monica montanari
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martedì 22 settembre 2009
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buono per la patria anche se ladro e sporcaccione
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Della serie: anche se sei ladro e un po’ lubrico sei buono per la Patria. È questa la lezione magistrale di un film che ha i suoi punti di forza, nel duetto interpretativo Denzel Washington, John Travolta; nel taglio inconsueto della fotografia (molti panoramiche dall’alto e inquadrature tagliate) di derivazione american comics. Come dice John Travolta insomma: “tu (anche se un po’ ladro) sei il mio eroe”. Facciamo un passo indietro: John Travolta è Ryder un sequestratore che punta al riscatto e tiene d’occhio le oscillazioni di Wall Street; Michael Rispoli è il credibile sindaco di New York sulla graticola per via degli scandali sessuali, Denzel Washington, alias Garber, è malacapiatato due volte, perché sull’orlo del licenziamento (per una storia di mazzette) e perché si trova allo smistamento proprio quando Travolta decide di sequestrare un treno dell’underground.
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Della serie: anche se sei ladro e un po’ lubrico sei buono per la Patria. È questa la lezione magistrale di un film che ha i suoi punti di forza, nel duetto interpretativo Denzel Washington, John Travolta; nel taglio inconsueto della fotografia (molti panoramiche dall’alto e inquadrature tagliate) di derivazione american comics. Come dice John Travolta insomma: “tu (anche se un po’ ladro) sei il mio eroe”. Facciamo un passo indietro: John Travolta è Ryder un sequestratore che punta al riscatto e tiene d’occhio le oscillazioni di Wall Street; Michael Rispoli è il credibile sindaco di New York sulla graticola per via degli scandali sessuali, Denzel Washington, alias Garber, è malacapiatato due volte, perché sull’orlo del licenziamento (per una storia di mazzette) e perché si trova allo smistamento proprio quando Travolta decide di sequestrare un treno dell’underground. È in questo contesto che Denzel/Garber e Rispoli/il Sindaco si rivelano eroi e vincitori. Negli Stati Uniti che cercano 40 mila uomini in più da mandare di rincalzo in Afghanistan, questo ennesimo film sulla “seconda possibilità” sembra rivolgersi ai socialmente marginali e additare loro una via d’uscita nell’impegno per la Patria. Con occhio particolare ai neri, parrebbe. Se si considera la positività di personaggi come l’ex parà e la controllore di colore che affiancano Denzel Washington in una tripletta di figure tutte accattivanti, alla fine positive.
Ritmo serrato, sceneggiatura con passaggi cult, come quello dedicato alla “culista” che Travolta porta a trascorrere un weak-end in Islanda. Da non perdere il quesito amletico del sindaco di New York: “Ma chi porterebbe una culista a trascorrere il weak-end in Islanda, se non uno di Wall Street”? In effetti anche da queste parti ci sono a Piazza Affari dei tipi che portano le culiste in Islanda per il weak-end. Anche se non innovativo e con i limiti di un’operazione comunicativa scoperta, è una visione di grande soddisfazione. Da vedere.
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andrea lade
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venerdì 2 ottobre 2009
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da vedere,ma senza troppo entusiasmo
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Pelham 1,2,3 è un remake di un film realizzato nel 1974, un piccolo cult movie tratto da un libro poliziesco su un attentato in metropolitana . Il film non è certo passato in gloria per gli incassi al botteghino. Eppure qui in Italia negli anni di piombo l’interesse per gli attentati era più che mai sentito , ma erano ancora immaturi i tempi per il grande cinema d’azione. In realtà Tony Scott consapevole del potere seducente della violenza sul grande schermo arricchisce i personaggi di un carattere estremo e senza arrivare alla manichea distinzione tra buoni e cattivi,già superata da Tarantino, trasforma il serial killer in un destabilizzato personaggio pieno di adrenalina e sangue freddo ; l’eroe della situazione, l’altro protagonista, cresce con il proseguire della storia e mentre nella prima mezz’ora sfuma in un personaggio quasi-buono al limite della redenzione spirituale, si rivelerà colui che abbraccia la posizione della totale rettitudine di fronte alla giustizia e di fronte alla Legge,quell con la L maiuscola, che il cattolicesimo spesso citato ci insegna.
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Pelham 1,2,3 è un remake di un film realizzato nel 1974, un piccolo cult movie tratto da un libro poliziesco su un attentato in metropolitana . Il film non è certo passato in gloria per gli incassi al botteghino. Eppure qui in Italia negli anni di piombo l’interesse per gli attentati era più che mai sentito , ma erano ancora immaturi i tempi per il grande cinema d’azione. In realtà Tony Scott consapevole del potere seducente della violenza sul grande schermo arricchisce i personaggi di un carattere estremo e senza arrivare alla manichea distinzione tra buoni e cattivi,già superata da Tarantino, trasforma il serial killer in un destabilizzato personaggio pieno di adrenalina e sangue freddo ; l’eroe della situazione, l’altro protagonista, cresce con il proseguire della storia e mentre nella prima mezz’ora sfuma in un personaggio quasi-buono al limite della redenzione spirituale, si rivelerà colui che abbraccia la posizione della totale rettitudine di fronte alla giustizia e di fronte alla Legge,quell con la L maiuscola, che il cattolicesimo spesso citato ci insegna.
Pur sfiorando la banalità nella caratterizzazione dei personaggi di contorno, il film non oltrepassa mai la patina del buonismo e anzi riesce con un ritmo molto serrato a destare l’interesse e a superare gli inevitabili punti morti delle piccole inutili storie degli ostaggi, ridotti a superflui personaggi di contorno.
Il cast eccezionale e la colonna sonora appropriata contribuiscono a rendere positivo il giudizio su un 'operazione meno scontata delle aspettative.
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calibanrage
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giovedì 1 ottobre 2009
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un colpo in metropolitana
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Tony Scott, fratello del più famoso di Ridley, torna alla regia dopo il deludente “Deja vù”, riproponendo un adattamento del romanzo “Il colpo della metropolitana” di Morton Freedgood, avvalendosi anche stavolta di uno spento e sprecato Denzel Washington nel ruolo di salvatore della patria, affincandogli un John Travolta ormai in declino (declino dovuto almeno in parte ai noti problemi psico/famigliari/religiosi).
Washington è Walter Garber, capo della sicurezza della metropolitana di New York, uomo timorato, sotto inchiesta per corruzione, che un giorno come tanti nella Grande Mela si trova a negoziare con un sequestratore che si fa chiamare Ryder (“come Easy Rider, però con l'Y”), che tiene in ostaggio i passeggeri di un vagone nel cuore di un tunnel di New York.
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Tony Scott, fratello del più famoso di Ridley, torna alla regia dopo il deludente “Deja vù”, riproponendo un adattamento del romanzo “Il colpo della metropolitana” di Morton Freedgood, avvalendosi anche stavolta di uno spento e sprecato Denzel Washington nel ruolo di salvatore della patria, affincandogli un John Travolta ormai in declino (declino dovuto almeno in parte ai noti problemi psico/famigliari/religiosi).
Washington è Walter Garber, capo della sicurezza della metropolitana di New York, uomo timorato, sotto inchiesta per corruzione, che un giorno come tanti nella Grande Mela si trova a negoziare con un sequestratore che si fa chiamare Ryder (“come Easy Rider, però con l'Y”), che tiene in ostaggio i passeggeri di un vagone nel cuore di un tunnel di New York. Inizia così il confronto tra i due, e solo tra loro, anche perchè Ryder, sfiduciato dalle istituzioni newyorkesi si rifiuta di comunicare con il capo della polizia (Turturro, attore che ultimamente naviga a vista sperperando il proprio talento), e il sindaco di New York (James Gandolfini di “Coffea and Cigarettes” dello stesso Turturro), a cui forse spetta il ruolo più interessante e caratterizzato del film. Si perchè il sindaco in questione, viene introdotto nel film come l'uomo si potente ma che però si finge uomo modesto, del popolo, guadagna la cifra simbolica di 1dollaro all'anno e seppur accompagnato da decine di guardie del corpo viaggia in metropolitana: gli comunicano che nel pomeriggio deve inaugurare l'anno scolastico leggendo una storiella ai bambini delle elementari (particolare che non può non ricordare il George Bush che imperterrito continua a leggere fiabe agli scolaretti dopo aver avuto la notizia degli attentati dell'11 settembre); ma questo sindaco ci tiene a sottolineare che “non sto per candidarmi, non voglio diventare presidente, il costume da Rudi Giuliani l'ho lasciato a casa”, e come commenta un uomo “alla fine sei meno coglione di quello che sembra”. In una New York in cui governa il caos, dove i giornalisti si scandalizzano per la vita privata del sindaco piuttosto che per le sue malefatte politiche, dove la polizia è completamente disorganizzata e non riesce neanche a bloccare il traffico di Manhattan per trasportare la somma richiesta dall'attentatore senza provocare incidenti a catena, dove il mercato azionario fa aumentare a dismisura il valore dell'oro in caso di attacchi terroristici lasciando carta bianca agli speculatori finanziari, il ruolo di salvatore della Patria spetta al comune cittadino, che, per quanto peccatore egli sia, ha ancora un barlume di coscienza (forse). Buoni propositi, dunque, un'ottima idea di fondo che però si perde in inutili dialoghi e scene “per allungare il brodo”, dove il montaggio convulso, i countdown incalzanti e ripetuti non aumentano l'adrenalina degli spettatori, che hanno l'idea di assistere a qualcosa di già vissuto (un dejà vù per l'appunto). Niente a che vedere con altri film di ben altro spessore che trattano temi analoghi pur non ripudiando l'azione (come ad esempio “Inside Man”), di cui questo “Pelham 123” risulta una cover “coatta” (nell'accezione di “forzata”). “Peccato” mi viene da dire, come spesso accade quando vedo i film (solo in parte riusciti) del regista americano.
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kayton
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giovedì 30 settembre 2010
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da vedere. in streaming.
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Ryder e la sua banda prendono in ostaggio i passeggeri del convoglio Pelham 123 della metropolitana di New York. Walter Garber, dirigente declassato allo smistamento delle linee, si ritrova suo malgrado a dover trattare con il rapitore che chiede 10 milioni di dollari entro 60 minuti. Peccato che il film duri anche di più.
Tony Scott, dopo il flop di Deja vu, prepara un altro polpettone con un cast di tutto rispetto. Un piatto indigesto che si fatica a digerire per svariati motivi. Anzitutto per la pochezza dei protagonisti, massacrati da una storia e relativi dialoghi insulsi. Se Denzel Washington mantiene una certa dignità, John Travolta invece interpreta il cattivo in maniera decisamente sopra le righe, risultando a tratti ridicolo.
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Ryder e la sua banda prendono in ostaggio i passeggeri del convoglio Pelham 123 della metropolitana di New York. Walter Garber, dirigente declassato allo smistamento delle linee, si ritrova suo malgrado a dover trattare con il rapitore che chiede 10 milioni di dollari entro 60 minuti. Peccato che il film duri anche di più.
Tony Scott, dopo il flop di Deja vu, prepara un altro polpettone con un cast di tutto rispetto. Un piatto indigesto che si fatica a digerire per svariati motivi. Anzitutto per la pochezza dei protagonisti, massacrati da una storia e relativi dialoghi insulsi. Se Denzel Washington mantiene una certa dignità, John Travolta invece interpreta il cattivo in maniera decisamente sopra le righe, risultando a tratti ridicolo. Certo non lo aiutano i sermoni che deve recitare chiuso nel "confessionale-cabina" del treno dirottato. Poi c'e John Turturro che - per sua fortuna - nel ruolo del negoziatore professionista ha una parte marginale. Secondo punto negativo è la regia da videoclip hip hop che cerca in tutti modi di iniettare adrenalina a ogni scena, col risultato di stimolare lo sbadiglio. Ritorna poi il tema del duello tra buono e cattivo, tra giusto e sbagliato che si risolve in una scontata scena finale. Come se non bastasse a tutto ciò si aggiunge il solito filone della New York - simbolo dell'America - in mano a (presunti) terroristi senza scrupoli. Insomma le idee stanno a zero e Pelham 123 puo andar bene. Per i blockbuster.
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aragorn82
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domenica 27 marzo 2011
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ryder vs gaber
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Metropolitana di New York, un gruppo di dirottatori si impossessa del treno Pelham123 e prendono in ostaggio 18 passeggeri.
Il loro capo, Ryder, detta le proprie condizioni, ben deciso a farle rispettare a costo di dover uccidere gli ostaggi uno ad uno,
l'unico che riesce a trattare con lui è Gaber un semplice impiegato ferroviario con il quale innesca una sottile sintonia.
Thriller che appassiona nonostante non trasmetta sensazioni forti allo spettatore.
Il punto di forza sono lo scambio di battute tra Rider e Gaber, punto debole una trama abbastanza scontata.
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filippo catani
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giovedì 15 dicembre 2011
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un buon remake
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A new york quella che pare una giornata come tante altre viene turbata dal sequestro di un vagone della metropolitana. Ad occuparsi del caso sarà un gestore del traffico metropolitano recentemente finito sotto indagine per tangenti e che dovrà scoprire chi si cela dietro allo pseudonimo usato dal dirottatore.
Remake de Colpo alla Metropolitana, Pelham 1-2-3 si iscrive alla categoria dei remake ben confezionati anche se con qualche piccola sbavatura nel finale con treni, macchine e moto in volo. La trama punta tutto sulla ricerca della vera identità del dirottatore per poterne anticipare le mosse e sulla corruzione che nella Grande Mela, e non solo, serpeggia in tutte le classi sociali dal sindaco in giù.
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A new york quella che pare una giornata come tante altre viene turbata dal sequestro di un vagone della metropolitana. Ad occuparsi del caso sarà un gestore del traffico metropolitano recentemente finito sotto indagine per tangenti e che dovrà scoprire chi si cela dietro allo pseudonimo usato dal dirottatore.
Remake de Colpo alla Metropolitana, Pelham 1-2-3 si iscrive alla categoria dei remake ben confezionati anche se con qualche piccola sbavatura nel finale con treni, macchine e moto in volo. La trama punta tutto sulla ricerca della vera identità del dirottatore per poterne anticipare le mosse e sulla corruzione che nella Grande Mela, e non solo, serpeggia in tutte le classi sociali dal sindaco in giù. Molto bene i due protagonisti Washington e Travolta che si calano bene nella parte.
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antoniopagano
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martedì 6 febbraio 2018
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travolta e washington
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Il Pelham 123 è un treno della metropolitana newyorkese che parte ogni giorno dalla stazione di Pelham Bay alle ore 1:23 p.m.. Una banda di delinquenti senza scrupoli capeggiata da Ryder (John Travolta) si impadronisce del convoglio, staccandone la vettura pilota, trattiene diciotto ostaggi e chiede un riscatto di 10.000.000 dollari alla municipalità. Il malloppo deve essere consegnato entro un’ora e per ogni minuto di ritardo i criminali promettono di uccidere un ostaggio, minaccia resa subito drammaticamente credibile. L’addetto allo smistamento centrale del traffico in servizio in quel momento è Walter Garber (Denzel Washington): per quanto casuale, il suo primo contatto con i criminali determinerà lo svolgimento dell’intera narrazione.
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Il Pelham 123 è un treno della metropolitana newyorkese che parte ogni giorno dalla stazione di Pelham Bay alle ore 1:23 p.m.. Una banda di delinquenti senza scrupoli capeggiata da Ryder (John Travolta) si impadronisce del convoglio, staccandone la vettura pilota, trattiene diciotto ostaggi e chiede un riscatto di 10.000.000 dollari alla municipalità. Il malloppo deve essere consegnato entro un’ora e per ogni minuto di ritardo i criminali promettono di uccidere un ostaggio, minaccia resa subito drammaticamente credibile. L’addetto allo smistamento centrale del traffico in servizio in quel momento è Walter Garber (Denzel Washington): per quanto casuale, il suo primo contatto con i criminali determinerà lo svolgimento dell’intera narrazione. Il soggetto è tratto dal romanzo “Il colpo della metropolitana” di John Godey del 1973.
Tutto il film si gioca sul dualismo tra due personaggi antitetici i cui interpreti sono ideali per i due ruoli: il satanico Ryder, a cui dà il volto un John Travolta che conosce quel ruolo come le sue tasche (Pulp Fiction, Broken Arrow, Codice Swordfish, The Punisher, etc.), gioca al gatto col topo con un tranquillo ma lucido Garber, all’apparenza solo un buon padre di famiglia spaventato, il cui tratteggio è simile a quello che Denzel Washington mette nei personaggi di Allarme rosso, Philadelphia, Man on fire, Unstoppable, etc. I due protagonisti hanno in comune la determinazione nel portare a termine la propria mission ed entrambi provengono da un recente passato di disordine morale: trader truffatore Ryder, corrotto Garber, a rappresentare quella tipizzazione di americani che hanno contribuito, in varia misura, alla recessione causata dalla bolla speculativa esplosa nel 2008 (il film è del 2009). In questo senso l’aggressività estrema di un Ryder non riesce a piegare la voglia di tornare alla normalità di un Garber in cerca di riscatto. I passeggeri/ostaggi vengono brevemente ma incisivamente rappresentati come individui più che come gruppo: pur rappresentando il loro terrore, il regista ci risparmia scene di isteria di massa spesso abusate nel cinema. La loro tragedia finale viene evitata da un dispositivo di blocco che aziona automaticamente i freni della carrozza, lanciata in una folle corsa, quando questa buca un semaforo rosso.
Tony Scott (fratello d’arte del non meno celebre Ridley) si conferma un maestro nel genere e il suo stile narrativo fatto a episodi ma fluido avvolge lo spettatore tenendolo afferrato ai braccioli della poltrona. La lunga frequentazione professionale tra il regista e Denzel Washington è evidente e aiuta molto, al di là di ogni ragionevole dubbio, a mettere il film nel giusto binario (… è il caso di dire) della suspense dalla quale lo spettatore capisce subito che potrà uscire con le ossa rotte ma ancora vivo. Completano il cast John Turturro, nel ruolo del negoziatore della polizia, e James Gandolfini, nel ruolo del sindaco di New York.
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