fabrizio costa
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domenica 16 marzo 2014
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non buono
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non mi è piaciuto. troppo drammatico
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tavololaici
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domenica 16 marzo 2014
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si!
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Si,sono totalmente daccordo con quanto scrivi.
Gianni
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paolopicelli
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domenica 16 marzo 2014
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decisamente no
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Dopo i primi 60 minuti avrei desiderato abbandonare la sala. La pellicola presenta una trama apocalittica, dove tutte le strutture create nei primi momenti, appassionanti, ma ultra viste, purtroppo, ormai, nel cinema "comico" italiano contemporaneo, vengono letteralmente disintegrate non da una generica "turbolenza", come le recensioni "ufficiali" comunicano, ma da una malattia grave che colpisce un protagonista con la quale il resto del cast ed il pubblico in sala sono costretti a condividerne tutta la sofferenza: di fatti questo elemento viene ben reso nel corso della cronologia e con "ben reso" intendo che proprio "fa soffrire". Non lo consiglio assolutamente, a meno che proprio non abbiate voglia di deprimervi e amareggiarvi.
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Dopo i primi 60 minuti avrei desiderato abbandonare la sala. La pellicola presenta una trama apocalittica, dove tutte le strutture create nei primi momenti, appassionanti, ma ultra viste, purtroppo, ormai, nel cinema "comico" italiano contemporaneo, vengono letteralmente disintegrate non da una generica "turbolenza", come le recensioni "ufficiali" comunicano, ma da una malattia grave che colpisce un protagonista con la quale il resto del cast ed il pubblico in sala sono costretti a condividerne tutta la sofferenza: di fatti questo elemento viene ben reso nel corso della cronologia e con "ben reso" intendo che proprio "fa soffrire". Non lo consiglio assolutamente, a meno che proprio non abbiate voglia di deprimervi e amareggiarvi. Proprio quello che ci vuole in questi tempi.
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roberto val
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sabato 15 marzo 2014
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ozpetek autoreferenziale e nulla di più
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Ozpetek oramai è la copia sbiadita di sè stesso. Prendete LE MINE VAGANTI, un piccolo capolavoro, traslatelo tristemente qualche anno dopo, conditelo di salsedine e di bagliori leccesi, e in questo frullatore di stereotipi , di machismo che si lega ai soliti clichè gay, di questo film che tra identici protagonisti e stesso casto, a mò di quasi sequel, non rimane che un lento a tratti inguadabili, banale e a volte imbarazzante polpettone. Un film che di bello ha solo la confezione, ma che per manierismi e quant'altro lascia davvero pochissimo allo spettatore. Ottima prova di attrice di Kasia Smutniak che salva il resto del cast davvero poco sorprendente stavolta. Menzione speciale per la sua prova di totale inettitudine va a Francesco Arca che avrebbe meritato di esser doppiato.
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Ozpetek oramai è la copia sbiadita di sè stesso. Prendete LE MINE VAGANTI, un piccolo capolavoro, traslatelo tristemente qualche anno dopo, conditelo di salsedine e di bagliori leccesi, e in questo frullatore di stereotipi , di machismo che si lega ai soliti clichè gay, di questo film che tra identici protagonisti e stesso casto, a mò di quasi sequel, non rimane che un lento a tratti inguadabili, banale e a volte imbarazzante polpettone. Un film che di bello ha solo la confezione, ma che per manierismi e quant'altro lascia davvero pochissimo allo spettatore. Ottima prova di attrice di Kasia Smutniak che salva il resto del cast davvero poco sorprendente stavolta. Menzione speciale per la sua prova di totale inettitudine va a Francesco Arca che avrebbe meritato di esser doppiato.
Ozpetek mi sembra davvero confuso e la sceneggiatura è davvero misera. Bocciato.
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marykioto
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venerdì 14 marzo 2014
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allacciate le cinture... dei pantaloni? (spoiler)
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Il fulcro dell'ultima fatica del buon Ozpetek è il cerchio della vita che si apre e si chiude, è un film sul tempo che passa e che non lascia scampo. Arca oggi è forse alla sua più grande scommessa come attore e purtoppo in questo film, non sono riuscita a farmene un'idea per via del suo ruolo quasi marginale e quasi muto. Grandissima padrona per tutta la pellicola invece, la Smutniak che fa anche da traino al resto dei personaggi, a mio avviso, scarsamente valorizzati. Se non fosse per le deliziose battute che strizzano l'occhio al sarcasmo di Almodovar, il film sarebbe pieno di dialoghi troppo brevi e spesso di dubbia utilità. Alcuni dettagli che poi si rivelano fondamentali, non vengono ben sviluppati: per esempio, dal bando del concorso per aggiudicarsi il pub, si passa alla scena in cui se lo sono ovviamente aggiudicato, e, cosa ancora più scontata, va alla grande!! Un altro imbarazzante neo è, ahimè, la scelta dell'ambientazione: Lecce.
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Il fulcro dell'ultima fatica del buon Ozpetek è il cerchio della vita che si apre e si chiude, è un film sul tempo che passa e che non lascia scampo. Arca oggi è forse alla sua più grande scommessa come attore e purtoppo in questo film, non sono riuscita a farmene un'idea per via del suo ruolo quasi marginale e quasi muto. Grandissima padrona per tutta la pellicola invece, la Smutniak che fa anche da traino al resto dei personaggi, a mio avviso, scarsamente valorizzati. Se non fosse per le deliziose battute che strizzano l'occhio al sarcasmo di Almodovar, il film sarebbe pieno di dialoghi troppo brevi e spesso di dubbia utilità. Alcuni dettagli che poi si rivelano fondamentali, non vengono ben sviluppati: per esempio, dal bando del concorso per aggiudicarsi il pub, si passa alla scena in cui se lo sono ovviamente aggiudicato, e, cosa ancora più scontata, va alla grande!! Un altro imbarazzante neo è, ahimè, la scelta dell'ambientazione: Lecce. Se non fosse per qualche scena marittima (facilmente riconducibile a una qualsiasi bella spiaggia italiana), il resto della città non viene fatto godere allo spettatore. E poi, perchè Arca non ha l'accento del posto? Cosa ci fa un toscano a Lecce con un'officina tutta sua?? Anche la colonna sonora non è fra le più ricercate, eccetto la canzone finale che fa rivivere Rino Gaetano con le parole del testo che sembrano scritte apposta per il film! C'è un chiaro rimando (spero voluto) alla scena di Saturno Contro, nel particolare, quella della camera ardente. Inoltre, c'è un momento in cui l'attrice ci dice che siamo quasi nel 2000.. ok, allora perchè tutti quegli eccessivi tatuaggi sui due protagonisti se, in queglia anni, non c'era ancora questo prepotente boom delle arti estetiche? Tuttavia, il marchio d'autore si sente sempre quando parliamo di certi maestri della regia. Pertanto, il mio voto è: sufficiente.
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(di fiorenero72)
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teresina3
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venerdì 14 marzo 2014
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mah......ma soprattutto lei si salva????
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dunque....dunque...
"siamo alle solite"...ormai purtroppo Ozpetek non ci sorprende più ahimè!
Storia di vita di etero e omosessuali in cui i secondi sono sempre i migliori..."ahhh la sensibilità degli omosessuali" ogni scena sembra ululare ad ogni fotogramma!...
POI....le lacrime forzate volute a tutti i costi per una morte o una malattia distruttiva...è al solito la volontà di sottofondo.... condita di cinismo e sarcasmo basico di alcuni dialoghi e battute...che anche qui come al solito sono date in mano alle solite due commari e/o sorelle e/o zitelle sempre di mezza età....
La location? il salento.
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dunque....dunque...
"siamo alle solite"...ormai purtroppo Ozpetek non ci sorprende più ahimè!
Storia di vita di etero e omosessuali in cui i secondi sono sempre i migliori..."ahhh la sensibilità degli omosessuali" ogni scena sembra ululare ad ogni fotogramma!...
POI....le lacrime forzate volute a tutti i costi per una morte o una malattia distruttiva...è al solito la volontà di sottofondo.... condita di cinismo e sarcasmo basico di alcuni dialoghi e battute...che anche qui come al solito sono date in mano alle solite due commari e/o sorelle e/o zitelle sempre di mezza età....
La location? il salento....quello (finalmente) non fatto di mare e bella natura e fantastiche masserie ma di provincia...(questo l'ho apprezzato! però poteva essere il salento come il cilento ocme il gargano cosi come il gallaratese............) insomma il conetto della provincia è passato...ma sempre di medio alta borgesia su diciamoci la verità....certo nata da un moto di riscatto
Gli attori? TUTTI PAZZESCHI...inteso come bellezza...tutti belli ma belli...e capisco il gusto del bello....ma insomma la vita è fatta di gente anche soo appena carina...
ovviamente alcuni attori tipo katsci oltre ade essere immensamente bella è anche molto brava..........
quindi ricapitolaimo:
Spezzato di vita di medio borghesia dell'italia centro meridionale (cultura del conviviale, dello stare all'aperto, etc)...di un gruppo etero-omo di giovani tutti belli la cui vita abbastanza serena di comunità/famiglia viene spezzata dalla brutta notizia che colpisce il personaggio più forte e piu bello (per cui ancor più straziante), la comunità stessa poi fa quadrato in soccorsodi quest'ultima ...che FORSE ce la fa...ma ad ogni modo ha amici fantastici.....ora pejsate voi a mettere il nome o a trovare le differenza infatti che si chiami, saturno contro, le fate ignoranti (l'unica grande rivelazione ) mine vaganti poco importa.
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luciaiannotta
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venerdì 14 marzo 2014
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state pronti (estote parati)
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state pronti (estote parati)
State pronti (Estote parati) Forse non è il film più bello di Ozpetek ma il contenuto non è banale. Anche se la critica non lo ha apprezzato, coinvolge lo spettatore che non si ritrova nel giornalista in crisi de "La grande bellezza" ma ha nostalgia di un figura umana come Elena. Mi sono soffermata su un aspetto che potrebbe essere il tema centrale del film: "la persona". Il dottore in ospedale dice pressappoco: Se non ci sono i malati non ci sono i medici ma rimangono le persone. La protagonista è una " persona" che valorizza, potenzia,arricchisce tutti gli altri che sono esseri inutili,diversi,automi e numeri. Nella prima scena Elena prende le parti della donna nera.
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state pronti (estote parati)
State pronti (Estote parati) Forse non è il film più bello di Ozpetek ma il contenuto non è banale. Anche se la critica non lo ha apprezzato, coinvolge lo spettatore che non si ritrova nel giornalista in crisi de "La grande bellezza" ma ha nostalgia di un figura umana come Elena. Mi sono soffermata su un aspetto che potrebbe essere il tema centrale del film: "la persona". Il dottore in ospedale dice pressappoco: Se non ci sono i malati non ci sono i medici ma rimangono le persone. La protagonista è una " persona" che valorizza, potenzia,arricchisce tutti gli altri che sono esseri inutili,diversi,automi e numeri. Nella prima scena Elena prende le parti della donna nera. Il suo matrimonio non è fatto di tanti discorsi, ama Antonio così come è. E' attratta fin dal primo momento ma si muove verso di lui solo quando le dice di essere dislessico, quando ne coglie la fragilità e la debolezza. Lascia che la sua compagna di stanza,malata terminale, creda che Antonio sia un gay per rassicurarla nelle sue capacità interpretative della realtà. Dialoga con la zia stravagante,sola e girovaga. Diventa amica del ragazzo che suo fratello amava prima di morire, stabilisce con lui un sodalizio ferreo negli affetti e negli affari. Elena è un “essere umano “ che vive fino in fondo la sua umanità. Solo per questo rimane salda e sicura con le cinture allacciate anche difronte al male. [-]
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luciaiannotta
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venerdì 14 marzo 2014
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state pronti (estote parati)
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State pronti (Estote parati)
Forse non è il film più bello di Ozpetek ma il contenuto non è banale. Anche se la critica non lo ha apprezzato, coinvolge lo spettatore che non si ritrova nel giornalista in crisi de "La grande bellezza" ma ha nostalgia di un figura umana come Elena.
Mi sono soffermata su un aspetto che potrebbe essere il tema centrale del film: "la persona".
Il dottore in ospedale dice pressappoco: Se non ci sono i malati non ci sono i medici ma rimangono le persone.
La protagonista è una " persona" che valorizza, potenzia,arricchisce tutti gli altri che sono esseri inutili,diversi,automi e numeri.
Nella prima scena Elena prende le parti della donna nera.
Il suo matrimonio non è fatto di tanti discorsi, ama Antonio così come è.
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State pronti (Estote parati)
Forse non è il film più bello di Ozpetek ma il contenuto non è banale. Anche se la critica non lo ha apprezzato, coinvolge lo spettatore che non si ritrova nel giornalista in crisi de "La grande bellezza" ma ha nostalgia di un figura umana come Elena.
Mi sono soffermata su un aspetto che potrebbe essere il tema centrale del film: "la persona".
Il dottore in ospedale dice pressappoco: Se non ci sono i malati non ci sono i medici ma rimangono le persone.
La protagonista è una " persona" che valorizza, potenzia,arricchisce tutti gli altri che sono esseri inutili,diversi,automi e numeri.
Nella prima scena Elena prende le parti della donna nera.
Il suo matrimonio non è fatto di tanti discorsi, ama Antonio così come è.
E' attratta fin dal primo momento ma si muove verso di lui solo quando le dice di essere dislessico, quando ne coglie la fragilità e la debolezza.
Lascia che la sua compagna di stanza,malata terminale, creda che Antonio sia un gay per rassicurarla nelle sue capacità interpretative della realtà.
Dialoga con la zia stravagante,sola e girovaga.
Diventa amica del ragazzo che suo fratello amava prima di morire, stabilisce con lui un sodalizio ferreo negli affetti e negli affari. Elena è un “essere umano “ che vive fino in fondo la sua umanità. Solo per questo rimane salda e sicura con le cinture allacciate anche difronte al male.
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jaimesommers
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venerdì 14 marzo 2014
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quando allacciamo le cinture?
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..le allacciamo al decollo e all'atterraggio! Splendido. Infatti, metaforicamente, i protagonisti allacciano le cinture proprio nelle due fasi del film: all'inizio e alla fine. E' proprio nelle fasi di vulnerabilità che paradossalmente sentono di essere vivi, protetti e di avere coraggio: al decollo di una storia d'amore, tra incertezze del futuro e la sicurezza di una passione da vivere; e all'atterraggio, tra la certezza della malattia e la protezione offerta dalla proprie radici, dagli affetti sinceri, dalla famiglia. Credo non sia casuale il buco temporale di 13 anni...può rappresentare una fase di crociera, l'assenza di problemi, la vita che scorre, tra turbolenze, alti-bassi, ma quasi.
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..le allacciamo al decollo e all'atterraggio! Splendido. Infatti, metaforicamente, i protagonisti allacciano le cinture proprio nelle due fasi del film: all'inizio e alla fine. E' proprio nelle fasi di vulnerabilità che paradossalmente sentono di essere vivi, protetti e di avere coraggio: al decollo di una storia d'amore, tra incertezze del futuro e la sicurezza di una passione da vivere; e all'atterraggio, tra la certezza della malattia e la protezione offerta dalla proprie radici, dagli affetti sinceri, dalla famiglia. Credo non sia casuale il buco temporale di 13 anni...può rappresentare una fase di crociera, l'assenza di problemi, la vita che scorre, tra turbolenze, alti-bassi, ma quasi.. banalmente! Un'esistenza che non merita riflettori, può essere ignorata, non raccontata, ognuno se la immagini come vuole perchè quello che più ci tocchi l'anima sia l'ombra delle passioni passate e l'ombra della morte futura.
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(di pixidixi)
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penehlope
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venerdì 14 marzo 2014
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ti ho amato dal primo momento...
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Sapevo che mi sarebbe piaciuto, come per tutti i suoi film pensavo di doverlo ri-vedere prima di esprimermi e invece mi ha colpito la semplicità con cui arriva dritto dentro e.....fuori dei suoi personaggi. Mi è piaciuto e pure tanto, scenografia e fotografia sposate in un perfetto connubio di contrasti emozionali, caldo e freddo, colore e scale di grigi, e che dire dei primi piani dedicati ai particolari dei visi, degli occhi, delle mani, il dettaglio che evidenzia ed esprime il tutto. Delicato e violento come il mare diverso della stessa spiaggia, errore e accettazione dell'amore incondizionato che sia di uomo o donna, di vita o di morte. Questo film fatto di netti contrasti coesistenti in un equilibrio dolce e amaro dove il passato è parte del presente con flashback in cui cambia la stagione conservando l'atmosfera.
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Sapevo che mi sarebbe piaciuto, come per tutti i suoi film pensavo di doverlo ri-vedere prima di esprimermi e invece mi ha colpito la semplicità con cui arriva dritto dentro e.....fuori dei suoi personaggi. Mi è piaciuto e pure tanto, scenografia e fotografia sposate in un perfetto connubio di contrasti emozionali, caldo e freddo, colore e scale di grigi, e che dire dei primi piani dedicati ai particolari dei visi, degli occhi, delle mani, il dettaglio che evidenzia ed esprime il tutto. Delicato e violento come il mare diverso della stessa spiaggia, errore e accettazione dell'amore incondizionato che sia di uomo o donna, di vita o di morte. Questo film fatto di netti contrasti coesistenti in un equilibrio dolce e amaro dove il passato è parte del presente con flashback in cui cambia la stagione conservando l'atmosfera. Ozpetek non smentisce il suo talento nel raccontare intensamente storie che possono essere di tutti.
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