feliciar
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sabato 29 aprile 2017
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lode e plauso a pedro.
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Lode e plauso al grande Pedro.
Ho rivisto in Tv il film e mi è piaciuto di piu': è una non storia, una storia d'amore e, come sempre, un omaggio al Grande Cinema. E' molte cose insieme.
Veloce, intrigante, prende lo spettatore da subito, lo trascina in un vortice di vicende e personaggi, con la fascinazione che il regista sa creare, sentiamo che da lì si dipanerà una vicenda, forse assurda ma, umana e piena.
Colpi di scena: al centro Penelope, meravigliosamente fotografata, è il mistero della femminilità, ombrosa e reticente.
C'è l'uomo di potere, l'ossessione del possesso per una donna, l'amore del regista, ora cieco, che ha trovato una nuova identità.
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Lode e plauso al grande Pedro.
Ho rivisto in Tv il film e mi è piaciuto di piu': è una non storia, una storia d'amore e, come sempre, un omaggio al Grande Cinema. E' molte cose insieme.
Veloce, intrigante, prende lo spettatore da subito, lo trascina in un vortice di vicende e personaggi, con la fascinazione che il regista sa creare, sentiamo che da lì si dipanerà una vicenda, forse assurda ma, umana e piena.
Colpi di scena: al centro Penelope, meravigliosamente fotografata, è il mistero della femminilità, ombrosa e reticente.
C'è l'uomo di potere, l'ossessione del possesso per una donna, l'amore del regista, ora cieco, che ha trovato una nuova identità.
Passato e presente si mescolano e, in mezzo c'è il miglior cinema: Viaggio in Italia di Rossellini, Ascensore per l'inferno di Malle.
La Moreau è come la Cruz, femminilià intrigante e sfuggente.
La non storia si dipana tra realtà e finzione: alla fine ci sarà un figlio ritrovato ed un amore perduto.
Mais, c'est la vie!!!!;
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homer52
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giovedì 21 novembre 2013
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almodovar come caravaggio
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La cosa che mi ha maggiormente colpito di questo film( meno graffiante dei precedenti di Almodovar,ma pure molto bello e delicato)è la locandina in cui è rappresentata la bellissima Penelope Cruz in una stupenda immagine che mi ha subito ricordato lo sguardo del "ragazzo morso dal ramarro" del Caravaggio.Voluto? Casuale?Chissà.Solo Almodovar potrebbe dirlo.In realtà ho pensato che, anche se non voluto, rappresentano entrambi l'immagine di una dolorosa esperienza di dolore-terrore a seguito d'un evento imprevisto ed improvviso.E' lo sguardo dell'uomo verso le incertezze della vita, sospeso com'è fra la speranza e la soddisfazione di abbracci solidi e permanenti e la delusione di inevitabili abbracci spezzati.
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shiningeyes
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martedì 8 ottobre 2013
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interessante omaggio al cinema.
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“Gli abbracci spezzati” è un melodramma abbastanza convincente con una sceneggiatura iniziale al quanto intrigante che purtroppo si sfalderà nella banalità nel proseguire della storia. In un analisi più accurata risulterà comunque una visione godibile con numerosi omaggi cinefili inquadrati da Almodòvar, con tanto di autocitazione del film “Donne sull'orlo di una crisi di nervi”e con uno sguardo metacinematografico molto interessante; il merito della godibilità accennata prima è dato anche dalle buone prove di Penelope Cruz (sembra dare il meglio solo quando lavora con il suo mentore) e del navigato Lluìs Homar.
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“Gli abbracci spezzati” è un melodramma abbastanza convincente con una sceneggiatura iniziale al quanto intrigante che purtroppo si sfalderà nella banalità nel proseguire della storia. In un analisi più accurata risulterà comunque una visione godibile con numerosi omaggi cinefili inquadrati da Almodòvar, con tanto di autocitazione del film “Donne sull'orlo di una crisi di nervi”e con uno sguardo metacinematografico molto interessante; il merito della godibilità accennata prima è dato anche dalle buone prove di Penelope Cruz (sembra dare il meglio solo quando lavora con il suo mentore) e del navigato Lluìs Homar.
Proprio Lluìs Homar si dimostra all'altezza del personaggio da lui interpretato: il solitario e triste Mateo Blanco, regista di successo che perse la vista e la sua donna quattordici anni prima su un incidente stradale, i cui retroscena sono al quanto scottanti e che verranno rivelati dallo stesso regista al figlio della sua agente in un lungo flashback. Come si diceva prima, l'impianto narrativo iniziale è affascinante e sa tenere sulle spine lo spettatore, peccato che poi tale impianto cada in soluzioni decisamente troppo prevedibili e accomodanti. Da notare comunque una solita ottima regia di mestiere di Almodòvar e un preciso delineamento del tratto cinematografico che sa spiegare anche ai novizi lo svolgimento di un film e della sua scrittura ed a mio avviso è eccellente materiale per capire come si realizza un film e fa venire tanta voglia di scriverne uno (aspetto più curato del film di Almodòvar).
A caldo lo si può ritenere un filmetto, ma se si va a riflettere bene a visione conclusa, risulterà essere un qualcosa di più, sia per i temi trattati e sia per le ottime prove degli attori, oltre il buon esercizio su come fare cinema.
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simona tudisco
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sabato 13 ottobre 2012
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gli abbracci spezzati,occasione mancata
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Torno ad indossare per un giorno i miei panni da 'critico cinematografico' per stroncare un film da cui mi aspettavo tanto. Parlo di ‘Los abrazos rotos’ di Pedro Almodovar. Punto cardine della mia umile recensione è che non ho capito quale fosse il tema del film.
Una donna contesa tra due uomini? No! Una donna innamorata di due uomini che non sa decidersi? No! Un uomo ossessionato da una donna? Neanche! Due che si amano contro ogni avversità? Boh!
Di sicuro è la storia della Cruz che si trasforma grazie al trucco, alle parrucche e ai costumi; di sicuro c’è la fotografia unica e meravigliosa dei film di Almodovar.
Sarà per questo che la sensazione finale è che Pedro si sia impegnato troppo a curare i dettagli estetici e stilistici e meno quelli della struttura facendo uscire nelle sale un film dalla trama poco fluida che passa attraverso personaggi poco approfonditi e spunti lasciati a metà.
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Torno ad indossare per un giorno i miei panni da 'critico cinematografico' per stroncare un film da cui mi aspettavo tanto. Parlo di ‘Los abrazos rotos’ di Pedro Almodovar. Punto cardine della mia umile recensione è che non ho capito quale fosse il tema del film.
Una donna contesa tra due uomini? No! Una donna innamorata di due uomini che non sa decidersi? No! Un uomo ossessionato da una donna? Neanche! Due che si amano contro ogni avversità? Boh!
Di sicuro è la storia della Cruz che si trasforma grazie al trucco, alle parrucche e ai costumi; di sicuro c’è la fotografia unica e meravigliosa dei film di Almodovar.
Sarà per questo che la sensazione finale è che Pedro si sia impegnato troppo a curare i dettagli estetici e stilistici e meno quelli della struttura facendo uscire nelle sale un film dalla trama poco fluida che passa attraverso personaggi poco approfonditi e spunti lasciati a metà.
Per i primi 40 minuti ho pensato che, forse, questa confusione di elementi fosse funzionale all’intreccio ma lo sviluppo del resto della storia risulta alla fine prevedibile (oserei dire banale) e di scarsissimo mordente.
Se avrò voglia di rivederlo mi accontenterò del trailer che in questo caso è molto più bello e concreto del film!
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doni64
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venerdì 1 ottobre 2010
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film stile.....almadovar
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Film diretto da Almadovar adatto agli amanti del genere ove predominano sesso sfrenato,drammaticita' autentica e interpretazione di effetto.Buona l'interpretazione della bella Penalope Cruiz che, a mio parere, salva il film che nel complesso e' piu' che discreto.Voto 6+
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(di luca-to)
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dario
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martedì 24 agosto 2010
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bulimico
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Almodovar sa fare il cinema, ma è anche responsabile di melodrammi poco digeribili. Qui forse si supera con una storia da fotoromanzo, dilungandosi con insopportabile narcisismo. Non si capisce, poi, perchè debba sempre ricorrere alla trasgressione, moltiplicandola a dismisura e parteggiando per la parte decisamente più trasgressiva. C'è evidentemente qualcosa di autobriogafico nel duro cimento espressivo, che Almodovar rende molle per limiti speculativi imbarazzanti rispetto alle premesse e alle promesse. Recitazione di pancia, fotografia di lusso (da cartolina), un po' di sesso sfrenato (e talora incomprensibile), mille frustrazioni al palo, noia.
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Almodovar sa fare il cinema, ma è anche responsabile di melodrammi poco digeribili. Qui forse si supera con una storia da fotoromanzo, dilungandosi con insopportabile narcisismo. Non si capisce, poi, perchè debba sempre ricorrere alla trasgressione, moltiplicandola a dismisura e parteggiando per la parte decisamente più trasgressiva. C'è evidentemente qualcosa di autobriogafico nel duro cimento espressivo, che Almodovar rende molle per limiti speculativi imbarazzanti rispetto alle premesse e alle promesse. Recitazione di pancia, fotografia di lusso (da cartolina), un po' di sesso sfrenato (e talora incomprensibile), mille frustrazioni al palo, noia.
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ginger snaps
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lunedì 16 agosto 2010
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sempre magico
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il fantastico Almodovar, unico nelle sue inquadrature e originale. La sensazione di profano è sempre nella sua firma. Non ci sono malgrado la lentezza momenti critici e noiosi. La storia malgrado struggente è ricca di emozioni forti. Il sesso raccontato sempre con grande maestria, riesce a essere sempre sensuale ma mai volgare. La immensa Penelope che nei suoi film ha sempre lasciato un'impronta indelebile, in questo film è carica di personalità e un certo erotismo che non sfocia mai nel banale. Malgrado non sia di grande bellezza è sempre un'attice che calza a pennello tutti i personaggli interpretati. Ben diretto e ben costruito, non ha il sapore acre di altri film come ad esempio " La Maleducation" ma sa essere incisivo.
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il fantastico Almodovar, unico nelle sue inquadrature e originale. La sensazione di profano è sempre nella sua firma. Non ci sono malgrado la lentezza momenti critici e noiosi. La storia malgrado struggente è ricca di emozioni forti. Il sesso raccontato sempre con grande maestria, riesce a essere sempre sensuale ma mai volgare. La immensa Penelope che nei suoi film ha sempre lasciato un'impronta indelebile, in questo film è carica di personalità e un certo erotismo che non sfocia mai nel banale. Malgrado non sia di grande bellezza è sempre un'attice che calza a pennello tutti i personaggli interpretati. Ben diretto e ben costruito, non ha il sapore acre di altri film come ad esempio " La Maleducation" ma sa essere incisivo. Le forti passioni raccontate sono assolutamente prevedibili, perchè sempre di Almodovar si parla, ma hanno in maniera diversa dal solito, un che di tenerezza e amore. Struggente l'amore e la devozione della povera Judit che seppur innamorata e cela un bellissimo segreto resta e calza il suo personaggio con estrema nobiltà. Voto 9
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vittorio
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giovedì 29 luglio 2010
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deludente...
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Questa volta ad Almodovar non basta una bella e super Cruz....il film è lento, ripetitivo, con un finale alquanto banale!!
Da Almodovar ci si aspetta molto ma molto di più...
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(di franto70)
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gregorios
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domenica 18 aprile 2010
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film inutile e brutto
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Rispetto a "Gli abbracci spezzati" persino un film come "Persona" di Bergman risulta leggero!!! che noia ragazzi!! ho visto il film in tre tappe perchè era troppo dura poter resistere. Prima di vedere il film in dvd ( non avevo fatto in tempo a vederlo al cinema avevo sentito in giro commenti come "bellissimo!" "straordinario", ma dove? che delusione!!!!!! uno dei film più brutti che mi sia capitato di vedere! brutto, brutto, brutto!!!salvabile solo la scena finale e l'interpretazione dell'attrice che interpreta Jutit. Stop
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gregorios
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domenica 18 aprile 2010
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film inutile e brutto
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Rispetto a "Gli abbracci spezzati" persino un film come "Persona" di Bergman risulta leggero!!! che noia ragazzi!! ho visto il film in tre tappe perchè era troppo dura poter resistere. Prima di vedere il film in dvd ( non avevo fatto in tempo a vederlo al cinema avevo sentito in giro commenti come "bellissimo!" "straordinario", ma dove? che delusione!!!!!! uno dei film più brutti che mi sia capitato di vedere! brutto, brutto, brutto!!!salvabile solo la scena finale e l'interpretazione dell'attrice che interpreta Jutit. Stop
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