Once Fallen

Chance è appena uscito dal carcere dopo aver scontato cinque anni di detenzione per spaccio di droga. La sua massima aspirazione è quella di non entrare più nel giro anche perché ha scoperto di avere un figlio di cui dovrà occuparsi. Ma sulle sue spalle c'è il peso di Liam, suo padre, che (quando Chance era un bambino) massacrò il genitore del suo migliore amico. Ora dalla prigione Liam controlla la banda degli Ariani e vorrebbe proteggere a distanza il figlio favorendone il reinserimento nello spaccio. Oltre a tutto c'è Rath, un poliziotto corrotto, che non si ferma dinanzi a nulla ed è pronto ad uccidere a sangue freddo chiunque lo ostacoli.
Di film sul tentativo di redenzione di un ex detenuto il cinema ne ha proposti innumerevoli, di qualità più o meno buona. Ne è sicuramente consapevole Ash Adams nel momento in cui scrive e dirige (assumendo anche il ruolo del perfido Rath) questa ennesima rilettura del tema. Se sul versante dei sentimenti si sfiora la retorica con l'innamoramento con la donna di colore (avendo un padre con la croce di guerra nazista tatuata sul collo) che farà da madre al bambino, la parte 'virile' ha il suo punto di forza in un attore che non sbaglia mai un colpo: Ed Harris. Nei panni dello spietato Liam, apparentemente sordo a qualsiasi richiamo di umanità ma che cova dentro un segreto che rivelerà solo nel finale l'attore offre un'altra prova della sua versatilità. È grazie alla sua presenza che il film non cade nella banalità ma conserva una tensione che fa sì che lo spettatore segua non tanto le vicende di Chance nel suo percorso di tentata redenzione quanto piuttosto centri l'attenzione sul rapporto a distanza con un genitore che gli ha segnato indelebilmente la vita e rischia di comprometterla ulteriormente.
