paolorol
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domenica 29 novembre 2009
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almodovar spezzato
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Il piatto Volver ha rappresentato l'inequivocabile segno dell'esaurimento della vena creativa dell'ad un tempo grandioso Pedro, qui impelagato in una storia non solo senza capo nè coda, inutile e farraginosa, ma anche quasi del tutto priva di momenti catturanti o divertenti. Film presuntuoso, dove molta carne viene inutilmente messa al fuoco, per sfornare alla fine una pizza molliccia ed indigesta, oltre che interminabile. Pedro non ha niente da dire e lo fa mettendoci molto, davvero troppo. Ho voluto rivedere il film, dopo averlo in gran parte dormito la prima volta, ma il caffè doppio non mi ha impedito di sbadigliare di fronte a questo interminabile pastrocchio dove c'è ben poco da salvare: salverei in effetti solo pochissimo altro e la scena finale, dove Pedro cita ampi stralci di "Donne sull'orlo", trapiantati nel "film nel film" che il protagonista non ha idea di come far finire, per concludere che "un film bisogna pur farlo finire, in un modo o nell'altro".
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Il piatto Volver ha rappresentato l'inequivocabile segno dell'esaurimento della vena creativa dell'ad un tempo grandioso Pedro, qui impelagato in una storia non solo senza capo nè coda, inutile e farraginosa, ma anche quasi del tutto priva di momenti catturanti o divertenti. Film presuntuoso, dove molta carne viene inutilmente messa al fuoco, per sfornare alla fine una pizza molliccia ed indigesta, oltre che interminabile. Pedro non ha niente da dire e lo fa mettendoci molto, davvero troppo. Ho voluto rivedere il film, dopo averlo in gran parte dormito la prima volta, ma il caffè doppio non mi ha impedito di sbadigliare di fronte a questo interminabile pastrocchio dove c'è ben poco da salvare: salverei in effetti solo pochissimo altro e la scena finale, dove Pedro cita ampi stralci di "Donne sull'orlo", trapiantati nel "film nel film" che il protagonista non ha idea di come far finire, per concludere che "un film bisogna pur farlo finire, in un modo o nell'altro".Gli interpreti sono tutti insignificanti, il protagonista è quasi insopportabile, solo la Cruz, qui in versione Audrey Hepburnizzata, si salva dal naufragio.La sceneggiatura è piatta e stanca e rende priva di qualsiasi interesse la vicenda, piena in apparenza di mirabolanti rivelazioni ma in realtà senza guizzi, la fotografia è tipicamente almodovariana ed indulge su dettagli, meglio se super colorati, di arcaiche segreterie telefoniche e di claustrofobici interni, salvo prender un'inconsueta boccata d'aria a Lanzarote.
Risparmiate due ore della vostra vita per fare qualcosa di meglio, magari per rivedere per l'ennesima volta le stupende donne sull'orlo. Pedro, cosa abbiamo fatto per meritare tutto ciò?
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francesco2
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domenica 29 novembre 2009
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una pausa di riflessione
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Quando si ha l'impressione che un artista (ri)faccia il verso a sè stesso, non siamo messi benissimo.Ancora peggio è quando si ha l'impressione, giusta o sbagliata, che non ci sia una vera e propria ispirazione.La mia prima impressione può essere argomentata vedendo come lui si autociti,a volte più spudoratamente(Quando nella seconda parte il film-nel-film ricorda "Donne sull'orlo"........, a volte meno(Chi veda l'inizio di questo film può cogliere echi di "Tacchi a spillo").Ma, pensandoci "Bene", qualcosa del film con la Maura si vede persino all'inizio,quando il protagonista torna a casa con una ragazza appena incontrata.
Quanto alla seconda considerazione, siamo diverse persone ad avere colto un omaggio al cinema come vero "Soggetto" di questo film, che nella prima parte annoia non raramente, e che anche nella seconda non incanta.
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Quando si ha l'impressione che un artista (ri)faccia il verso a sè stesso, non siamo messi benissimo.Ancora peggio è quando si ha l'impressione, giusta o sbagliata, che non ci sia una vera e propria ispirazione.La mia prima impressione può essere argomentata vedendo come lui si autociti,a volte più spudoratamente(Quando nella seconda parte il film-nel-film ricorda "Donne sull'orlo"........, a volte meno(Chi veda l'inizio di questo film può cogliere echi di "Tacchi a spillo").Ma, pensandoci "Bene", qualcosa del film con la Maura si vede persino all'inizio,quando il protagonista torna a casa con una ragazza appena incontrata.
Quanto alla seconda considerazione, siamo diverse persone ad avere colto un omaggio al cinema come vero "Soggetto" di questo film, che nella prima parte annoia non raramente, e che anche nella seconda non incanta.le "Prove" per dimostrare questa tesi possono essere , anche qui, più o meno implicite:il protagonista che si fa riprendere, la donna che torna a casa mentre la stanno proiettando e molti elementi della seconda parte, come il (Quasi) finale del fil, dove il figliastro "Presenta" il documentario sulla vita del "Nuovo" padre.
A chi dica che è un omaggio al cinema, si potrebbe rispondere che forse lo è, ma che forse è anche un pretesto per gonfiare una storia che non c'è.E' bella la scena finale, dove i film(Secondo me) potrebbero essere una metafora delle iniziative che nella vita non vanno lasciate cadere.Del resto, no era molto bello anche il finle di "Volver?"E poi, anche se certi spunti sono pretestuosi(Come quello del protagonista che cambia nome ed identità); veramente vale la pena di prendersela con qesto film quando anche "Nuovo Cinema Paradiso" è considerato un atto d'amore per il cinema?
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moviola
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venerdì 27 novembre 2009
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woody o almodovar? chi è il più bravo del reame?
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troppi Woody Allen nell'amisfero cinematografico. Almodovar perde lucentezza come un auto perde la sua.
Lo vai a vedere nella speranza di qualche cosa di diverso. Ma...aimè anche i miti finiscono.
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lizard_king
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mercoledì 25 novembre 2009
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los abrazos rotos
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Stralci di foto, obiettivi sempre accesi, sguardi ed abbracci sfuggenti, amori carnali e di convenienza..ritrovarsi nel silenzio, nel vento che soffia forte e perdersi di notte lungo una strada diritta..
"Gli abbracci spezzati" è un altro tassello da aggiungere al lavoro di un grande regista : Pedro Almodovar.
La ricetta è la stessa ed il risultato è sempre quello di un film asciutto, gradevole, divertente che scorre senza mai annoiare o chiedersi troppo.
Una Penelope Cruz "cariatide", sulla quale si adagia l'intero film, che a mò di sole illumina gli attori circostanti con la sua ormai riconosciuta bravura e bellezza.
Il film ci presenta la vita di Mateo Blanco o Harry Caine (Lluís Homar) che dir si voglia, uomo costretto a tirare ormai le somme della propria esistenza, schiavo della più grande disgrazia che ad un regista possa capitare : perdere la vista.
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Stralci di foto, obiettivi sempre accesi, sguardi ed abbracci sfuggenti, amori carnali e di convenienza..ritrovarsi nel silenzio, nel vento che soffia forte e perdersi di notte lungo una strada diritta..
"Gli abbracci spezzati" è un altro tassello da aggiungere al lavoro di un grande regista : Pedro Almodovar.
La ricetta è la stessa ed il risultato è sempre quello di un film asciutto, gradevole, divertente che scorre senza mai annoiare o chiedersi troppo.
Una Penelope Cruz "cariatide", sulla quale si adagia l'intero film, che a mò di sole illumina gli attori circostanti con la sua ormai riconosciuta bravura e bellezza.
Il film ci presenta la vita di Mateo Blanco o Harry Caine (Lluís Homar) che dir si voglia, uomo costretto a tirare ormai le somme della propria esistenza, schiavo della più grande disgrazia che ad un regista possa capitare : perdere la vista.
Mateo si rifugia dietro una macchina da scrivere e dietro la sua Judit (Blanca Portillo)che da anni gli nasconde un triste segreto che sarà costretta a svelare solo alla fine del film.
Ma anche una delle vite più angosciose e monotone a volte può riservare qualche sorpresa ed è così che, un bel giorno, un certo Ray X si presenta a Mateo Blanco ed inserendosi come un "parassita" nella sua vita riesce a fargli ricordare spiacevoli episodi accaduti ormai 14 anni fa.
14 anni fa Mateo ha perso non solo la vista ma anche l'amore della sua vita :Lena (Penelope Cruz) e, non potendo più dirigere i suoi film, ha deciso di assumere definitivamente lo pseudonimo di Harry Caine per convincersi che Mateo Blanco era morto in quell'incidente assieme alla sua amata.
I fotogrammi correrranno sul grande schermo contorniati dalla voce del protagonista, che racconterà l'intero "film della sua vita" a suo figlio Diego, e da numerose citazioni (Donne sull'orlo di una crisi di nervi-Viaggio in Italia) .
A voi l'inconfondibile stile "spagnolo" di Almodovar nonchè colori, sguardi e magnifiche riprese di Lanzarote.
Di certo non è uno dei migliori lavori del famoso regista, di certo non si tratta di un "colossal", ma in un panorama di horror, film catastrofici e senza senso non ci resta che godere!.
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eli123
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mercoledì 25 novembre 2009
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mediocre!!
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film che finirà nel "dimenticatoio"..come tutti gli altri di Almodovar (forse l'unico che un pò si salva è "Tutto su mia madre"!)
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vipera gentile
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martedì 24 novembre 2009
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felicità e tragedia
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Il nuovo film del grande regista spagnolo dal titolo suggestivo è diverso da quelli che inventa e dirige di solito in cui ci pone davanti a situazioni originalissime. Io ho visto “Tutto su mia madre”, “Volver” e “Parla con lei”. Che cosa posso dire? Mi sono rimasti dentro; nei giorni successivi, mi sorprendevo a ricordare le scene del film nei momenti più strani come, per esempio, quando mi lavavo i denti appena alzata o mentre facevo la spesa al supermercato.
Questo film è diverso perché tratta un argomento classico, normale: un’intensa storia d’amore che coinvolge un regista e un’attrice, amante di un ricco e anziano magnate. Il personaggio principale è Penelope Cruz che Almodovar riesce a potenziare in modo incredibile: con lui, da brava diventa superlativa, da ragazza non particolarmente bella diventa una vamp, quasi una nuova Loren dalle labbra sensuali, gli occhi enormi e una sensualità prorompente.
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Il nuovo film del grande regista spagnolo dal titolo suggestivo è diverso da quelli che inventa e dirige di solito in cui ci pone davanti a situazioni originalissime. Io ho visto “Tutto su mia madre”, “Volver” e “Parla con lei”. Che cosa posso dire? Mi sono rimasti dentro; nei giorni successivi, mi sorprendevo a ricordare le scene del film nei momenti più strani come, per esempio, quando mi lavavo i denti appena alzata o mentre facevo la spesa al supermercato.
Questo film è diverso perché tratta un argomento classico, normale: un’intensa storia d’amore che coinvolge un regista e un’attrice, amante di un ricco e anziano magnate. Il personaggio principale è Penelope Cruz che Almodovar riesce a potenziare in modo incredibile: con lui, da brava diventa superlativa, da ragazza non particolarmente bella diventa una vamp, quasi una nuova Loren dalle labbra sensuali, gli occhi enormi e una sensualità prorompente.
Ma la Cruz recitare anche in un altro ruolo, ben diverso; così constatiamo una volta di più la sua natura eclettica e l’abilità del truccatore che opera una vera e propria magia. Non contento di sdoppiare la parte dell'interprete femminile, il regista impone due personalità anche al protagonista.
Come in tutti i suoi film, il regista alterna la felicità e la tragedia e riesce a far vibrare la sensibilità dello spettatore. A causa del suo contrario, l’infelicità è spaventosa, sembra irriducibile. Ma il tempo e il coraggio di ricostruire una realtà rifiutata per anni permetteranno al protagonista di raccontarsi e di ricomporre così i pezzi della sua personalità frantumata; le foto strappate dei momenti affettuosi con la compagna verranno rimessi insieme e il dolore diventerà finalmente ricordo.
Da vedere.
M. Cristina Flumiani
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(di fabrizio56 )
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fleda
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lunedì 23 novembre 2009
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una visione vecchia del cinema e della vita
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Un film che non dà piacere; privo di sfumature ma ricco di fronzoli e dove non c'è Penelope lentooo e brutto anche nei volti.Esempio il cieco ci è mostrato scendere tutti gli interminabiliii scalini.Il figlio "bravo"..non l'altro che sviene in discoteca cosicchè possa ricevere da malato il racconto del grande amore che fu del cieco:.un melò scontato con tanto di viaggio e inserto rosselliniano.Il cattivo cornuto che le escogita tutte: rompe le gambe a Lena; ricatta il montatore per fare un montaggio che svilisca il film; usa l'altro figlio per spiarla etc..Non si sa se ridere o piangere in questo carosello.Non si sa soprattutto quale amore e quale etica voglia esprimere il regista.Si è detto che è un' omaggio al cinema e all'arte del "bel vedere".
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Un film che non dà piacere; privo di sfumature ma ricco di fronzoli e dove non c'è Penelope lentooo e brutto anche nei volti.Esempio il cieco ci è mostrato scendere tutti gli interminabiliii scalini.Il figlio "bravo"..non l'altro che sviene in discoteca cosicchè possa ricevere da malato il racconto del grande amore che fu del cieco:.un melò scontato con tanto di viaggio e inserto rosselliniano.Il cattivo cornuto che le escogita tutte: rompe le gambe a Lena; ricatta il montatore per fare un montaggio che svilisca il film; usa l'altro figlio per spiarla etc..Non si sa se ridere o piangere in questo carosello.Non si sa soprattutto quale amore e quale etica voglia esprimere il regista.Si è detto che è un' omaggio al cinema e all'arte del "bel vedere".Ma dietro le immagini ci sono anche pensieri. Qui è tutto estetizzante e vorticoso almeno nel melò e la realtà quotidiana è screditata, anche se spunti non mancherebbero, vivendo soltanto nel e del ricordo. Una visione vecchia del cinema e della vita.
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[+] mi hai strappato le parole dalla bocca...
(di luana)
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fataignorante
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lunedì 23 novembre 2009
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nulla è più reale del caso
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"Nulla è più reale del caso" (Paul Auster , "Citta di Vetro").
Vite scomposte . Personaggi che si appropriano di altre vite. Vite spiate , osservate ; ricomponibili perchè documentate.
Qui sembra che Almodovar rimodelli continuamente le vite dei suoi personaggi come in un romanzo di Auster.
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vipera gentile
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lunedì 23 novembre 2009
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come nella vita, felicità, dolore e ricordo.
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Il nuovo film del grande regista spagnolo dal titolo suggestivo è diverso da quelli che inventa e dirige di solito in cui ci pone davanti a situazioni originalissime. Io ho visto “Tutto su mia madre”, “Volver” e “Parla con lei”. Che cosa posso dire? Mi sono rimasti dentro; nei giorni successivi, mi sorprendevo a ricordare le scene del film nei momenti più strani come, per esempio, quando mi lavavo i denti appena alzata o mentre facevo la spesa al supermercato.
Questo film è diverso perché tratta un argomento classico, normale: un’intensa storia d’amore che coinvolge un regista e un’attrice, amante di un ricco e anziano magnate. Il personaggio principale è Penelope Cruz che Almodovar riesce a potenziare in modo incredibile: con lui, da brava diventa superlativa, da ragazza non particolarmente bella diventa una vamp, quasi una nuova Loren dalle labbra sensuali, gli occhi enormi e una sensualità prorompente.
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Il nuovo film del grande regista spagnolo dal titolo suggestivo è diverso da quelli che inventa e dirige di solito in cui ci pone davanti a situazioni originalissime. Io ho visto “Tutto su mia madre”, “Volver” e “Parla con lei”. Che cosa posso dire? Mi sono rimasti dentro; nei giorni successivi, mi sorprendevo a ricordare le scene del film nei momenti più strani come, per esempio, quando mi lavavo i denti appena alzata o mentre facevo la spesa al supermercato.
Questo film è diverso perché tratta un argomento classico, normale: un’intensa storia d’amore che coinvolge un regista e un’attrice, amante di un ricco e anziano magnate. Il personaggio principale è Penelope Cruz che Almodovar riesce a potenziare in modo incredibile: con lui, da brava diventa superlativa, da ragazza non particolarmente bella diventa una vamp, quasi una nuova Loren dalle labbra sensuali, gli occhi enormi e una sensualità prorompente.
Ma la Cruz recitare anche in un altro ruolo, ben diverso; così constatiamo una volta di più la sua natura eclettica e l’abilità del truccatore che opera una vera e propria magia.
Come in tutti i suoi film, il regista alterna la felicità e la tragedia e riesce a far vibrare la sensibilità dello spettatore. A causa del suo contrario, l’infelicità è spaventosa, sembra irriducibile. Ma il tempo e il coraggio di ricostruire una realtà rifiutata per anni permetteranno al protagonista di raccontarsi e di ricomporre così i pezzi della sua personalità frantumata; le foto strappate dei momenti affettuosi con la compagna verranno rimessi insieme e il dolore diventerà finalmente ricordo.
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(di luana)
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marezia
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domenica 22 novembre 2009
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chi di spada ferisce di spada perisce
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Dal momento che uno sfogo infantile è diventato post in prima fila urge riequilibrio. E' bene ricordare che le colonnine sono predisposte per essere mutate in altezza e quindi accorciarle o allungarle fa parte del gioco e nessuno si deve sentire sminuito o esaltato. L'importante è dire cose intelligenti...
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(di luana)
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