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Non è un paese per vecchi è, a mio modesto parere, un film a dir poco rivoluzionario.
Un evoluzione del cinema ordinario che ne sconvolge le regole per divenire una forma di arte adatta al nostro tempo: ciò che è accaduto nel passaggio da teatro a meta teatro è qui trasposto sullo schermo dalla straordinaria sensibilità artistica dei fratelli Coen.
Durante lo svolgersi del film assistiamo al completo stravolgimento delle forme narrative cinematografiche e questo, di primo acchito, ci spiazza e sconvolge il nostro "gusto cinematografico" che abbiamo abituato (anche in maniera inconscia) a schemi tradizionali.
Premessa: la prima regola di una regia è che tutto ciò che viene mostrato ha un suo senso, come anche tutto ciò che non viene mostrato.
Da ciò dobbiamo quanto meno fermarci a riflettere sulle parecchie "follie narrative e visive" presentate in "Non è un paese per vecchi": in primo luogo non esiste un protagonista definibile, non Javier Bardem, nè Tommy Lee Jones, nè Josh Brolin o la fidanzata del suo personaggio. La storia parla di tutti loro sì, ma anche di nessuno in particolare. Le loro vite s'incontrano ma non è un legame alla "Pulp Fiction", quanto piuttosto un avvicinamento casuale voluto dal destino.
Ma questa è solo la proverbiale punta dell'iceberg, gli interrogativi cominciano a fioccare e a ronzare nella nostra testa appena i titoli di coda fanno la loro comparsa sull schermo nero:
Quanti si aspettavano uno scontro tra bene e male, nelle vesti del cinico Brolin e dello spietato assassino Bardem?
E non è quantomeno incredibile che non ci venga mostrata la morte del personaggio di Brolin, che aveva acquisito una importanza rilevante nel nostro immaginario di aspettative? La figura dello sceriffo è impotente ai fini di una presunta trama, poteva occupare cinque minuti di un normale film e nessuno se ne sarebbe accorto. Non cambia gli eventi, è perfettamente inutile. Lo psicopatico assassino interpretato magistralmente da Javier Bardem? Qual'è il senso di mostrarci quell'incidente finale? Per appagarci forse in una sorta di catartica punizione divina del cattivo, il quale non può sfuggire al karma delle sue malefatte?
No.
Secondo me la chiave di lettura del film è da ricercarsi nel suo titolo: "Non è un paese per vecchi" per me ha significato di "Non esistono principi".
Tutto il film, tutta la trama, tutto ciò che si vede non è sviluppato in funzione di una storia ma in funzione di un'idea. E l'idea è che qualunque idea tu abbia è sbagliata.
Non esistono in questo paese, in questo mondo dei fratelli Cohen (che però è tanto simile al nostro) una sola linea di condotta che permetta l'autoconservazione di sè stessa o di chi la attua. Questa è la tesi del film e ogni sforzo cinematografico è volto a questo: si mostra solo ciò che è importante al fine di dimostrare questa tesi.
L'incidente finale dell'assassino (che fino alla fine sembra sfuggire a questa regola) non è una punizione fisica, bensì un ennesima prova del sopracitato principio generatore del film: Bardem è costretto a mostrarsi al ragazzino e non può ucciderlo (se ci fate caso tutti coloro che lo vedono muoiono a meno che non li salvi la moneta); anzi il ragazzo tenta pure di aiutarlo senza volere nulla in cambio.
Non vince il bene, non vince il male, non vince nessuno. Nessuno ha risposte o risorse sicure in questo paese/mondo.
Un mondo dove vige la regola dei fratelli Coen, della quale lo sceriffo è interprete, vittima e tristemente conscio.
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zopiro
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martedì 8 aprile 2008
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follie narrative
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Non credo ke l'assenza di 1 unico protagonista possa essere definita una "follia narrativa" a meno ke registi come Altman,specialista di film corali,non siano da considerare da ricovero forzato!Ad esempio,in "America oggi"ben 9 personaggi intrecciano le loro vicende in maniera o - casuale.Il morto fuori campo,non so,ripenso a "C'era una volta il West" di Leone dove una banda di cattivi,paragonabili ai messicani dei Coen,sparano al bambino irlandese e il suo corpo morto si vede solo nella sequenza successiva.Oppure penso a "La casa dalle finestre ke ridono" di Avati in cui il corpo della protagonista femminile viene ritrovato appeso ad un gancio da macellaio.E veniamo allo sceriffo:credo ke sia 1 elemento non eliminabile della storia,rappresenta il senso morale dell'uomo disilluso da una logica di violenza(Bardem)ke non comprende più.
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Non credo ke l'assenza di 1 unico protagonista possa essere definita una "follia narrativa" a meno ke registi come Altman,specialista di film corali,non siano da considerare da ricovero forzato!Ad esempio,in "America oggi"ben 9 personaggi intrecciano le loro vicende in maniera o - casuale.Il morto fuori campo,non so,ripenso a "C'era una volta il West" di Leone dove una banda di cattivi,paragonabili ai messicani dei Coen,sparano al bambino irlandese e il suo corpo morto si vede solo nella sequenza successiva.Oppure penso a "La casa dalle finestre ke ridono" di Avati in cui il corpo della protagonista femminile viene ritrovato appeso ad un gancio da macellaio.E veniamo allo sceriffo:credo ke sia 1 elemento non eliminabile della storia,rappresenta il senso morale dell'uomo disilluso da una logica di violenza(Bardem)ke non comprende più.I ragazzini del finale potrebbero voler dire ke il denaro corrompe,ke il Male(ancora Bardem)continuerà ad esistere insinuandosi nelle nuove generazioni.
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