gipibi
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lunedì 10 marzo 2014
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niente di eclatante ma piacevole.
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Film ben recitato e ben girato. A tratti un poco lento e/o scontato, ma vale tuttavia il prezzo del biglietto. Se non avete aspettative troppo elevate, vi farà passare una piacevole serata. Ottima la colonna sonora.
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brunx
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lunedì 10 marzo 2014
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ozpetek maturo
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Non è il solito film di Ozpetek. Le figure omo sono di contorno, non sono il centro della storia. Chi non ha avuto in famiglia la storia di un tumore e Ferzan incastona tra l'inizio ed il finale una descrizione cruda ma commovente di come la protagonista affronta un tumore al seno. Mi ha lasciato un'emozione perché non me lo aspettavo. Bel film
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marezia
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lunedì 10 marzo 2014
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vouyerismo d'autore ma sempre vouyerismo però
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Alla mia recensione aggiungo qui un'ultima considerazione che non è secondaria e che dà il titolo alla mia integrazione: la famosa scena CONTESTATA GIUSTAMENTE dai critici dà l'idea di quanto Ozpetek si sia lasciato prendere la mano dalla tentazione di ESIBIRE il corpo di Arca più che farlo recitare. L'idea di esprimere il proprio amore nonostante la malattia e il disfacimento fisico conseguente sarebbe dovuta essere realizzata con STILE ED ELEGANZA e non in modo PORNOGRAFICO. Va benissimo che il protagonista si spogli, scopra l'amata MA NON SI PUO' ACCETTARE UN NUDO INTEGRALE (tra parentesi con stacco tra Arca in mutande e l'Arca senza, stacco che comunica sciatteria registica) IN UNA STANZA DI UN OSPEDALE.
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Alla mia recensione aggiungo qui un'ultima considerazione che non è secondaria e che dà il titolo alla mia integrazione: la famosa scena CONTESTATA GIUSTAMENTE dai critici dà l'idea di quanto Ozpetek si sia lasciato prendere la mano dalla tentazione di ESIBIRE il corpo di Arca più che farlo recitare. L'idea di esprimere il proprio amore nonostante la malattia e il disfacimento fisico conseguente sarebbe dovuta essere realizzata con STILE ED ELEGANZA e non in modo PORNOGRAFICO. Va benissimo che il protagonista si spogli, scopra l'amata MA NON SI PUO' ACCETTARE UN NUDO INTEGRALE (tra parentesi con stacco tra Arca in mutande e l'Arca senza, stacco che comunica sciatteria registica) IN UNA STANZA DI UN OSPEDALE. E' FUORI LUOGO, caro Ozpetek. Farlo sdraiare accanto a lei IN MUTANDE (in mutande Arca, si intende) e FARCI IMMAGINARE quello che avrebbero fatto, no? Troppa fantasia? Troppo poco di negativo si è detto su questa "opera d'arte", troppo poco. VERGOGNOSO.
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[+] arca può recitare solo con il corpo, per ora...
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steleo
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lunedì 10 marzo 2014
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molto bello...
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a me è piaciuto moltissimo...
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flyanto
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lunedì 10 marzo 2014
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la girandola dei sentimenti raccontata da ozpetek
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Film in cui si racconta di una gruppo di cinque amici (due di loro sono fratello e sorella) che trascorrono le proprie giornate dividendosi tra il lavoro di camerieri in un bar e le proprie storie sentimentali, scambiandosi i partners non appena riescono a fare più luce dentro se stessi riguardo i propri sentimenti. La vicenda poi si sposta tredici anni dopo quando i due fratelli sono diventati nel frattempo i proprietari di un pub alla moda e dunque molto ben avviato e la sorella si è formata felicemente una propria famiglia. In questo periodo però a lei verrà diagnosticato un tumore al seno che la porterà ad un grave stato di debilitazione e che le sconvolgerà tutti gli equilibri che si era sinora costruita, facendole perdere ogni tipo di speranza per un futuro migliore.
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Film in cui si racconta di una gruppo di cinque amici (due di loro sono fratello e sorella) che trascorrono le proprie giornate dividendosi tra il lavoro di camerieri in un bar e le proprie storie sentimentali, scambiandosi i partners non appena riescono a fare più luce dentro se stessi riguardo i propri sentimenti. La vicenda poi si sposta tredici anni dopo quando i due fratelli sono diventati nel frattempo i proprietari di un pub alla moda e dunque molto ben avviato e la sorella si è formata felicemente una propria famiglia. In questo periodo però a lei verrà diagnosticato un tumore al seno che la porterà ad un grave stato di debilitazione e che le sconvolgerà tutti gli equilibri che si era sinora costruita, facendole perdere ogni tipo di speranza per un futuro migliore.
L'ultimo film di Ferzan Ozpetek ritorna a parlare di sentimenti o, meglio, di relazioni sentimentali tra individui che costituiscono poi l'argomento principale e di sempre affrontato dal regista (a parte la sua ultima opera, "Magnifica Presenza", che si discosta un pò da questo filone). Purtroppo, anche questa volta Ozpetek non riesce però a confezionare una pellicola altamente soddisfacente in quanto realizza una storia che, se parte bene all'inizio, nel suo evolversi però si perde, toccando e dilungandosi troppo sull'argomento della malattia. Anzi, questo soffermarsi a lungo nel corso del racconto viene riscontrato anche nella prima parte quando sono presentati e delineati i ruoli e le posizioni dei vari personaggi, facendo sì che il film, sia pure godibile nel suo complesso, non riesca a decollare completamente e si fermi ad un livello melodrammatico che lo pone ad un livello mediocre nella sua riuscita. Certo, i tempi de "Le Fate ignoranti" sono ormai lontani...
Bisogna apprezzare, invece, tutti i protagonisti che sono all'altezza dei propri ruoli: Kasia Smutniak , peraltro la protagonista principale, si erge su tutti e conferma il proprio talento oltre che la propria avvenenza fisica, Francesco Scianna, purtroppo è relegato ad un ruolo di poche battute rispetto agli altri ma conferma anch'egli le proprie qualità di attore, e così gli altri, da Carolina Crescentini, a Filippo Scicchitano, a Carla Signoris con Elena Sofia Ricci e Francesco Arca.
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no_data
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lunedì 10 marzo 2014
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e' il più bel film di oz
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Inizia con il grigio della pioggia battente sulla strada e finisce con i colori brillanti del cielo e del mare il film più riuscito, più positivo e - ad oggi - più maturo del regista italo-turco, nel quale ritroviamo molte caratteristiche del suo cinema: il sapiente alternarsi di serietà e ilarità, la capacità di ottenere il meglio dagli attori, le famiglie allargate, non manca la scena onirica, il tema omosessuale ecc.... Solo che qui ho avuto l'impressione che siamo su un piano ancor più superiore rispetto al passato.
Il tema di fondo (La Malattia) è quanto di più serio possa esistere, e gli attori.
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Inizia con il grigio della pioggia battente sulla strada e finisce con i colori brillanti del cielo e del mare il film più riuscito, più positivo e - ad oggi - più maturo del regista italo-turco, nel quale ritroviamo molte caratteristiche del suo cinema: il sapiente alternarsi di serietà e ilarità, la capacità di ottenere il meglio dagli attori, le famiglie allargate, non manca la scena onirica, il tema omosessuale ecc.... Solo che qui ho avuto l'impressione che siamo su un piano ancor più superiore rispetto al passato.
Il tema di fondo (La Malattia) è quanto di più serio possa esistere, e gli attori... diciamo che Francesco Arca non sarà talentuoso come De Niro nè la Smutniak ha la spontanea perfezione di una Magnani: eppure, solo uno scontato pregiudizio impedisce di riconoscere la bella intensità delle prove di questi attori: io non ci avrei scommesso un euro, eppure mi sono sembrati perfetti. Del resto, ad esempio, se Ambra è oggi una bravissima attrice di teatro (eccezionale l'ha definita qualche critico) proprio con Ozpetek fece suo miglior battesimo. E la sceneggiatura è esattamente quello che doveva essere: Sorrentino (inarrivabile fotografo) dovrebbe imparare con umiltà a fare soltanto il regista e lasciare ad altri il proprio mestiere (di sceneggiatore).
Un ritratto d'amore controcorrente e definitivo, la capacità di declinare il "per sempre" con un'arte artigiana e antica, come le origini, come le radici: davvero complimenti, questo film non si dimentica, e io di sicuro no.
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superciuky
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lunedì 10 marzo 2014
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sono rimasta delusa
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Ho visto il film ieri e da Ozpetek, lo stesso regista delle Fate Ignoranti o Saturno contro, mi aspettavo un bel film.
Sono rimasta purtroppo delusa.
Senza fare spoiler o entrare nello specifico la storia tra i due protagonisti non appassiona, così come le scene che dovrebbero commuovere non lo fanno, non riescono a coinvolgere il pubblico. Peccato.
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pascale marie
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lunedì 10 marzo 2014
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storia di amicizie e amori veri
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Ferzan Ozpetek, per me, è uno dei più bravi registi italiani degli ultimi anni, di cui dovremmo essere orgogliosi e che i critici dovrebbero prendere in maggiore considerazione. Di solito non leggo mai la trama, perchè mi basta sapere chi sono il regista, gli attori o seguire il trailer pubblicitario per decidere se vedere o no il film, e perchè voglio scoprirlo senza sapere in anticipo la storia. Il nome Ozpetek è per me garanzia di un buon film. Il regista ha uno stile suo particolare che trovo diverso da altri, molto interessante e piacevole da seguire, la scelta curata del luogo, per esempio, e di alcuni suoi personaggi strani, bizzarri e stralunati che sembrano chiusi nel proprio mondo ma nello stesso tempo svegli, vigili e attenti a chi hanno intorno.
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Ferzan Ozpetek, per me, è uno dei più bravi registi italiani degli ultimi anni, di cui dovremmo essere orgogliosi e che i critici dovrebbero prendere in maggiore considerazione. Di solito non leggo mai la trama, perchè mi basta sapere chi sono il regista, gli attori o seguire il trailer pubblicitario per decidere se vedere o no il film, e perchè voglio scoprirlo senza sapere in anticipo la storia. Il nome Ozpetek è per me garanzia di un buon film. Il regista ha uno stile suo particolare che trovo diverso da altri, molto interessante e piacevole da seguire, la scelta curata del luogo, per esempio, e di alcuni suoi personaggi strani, bizzarri e stralunati che sembrano chiusi nel proprio mondo ma nello stesso tempo svegli, vigili e attenti a chi hanno intorno. Mi riferisco al ruolo che Ozpetek sembra inventare apposta per Elena Sofia Ricci anche in questo film, mettendo in risalto maggiormente la bravura dell'attrice che con quella sua voce e tonalità particolari danno ancora più enfasi al personaggio. Nel suo film ritroviamo altre sue brave attrici e nuove rivelazioni che Ozpetek dirige molto bene. I suoi film parlano sempre della vita con i suoi problemi immensi e i suoi momenti di felicità, di amori e passioni che iniziano e si spengono, di delusioni, di nostalgia e di sogni. In "Allacciate le cinture" c'è un pò di tutto questo ed Ozpetek è bravo a coordinare e ad equilibrare ogni parte e ruolo in una storia bellissima di una grande amicizia fra Elena e Fabio, che insieme realizzano il grande sogno di un bar tutto loro, di un amore nato quasi per caso e diventato passione fra Elena e Antonio così diversi e lontani all'inizio, e della "strana" ma unita famiglia di Elena. Il tempo passa, forse i problemi, il lavoro o semplicemente la routine sembrano allontanare Elena e Antonio, sposati da 13 anni e con due bambini, ma la triste scoperta di un tumore, li farà riavvicinare. All'ospedale Elena fa amicizia con un'altra malata terminale, dolce e sola, interpretata dalla bravissima Paola Minaccioni, che anche in questo film, Ozpetek fa apparire "brutta" ma le regala un cuore pieno di sentimenti, buoni propositi e allegria a dispetto della sua terribile malattia. il letto vuoto lasciato dall'amica, sconvolge Elena che sembra arrendersi e rifiutare le cure. Ma il medico, la studentessa che ordinava sempre il cappuccino al bar Tarantola dove lavorava anni prima, le fa capire che per lei la diagnosi è molto diversa dall'amica che se ne è andata, e che può tornare a sperare e pensare al futuro. Elena e Antonio si amano davvero e ciascuno aiuta l'altro a riscoprirsi, sfogliano con i ricordi i momenti più belli, e Antonio la riporta al mare dove è nato il loro amore. I film di Ozpetek non sono filmetti, non sono storie leggere ma delle storie belle, pulite e piene di sentimenti seri e veri. E' un film sicuramente da vedere.
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[+] il tuo amico professore
(di flaw54)
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[+] risposta a flaw54
(di pascale marie)
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no_data
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lunedì 10 marzo 2014
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un pessimo ozpetek
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Non ha nulla a che vedere con i fil precedenti del regista turco. Qui mancano le emozioni vere. E per tutto il film non si capisce da dove scaturisca quest'amore dei 2 protagonisti. Un no anche ad Arca. Se con Argentero e Angiolini aveva vinto la sfida, qui la perde clamorosamente. E poi mi chiedo perchè si ostinino a far passare la Smutniak come italiana quando il suo accento straniero è evidente. Serviva un'attrice più intensa e vera.
Un plauso va invece a Scicchitano, credibile nel ruolo dell'amico gay e a Paola Minaccioni.
[+] non sono d'accordo.
(di pascale marie)
[ - ] non sono d'accordo.
[+] troppo severo. e poi nel film dice che è polacca!
(di marezia)
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leonilde58
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lunedì 10 marzo 2014
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corpi statuari, fortunatamente arriva la malattia
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All'inizio i personaggi sono molto stereotipati e l'accento del film è soprattutto sulla bellezza fisica degli attori. Sembra di vivere negli ambienti artificiali creati da photoshop di modelle e modelli. Fortunatamente, per la riuscita del film, arriva la malattia, riportando tutto il cast alla realtà, con i suoi dolori e le sue imperfezioni.
Complessivamente un buon film.
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