Django Unchained |
||||||||||||||
Un film di Quentin Tarantino.
Con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Kerry Washington.
continua»
Titolo originale Django Unchained.
Western,
durata 165 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 17 gennaio 2013.
MYMONETRO
Django Unchained ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un cow boy nero su un ronzino
di owlofminervaFeedback: |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
giovedì 31 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Due ore e tre quarti scorrono veloci tra fiotti di sangue, battute ironiche e grottesche, inquadrature di sguardi eloquenti, personaggi caricaturali e le musiche di Morricone. Quentin Tarantino riesuma lo spaghetti western. Un cast formidabile si compone di un irriconoscibile Samuel L. Jackson che veste i panni di Stephen, un odioso e perfido maggiordomo nero convinto di essere "bianco" e reale padrone di Candyland, la fattoria dello schiavista Leonardo Di Caprio. Esilarante l'interpretazione di Christoph Waltz, il mentore di Django che con il suo parlare forbito ed erudito spiazza i cowboy , a effetto (esplosivo) la comparsa di Quentin Tarantino e ciliegina sulla torta quella di Franco Nero, l'originale Django del film omonimo diretto da Corbucci nel 1966. Come regista comanda, la violenza permea l'intera pellicola e diventa insopportabile nelle scene di tortura, più crudeli dello splatter. I bianchi sguinzagliano i cani contro gli schiavi che tentano la fuga, chiudono le donne in una cassa di metallo, arroventata dal sole, per punirle, le frustano, le sfregiano, ne fanno oggetto di comodo, cose da prestare per una notte. La parola negro, usata e abusata nei dialoghi, rende ancora più violento un contesto storico (1858) in cui è centrale il tema della schiavitù e del razzismo, che viene sviscerato nella tortura fisica proposta senza freni e riscattato innalzando un eroe nero su un ronzino. Tutto comincia quando il cacciatore di taglie tedesco Schultz libera lo schiavo nero e gli chiede di aiutarlo a individuare tre fratelli ricercati che lui conosce perché lavoravano nella piantagione in cui era prigioniero. Inizia un rapporto di complicità fra i due uomini che è un viaggio di emancipazione per Django, deciso a ritrovare la bella Broomhilda, la moglie venduta e finita in una piantagione del Mississippi. Alle scene di violenza si alternano scene di humour puro. Ai limiti del grottesco la scena in cui il gruppo di uomini bianchi a cavallo, con cappuccio in testa e bastoni infuocati, facendosi palesemente beffe del Ku Klux Klan, avvia uno scontro di dialoghi, che rassomiglia a una riunione di condominio, sui buchi per gli occhi fatti male, nei cappucci, dalla moglie di uno di loro, che offeso gira le spalle e se ne va; per arrivare alla scena della resa dei conti, in cui Django a tutti i neri suggerisce di allontanarsi dai bianchi. Non tu Stephen, sei esattamente dove devi stare. Esuberante l'esecuzione della sorella Candy. Django chiede alla sua domestica Cora di salutarla. Arrivederci Miss Lara e bam con un colpo di pistola viene risucchiata all'indietro e scompare dalla visuale. Insomma una buona sintesi di cinica schiettezza e solidarietà, una pellicola che racconta in modo efficace, con uno stile eccessivo, tipicamente tarantiniano, i mali della schiavitù e diventa un'arma per denunciare la mercificazione della carne umana.
[+] lascia un commento a owlofminerva »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||