diomede917
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lunedì 6 maggio 2013
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girotondo di vite in tre atti
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Un girotondo di vite in tre atti, questa è la definizione più appropriata per “Come un tuono”. Film dagli echi anni’70 con Ryan Gosling, Bradley Cooper e Eva Mendes.
Tre atti ben distinti che caratterizzano al meglio il personaggio e la sua storia.
All’inizio ci imbattiamo in Luke un motostant-man da luna park che scopre di essere padre di un bambino di un anno e per lui decide di cambiare vita pur di dargli quell’affetto che a lui è mancato…. Purtroppo la mancanza di soldi e il carattere ribelle e violento fanno si che il buon Luke si trasformi nel rapinatore di banche con la moto e di andare incontro al suo destino dove si imbatterà nel protagonista del secondo atto Avery un poliziotto di pattuglia che diventa eroe a suo malgrado ammazzando il bandito e rimanendo a sua volta ferito.
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Un girotondo di vite in tre atti, questa è la definizione più appropriata per “Come un tuono”. Film dagli echi anni’70 con Ryan Gosling, Bradley Cooper e Eva Mendes.
Tre atti ben distinti che caratterizzano al meglio il personaggio e la sua storia.
All’inizio ci imbattiamo in Luke un motostant-man da luna park che scopre di essere padre di un bambino di un anno e per lui decide di cambiare vita pur di dargli quell’affetto che a lui è mancato…. Purtroppo la mancanza di soldi e il carattere ribelle e violento fanno si che il buon Luke si trasformi nel rapinatore di banche con la moto e di andare incontro al suo destino dove si imbatterà nel protagonista del secondo atto Avery un poliziotto di pattuglia che diventa eroe a suo malgrado ammazzando il bandito e rimanendo a sua volta ferito.
Avery è un personaggio combattuto tra i sensi di colpa di aver lasciato orfano un bambino che ha l’età di suo figlio e l’ambizione di prendere la palla al balzo per diventare procuratore distrettuale e alla fine la brama di potere avrà la meglio fino al terzo e ultimo atto dove i bambini diventati ormai ragazzi si troveranno a raccogliere quello che i loro padri hanno seminato.
Venduto come il nuovo Drive, Come un tuono ha solo vaghi rimandi dell’ottimo film con Ryan Gosling….sicuramente la professione del protagonista e l’inizio con questa camera attaccata alla nuca del personaggio, ma come struttura narrativa e argomenti ricorda i romanzi di Dennis Lehane quello di Gone Baby Gone e Mystic River per intenderci.
Romanzi dove la formazione e la redenzione passa da violenze infantili che lasciano un segno indelebile sulla pelle dei protagonisti.
Sinceramente il vero protagonista è il regista Derek Cianfrance che ha costruito un impianto narrativo molto solido con un intuito per la messa in scena (un’immagine su tutte la resa dei conti finale nel “luogo oltre i pini” che da il titolo originale a film) che rende doveroso il recupero del suo film precedente Blue Valentine per capire se abbiamo di fronte il nuovo golden boy del cinema americano come in molti paventano.
Pur non essendo un capolavoro, Come un tuono è il classico buon film…..quello da 7 per intenderci…..quello che dici “bastava tanto così per essere un cult ma invece lascia un senso di insoddisfatto” quello che ci ha messo la curiosità di vedere il prossimo film di questo regista che ha tutti i numeri per diventare un autore.
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gianleo67
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giovedì 12 febbraio 2015
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epica minimalista di destini incrociati
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Motociclista acrobata e girovago, Luke Glanton decide di fermarsi nella città dove vive la donna da cui ha avuto un figlio e che nel frattempo si e messa con un'altro uomo. Senza soldi e senza prospettive, Luke inizia a rapinare banche con la speranza di farsi carico dei suoi doveri di padre. Ucciso durante un conflitto a fuoco da un giovane e idealista poliziotto che farà carriera come procuratore legale, lascerà un figlio che, una volta cresciuto, scoprirà di dover regolare antichi conti in sospeso.
Dopo l'exploit più che convincente su di una complicata relazione sentimentale e familiare nell'America romantica e provinciale di 'Blue Valentine', Derek Cianfrance ritrova nel biondo e tormentato dioscuro di Ryan Gosling il cavaliere impavido e tutt'altro che immacolato di una rinnovata epica dei sentimenti e dei destini che ci conducono al di là delle pianure di Pini (nome in lingua Mohawk per la cittadina di Schenectady) dove sembra essersi definitivamente arenata la speranza, illusoria e residuale, di un agonizzante sogno americano.
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Motociclista acrobata e girovago, Luke Glanton decide di fermarsi nella città dove vive la donna da cui ha avuto un figlio e che nel frattempo si e messa con un'altro uomo. Senza soldi e senza prospettive, Luke inizia a rapinare banche con la speranza di farsi carico dei suoi doveri di padre. Ucciso durante un conflitto a fuoco da un giovane e idealista poliziotto che farà carriera come procuratore legale, lascerà un figlio che, una volta cresciuto, scoprirà di dover regolare antichi conti in sospeso.
Dopo l'exploit più che convincente su di una complicata relazione sentimentale e familiare nell'America romantica e provinciale di 'Blue Valentine', Derek Cianfrance ritrova nel biondo e tormentato dioscuro di Ryan Gosling il cavaliere impavido e tutt'altro che immacolato di una rinnovata epica dei sentimenti e dei destini che ci conducono al di là delle pianure di Pini (nome in lingua Mohawk per la cittadina di Schenectady) dove sembra essersi definitivamente arenata la speranza, illusoria e residuale, di un agonizzante sogno americano. Nella classicità di un impianto narrativo segnato dal passaggio di testimone di un tragico incrocio di destini e scandito dalle storie parallele e fatali di una coppia di buoni padri di famiglia per vie traverse, Cianfrance ordisce una storia fluviale (220 minuti) di passioni romantiche dove la misura dell'ineluttabile, più che nel senso di una inevitabile vendetta, si gioca sul riscatto di una colpa in cui il dovere e la paternità sembrano essere i soli valori umani e sociali in grado di ridare speranza e dignità ad una nazione che ha smarrito, nel malaffare e nella corruzione, la strada maestra della salvezza e del progresso tracciata dai suoi padri fondatori. Nell'esemplarità di contrapposte vicende sociali, laddove al nomadismo sradicato di un Gosling tanto bello quanto maledetto (Steve Mcqueen docet!) si contrappone il saldo radicamento civile di un poliziotto-avvocato della buona borghesia interpretato dall'ingenuo e pulitino Bradley Cooper, si ritrova la semplicità di un cinema che procede come un fulmine attraverso la strada sterrata di un minimalismo dei sentimenti e dei valori che rischia di schiantarsi come un tuono nelle trappole della mistica edificante e del consolatorio, ma che pure trova la giusta misura grazie alla solidità di una sceneggiatura senza fronzoli, all'egregia prova degli attori (Gosling una spanna sopra gli altri) e nella calibrata sobrietà del montaggio. Autore di un cinema che elegge la provincia ed i suoi mali (l'endemica disoccupazione, la violenza, la corruzione politico-giudiziaria) come riconoscibile scenografia per un'epica romantica e minimalista che lascia sempre l'amaro in bocca, l'autore di Blu Valentine segna un'altra tacca a favore di una intramontabile stagione del cinema americano che piega il genere alle proprie ambizioni ed urgenti necessità interiori, dimostrando come la vocazione cara a Bogdanovich ('The Last Picture Show' - 1971) si tramandi ancora grazie a lui ed a pochi altri come Alexander Payne ('Nebraska' - 2013) e Denis Villeneuve ('Prisoners' - 2013). Straordinaria la fotografia in esterni di Sean Bobbitt (collaboratore fisso di Steve McQueen, il regista s'intende!) e bellissime le musiche originali di Mike Patton e quelle non originali come la romantica e struggente 'Please Stay' di Burt Bacharach nella cover dei 'The Cryin’ Shames'.
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tonysamperi
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domenica 21 aprile 2013
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tale padre...
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SULLA SCENEGGIATURA
La pellicola si apre bene, incentrandosi sul personaggio di Luke (Ryan Gosling). Alcune prime scene adrenaliniche catturano l’attenzione dello spettatore. Tuttavia il ritmo cala con gran velocità, e dopo circa un’ora di film l’attenzione viene completamente spostata su Avery Cross (Bradley Cooper), suo figlio AJ, e il figlio di Luke, Jason. Da qui la storia assomiglia molto a quella del comandante Whitaker in “Flight” (Uscito il 24 Gennaio).
La differenza è che qui i dialoghi sono stati curati veramente male, poche parole di cui gran parte turpiloquio. Dialoghi basati esclusivamente su botta e risposta, non c’è un discorso articolato.
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SULLA SCENEGGIATURA
La pellicola si apre bene, incentrandosi sul personaggio di Luke (Ryan Gosling). Alcune prime scene adrenaliniche catturano l’attenzione dello spettatore. Tuttavia il ritmo cala con gran velocità, e dopo circa un’ora di film l’attenzione viene completamente spostata su Avery Cross (Bradley Cooper), suo figlio AJ, e il figlio di Luke, Jason. Da qui la storia assomiglia molto a quella del comandante Whitaker in “Flight” (Uscito il 24 Gennaio).
La differenza è che qui i dialoghi sono stati curati veramente male, poche parole di cui gran parte turpiloquio. Dialoghi basati esclusivamente su botta e risposta, non c’è un discorso articolato. Pertanto gli attori non trasmettono nessun messaggio, ma bisogna capire il senso del film semplicemente dal plot.
Bello il finale che rimanda al titolo originale “The place beyond the pines”, che rappresenta per Jason
SUL CAST
Gli attori principali da Gosling a Greenwood fanno il loro mestiere in grande stile, anche se questo non basta ad alzare il livello del film.
Mi è piaciuto in particolar modo Ryan Gosling, che mi ha ricordato un po’ il Sylvester Stallone degli anni ’80.
SUL DOPPIAGGIO
Torna come sempre Christian Iansante al doppiaggio di Bradley Cooper, mentre l’ottima Eleonora De Angelis doppia Eva Mendez.
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riccardo tavani
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venerdì 10 gennaio 2014
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da drive al tuono del destino
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Il titolo italiano si rifà a una battuta di dialogo del film: “Più corri come un lampo, più ti schianti come un tuono”. Si riferisce alla velocità e all’abilità di correre sulla moto del protagonista dell’antefatto di tutta la storia. Antefatto già visto – con lo stesso attore (Ryan Cosling), una situazione simile e analoga conclusione – nel film Drive. Non tutti, però, lo hanno visto (nonostante il Premio “Miglior Regia” a Cannes 2011), e poi in quanto antefatto prepara in maniera del tutto drammaticamente legittima lo sviluppo successivo. La cameriera ispanica Romina (Eva Mendez) ha avuto, per una sola notte d’amore, un figlio dal motociclista acrobata Luke, senza che questi lo abbia mai neanche sospettato. Quando, tornando dopo un anno nella città di Romina, viene a saperlo, nonostante lei viva con un altro uomo, vuole comportarsi da padre e procurare sostentamento al figlio. Lo fa rapinando banche con il lampo e il tuono della sua motocicletta. Il bravo poliziotto Avery Cross (Bradley Cooper) lo fredda mentre scappa. Terminata questa lunga citazione da Drive inizia la vicenda in sé. Inizia e si sviluppa ben presto nella forma dell’antica tragedia greca, ma nelle vesti della contemporaneità quotidiana. I temi, della Vendetta, della Colpa dei padri che ricade sui figli, della inesorabilità del Destino, proprio come aspetto della Dike greca, ovvero della Giustizia, sono intrecciati magistralmente dal regista Derek Cianfrance (Blue Valentine). Jason, il figlio ignaro di Luke, spinge sui pedali di una biciclettina da acrobata e non sull’acceleratore di una moto turbo come il padre. E’ un infimo, problematico “balordo” sempre alle prese con la polizia. Avery, diventa Procuratore Distrettuale, ma suo figlio AJ spinge su qualsiasi tipo di stupefacente, facendo riaffiorare continuamente l’origine torbida non solo della folgorante carriera paterna ma dell’intera giustizia che regna sulla città, sullo Stato. I due ragazzi si ritrovano sullo stesso banco di scuola, trascinati dallo stesso motore di un passato rimasto irrisolto, sul piano della Dike, della Giustizia sia umana che universale. Riuscirà Jason a raggiungere il “posto aldilà dei pini” del titolo originale e a salire su una moto, senza doversi schiantare come un tuono nello stesso modo di Luke?
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andrej
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giovedì 29 giugno 2017
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un film ambizioso e velleitario
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A dire la verita', dopo aver letto le recensioni mi sarei aspettato parecchio di piu' da questa pellicola. Non dico che sia un brutto film e che a una prima visione non possa interessare e lasciarsi guardare tranquillamente. Ma, a mio parere, non e' certo quel filmone che dicono alcuni. Lo vorrebbe essere, aspira chiaramente ad esserlo (come dimostra la sua concezione ambiziosa, che unisce ben tre storie articolate e complesse, tali da poter fornire ognuna materiale sufficiente per il soggetto di un film) ma poi, per inadeguatezze di regia e sceneggiatura, finisce per "metter troppa carne al fuoco", non sviluppando in modo adeguato nessuna delle tre storie che lo compongono e rivelandosi ripetutamente incerto sulla direzione da prendere e sulle priorita' da seguire.
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A dire la verita', dopo aver letto le recensioni mi sarei aspettato parecchio di piu' da questa pellicola. Non dico che sia un brutto film e che a una prima visione non possa interessare e lasciarsi guardare tranquillamente. Ma, a mio parere, non e' certo quel filmone che dicono alcuni. Lo vorrebbe essere, aspira chiaramente ad esserlo (come dimostra la sua concezione ambiziosa, che unisce ben tre storie articolate e complesse, tali da poter fornire ognuna materiale sufficiente per il soggetto di un film) ma poi, per inadeguatezze di regia e sceneggiatura, finisce per "metter troppa carne al fuoco", non sviluppando in modo adeguato nessuna delle tre storie che lo compongono e rivelandosi ripetutamente incerto sulla direzione da prendere e sulle priorita' da seguire. Si ha davvero l’impressione che si sia voluto strafare, dimostrandosi pero’ palesemente impari al compito datosi e che il film ambisca ad essere troppe cose (la storia di un rapinatore improvvisato e sfortunato, la storia di alcuni poliziotti corrotti e di uno meno disonesto e piu’intelligente e ambizioso degli altri, la storia di due adolescenti di estrazione sociale diversa ma entrambi disadattati e problematici) senza pero’ riuscire ad essere compiutamente nessuna di esse. La prima vicenda e' sicuramente la piu' interessante fra le tre e per me sarebbe stato assai meglio limitarsi a sviluppare pienamente quella. Tuttavia anche li' la scarsa espressivita' del protagonista, Ryan Gosling (come sempre bello e straordinariamente inespressivo), costituisce un difetto non certo trascurabile. In conclusione: un film che si puo’ guardare, ma da cui non aspettarsi troppo: si resterebbe quasi certamente delusi.
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matteo manganelli
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sabato 28 settembre 2013
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tutto perfetto ma...
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Derek Cianfrance, già regista del bellissimo Blue Valentine, tenta di passare da una storia semplice di forti emozioni a una molto articolata, ma con personaggi molto meno incisivi, forse più per la ristrettezza dei tempi che per la bravura degli attori o del regista. Luke è uno stuntman motociclista la cui vita viene sconvolta quando incontra la sua ex, Romina, e scopre di essere diventato padre. Luke decide di prendersi le sue responsabilità di genitore, ma per affrontare le difficoltà economiche a cui deve far fronte, inizia a rapinare banche. E questa, più che la trama è l'incipit della storia.
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Derek Cianfrance, già regista del bellissimo Blue Valentine, tenta di passare da una storia semplice di forti emozioni a una molto articolata, ma con personaggi molto meno incisivi, forse più per la ristrettezza dei tempi che per la bravura degli attori o del regista. Luke è uno stuntman motociclista la cui vita viene sconvolta quando incontra la sua ex, Romina, e scopre di essere diventato padre. Luke decide di prendersi le sue responsabilità di genitore, ma per affrontare le difficoltà economiche a cui deve far fronte, inizia a rapinare banche. E questa, più che la trama è l'incipit della storia. Diciamolo pure: se la regia del primo film era buona, qui è ottima: i movimenti sono perfetti, i tempi giusti e gli attori tutti bravissimi. Il grande (e unico) problema è la sceneggiatura. Intendiamoci, la storia è bella e scorre perfettamente fino alla fine; attraversando, però, un lungo arco di tempo, Come un tuono, risulta incompleto e senza un vero protagonista da seguire le più di 2 ore di film risultano troppo poche per raccontare una storia così grande. Se il film fosse durato 5 ore, o se fosse stato diviso in più capitoli, scommetto che sarebbe stato davvero un'opera memorabile. Peccato. Ryan Gosling cresce di film in film e da ora in poi lo seguirò più attentamente. Cianfrance, invece, lo aspetto con la terza pellicola, per dimostrare di che pasta è fatto in realtà.
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giugy3000
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giovedì 11 aprile 2013
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buoni o cattivi, non e' la fine
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"Se corri come un fulmine ti schianti come un tuono", recita così la frase cardine non solo del trailer ma anche della vita di questi due uomini protagonisti della nuova pellicola di Cianfrance, autore statunitense di gran talento e da anni sempre snobbato da critica e pubblico italiano. Sì, proprio lui, il regista di quel poeticissimo "Blue valentino" uscito in Italia per poche settimane quattro anni dopo e in una sola sala in tutto il paese, torna finalmente sul grande schermo scegliendo due punte di diamante del cinema americano odierno: Gosling e Cooper.
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"Se corri come un fulmine ti schianti come un tuono", recita così la frase cardine non solo del trailer ma anche della vita di questi due uomini protagonisti della nuova pellicola di Cianfrance, autore statunitense di gran talento e da anni sempre snobbato da critica e pubblico italiano. Sì, proprio lui, il regista di quel poeticissimo "Blue valentino" uscito in Italia per poche settimane quattro anni dopo e in una sola sala in tutto il paese, torna finalmente sul grande schermo scegliendo due punte di diamante del cinema americano odierno: Gosling e Cooper. Alte, altissime aspettative, incoraggiate da un teaser mozzafiato dove il bel Gosling pare un angelo biondo e maledetto sceso in terra. Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica e questa pellicola ha molti, troppi difetti su cui sorvolare, lasciandoci con un finale dal sapore amaro tanto quanto lo sono le note delle canzoni dei Faith No More. Luke e Avery sono le due facce della stessa medaglia nell'esistenza terrena condannata da colpe e peccati: uno è uno stuntman con un passato burroscoso e un presente da delinquente che però si innamora di suo figlio dal primo istante in cui ne scopre l'esistenza, l'altro è un poliziotto distrettuale ricoperto di onori e medaglie al lavoro ma tacitamente è un uomo corrotto dagli stessi crimini che si impone di sconfiggere nonchè padre assente e distante. Quindici anni dopo l'evento che sconvolgerà le loro vite, i rispettivi figli salderanno i debiti rimasti in sospero tra i due. C'è chi ha i denti ma non il pane e viceversa; bene, male e leggi controverse del destino si intrecciano in una vicenda a tratti caotica e non-sense dove riesce difficile se non impossibile inquadrare il genere cinematografico su cui Cianfrance si è più orientato. Stando alla prima mezz'ora di film dove primeggia un Gosling pregnante, bello da infarto e sfacciatamente coraggioso la pellicola parrebbe un noir poliziesco a tinte mèlo, ma dopo quando la vicenda si rovescia dalla parte di Cooper pare un drammatico esistenziale con punte di genere adolescenziale. Troppa carne al fuoco o nulla di nuovo da dire? Cianfrance si comporta da bulimico: inquadra ogni cosa all'inizio veloce come la luce, la camera a mano o gli inseguimenti in moto sono resi benissimi e con una tensione alle stelle, ma ecco che dopo venti minuti neanche il ritmo cala notevolmente, per certi instanti è persin soporifero. Inoltre le due vite intrecciate, così diverse e così simili al contempo per il grande e difficile ruolo di essere padre sono sproporzionate per analisi e durata: Luke è solo un abbozzo rispetto ai dettagli che riceviamo sulla vita di Avery, che la cosa fosse voluta o meno non è stata senz'altro una scelta ben ragionata. Si parla di paternità, di amore, di corruzione in polizia (tema fra l'altro trattato decisamente meglio in moltissimi altri titoli, per farne un esempio "Pride and glory" fra tutte), di adolescenti allo sbando, di vendetta, di rimorsi, di soldi, di riconoscenze, d'amicizia...chi troppo vuole nulla stringe e anche se è da riconoscergli un taglio molto personale per presentarci il destino crudele di quattro esseri umani dove spesso il moto "tale padre tale figlio" può essere oltre un bene una condanna, il complesso appare freddo rispetto a "Blue Valentine" e non ci si emoziona, non si soffre com-passionevolmente con i protagonisti. C'è un gran distacco fra lo spettatore e la trama, seppur reale e sentita come tale in un mondo dove sempre più che mai le leggi morali sono in decadenza così come i mezzi per procacciarsi da vivere, è tutto troppo determinato,scontato.
La defininerei una grande occasione persa, ma nonostante il pessimo doppiaggio Gosling primeggia su Cooper e il film cautamente ci par suggerire le parole di una canzone di Vasco Rossi: "buoni o cattivi...non è la fine,prima c'è il giusto o sbagliato
da sopportare... "
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rita branca
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martedì 6 agosto 2013
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un successo che sorprende!
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Come un tuono, film (2012) di Derek Cianfrance con Ryan Gosling, Bradley Cooper, Rose Byrne e Eva Mendez.
Il titolo e la canzone finale sembrano le parti più pregevoli di questo film lunghissimo in cui per la prima ora si assiste alla rappresentazione piuttosto noiosa di scene della cronaca americana che ci raggiungono quotidianamente attraverso i media: l’incontro fra uno stuntman di successo e la ragazza che aveva inconsapevolmente lasciato incinta un anno prima e che ha messo al mondo un bambino senza poterglielo neanche comunicare vista la scomparsa di lui.
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Come un tuono, film (2012) di Derek Cianfrance con Ryan Gosling, Bradley Cooper, Rose Byrne e Eva Mendez.
Il titolo e la canzone finale sembrano le parti più pregevoli di questo film lunghissimo in cui per la prima ora si assiste alla rappresentazione piuttosto noiosa di scene della cronaca americana che ci raggiungono quotidianamente attraverso i media: l’incontro fra uno stuntman di successo e la ragazza che aveva inconsapevolmente lasciato incinta un anno prima e che ha messo al mondo un bambino senza poterglielo neanche comunicare vista la scomparsa di lui. La tardiva scoperta della paternità e della vita che Ro ha cercato di ricostruirsi con un affettuoso uomo di colore, convincono il biondo protagonista Luke a rimanere in città, pur senza mezzi, per assumersi le responsabilità che gli sembra gli spettino. Stimolato da un ex rapinatore che lo ospita, assalta alcune banche con successo, ma una volta rimasto solo nell’ultima di queste imprese criminose, viene colpito a morte da un giovane agente di polizia che lo insegue facendo il suo dovere.
Così ha inizio la seconda parte del film che finalmente rianima lo spettatore sonnolento con un colpo di scena a cui, peraltro, purtroppo, la realtà, non solo americana, ci ha abituati: l’onesto poliziotto, solo apparentemente portato agli onori della cronaca, è sottoposto alle angherie di capi corrotti e alle richieste delittuose di colleghi senza scrupoli che creano nel protagonista gambizzato molta tensione e forti sensi di colpa.
Nella terza parte, in cui egli, seguendo i suggerimenti paterni, sfrutta la fama raggiunta per fare carriera in politica, si assiste all’incontro fra il figlio del rapinatore ucciso e quello dell’ex poliziotto che ne aveva procurato la morte.
Emergono nel corso del film quattro figure paterne che, fatta eccezione per il padre adottivo, non sembrano emotivamente coinvolgenti.
Rita Branca
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renato volpone
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sabato 6 aprile 2013
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un tuono che lascia il segno
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Come un tuono, all'improvviso scopri di avere un figlio e vuoi occuparti di lui e del suo futuro. Ryan Gosling, più credibile del solito, nei panni di Luke corre con le moto, è bravo, molto bravo, e per raccogliere soldi per il bimbo comincia a rapinare banche, ma, come dice il suo amico Robin, se corri come un tuono, come un tuono puoi schiantanti nel vuoto. Ma la vita è corrotta, i poliziotti sono corrotti, e Avery, Bradley Cooper, che prende il posto di Gosling sulla scena se ne accorgerà ben presto. Quale vale di più: la rettitudine o la corruzione? Ma l'eroe che nasce sulle ceneri di un'ingiustizia corre dritto verso il potere, verso ciò a cui tiene di più, a ciò che suo padre teneva di più.
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Come un tuono, all'improvviso scopri di avere un figlio e vuoi occuparti di lui e del suo futuro. Ryan Gosling, più credibile del solito, nei panni di Luke corre con le moto, è bravo, molto bravo, e per raccogliere soldi per il bimbo comincia a rapinare banche, ma, come dice il suo amico Robin, se corri come un tuono, come un tuono puoi schiantanti nel vuoto. Ma la vita è corrotta, i poliziotti sono corrotti, e Avery, Bradley Cooper, che prende il posto di Gosling sulla scena se ne accorgerà ben presto. Quale vale di più: la rettitudine o la corruzione? Ma l'eroe che nasce sulle ceneri di un'ingiustizia corre dritto verso il potere, verso ciò a cui tiene di più, a ciò che suo padre teneva di più. È un film che destabilizza profondamente il senso di sicurezza e di giustizia, ma principalmente è un racconto che fa riflettere profondamente sul rapporto tra padri e figli, sullo scarto generazionale, sulle aspettative dei padri, i sensi di colpa e il perverso futuro dei figli. ....e la storia si ripete devastante e terribile. Lo scenario cambia continuamente sorprendendo e trovando impreparato lo spettatore che rimane in tensione e incantato per le oltre due ore di film. Interpreti straordinari, tutti, grandiosa fotografia, perfetta la musica. Un vero capolavoro.
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