Gli abbracci spezzati

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Un film di Pedro Almodóvar. Con Penélope Cruz, Lluís Homar, Blanca Portillo, José Luis Gómez, Rubén Ochandiano.
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Titolo originale Los Abrazos Rotos. Drammatico, durata 129 min. - Spagna 2009. - Warner Bros Italia uscita venerdì 13 novembre 2009. MYMONETRO Gli abbracci spezzati * * * - - valutazione media: 3,04 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
lizard_king mercoledì 25 novembre 2009
los abrazos rotos Valutazione 3 stelle su cinque
75%
No
25%

Stralci di foto, obiettivi sempre accesi, sguardi ed abbracci sfuggenti, amori carnali e di convenienza..ritrovarsi nel silenzio, nel vento che soffia forte e perdersi di notte lungo una strada diritta.. "Gli abbracci spezzati" è un altro tassello da aggiungere al lavoro di un grande regista : Pedro Almodovar. La ricetta è la stessa ed il risultato è sempre quello di un film asciutto, gradevole, divertente che scorre senza mai annoiare o chiedersi troppo. Una Penelope Cruz "cariatide", sulla quale si adagia l'intero film, che a mò di sole illumina gli attori circostanti con la sua ormai riconosciuta bravura e bellezza. Il film ci presenta la vita di Mateo Blanco o Harry Caine (Lluís Homar) che dir si voglia, uomo costretto a tirare ormai le somme della propria esistenza, schiavo della più grande disgrazia che ad un regista possa capitare : perdere la vista. [+]

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paride86 domenica 22 novembre 2009
molto bello questo almodovar maturo e riflessivo Valutazione 4 stelle su cinque
61%
No
39%

E' un Almodovar molto diverso dal solito quello de "Gli Abbracci Spezzati", nonostante i temi di sempre e le molte citazioni autoreferenziali, come "La legge del desiderio", "Kika" (che a sua volta citava "Peeping Tom") e "Donne sull'orlo di una crisi di nervi". La differenza sta nel modo di affrontare le emozioni: non più attingendo a piene mani nel dolore o nella passione, ma guardando il tutto con sereno distacco, come per un lutto già metabolizzato ed elaborato. In più, cosa nuova per Almodovar, c'è una certa indulgenza nei confronti dei personaggi maschili, antagonisti o no. E' il punto di vista di Mateo Blanco, il regista non vedente perno centrale degli eventi narrati e possibile alter ego dello stesso Almodovar che realizza, con "Gli Abbracci Spezzati", una dichiarazione d'amore per il cinema e le sue storie che vale sempre la pena di narrare. [+]

[+] sono (quasi) d'accordo (di crypto)
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paolorol domenica 29 novembre 2009
almodovar spezzato Valutazione 2 stelle su cinque
55%
No
45%

Il piatto Volver ha rappresentato l'inequivocabile segno dell'esaurimento della vena creativa dell'ad un tempo grandioso Pedro, qui impelagato in una storia non solo senza capo nè coda, inutile e farraginosa, ma anche quasi del tutto priva di momenti catturanti o divertenti. Film presuntuoso, dove molta carne viene inutilmente messa al fuoco, per sfornare alla fine una pizza molliccia ed indigesta, oltre che interminabile. Pedro non ha niente da dire e lo fa mettendoci molto, davvero troppo. Ho voluto rivedere il film, dopo averlo in gran parte dormito la prima volta, ma il caffè doppio non mi ha impedito di sbadigliare di fronte a questo interminabile pastrocchio dove c'è ben poco da salvare: salverei in effetti solo pochissimo altro e la scena finale, dove Pedro cita ampi stralci di "Donne sull'orlo", trapiantati nel "film nel film" che il protagonista non ha idea di come far finire, per concludere che "un film bisogna pur farlo finire, in un modo o nell'altro". [+]

[+] boh (di paolobol)
[+] perfettamente d'accordo con te (di valeriamonti)
[+] che fine ha fatto pedro? (di vins79)
[+] visione lucida (di slowine)
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francesco2 domenica 29 novembre 2009
una pausa di riflessione Valutazione 2 stelle su cinque
70%
No
30%

Quando si ha l'impressione che un artista (ri)faccia il verso a sè stesso, non siamo messi benissimo.Ancora peggio è quando si ha l'impressione, giusta o sbagliata, che non ci sia una vera e propria ispirazione.La mia prima impressione può essere argomentata vedendo come lui si autociti,a volte più spudoratamente(Quando nella seconda parte il film-nel-film ricorda "Donne sull'orlo"........, a volte meno(Chi veda l'inizio di questo film può cogliere echi di "Tacchi a spillo").Ma, pensandoci "Bene", qualcosa del film con la Maura si vede persino all'inizio,quando il protagonista torna a casa con una ragazza appena incontrata. Quanto alla seconda considerazione, siamo diverse persone ad avere colto un omaggio al cinema come vero "Soggetto" di questo film, che nella prima parte annoia non raramente, e che anche nella seconda non incanta. [+]

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valeriamonti domenica 13 dicembre 2009
la banalità del già detto Valutazione 2 stelle su cinque
75%
No
25%

Un film al quadrato, questo di Almodovar, un melodramma cioè che contiene dentro una commedia. Alla fine lo spettatore non potrà fare a meno di fare il confronto e di scegliere ancora una volta l'Almodovar di "Donne sull'orlo di una crisi di nervi". Già perchè l'ultima sequenza in cui il film girato dal protagonista 14 anni prima viene ripreso e montato, compensa la lunga e scontata storia che "gli abbracci spezzati" ci racconta. Per quanto il regista spagnolo abbia avuto intenzione di omaggiare l'arte cinematografica con questo ultimo lavoro, infarcendolo di citazioni (ma soprattutto di auto-citazioni) la storia sembra già vista (anzi è come se fosse un puzzle di altre storie già viste) e per di piu' lo spettatore non fa nessuna fatica ad anticipare gli eventi; e quindi, quando accadono, risultano abbastanza scontati. [+]

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nino pell. sabato 12 dicembre 2009
riprendere le illusioni ed i sogni del passato Valutazione 3 stelle su cinque
67%
No
33%

Ancora una volta il regista Almodòvar ci regala una pellicola caratterizzata da elementi diversi ed apparentemente divergenti che inevitabilmente sono destinati ad avere, prima o poi, dei punti di congiunzione. La storia del protagonista, Mateo Blanco, ha un passato fatto di ricordi, di illusioni e di un amore spezzato che necessariamente egli ha dovuto rimuovere dalla sua memoria. E per riuscire in tale intento egli decide di cambiare lavoro (scelta forzata, tra l'altro, essendo diventato cieco a seguito di un incidente stradale che gli ha strappato in un solo istante le due cose alle quali teneva maggiormente: la donna che amava e la sua professione di regista)e perfino nome. Una nuova vita dunque, nella quale adagiarsi nel cercare quelle poche cose che ancora possono rendere felice un uomo. [+]

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dario martedì 24 agosto 2010
bulimico Valutazione 2 stelle su cinque
57%
No
43%

Almodovar sa fare il cinema, ma è anche responsabile di melodrammi poco digeribili. Qui forse si supera con una storia da fotoromanzo, dilungandosi con insopportabile narcisismo. Non si capisce, poi, perchè debba sempre ricorrere alla trasgressione, moltiplicandola a dismisura e parteggiando per la parte decisamente più trasgressiva. C'è evidentemente qualcosa di autobriogafico nel duro cimento espressivo, che Almodovar rende molle per limiti speculativi imbarazzanti rispetto alle premesse e alle promesse. Recitazione di pancia, fotografia di lusso (da cartolina), un po' di sesso sfrenato (e talora incomprensibile), mille frustrazioni al palo, noia. [+]

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rex tremendae mercoledì 13 gennaio 2010
matura introspezione che solca le coscienze Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Da molti anni sono stato rapito dal "modus" di fare cinema di Pedro Almodovar...Ciò che mi affascina del Maestro nei suoi esordi é la capacità attraverso storie di ordinaria quotidianità, di persone comuni a utilizzare quel calibrato equilibrio di sagacia, ironia e sarcasmo, unito alla sua inconfondibile vena ironico-grottesco-sarcastica (in alcuni film tipo Kika siamo quasi al paradosso, ma il paradosso é tanto eccessivo da volgere al vero e concreto, come se quello fosse il vero e non il resto del mondo). Questo riuscire a capovolgere le situazioni "estreme" in qualcosa di "lieve" su cui ci si ride anche un po' addosso senza mancare di contenere in quelle azioni un senso di nostalgias è nota inconfondibile dei film almodovariani: un riverbero dell'anima per quel che si vorrebbe afferrare, ma non sempre possibile portarlo a compimento. [+]

[+] matura introspezione che solca le coscienze (di chiara renda)
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simona tudisco sabato 13 ottobre 2012
gli abbracci spezzati,occasione mancata Valutazione 2 stelle su cinque
50%
No
50%

Torno ad indossare per un giorno i miei panni da 'critico cinematografico' per stroncare un film da cui mi aspettavo tanto. Parlo di ‘Los abrazos rotos’ di Pedro Almodovar. Punto cardine della mia umile recensione è che non ho capito quale fosse il tema del film.
Una donna contesa tra due uomini? No! Una donna innamorata di due uomini che non sa decidersi? No! Un uomo ossessionato da una donna? Neanche! Due che si amano contro ogni avversità? Boh!
Di sicuro è la storia della Cruz che si trasforma grazie al trucco, alle parrucche e ai costumi; di sicuro c’è la fotografia unica e meravigliosa dei film di Almodovar.
Sarà per questo che la sensazione finale è che Pedro si sia impegnato troppo a curare i dettagli estetici e stilistici e meno quelli della struttura facendo uscire nelle sale un film dalla trama poco fluida che passa attraverso personaggi poco approfonditi e spunti lasciati a metà. [+]

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shiningeyes martedì 8 ottobre 2013
interessante omaggio al cinema. Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
0%

“Gli abbracci spezzati” è un melodramma abbastanza convincente con una sceneggiatura iniziale al quanto intrigante che purtroppo si sfalderà nella banalità nel proseguire della storia. In un analisi più accurata risulterà comunque una visione godibile con numerosi omaggi cinefili inquadrati da Almodòvar, con tanto di autocitazione del film “Donne sull'orlo di una crisi di nervi”e con uno sguardo metacinematografico molto interessante; il merito della godibilità accennata prima è dato anche dalle buone prove di Penelope Cruz (sembra dare il meglio solo quando lavora con il suo mentore) e del navigato Lluìs Homar. [+]

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