il primo dal secondo.
Berlusconi risulta inevitabilmente un icona, pop e del pop, diversamente da Andreotti nel divo, gobbo e bruttino, e indifferente allo scorrere biologico della vita, visibile anche nei segni del corpo.
Se Celentano fu definito dun cretino di talento, il miliardario di Arcore potrebbe essere valutato come un bambino fornito di grande maturita. In questo film almeno la scena col nipote, soitto questo aspetto e non solo, risulta particolarmente esemplificativa. Illustrando al piccolo il confine sottile, ai limiti dell inesistente, tra vero e mendace, il Berlusca illustra la propria consapevolezza riguardo l acriticita del pubblico, ma appare distante ed al contempo speculare al proprio interlocutore. I suoi orizzonti culturali non vanno oltre il repertorio del fido Apicella, come -fin troppo didascalicamente -mostrato in una scena. Gli amici gli rimproverano un ingenuita di fondo.
Al contempo il protagonista, da abilissimo affabulatore, riesce a convincere una signora riguardo l efficacia di un prodotto. Rimprovera alla sinistra di non avere colto come, in lui, non ci sia nulla da capire. Egli esiste, secondo questa prospettiva, SOLO IN QUANTO TALE - definizione usata, forse non casualmente, anche da certi religiosi pe definire Dio, almeno in seno alla cristianita.
Berlusconi, allora, diviene un taumaturgo che racchiude tutto ed il suo contrario, Anche in questo, allora, somiglia straordinariamente al succitato Andreotti, che per altri versi ne rappresenta l opposto. Ma anche Loro, allora, rischia di non racchiudere due film in uno solo nel senso letterale . Piuttosto, uno scatolone che aspira ad essere onnicomprensivo, ma anche carente rispetto al senso di decadenza, ed al contempo di speranza, che rendevano indimenticabile - non senza didascalicisni -La grande bellezza. Senza distanziarsi fino in fondo da quella cultura che ha marcato almeno il decennio degli 80. Sorrentino, senza sentenziare sul Berlusca, commette parzialmente lo stesso errore di Muccino, che in Ricordati di me diceva di scagliarsi contro la televisione, ma che, prescindendo dalle pisodiuo con la Romanoff, ha costruito anch egli un opera figlia - eforse persino madre, in parte - della televisione odierna.
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maramaldo
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venerdì 11 maggio 2018
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riparliamone tra venti/trent'anni.
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Il "dittico" ha ormai significanza storica. Condividerne il giudizio/condanna che sia morale e non attualmente politico richiede che tutti "Loro" siano divenuti storici. Oggi, quando tornati a casa possiamo vederli in TV, "un'ermeneutica" elegante vuole che ci si astenga da valutazioni che non siano puramente estetiche.
A me, per esempio, Sorrentino ricorda Picasso. L'idea m'è venuta osservando La Fillette, il quadro da poco battuto record a New York. Come il Pablo andaluso, il Paolo napoletano in fondo non piace a nessuno, anzi c'è chi proprio non lo può soffrire, ma si rimane soggiogati dalla potenza evocatrice del suo tratto deformante, dal suo talento nel destrutturare suggestivamente persone, cose, pensieri.
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Il "dittico" ha ormai significanza storica. Condividerne il giudizio/condanna che sia morale e non attualmente politico richiede che tutti "Loro" siano divenuti storici. Oggi, quando tornati a casa possiamo vederli in TV, "un'ermeneutica" elegante vuole che ci si astenga da valutazioni che non siano puramente estetiche.
A me, per esempio, Sorrentino ricorda Picasso. L'idea m'è venuta osservando La Fillette, il quadro da poco battuto record a New York. Come il Pablo andaluso, il Paolo napoletano in fondo non piace a nessuno, anzi c'è chi proprio non lo può soffrire, ma si rimane soggiogati dalla potenza evocatrice del suo tratto deformante, dal suo talento nel destrutturare suggestivamente persone, cose, pensieri.
Al primo episodio sono andato curioso e riguardoso. Non mi ha deluso nè ...sorpreso. Coreografie affollate fatte da tribù di nudi tatuati, maschere fantasiose, figure sconce; facce grottesche; copulazioni ritmate; oscenità surreali e misteriose. Ecco - mi son detto - Fellini che "risale", come ora nel simbolismo sconsolato e apocalittico del finale 2.
Tornando al n. 1, il racconto s'incammina sulla vicenda della "Malcontenta", chiamiamo così la principessa sfortunata e triste, prigioniera del drago che ne disconosce sensibilità d'artista e istanze di dignità. La faccenda prosegue nel n. 2 così da far pensare che come delle leggi esistano cammei filmici "ad personam".
Servillo rappresenta un caso. Apprezzato lo sdoppiamento, un virtuosismo che già gli era riuscito in Viva la Libertà, spesso si rivela un problema nella percezione dello spettatore. Questi è da anni avvezzo a veder sbeffeggiato dai vignettisti un piccoletto rotondeggiante e, comunque, nonostante lo spesso strato di cerone, intravede sempre il ghigno inconfondibile di Toni. Aggiusta il tutto la dote canora che ricalca le performances del tycoon quando si proponeva come intrattenitore. Pur nell'intento denigratorio c'è fedeltà a questa vena autentica del soggetto. Si rispolverano ragionamenti e battute vintage, si mostra la sua sincera voglia di piacere.
Grosso lavoro di un visionario. L'Autore ha in comune con la sua creatura qualche inclinazione morbosetta. Sotto quest'aspetto lo spettacolo è assicurato.
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[+] all'anima della destrutturazione
(di markwillis)
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carloborgogno
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domenica 20 maggio 2018
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il grande disfacimento
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Film decisamente interessante. L'altra parte del mondo, contigua ma non descritta, ne 'La grande bellezza', ma alterno dal punto di vista 'emotivo'; forse perché la descrizione sottintesa di un paese in disfacimento è troppo sovrastata dall' identificazione pedissequa dei personaggi principali e quindi la sineddoche(scusate :) ) non sempre funziona. Forse non a caso il momento più intenso è quello,finale, in cui le macerie reali del terremoto dell'Aquila diventano la metafora di quelle morali del paese.
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Film decisamente interessante. L'altra parte del mondo, contigua ma non descritta, ne 'La grande bellezza', ma alterno dal punto di vista 'emotivo'; forse perché la descrizione sottintesa di un paese in disfacimento è troppo sovrastata dall' identificazione pedissequa dei personaggi principali e quindi la sineddoche(scusate :) ) non sempre funziona. Forse non a caso il momento più intenso è quello,finale, in cui le macerie reali del terremoto dell'Aquila diventano la metafora di quelle morali del paese.
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mauridal
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sabato 26 maggio 2018
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chi d 'immagine ferisce, d'immagine perisce
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Quando d’immagine si ferisce allora con l’immagine si perisce
LORO 1 e 2 un film di Paolo Sorrentino
Il film per intero chiarisce le intenzioni e il significato del film .
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Quando d’immagine si ferisce allora con l’immagine si perisce
LORO 1 e 2 un film di Paolo Sorrentino
Il film per intero chiarisce le intenzioni e il significato del film . Come già accennavo nella prima parte ,non è un film strettamente politico, pur trattando della figura di un personaggio politico, che ha tenuto l’Italia in governo per troppi anni , con l’avallo di una parte di italiani elettori del personaggio, e del partito che presiedeva . Ora è evidente che i responsabili di questa faccenda tutta italiana, non è solo di quella parte, ma dell’intera nazione, non solo Loro, quindi ma tutti , maggioranze politiche e opposizioni . Parlare di un messaggio , è possibile in quanto il film racconta di una illusione, che il personaggio politico Berlusconi interpretava , attraverso l’immagine DI Sè STESSO, e anche delle fantasie degli italiani che intercettava . Una grande illusione fatta di benessere, belle donne e , soldi, e ricchezze , zero sacrifici, niente problemi , tutto facile, ma non per tutti solo per chi aderiva a alla sua di visione del mondo a suo modo detta Berlusconismo. Quasi una corrente artistica un ismo come Dadaismo oppure una simil ideologia , tipo comunismo fascismo, , Dunque il Berlusconismo che il leader ha così bene interpretato si è fondato sul potere comunicativo delle immagini. Non è una vera ideologia appunto ma peggio un’arma , di plagio e di consenso se applicata appunto come, avvenuto, su larga scala Immagini in ogni casa attraverso la televisione , strumento di persuasione.palese. Come è stato possibile che un popolo di Santi e Navigatori si sia assuefatto alle fantasie e alle illusioni. Non vi è stata una adeguata opposizione non solo politico ideologica ma soprattutto una contro cultura dell’immagine truccata edulcorata falsata del personaggio, un finto Presidente che si è posto alla guida di un governo con un finto partito da tifoseria di stadio senza che altri facessero nulla.
Ma tutto questo il film non politico di Sorrentino lo evidenzia bene proprio attraverso una immagine cinematografica di tipo irrealistico grottesco, per niente seducente ma anzi repellente. Ecco se dovessi definire per paradosso metaforico, il senso che trasmette il film è la repellente immagine di Berlusconi che finalmente viene rivelata con tutte le ragazze, minorenni o porno star o donne ministro o donne da postribolo.. Ma Loro non sono soli c’è tutto un popolo che gira attorno, come un a giostra che si blocca solo col boato di un terremoto . Grande merito di questo film è l’irruzione di immagini tragiche nel calderone di immagini patinate. All'Eden creato nelle ville in Sardegna tra feste e balletti, si contrappongono le macerie dell’Aquila con un altro popolo questa volta terremotato, senza un tetto nella distruzione di un a città colpita ma anche nelle vite distrutte,. Potrebbe bastare, Ma il dilagare del personaggio non ferma la sua immagine, che si ritrova anche lì tra le macerie a fare promesse e a vendere speranze.
La complessità del film tuttavia è maggiore si occupa anche delle situazioni definirle sentimentali è pleonastico ma diciamo pure matrimoniali come suggerisce la presenza del personaggio Veronica che nel film consuma una vendetta vera e propria . e qui il film rende giustizia all’immagine della donna - Veronica che da velina si riscatta a madre responsabile e donna lontana e per niente complice dei misfatti politico economici del marito, anzi è la principale accusatrice dei suoi metodi e i suoi stili di vita . Un film pienamente riuscito nel demolire l’immagine rivelata del “cavaliere” un immagine abusata e che ha abusato della ingenuità o della complicità di interesse degli italiani o parte di essi o ..Loro… Conclusione una perfetta rappresentazione esattamente sullo stile della commedia tragico comica da parte di tutti gli attori tra cui distinguiamo un grande Servillo ormai alter di Sorrentino il quale ha raggiunto un altra conferma a favore della sua visione del mondo piena di personaggi inquietanti e tragici che con il loro vissuto influenzano in tal modo le vite degli altri. (mauridal).
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ritacirrincione
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giovedì 17 maggio 2018
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lui e gli altri
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Procedendo per “quadri”, una successione di scene compiute, Loro2 continua a delineare il B-pensiero, la sua visione del mondo, il suo modo di relazionarsi con gli altri, spesso utilizzando la forma del dialogo: quello tra B ed Ennio, l’amico imprenditore - suo alter ego - interpretato dallo stesso Servillo; quello telefonico con l’anonima casalinga - quasi un assolo - in cui si esibisce come virtuosistico venditore di sogni; quello con Veronica, drammatico e definitivo; il confronto con la giovanissima ragazza che lo mette di fronte all’inesorabilità della sua vecchiaia; quelli in rapida sequenza con i sei senatori di sinistra da portare dalla propria parte, che cedono uno dopo l’altro con un formidabile effetto strike.
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Procedendo per “quadri”, una successione di scene compiute, Loro2 continua a delineare il B-pensiero, la sua visione del mondo, il suo modo di relazionarsi con gli altri, spesso utilizzando la forma del dialogo: quello tra B ed Ennio, l’amico imprenditore - suo alter ego - interpretato dallo stesso Servillo; quello telefonico con l’anonima casalinga - quasi un assolo - in cui si esibisce come virtuosistico venditore di sogni; quello con Veronica, drammatico e definitivo; il confronto con la giovanissima ragazza che lo mette di fronte all’inesorabilità della sua vecchiaia; quelli in rapida sequenza con i sei senatori di sinistra da portare dalla propria parte, che cedono uno dopo l’altro con un formidabile effetto strike. Ai dialoghi si alternano scene corali come quelle in cui le ragazze sue ospiti fanno fitness o preparano le coreografie per animare le sue feste – quasi un musical. Insieme compongono la sua estetica, fatta di artificialità e di finzione in un costante tentativo di piegare la natura e le cose; il suo porsi ontologicamente come un’entità buona e generosa, dispensatrice di felicità e di armonia, portatrice di ordine e creatrice di bellezza; la sua psicologia che sembra non conoscere crisi, dubbi o incertezze - “Io non mi offendo mai” - quella che lo ha fatto andare avanti come un caterpillar realizzando obiettivi raramente raggiungibili da una sola persona; l'etica totalmente asservita ai suoi obiettivi. Di tanto sesso visto o intravisto in Loro1, qui - quasi obbedendo al precetto del Noli me tangere - nessuna scena erotica, nessun contatto fisico per B, solo lo sguardo, più malinconico che torbido, su corpi omologati e seriali, reclutati ad hoc, fuori da ogni autentica dinamica relazionale. Anche le vicende politiche di B vengono lasciate sullo sfondo. Unica eccezione la scena dell’insediamento del suo nuovo governo mentre giura davanti al Presidente della Repubblica: girata in slow motion e accostata alle scene dei suoi party privati, assume quasi una dimensione onirica.
Le terribili scene di devastazione del terremoto dell’Aquila fanno da epilogo al dittico. Al di là della facile metafora del berlusconismo, l’evento del sisma vede ancora una volta un B che, più che governare la ricostruzione, mette in atto i suoi metodi da venditore di sogni o da carrambate televisive, con gesti a effetto per colpire l’immaginario dei suoi elettori. Ed ecco che fa recapitare in un prezioso astuccio una dentiera nuova fiammante alla vecchina che l’aveva persa nel sisma o che consegna con orgoglio ed entusiasmo quasi infantili le case prefabbricate, moderne, funzionali e munite dell’immancabile TV. Incapace di cogliere la dimensione profonda e tragica dell’esistenza, incomprensibili gli rimangano i volti scavati e sofferenti degli anziani che hanno ancora negli occhi le vecchie case di pietra e non riescono ad immaginare le loro vite in quelle “scatole” anonime e senza storia. Il loro sguardo si rivolge a quel Cristo di marmo che i vigili del fuoco, nella lunga scena finale, estraggono dalle rovine di una chiesa e adagiano con cura su un drappo rosso tra le macerie, sola speranza di rinascita.
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[+] bel commento, rita!
(di xerox)
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fulviowetzl
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venerdì 18 maggio 2018
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il potere salvifico dell'arte, non è più possibile
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(segue) O la sequenza presa di peso dalle telenovelas, girata in campo-controcampo-campo a due come nel più classico dei posti al sole, della notte dei lunghi coltelli tra Silvio e la Veronica (questa volta a rivelare - forse nel senso di velare due volte, senza lasciare tracce di Sindoni), con i dialoghi espiciti e torniti, senza ombra di allusione, condotti da principio alla fine, del discorso e del rapporto come in un"incantesimo a Dallas. Anche se gli spazi immensi - le distanze tra i due, evocano l'immensa villa stracolma di costosi ammennicoli, che è forse il modello culturale ed esistenziale sia di Berlusconi che di Sorrentino, la villa circondata da no-trespassing dove l'immenso Welles litiga con la moglie, mediocre soprano tanto quanto Veronica era una mediocre attrice, in Quarto Potere.
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(segue) O la sequenza presa di peso dalle telenovelas, girata in campo-controcampo-campo a due come nel più classico dei posti al sole, della notte dei lunghi coltelli tra Silvio e la Veronica (questa volta a rivelare - forse nel senso di velare due volte, senza lasciare tracce di Sindoni), con i dialoghi espiciti e torniti, senza ombra di allusione, condotti da principio alla fine, del discorso e del rapporto come in un"incantesimo a Dallas. Anche se gli spazi immensi - le distanze tra i due, evocano l'immensa villa stracolma di costosi ammennicoli, che è forse il modello culturale ed esistenziale sia di Berlusconi che di Sorrentino, la villa circondata da no-trespassing dove l'immenso Welles litiga con la moglie, mediocre soprano tanto quanto Veronica era una mediocre attrice, in Quarto Potere. Il potere salvifico dell'arte, sembra dire Sorrentino, non è più possibile, un film, un libro o una mostra di un grande della pittura (magari senza commenti fuorvianti di Sgarbi) non riescono più a "pulirci le testine" ossidate da orge di cattivo gusto, inquadrature sbilenche, tagli e dettagli rabberciati di mani gesticolanti nel tg della sera, non c'è epifania, riscatto finale, c'è apocalisse, la terra trema, un Cristo vola come nell'incipit de La dolce Vita, ma per atterrare su un fianco in una coperta rossa sul cumulo di macerie de L'Aquila. Non c'è più un lunghissimo camera boat a ritroso sotto i ponti del Tevere all'alba a nutrirci di ineffabile bellezza "eterna" ma un analogo carrello sui volti attoniti di sfollati e protettori civili seduti sui muri rabberciati, alle 4 di una notte maligna. Dicevo dell'analogia tra modelli culturali ed esistenziali tra Sorrentino e Berlusconi e mi è venuto come un flash, una proporzione simil matematica: vedendo l'agitarsi delle centinaia di comparse prima nelle ville affittate da Morra - Tarantino intorno a Villa Certosa, per esibire carni tette e cosce ad usum di Lui, poi direttamente in villa ad usum delle sue mani e delle sue voglie, e l'impegno che questi ragazzi scritturati da Sorrentino mettono nelle coreografie instancabili, nell'esprimere sguardi ammiccanti e trasognanti a Lui e a noi, e il gusto con cui il regista percorre corpi e pubi, depilati e non, non sarà che Sorrentino sta a chi ha scritturato per il suo film, come Berlusconi sta a chi ha scritturato per le sue feste? C'è poi molta differenza tra il bailamme chiassoso del cinema, lo sgomitare per esser scelti a tutti i costi di comparse e attori, e il tour de force estenuante delle mille veline, escort, zoccole e magnaccia, per essere invitati a corte? Non sarà che a Sorrentino nel descrivere con lucidità entomologica un universo deviato come quello di Lui, sia sfuggita la mano, come successe a Renzo De Felice nello stilare per Einaudi la monumentale biografia di Mussolini, da rimanerne affascinato se non addirittura innamorato?
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lucascialo
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domenica 27 maggio 2018
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sorrentino abbandona gli estetismi stucchevoli e si concentra su lui
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In questo secondo episodio, Sorrentino abbandona gli estetismi stucchevoli ormai diventati un suo marchio di fabbrica e visti anche nel primo episodio, per concentrarsi in maniera più "asciutta" su Berlusconi. Nella fattispecie, il periodo fine 2007-prima metà 2009. Ossia il suo ritorno al potere, "convincendo" 6 senatori del centrosinistra a passare con lui, ma anche l'inizio degli scandali a partire dalla festa dei 18 anni di Noemi Letizia in quel di Casoria. Vedremo Lui confrontarsi più a viso aperto con "Loro": dalla moglie Veronica che ha deciso di lasciarlo (raffinato il nudo di Elena Sofia Ricci) con una resa dei conti trai due e la Lario-Ricci che pone la stessa domanda che dodici anni fa si era posta Moretti: da dove venivano tutti quei soldi? All'incontro tra Berlusconi e Dio (personaggio inventato che però qualcuno accosta a Bertolaso).
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In questo secondo episodio, Sorrentino abbandona gli estetismi stucchevoli ormai diventati un suo marchio di fabbrica e visti anche nel primo episodio, per concentrarsi in maniera più "asciutta" su Berlusconi. Nella fattispecie, il periodo fine 2007-prima metà 2009. Ossia il suo ritorno al potere, "convincendo" 6 senatori del centrosinistra a passare con lui, ma anche l'inizio degli scandali a partire dalla festa dei 18 anni di Noemi Letizia in quel di Casoria. Vedremo Lui confrontarsi più a viso aperto con "Loro": dalla moglie Veronica che ha deciso di lasciarlo (raffinato il nudo di Elena Sofia Ricci) con una resa dei conti trai due e la Lario-Ricci che pone la stessa domanda che dodici anni fa si era posta Moretti: da dove venivano tutti quei soldi? All'incontro tra Berlusconi e Dio (personaggio inventato che però qualcuno accosta a Bertolaso). Passando per l'incontro iniziale con Ennio Doris, fondatore di Mediolanum e quello finale con un liquidato in malo modo Mike Bongiorno, fino al rapporto che si inclina con Sergio Morra (chiaramente ispirato a Tarantini). Non mancano anche tradimenti politici, come quello dell'onorevole Cupa Caiafa, che sembra rievocare la Santanché (per il fatto che ha fondato un partito a destra del Pdl, che potrebbe essere La Destra). Mentre altri ritornano, come Santino Recchia, diventato pure Ministro ma in un primo momento speranzoso di diventare il nuovo leader di centrodestra (alcuni tratti rievocano Sandro Bondi, ma mancano diverse caratteristiche). Ma arriva anche un terremoto, quello de L'Aquila. Che sembra una metafora di quello che accadrà di lì a poco all'impero berlusconiano. Ad oggi ancora in piedi, ma molto più ridimensionato e con macerie ancora da rimuovere. Proprio come accaduto allo stupendo capoluogo abruzzese. Toccante l'omaggio ai Vigili del fuoco nel finale. Gli unici a meritarsi degli applausi in quella drammatica vicenda. Insomma, in questo Loro 2 Sorrentino convince di più. Perchè non si specchia e non punta a stupirci con effetti speciali. Sebbene questo film resti un'opera evitabile, poiché di Lui e di Loro sappiamo già tutto. La vita di Berlusconi è già di per sé un film, anzi finisce per superare anche la fantasia del miglior sceneggiatore. Che la recensione alla fine sia positiva o negativa, questo si rimanda al gusto degli italiani. A giudicarla sarà comunque, come sempre, la storia.
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corebo
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lunedì 28 maggio 2018
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eccellente
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Tony Servillo e Elena Sofia Ricci mi hanno entusiasmato con la loro recitazione, eravamo lì con Silvio e la moglie da quanto era coinvolgente il loro dialogo. la fotografia è eccezionale a volte ricorda l'onirica del primo Fellini. Tutti abbiamo invidiato Silvio al di là della questione politica e della questione etico-morale certamente da condannare soprattutto in un capo di governo, tuttavia la visione di tante ragazze da capogiro ad un uomo dell'età di Silvio (me) fa girare veramente la testa. Il film anche se si tratta di cose ultra-conosciute, mette a fuoco un uomo osannato da molti, ma che tutto sommato come dice sua moglie nel favoloso dialogo, in effetti è un solo piazzista che se né è sbattuto del popolo italiano, corrotto e corruttore, ricattato e ricattatore, uomo dalle amicizie equivoche.
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Tony Servillo e Elena Sofia Ricci mi hanno entusiasmato con la loro recitazione, eravamo lì con Silvio e la moglie da quanto era coinvolgente il loro dialogo. la fotografia è eccezionale a volte ricorda l'onirica del primo Fellini. Tutti abbiamo invidiato Silvio al di là della questione politica e della questione etico-morale certamente da condannare soprattutto in un capo di governo, tuttavia la visione di tante ragazze da capogiro ad un uomo dell'età di Silvio (me) fa girare veramente la testa. Il film anche se si tratta di cose ultra-conosciute, mette a fuoco un uomo osannato da molti, ma che tutto sommato come dice sua moglie nel favoloso dialogo, in effetti è un solo piazzista che se né è sbattuto del popolo italiano, corrotto e corruttore, ricattato e ricattatore, uomo dalle amicizie equivoche. I suoi amici quelli della prima gioventù lo hanno seguito negli affari ma hanno avuto l'intelligenza di stare fuori dai festini. L'immagine della ragazza che prende il trolley e se ne va, rappresenta l'Italia che ancora è sana e rifiuta i compromessi sfatando il motto dei corruttori: "tutti hanno un prezzo".
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