Titolo originale Män Som Hatar Kvinnor.
Thriller,
durata 152 min.
- Svezia, Danimarca 2009.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 29maggio 2009.
- VM 14 -
MYMONETROUomini che odiano le donne
valutazione media:
2,59
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Il regista e lo sceneggiatore hanno voluto darci una loro versione di "Uomini che odiano le donne" che se si esclude il nocciolo centrale della trama presenta non poche differenze rispetto al libro. Nonostante una recitazione non all'altezza da parte del protagonista, ritengo questo un buon film, da tre stelle comode comode. Certo, alcuni difetti di sceneggiatura che vanno a molestare la trama fino a renderla in certi tratti confusa ed approssimativa hanno rovinato quello che sarebbe potuto essere un vero capolavoro. Ho visto prima la versione americana di questa pellicola e se devo essere sincero leggendo varie impressioni mi ero fatto l'idea che questo film fosse nettamente inferiore all'altro.
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Il regista e lo sceneggiatore hanno voluto darci una loro versione di "Uomini che odiano le donne" che se si esclude il nocciolo centrale della trama presenta non poche differenze rispetto al libro. Nonostante una recitazione non all'altezza da parte del protagonista, ritengo questo un buon film, da tre stelle comode comode. Certo, alcuni difetti di sceneggiatura che vanno a molestare la trama fino a renderla in certi tratti confusa ed approssimativa hanno rovinato quello che sarebbe potuto essere un vero capolavoro. Ho visto prima la versione americana di questa pellicola e se devo essere sincero leggendo varie impressioni mi ero fatto l'idea che questo film fosse nettamente inferiore all'altro. In realtà sono quasi sullo stesso livello. Sarà che non ho letto il libro e che quindi non sono partito con l'idea di trovarmi dinanzi determinate cose per poi vederne delle altre (ma Wikipedia mette al corrente riguardo quelle che sono state le numerose differenze).
Se si vuole mettere in luce un difetto di questo film si può dire che è stato proprio il tentativo di distaccarsi e di fare qualcosa di diverso rispetto alla versione cartacea a penalizzarlo in diversi punti: si è troppo cercato di "cambiare le cose" nel tentativo di stupire coloro che il libro lo avevano letto (e finendo invece, leggendo le altre recensioni, con il fare incazzare più di un fan). Buonissima l'interpretazione di Noomi Rapace e la pellicola mantiene nonostante gli sbalzi improvvisi e confusionari di trama un buon equilibrio ed una certa raffinatezza di fondo. Il mio giudizio è quindi più che positivo. Complimenti agli svedesi.
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Per quale motivo la programmazione del film " uomini che odiano le donne " e' stata interrotta a meta'? . . . E' forse prevista una serata per la seconda parte?
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Dal capitolo più debole della trilogia di Stieg Larsson, un film che sacrifica l’elemento più forte del testo letterario: la caratterizzazione dei personaggi. La Salander della pagina scritta è geniale e capace di azioni fulminee ma, all’apparenza, apatica e, secondo i suoi detrattori, “ritardata”. Sullo schermo, Lisbeth è, in generale, banalmente aggressiva. Il Blomkvist di Larsson è in evidente, e consapevole, difficoltà ma non cessa di essere “motore” per la salvezza di Millennium. Quello cinematografico, un po’ più opaco, indaga abilmente ma delega in gran parte l’azione per salvare il giornale: è capace di tattica, non di strategia.
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Dal capitolo più debole della trilogia di Stieg Larsson, un film che sacrifica l’elemento più forte del testo letterario: la caratterizzazione dei personaggi. La Salander della pagina scritta è geniale e capace di azioni fulminee ma, all’apparenza, apatica e, secondo i suoi detrattori, “ritardata”. Sullo schermo, Lisbeth è, in generale, banalmente aggressiva. Il Blomkvist di Larsson è in evidente, e consapevole, difficoltà ma non cessa di essere “motore” per la salvezza di Millennium. Quello cinematografico, un po’ più opaco, indaga abilmente ma delega in gran parte l’azione per salvare il giornale: è capace di tattica, non di strategia. Erika Berger viene semplificata fino a diventare, diciamolo, vagamente stronzetta. Il resto del cast esiste per necessità narrative e nient’altro (con eccezione, positiva, per l’hacker sovrappeso). Non è naufragio grazie all’ambientazione azzeccata e piuttosto precisa, oltre che per il mantenimento dei temi, storici e soprattutto sociali, tratteggiati da Larsson. Occasione persa. Almeno in parte. [-]
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Harriet Vanger è scomparsa quarant'anni fa sull’isola di proprietà dal suo potente clan familiare. Il suo corpo non è mai stato ritrovato, ma suo zio è da sempre convinto che sia stata assassinata e che a ucciderla sia stato un parente. Nonostante tutto il tempo passato ha ancora il desiderio di indagare sul passato e per farlo assume Mikael Blomkvist, un giornalista economico in crisi, che viene aiutato da Lisbeth Salander, hacker tatuata e tostissima. Ma i Vanger sono gelosi dei loro segreti, e i due improvvisati investigatori scopriranno di cosa sono capaci pur di difenderli.Prima trasposizione da Stieg Larsson e la sua celeberrima trilogia.
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Harriet Vanger è scomparsa quarant'anni fa sull’isola di proprietà dal suo potente clan familiare. Il suo corpo non è mai stato ritrovato, ma suo zio è da sempre convinto che sia stata assassinata e che a ucciderla sia stato un parente. Nonostante tutto il tempo passato ha ancora il desiderio di indagare sul passato e per farlo assume Mikael Blomkvist, un giornalista economico in crisi, che viene aiutato da Lisbeth Salander, hacker tatuata e tostissima. Ma i Vanger sono gelosi dei loro segreti, e i due improvvisati investigatori scopriranno di cosa sono capaci pur di difenderli.Prima trasposizione da Stieg Larsson e la sua celeberrima trilogia. Henrik Vanger, anziano membro di una ricca famiglia d’industriali svedesi, è alla ricerca della nipote Harriet, scomparsa nel ’66, lui crede perché minacciata da qualche familiare. Assolda prima il giornalista d’inchiesta Mikael Blomkvist, fresco reduce di un clamoroso processo, poi Lisbeth Salander, hacker al servizio di una società d’investigazioni private, nonché post punk seguita dai servizi sociali. I due si completano, e a partire da una foto (con un corredo informatico da far impallidire la Cia) scavano tra collusioni col nazismo, invidie fisiologiche, tare genetiche, ossessioni bibliche e patrimoniali. Nei 150 minuti di questo crime movie nordico (che comprime oltre 500 pagine) non può che succedere di tutto, e si finisce per dimenticare i caratteri. Al centro sta Lisbeth, che – lesbica per forza, etero per amore (e già qui si rischia “l’effetto Povia”), esempio da manuale di aggressività dovuta a violenze subite – stuzzica un po’ tutte le platee. Si potrebbe infatti re-intitolare il film Che cosa avete fatto a Lisbeth? (o a Harriet, e a tante altre vittime di un sadismo maschile atavico). Alla giovane non viene risparmiata nessuna ferocia. Quindi neanche a noi: la scena di stupro è tra le meno allusive e più reazionarie di sempre (mentre la sequenza erotica è davvero risibile per tempismo e fisica). Rispetto a Lisbeth, Mikael (Michael Nyqvist) pare eccessivamente passivo, a tratti quasi impagliato. Non avendo letto i libri, lasciamo ai competenti della Trilogia il confronto tra pagina e schermo; rilevando con interesse che il film è pervaso dal messaggio più autenticamente comunista intercettato di recente: l’origine del crimine sta nella sete di corpi di un capitalismo killer. [-]
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Harriet Vanger è scomparsa quarant'anni fa sull’isola di proprietà dal suo potente clan familiare. Il suo corpo non è mai stato ritrovato, ma suo zio è da sempre convinto che sia stata assassinata e che a ucciderla sia stato un parente. Nonostante tutto il tempo passato ha ancora il desiderio di indagare sul passato e per farlo assume Mikael Blomkvist, un giornalista economico in crisi, che viene aiutato da Lisbeth Salander, hacker tatuata e tostissima. Ma i Vanger sono gelosi dei loro segreti, e i due improvvisati investigatori scopriranno di cosa sono capaci pur di difenderli.
Tratto dal romanzo omonimo di Stieg Larsson, fenomeno editoriale mondiale del 2008, un diligente ma piatto, talvolta prosaico, film di genere.
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Harriet Vanger è scomparsa quarant'anni fa sull’isola di proprietà dal suo potente clan familiare. Il suo corpo non è mai stato ritrovato, ma suo zio è da sempre convinto che sia stata assassinata e che a ucciderla sia stato un parente. Nonostante tutto il tempo passato ha ancora il desiderio di indagare sul passato e per farlo assume Mikael Blomkvist, un giornalista economico in crisi, che viene aiutato da Lisbeth Salander, hacker tatuata e tostissima. Ma i Vanger sono gelosi dei loro segreti, e i due improvvisati investigatori scopriranno di cosa sono capaci pur di difenderli.
Tratto dal romanzo omonimo di Stieg Larsson, fenomeno editoriale mondiale del 2008, un diligente ma piatto, talvolta prosaico, film di genere. Il puzzle è svelato con abilità, la lunga durata non compromette il piacere voyeuristico della detection, ma i dialoghi sono banali, tautologici. Un successo annunciato, il cui unico plusvalore forse è quello del fascino algido d’atmosfere e fisionomie scandinave.Prima trasposizione da Stieg Larsson e la sua celeberrima trilogia. Un diligente, ma piatto, film di genere supportato dal fascino algido delle atmosfere scandinaveHenrik Vanger, anziano membro di una ricca famiglia d’industriali svedesi, è alla ricerca della nipote Harriet, scomparsa nel ’66, lui crede perché minacciata da qualche familiare. Assolda prima il giornalista d’inchiesta Mikael Blomkvist, fresco reduce di un clamoroso processo, poi Lisbeth Salander, hacker al servizio di una società d’investigazioni private, nonché post punk seguita dai servizi sociali. I due si completano, e a partire da una foto (con un corredo informatico da far impallidire la Cia) scavano tra collusioni col nazismo, invidie fisiologiche, tare genetiche, ossessioni bibliche e patrimoniali. Nei 150 minuti di questo crime movie nordico (che comprime oltre 500 pagine) non può che succedere di tutto, e si finisce per dimenticare i caratteri. Al centro sta Lisbeth, che – lesbica per forza, etero per amore (e già qui si rischia “l’effetto Povia”), esempio da manuale di aggressività dovuta a violenze subite – stuzzica un po’ tutte le platee. Si potrebbe infatti re-intitolare il film Che cosa avete fatto a Lisbeth? (o a Harriet, e a tante altre vittime di un sadismo maschile atavico). Alla giovane non viene risparmiata nessuna ferocia. Quindi neanche a noi: la scena di stupro è tra le meno allusive e più reazionarie di sempre (mentre la sequenza erotica è davvero risibile per tempismo e fisica). Rispetto a Lisbeth, Mikael (Michael Nyqvist) pare eccessivamente passivo, a tratti quasi impagliato. Non avendo letto i libri, lasciamo ai competenti della Trilogia il confronto tra pagina e schermo; rilevando con interesse che il film è pervaso dal messaggio più autenticamente comunista intercettato di recente: l’origine del crimine sta nella sete di corpi di un capitalismo killer. Da noi però il doppiaggio da spot promozionale mortifica tutto, lasciando l’impressione di un diligente ma piatto, talvolta prosaico, film di genere; il puzzle è svelato con abilità, la lunga durata non compromette il piacere voyeuristico della detection, ma i dialoghi sono banali, tautologici. Un successo annunciato, il cui unico plusvalore forse è quello del fascino algido d’atmosfere e fisionomie scandinave. [-]
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giovedì sono andato al cinema a vedere Uomini che Odiano le donne con Daniel Craig.Non avevo visto il film del 2009 nè letto il libro. Non sapevo praticamente nulla. Voto 3 stellealla versione usa.
Ieri sera hanno dato su la 7 la versione svedese e me la sono vista.
Le differenze non sono molte ma sostanziali.
In questo film si capisce come ha fatto sparire la ragazza per 40 anni; nel film Usa no.
Il film di Fincher è troppo lungo e verboso e ha dei buchi di sceneggiatura pazzeschi.
Questo scorre molto di più e ha una sceneggiatura di ferro.
La gara tra gli attori finisce alla pari.
Noomi rapace forse è troppo vecchia per interpretare una 24 enne.
Comunque fa la sua porchissima figura.
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giovedì sono andato al cinema a vedere Uomini che Odiano le donne con Daniel Craig.Non avevo visto il film del 2009 nè letto il libro. Non sapevo praticamente nulla. Voto 3 stellealla versione usa.
Ieri sera hanno dato su la 7 la versione svedese e me la sono vista.
Le differenze non sono molte ma sostanziali.
In questo film si capisce come ha fatto sparire la ragazza per 40 anni; nel film Usa no.
Il film di Fincher è troppo lungo e verboso e ha dei buchi di sceneggiatura pazzeschi.
Questo scorre molto di più e ha una sceneggiatura di ferro.
La gara tra gli attori finisce alla pari.
Noomi rapace forse è troppo vecchia per interpretare una 24 enne.
Comunque fa la sua porchissima figura.
Probabilmente causa la censura tv le scene di sesso sono castigatissime.
Il film al cinema è molto più crudo.
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Ciao. Considerata l'uscita di "Millenium - Uomini che odiano le donne" diretto da David Fincher mi sono premurato di vedere l'omonimo film, realizzato nel 2009 in Svezia (che non vidi quando esso era in programmazione nelle nostre sale). Naturalmente... una prossima serata al cinema mi permetterà di gustare la realizzazione di Fincher la quale, a giudicare dalle recensioni, si propone come un film di quelli davvero tosti. Tornando all'originale svedese del film, devo constatare che non fosse malvagia come pellicola, trama abbastanza aderente al libro dal quale è tratto ma curiosamente proposta con toni un pò troppo morbidi, rispetto alla crudezza della storia narrata (manca di personalità e tensione).
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Ciao. Considerata l'uscita di "Millenium - Uomini che odiano le donne" diretto da David Fincher mi sono premurato di vedere l'omonimo film, realizzato nel 2009 in Svezia (che non vidi quando esso era in programmazione nelle nostre sale). Naturalmente... una prossima serata al cinema mi permetterà di gustare la realizzazione di Fincher la quale, a giudicare dalle recensioni, si propone come un film di quelli davvero tosti. Tornando all'originale svedese del film, devo constatare che non fosse malvagia come pellicola, trama abbastanza aderente al libro dal quale è tratto ma curiosamente proposta con toni un pò troppo morbidi, rispetto alla crudezza della storia narrata (manca di personalità e tensione). Brava e di buona tempra Noomi Rapace (nel ruolo di Lisbeth Salander) anche se mi aspettavo un personaggio che esprimesse una maggiore rabbiosità; ad ogni buon conto l'attrice mi è parsa molto più efficace, almeno rispetto al recente ruolo interpretato in "Sherlock Holmes - Gioco di ombre". Abbastanza valida l'interpretazione di Michael Nyqvist (nel ruolo di Michael Blomkvist) mi è altresì sembrato carente in termini d'espressività emotiva. Decisamente più sottotono le performance degli attori comprimari. Sceneggiatura... strana, sopratutto considerando il genere e gli argomenti trattati, come la regìa (Niels Arden) non mi son sembrati davvero incisivi nella presentazione della storia. Fotografia... da cartolina turistica e musiche poco coinvolgenti mi hanno lasciato un pò perplesso, non credo fossero perfettamente accordate al tema portante. Ritmo narrativo buono ed adeguatamente scorrevole (un punto a favore vista la consistente durata del film). Appunto in negativo... Le scene finali... francamente da buttare in un cassonetto; roba scopiazzata da altre pellicole e "virata" all'happy end che proprio non quadra come strutturato. Per chiudere, un buon film ma senza eccedere nel gradimento. E' comunque una buona occasione per originare un successivo parallelo "artistico" con la realizzazione di Fincher, regista di un cast artisticamente importante, affiancato da Steven Zaillian ("Tutti gli uomini del Re" - "A civil action") qui alla sceneggiatura e Jeff Cronenweth alla fotografia (sempre con Fincher... "Fight club" e "The social network"). Comunque... buona visione agli estimatori di Stieg Larsson
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[+] lascia un commento a hollyver07 »[ - ] lascia un commento a hollyver07 »
Rispetto a gli altri due sequel "uomini che odiano le donne"e' senz'altro il migliore,trasposizione cinematografica del mio libro preferito,nonché il migliore degli ultimi anni.In questo film le cose riuscite sono ben poco,non pessimo,ma scarso.Noomi rapace e' senz'altro una rivelazione,che mostra allo spettatore pero' una lizbeth salander diversa da quella letteraria,non e'facile fare una degna trasposizione di un libro-capolavoro,ma il risultato e' comunque molto scarso,dal punto di vista narrativo inesistente,tuttavia si può'anche considerare tutta l'opera sufficiente.Ottima occasione sprecata.
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Primo della trilogia di Larsson, tre bestseller in Europa. E' un film poliziesco concentrato su una donna hacker espertissima di computer, Lisbeth Salander, abbastanza mascolina e minuta, oltre che lesbica ma anche eterosessuale. Dopo esperienze traumatiche causatele da uomini che la stuprano e dichiarano mentalmente incapace, si vendica. Riesce a salvare il giornalista Blomkvist, con cui ha un rapporto, l'unico con un uomo, che è stato accusato e rischia la galera. Il film esprime, anche se in modo più indiretto la violenza che serpeggia, specialmente tra i giovani, in Svezia. E' una buona e fedele trasposizione cinematografica, tenendo presente che ognuno dei libri di Larsoon è di almeno 700 pagine.
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Primo della trilogia di Larsson, tre bestseller in Europa. E' un film poliziesco concentrato su una donna hacker espertissima di computer, Lisbeth Salander, abbastanza mascolina e minuta, oltre che lesbica ma anche eterosessuale. Dopo esperienze traumatiche causatele da uomini che la stuprano e dichiarano mentalmente incapace, si vendica. Riesce a salvare il giornalista Blomkvist, con cui ha un rapporto, l'unico con un uomo, che è stato accusato e rischia la galera. Il film esprime, anche se in modo più indiretto la violenza che serpeggia, specialmente tra i giovani, in Svezia. E' una buona e fedele trasposizione cinematografica, tenendo presente che ognuno dei libri di Larsoon è di almeno 700 pagine. La fotografia è splendida. Atmosfere un po' cupe, da thriller.
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[+] lascia un commento a jayan »[ - ] lascia un commento a jayan »
Il primo pensiero che ho avuto al termine della visione è che pur essendo il film ambientato in Svezia, nella confezione è indistinguibile da un qualunque noir hollywoodiano.
Ovvero non c'è traccia di quello stile profondamente (e liricamente) nordico che caratterizzava le pellicole scandinave d'un tempo; naturalmente non è detto che sia un difetto, soprattutto in prospettiva di una diffusione internazionale...
Il cast mi è parso di buon livello e doppiato adeguatamente, mentre la vicenda, inizialmente incalzante e avvincente, perde progressivamente di mordente e interesse nella seconda parte.
Globalmente è un discreto thriller pensato per una platea internazionale: sicuramente professionale e godibile ma niente di che per lo spettatore smaliziato.
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Il primo pensiero che ho avuto al termine della visione è che pur essendo il film ambientato in Svezia, nella confezione è indistinguibile da un qualunque noir hollywoodiano.
Ovvero non c'è traccia di quello stile profondamente (e liricamente) nordico che caratterizzava le pellicole scandinave d'un tempo; naturalmente non è detto che sia un difetto, soprattutto in prospettiva di una diffusione internazionale...
Il cast mi è parso di buon livello e doppiato adeguatamente, mentre la vicenda, inizialmente incalzante e avvincente, perde progressivamente di mordente e interesse nella seconda parte.
Globalmente è un discreto thriller pensato per una platea internazionale: sicuramente professionale e godibile ma niente di che per lo spettatore smaliziato.
Voto: due stelline e mezzo.
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