amdg
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mercoledì 1 luglio 2020
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le basi del dolore
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Invertiamo l'inizio della scheda di presentazione: il film prende spunto da una storia d'amore inventata, quella tra Arturo e Flora (gli stessi nomi de La mafia uccide solo d'estate) per romanzare lo sbaco degli americani in SIcilia, basandosi su fatti documentati. I nomi citati in epilogo sono significativi. Lì comprendiamo che non è uno scherzo, che il comizio mafioso tenuto dal neosindaco non è così lontano da come sono andate le cose.
Con la delicatezza che gli è propria, unita alla ironia e al piacere di costruire storie che sanno di favola, Pif spiega come mai ad un certo punto la mafia ha pervaso la Sicilia. Non è una bella storia, non fa bene sentirla e vorremmo saltare sulla sedia e dire che è tutto falso, che se le è inventate, quele cose.
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Invertiamo l'inizio della scheda di presentazione: il film prende spunto da una storia d'amore inventata, quella tra Arturo e Flora (gli stessi nomi de La mafia uccide solo d'estate) per romanzare lo sbaco degli americani in SIcilia, basandosi su fatti documentati. I nomi citati in epilogo sono significativi. Lì comprendiamo che non è uno scherzo, che il comizio mafioso tenuto dal neosindaco non è così lontano da come sono andate le cose.
Con la delicatezza che gli è propria, unita alla ironia e al piacere di costruire storie che sanno di favola, Pif spiega come mai ad un certo punto la mafia ha pervaso la Sicilia. Non è una bella storia, non fa bene sentirla e vorremmo saltare sulla sedia e dire che è tutto falso, che se le è inventate, quele cose.
invece sono fatti documentati che stanno alla base di quest'opera.
In fondo, ogni volta che sono arrivati in una terra, pare che gli Americani come ogni altro che libera o conquista, hanno voluto mantenere un controllo certo, ad ogni costo, preferendolo a una autoregolazione degli abitanti del luogo. Il male minore per loro, che poi non ci avrebbero vissuto.
Le basi del dolore moderno stanno in questa smania di controllo, di sicurezza propria a scapito di quella altrui, di scelte di convenienza per il mantenimento di un potere a cui nessuno, ma proprio nessuno, rinuncia.
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onufrio
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lunedì 27 aprile 2020
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dagli u.s.a. per amore
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Pif sorprende nuovamente in positivo, con quell'aria malinconica e a tratti stralunata, ambienta la sua opera durante la seconda guerra mondiale, unendo commedia e drammaticità degli eventi con notevoli doti. Una storia che invita a riflettere su quanto accaduto durante lo sbarco degli americani in Sicilia ed il rapporto fra Mafia e Stati Uniti d'America, il tutto sempre con leggerezza, quella leggerezza non frivola, ma costrutta in grado di divertire e al tempo stesso porsi qualche domanda interessante.
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dario lodi
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sabato 25 maggio 2019
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grazioso
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Diretto con mano felice, il film si fa apprezzare per la sua sana ingenuità. Nulla di speciale, tanto deja vu, ma la passione di Pif contagia. Bella fotografia, sceneggiatura così così, interpretazione sopra la media. Leggerezza.
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fabio
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giovedì 16 agosto 2018
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la seconda di pif
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Non raggiunge quell'equilibrio narrativo del precedente film tuttavia merita un plauso; ci sono ottimi caratteristi, momenti di autentico cinema (si veda la corsa al rifugio antiaereo) e si trascorre il tempo piacevolmente coccolati dalla indubbia capacità di Pif di raccontare le storie in modo originale.
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martedì 17 luglio 2018
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quali cliché?
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Mi sarebbe piaciuto avere precisioni sugli "innumerevoli cliché sulla Sicilia ai tempi della guerra"...
Anch'io ho apprezzato Maurizio Marchetti nei panni di Don Calò e Lorenzo Patané nel ruolo di Carmelo
Jacques Villain
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sellerone
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venerdì 9 marzo 2018
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che pifff!!!
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A differenza delle altre nazioni, noi italiani non abbiamo paura di mostrare le nostre debolezze, l’incapacità di sentirci cittadini e non sudditi, e tanto altro ancora che emerge da questa splendido film che mogio mogio, cacchio cacchio, con maestria e leggerezza ti porta a guardare dentro di te, a solleticare il tuo senso di giustizia e a spingerti (come del resto solo una Jena di vecchio corso sa fare) ad indignarti, commuoverti, arrabbiarti. Il protagonista è scanzonato, disinteressato e non dà l’impressione di aver ben compreso quello che stà succedendo, percorre la sua vicenda inseguendo il cuore e replica quello che tutti i cittadini onesti o quasi fanno.
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A differenza delle altre nazioni, noi italiani non abbiamo paura di mostrare le nostre debolezze, l’incapacità di sentirci cittadini e non sudditi, e tanto altro ancora che emerge da questa splendido film che mogio mogio, cacchio cacchio, con maestria e leggerezza ti porta a guardare dentro di te, a solleticare il tuo senso di giustizia e a spingerti (come del resto solo una Jena di vecchio corso sa fare) ad indignarti, commuoverti, arrabbiarti. Il protagonista è scanzonato, disinteressato e non dà l’impressione di aver ben compreso quello che stà succedendo, percorre la sua vicenda inseguendo il cuore e replica quello che tutti i cittadini onesti o quasi fanno. Purtroppo diventa la base su cui quelli che alla fine diventano i nuovi, anche se vecchi, dominatori di un’isola, che in realtà è tutta una nazione.
Visto, rivedibile senza dubbio ma non prendo perché alla fine, anch’io ho votato croce su croce!
Da vedere con gli adolescenti perché a volte un film vale più di cento libri.
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biuly
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domenica 4 giugno 2017
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bello, da vedere
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È un bel film, non è un film rigorodamente storico altrimenti sarebbe stato un rrammone e avrebbe richiesto altri budget, ma la cosa piú importante riesce a farla: far capire come mai la mafia nel dopoguerra abbia dominato la politica italiana. Le industrie erano al nord, i capitali pure, gli intellettuali anche, eppure la mafia siviliana è riuscita a dominare la politica italiana. Come è stato possibile ? Grazie USA.
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ufo
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lunedì 22 maggio 2017
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un bidone
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mediocre commedia all'italiana che non rispetta nemmeno gli eventi storici, perchè se è vero che gli americani ebbero abboccamenti con la mafia prima dello sbarco in Sicilia è altrettanto vero che la 45° divisione di fanteria USA agli ordini del generale Patton, su suo specifico mandato, non fece prigionieri provocando più di un massacro.
La liberazione della Sicilia non fù una passeggiata per nessuno, men che meno per gli italiani e questo film non rende merito a nessuno.
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no_data
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domenica 5 marzo 2017
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un altro capolavoro
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E' un capolavoro che invita alla riflessione storica chi per superficialità classifica troppo frettolosamente buoni e cattivi sulla base delle convenienze del momento. Proprio come il nonno che idolatra Mussolini e poi lo rinnega per un barattolo di latte in polvere lasciato da coloro che lo hanno messo nelle mani della mafia.
Il film andrebbe rivisto sotto altra ottica anche da chi ha scritto la recensione su Mymovies che preferisce soffermarsi su superficiali paragoni perdenti rispetto ad altri classici del cinema piuttosto che cogliere l'essenza stessa del messaggio del film.
Ritengo il film un capolavoro per quello che dice, per come lo dice e per le riflessioni indotte che stimola.
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liuk!
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domenica 5 marzo 2017
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seconda perla di pif
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Dopo lo splendido esordio, PIF ci regala un'opera seconda del medesimo pregio. Il tema è sempre quello della mafia ambientato questa volta durante la seconda guerra mondiale, quando lo sbarco americano favorì l'entrata in politica di Cosa Nostra.
La pellicola è divertente, intelligente, poetica e satirica al tempo stesso, nel medesimo modo della precedente. Non c'è molto altro da dire se non fare i complimente a questo improbabile regista e attore che si dimostra artista eclettico ed assolutamente completo. Assieme ad Edoardo Leo, probabilmente il migliore delle "nuove leve".
Mi piacerebbe vederlo alla prova con altre tematiche, per capire fino a dove può spaziare il suo talento.
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Dopo lo splendido esordio, PIF ci regala un'opera seconda del medesimo pregio. Il tema è sempre quello della mafia ambientato questa volta durante la seconda guerra mondiale, quando lo sbarco americano favorì l'entrata in politica di Cosa Nostra.
La pellicola è divertente, intelligente, poetica e satirica al tempo stesso, nel medesimo modo della precedente. Non c'è molto altro da dire se non fare i complimente a questo improbabile regista e attore che si dimostra artista eclettico ed assolutamente completo. Assieme ad Edoardo Leo, probabilmente il migliore delle "nuove leve".
Mi piacerebbe vederlo alla prova con altre tematiche, per capire fino a dove può spaziare il suo talento.
Per il momento, chapeau.
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