peppe97
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mercoledì 2 febbraio 2011
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una pellicola "quasi poliziesca"
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Ciò che mi ha colpito di questa pellicola è stata sia la realtà che narra sia l'attualità con cui lo fà.Di certo è nello stile di Cronemberg ideare questi film che tendono di più al poliziesco e che hanno uno scopo molto significativo sia dal punto di vista sociale,e sia da quello popolare:quello di denunciare la "malavita" di tutte le nazioni(in questo caso,la Russia)in un modo del tutto insolito:vestendo i panni delle "vittime"
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valentinamì
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lunedì 10 gennaio 2011
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senza brio
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Definirei questo film un fiasco.
Delunte non tanto la trama quanto il cast.
Un Vincent Cassel che nel film non riesce a convincere nemmeno fingendo di essere ubriaco,ruolo che non cambia annoia e perdura per tutta la visione.
Naomi Watts sprecata,qui usata più per il suo bel faccino che per la sua recitazione. La sceneggiatura è povera di contenuti,non rende giustizia a quella che ppoteva essere l'idea iniziale del film.
Per non parlare del nostro doppiaggio che cercando di imitare il russo rende ridicolo il parlare degli attori,già poco convincenti.
Una neonata frutto di prostituzione minorile,mafia russa e tanto sangue.
Il trio poteva essere gestito meglio.
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Definirei questo film un fiasco.
Delunte non tanto la trama quanto il cast.
Un Vincent Cassel che nel film non riesce a convincere nemmeno fingendo di essere ubriaco,ruolo che non cambia annoia e perdura per tutta la visione.
Naomi Watts sprecata,qui usata più per il suo bel faccino che per la sua recitazione. La sceneggiatura è povera di contenuti,non rende giustizia a quella che ppoteva essere l'idea iniziale del film.
Per non parlare del nostro doppiaggio che cercando di imitare il russo rende ridicolo il parlare degli attori,già poco convincenti.
Una neonata frutto di prostituzione minorile,mafia russa e tanto sangue.
Il trio poteva essere gestito meglio.
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[+] carrol
(di carrol)
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mr cinefilo
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giovedì 6 gennaio 2011
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eastern promises
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le cose peggiori di questo film sono: la traduzione del titolo ed il doppiaggio agghiacciante in finto russo del bravo Vincent Cassel. Tutto il resto è da antologia, il cast, l'atmosfera creata dal regista, e la malinconica colonna sonora.
Snobbato ingiustamente agli oscar
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mocheca
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giovedì 27 maggio 2010
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ottimo.
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travis_bickle
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sabato 6 febbraio 2010
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easter promises.
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Sicuramente meglio di "a history of violence".
Un buon Vincent Cassel e un Cronenberg un pò meno lento del solito ;)
Ottima Naomi Watts che a mio parere fa fare il salto di qualità al film ;)
Voto 7 -
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piccoletto
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mercoledì 30 dicembre 2009
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film banale
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Il film è scontato, violento di serie B, meglio passare il tempo vendendo qualcosa d'altro.
Non riesco a concepire un rating così alto.
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fedeleto
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sabato 12 dicembre 2009
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le promesse di cronenberg? mantenute!
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CHI CONOSCE CRONENBERG SA GIA PERCHE' IL FILM E' UN PICCOLO GIOIELLO DELLA SUA FILMOGRAFIA.IN PRIMIS PERCHE' COME SEMPRE RIESCE A CREARE L'ATMOSFERA IDEALE E PERFETTA CHE COMBACIA CON LA TRAMA,DOPODICHE' UN'ALTRO DEI SUOI PREGI E' REGALARCI UNA PROFONDITA' DI CONTENUTI CHE COME OGNI VOLTA SFUGGONO A MOLTI SPETTATORI.LA TRAMA RACCONTA LA STORIA DI UNA DONNA MORTA NEL MOMENTO DEL PARTO,ED IL TUTTO LEGHERA' UN'OSTETRICA CHE LEGGERA' IL SUO DIARIO SCOPRENDO MOLTI SEGRETI RELATIVI ALLA MAFIA RUSSA.IL SECONDO TEMPO PERO' CI PORTA A COLPI DI SCENA CONTINUI DOVE LO SPETTATORE FATICHERA' A STARE DIETRO AL FILM.TORNANDO AI CONTENUTI MERITANO UNA PICCOLA ANALISI:VIGGO MORTENS RAPPRESENTA LA DOPPIA IDENTITA'(TEMA EVIDENTE GIA' IN LA MOSCA)CHE E' DIVISA DAL SUO LAVORO IN INCOGNITO E COIFFEUR(O MEGLIO GUARDIA DEL CORPO) DEL GRANDE VINCET CASSEL,E LA SUA DOPPIA IDENTITA' CI FA COMPRENDERE COME LUI RAPPRESENTI IL BENE ED IL MALE MA NON NE SCELGA MAI UNO(INFATTI DICE A 15 ANNI STO IN UNA SORTA DI ASSENZA.
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CHI CONOSCE CRONENBERG SA GIA PERCHE' IL FILM E' UN PICCOLO GIOIELLO DELLA SUA FILMOGRAFIA.IN PRIMIS PERCHE' COME SEMPRE RIESCE A CREARE L'ATMOSFERA IDEALE E PERFETTA CHE COMBACIA CON LA TRAMA,DOPODICHE' UN'ALTRO DEI SUOI PREGI E' REGALARCI UNA PROFONDITA' DI CONTENUTI CHE COME OGNI VOLTA SFUGGONO A MOLTI SPETTATORI.LA TRAMA RACCONTA LA STORIA DI UNA DONNA MORTA NEL MOMENTO DEL PARTO,ED IL TUTTO LEGHERA' UN'OSTETRICA CHE LEGGERA' IL SUO DIARIO SCOPRENDO MOLTI SEGRETI RELATIVI ALLA MAFIA RUSSA.IL SECONDO TEMPO PERO' CI PORTA A COLPI DI SCENA CONTINUI DOVE LO SPETTATORE FATICHERA' A STARE DIETRO AL FILM.TORNANDO AI CONTENUTI MERITANO UNA PICCOLA ANALISI:VIGGO MORTENS RAPPRESENTA LA DOPPIA IDENTITA'(TEMA EVIDENTE GIA' IN LA MOSCA)CHE E' DIVISA DAL SUO LAVORO IN INCOGNITO E COIFFEUR(O MEGLIO GUARDIA DEL CORPO) DEL GRANDE VINCET CASSEL,E LA SUA DOPPIA IDENTITA' CI FA COMPRENDERE COME LUI RAPPRESENTI IL BENE ED IL MALE MA NON NE SCELGA MAI UNO(INFATTI DICE A 15 ANNI STO IN UNA SORTA DI ASSENZA.)E' L'UOMO CHE VEDE LA VITA MA NON CI PARTECIPA SE NON CON SCOPI PURAMENTE SECONDARI.INOLTRE LA STORIA DEI TATUAGGI E' DAVVERO UNICA E BEN COSTRUITA DESCRIVENDO DA COME HA DETTO CRONENBERG LA CERIMONIA CHE SI SVOLGE IN TUTTI I SUOI DETTAGLI.VINCET CASSEL INVECE RAPPRESENTA IL DEBOLE CHE VIVE PER SOLDI (NEL MOMENTO IN CUI GLI SI DICE DI AVER RISPETTO PER I MORTI LUI TIRA FUORI I SOLDI E DICE QUESTI SONO RISPETTO)E CHE FUGGE LA VITA NON AGENDO MA FACENDO AGIRE LA SUA GUARDIA DEL CORPO INFATTI VIVE DI SOLDI MA NON DELLA PROCURA DI ESSI.QUESTI SONO ALCUNI ESEMPI SUI PERSONAGGI DI CRONENBERG,CHE EMERGONO FACENDOCI RIFLETTERE SU ALCUNE REALTA'.OTTIMO FILM CHE MERITA COME IL SUO REGISTA CHE RICORDIAMO PER LE SUE MAGICHE PELLICOLE(SCANNERS,VIDEODROME,IL PASTO NUDO,LA MOSCA,RABID).
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lucido71
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venerdì 6 novembre 2009
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la promessa della lentezza
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E' inutile, questo regista non riesce proprio a convincermi. Dopo averlo eternamente atteso in A History of Violence, gli avevo dato questa seconda chance... fallita. La storia, la trama, poteva anche reggere, ma la pellicola restava sempre troppo lenta, x poi accelerare con svariate lacune nel finale... non capisco proprio come si possa premiare un film del genere, con 5 stelle... SCONSIGLIATO.
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danilodac
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domenica 9 agosto 2009
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la promessa dell'assassino
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Una ragazza russa muore partorendo una bambina, l’allevatrice legge il diario della defunta e cerca di rintracciare le origini della famiglia per affidarne la custodia. Conoscerà Nikolai, servo della mafia russa, e sarà travolta dal tumultuoso scorrere degli eventi tra degrado, prostituzione e criminalità.
Per il suo 16° lungometraggio, Cronenberg sceglie un’altra storia di violenza e di rimpianti dove ancora una volta è il passato a condizionare la vita di un uomo e le sue azioni. Quello che in apparenza sembra possedere la scorza di un thriller gangsteristico contiene invece in sé le caratteristiche, i significati e la profondità di una vera e propria tragedia morale.
Attraverso una scrittura di asciutta semplicità, Cronenberg dipinge la crudeltà di un microcosmo malato e corrotto, inevitabilmente contaminato dalla violenza e dall’avidità di potere.
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Una ragazza russa muore partorendo una bambina, l’allevatrice legge il diario della defunta e cerca di rintracciare le origini della famiglia per affidarne la custodia. Conoscerà Nikolai, servo della mafia russa, e sarà travolta dal tumultuoso scorrere degli eventi tra degrado, prostituzione e criminalità.
Per il suo 16° lungometraggio, Cronenberg sceglie un’altra storia di violenza e di rimpianti dove ancora una volta è il passato a condizionare la vita di un uomo e le sue azioni. Quello che in apparenza sembra possedere la scorza di un thriller gangsteristico contiene invece in sé le caratteristiche, i significati e la profondità di una vera e propria tragedia morale.
Attraverso una scrittura di asciutta semplicità, Cronenberg dipinge la crudeltà di un microcosmo malato e corrotto, inevitabilmente contaminato dalla violenza e dall’avidità di potere. A far da sfondo a questo spietato affresco vi è una Londra assente, inerme alle contraddizioni e alle malvagità della vita; è anch’essa spettatrice di quell’universo ottuso e dittatoriale che è l’emblema del lato oscuro dell’umanità, il suo legno storto.
Come in “A history of violence”, che può essere considerato il suo corrispettivo, Cronenberg effettua una radiografia dell’animo umano, analizzandone soprattutto la componente animalesca: istinto di sopravvivenza, vendetta, invidia.
Sorretto da un tono funereo e segnato da squarci di violenza improvvisa, l’ultima pellicola del grande regista canadese è anche un apologo sulla labilità e l’ambiguità della moralità umana.Tutto ciò che non c’è o meglio non viene detto nella sceneggiatura di Steve Knight si carica di un’ambivalenza significativa e misteriosa al punto che l’ignoto diventa un pregio, non un difetto.
Attraverso l’interessante teoria secondo cui gli schiavi partoriscono schiavi, Cronenberg elabora un discorso sulla virulenza del destino che contagia le sue vittime scegliendole con preferenze di sesso, classi sociali, nazionalità.
Il mondo delle persone “normali” si trova al di fuori di quello che è l’habitat “naturale” del mondo criminale: un ristorante cupo e purpureo come il sangue che lo intinge.
Il personaggio di Nikolai, nella sua rassegnata e sconsolata visione che ha del mondo, rappresenta la chiave di lettura del film: egli è sull’orlo di un abisso, in perenne oscillazione tra il bene e il male. Dopo una notevole azione benefica nei confronti di Anna e della di lei figlia adottiva, in questa pessimistica eppur non nichilista visione della realtà umana, la voce fuori campo di Tatjana pronuncia le stesse parole del folgorante incipit iniziale: “Tutti noi, in Russia, siamo nati già morti”. Il finale antiretorico, senza lieta fine né catarsi, è coerente con il resto del film e lascia spazio d’interpretazione allo spettatore.
Due le scene memorabili in cui il regista riesce a portare il suo sguardo visionario ad un livello di stregonesca abilità: la sequenza in cui Nikolai, disarmato, si trova a dover affrontare due gangster sullo sfondo di una sauna tanto onirica quanto inquietante, degna di entrare in una ideale antologia di scene d’azione e quella in cui il protagonista si trova al cospetto della cosca criminale e presta il suo giuramento all’organizzazione attraverso l’incisione dei tatuaggi; metafora di ciò che non si può dimenticare, è accaduto, accade e forse continuerà ad accadere.
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