anna
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domenica 30 marzo 2008
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bello bello bello
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bellissimo film. violento, ma si vede di peggio (c'è piu sangue nei cartoni dei griffin); niente inseguimenti,sgommate e sparatorie all'americana che ormai mi hanno stufato(forse per questo alcuni lo definiscono "lento"), una trama da seguire passo passo perchè non è poi così scontata come siamo abituati a vedere di solito,un finale aperto (ma sto qua da che parte sta?), belli i personaggi, tutti, compresa l'ostetrica sempliciotta e non proprio sveglia che segue l'istinto senza rendersi conto in che casino si è cacciata, e secondo me non lo capisce proprio fino alla fine. Angosciante la scena della sauna con l'uomo nudo contro i sicari armati di coltelli: nel subconscio maschile questo evoca angosce di castrazione che vanno ben oltre la violenza pura e semplice della scena.
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bellissimo film. violento, ma si vede di peggio (c'è piu sangue nei cartoni dei griffin); niente inseguimenti,sgommate e sparatorie all'americana che ormai mi hanno stufato(forse per questo alcuni lo definiscono "lento"), una trama da seguire passo passo perchè non è poi così scontata come siamo abituati a vedere di solito,un finale aperto (ma sto qua da che parte sta?), belli i personaggi, tutti, compresa l'ostetrica sempliciotta e non proprio sveglia che segue l'istinto senza rendersi conto in che casino si è cacciata, e secondo me non lo capisce proprio fino alla fine. Angosciante la scena della sauna con l'uomo nudo contro i sicari armati di coltelli: nel subconscio maschile questo evoca angosce di castrazione che vanno ben oltre la violenza pura e semplice della scena. insomma, per me proprio un bel film.
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alemar70
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domenica 30 marzo 2008
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a history of violence 2
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"A history of violence" dello stesso regista (David Cronenberg) e con lo stesso attore protagonista (Viggo Mortensen) era davvero un ottimo film. Questa "Promessa dell'assassino" mi è piaciuto un pò meno sebbene lo stile (sanguinolento) del racconto sia più o meno lo stesso. Ciò che mi convinto poco sono i troppi buchi che ci sono nella sceneggiatura (perchè la protagonista non porta subito il diario alla polizia?) e alcuni passaggi un pò forzati (come la scena in cui Mortensen combatte completamente nudo contro due killer che lo aggrediscono in una sauna). Il finale poi lascia un pò a desiderare, si poteva concludere la storia con qualche svolta in più. Nel complesso comunque un film discreto.
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moralista
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giovedì 20 marzo 2008
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basta violenza!
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Non mi è dispiaciuito ma non se ne può più di questo compiacimento verso le scene di violenza. Poi ci stupiamo se i giovani si filmano mentre guidano ubriachi, con quello che ne consegue, tanto per citare solo un fatto recente!
[+] a moralista, svegliati
(di antonpaco)
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lui5
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domenica 16 marzo 2008
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duro ma eccellente il risultato
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Ti prende dalle prime scene fino all'ultima.
Ottima regia, bravissimi gli attori. Il film è intenso e sa colpire lo spettatore nel modo giusto. Duro e molto violento in alcune scene ma efficace nel racconto e nel messaggio positivo che rimane dopo che si è usciti.
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cicciomerluzzo
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venerdì 7 marzo 2008
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cronemberg deve ritirarsi...per sempre?.condivido
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CRONENBERG HA SEMPRE VOLUTO FARE LO STRANO, HA FATTO QUALCHE FILM INTERESSANTE MA HA FATTO ANCHE IMMANI CAGATE !!!
[+] ottimo
(di stan)
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sara
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giovedì 28 febbraio 2008
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anche se nn ho capito perfettamente la promessa...
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è un bel film e poi l'assassino è molto affascinante..il bacetto alla fine del film tra lui e lei è stato ..cosi emozionante e malinconico,che carini!certo in qualche scena il film era abbastanza forte.....poi cassel..mi fa ammazzare dalle risate anche se nn fa film comici!
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shivers
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martedì 26 febbraio 2008
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cronenberg è finito?
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sono un appassionato del cinema di cronenberg da tempi non sospetti (primi anni '80, con scanners, la zona morta e videodrome), ossia da quando cronenberg era considerato più o meno da tutti i critici un regista di horror di serie b: invece avevo visto lontano, in questo geniale autore, capace di regalarci emozioni gelide e disturbanti; poi la mia passione è diventata una vera e propria ossessione quando, per un decennio (86-96) cronenberg è stato a mio avviso il più grande regista in circolazione (dalle parti di kubrick, ancora in vita, per intenderci): in serie ci ha regalato le seguenti perle: inseparabili, il pasto nudo, m. butterfly, crash, il primo e l'ultimo due capolavori assoluti (a tutt'oggi da lui ineguagliati); poi sono venuti eXistenZ, abbastanza disimpegnato (ma forse era solo ironia), comunque valido; spider, notevole, ma leggermente al di sotto delle sue possibilità, e gli ultimi due, stranissimi, film: a history of violence e eastern promises: un dittico che mi lascia molto perplesso; ci vedo molta maniera, molto cinema americano (scorsese in primis) e molta voglia di giocare a stupire lo spettatore con macabre scenette; non sono sicuro che il canadese sia finito, ma posso sbilanciarmi rilevando che probabilmente ha imboccato la china discendente della sua arte cinematografica (guardacaso, oggi, con questi due ultimi film, cronenberg è diventato un must della critica globale, osannato da tutti, quando ai tempi di crash, pochi lo ritenevano un genio e molti un perverso autore di film inutili ed ha raggiunto anche il successo tra il pubblico mondiale: funziona sempre così).
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dante
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giovedì 14 febbraio 2008
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semyon a mortensen
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TU giochi col principe per fare affari col re ma se vuoi fare affari col re devi essere sincero con me
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darjus
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martedì 12 febbraio 2008
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bios e tanathos
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Una banda appartenente alla mafia russa ha, in un ristorante di Londra – il Trans-Siberian – la propria copertura. Proprietario del locale e capo della famiglia è il saggio Semyon, coadiuvato dallo spietato e maniacale figlio Kirill. Nicolaj (Mortensen, sempre bravo, con tutta la sua cruda e rigida sciuttezza) è l’autista dell'organizzazione, che un giorno si ritrova coinvolto in una storia che riguarda una donna morta di parto e un diario scritto in russo. Bios e Tanathos, in luogo dell’Eros e Tanatos, da sempre caro a Cronemberg (che qui lo esemplifica nella splendida scena della lotta-amplesso nei bagni turchi): è la vita che sfida la morte, a cui si accompagna in un connubio mostruoso e inevitabile, nel quale il sangue e l’amore scorrono insieme, lungo le sporche strade di una città senz’anima.
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Una banda appartenente alla mafia russa ha, in un ristorante di Londra – il Trans-Siberian – la propria copertura. Proprietario del locale e capo della famiglia è il saggio Semyon, coadiuvato dallo spietato e maniacale figlio Kirill. Nicolaj (Mortensen, sempre bravo, con tutta la sua cruda e rigida sciuttezza) è l’autista dell'organizzazione, che un giorno si ritrova coinvolto in una storia che riguarda una donna morta di parto e un diario scritto in russo. Bios e Tanathos, in luogo dell’Eros e Tanatos, da sempre caro a Cronemberg (che qui lo esemplifica nella splendida scena della lotta-amplesso nei bagni turchi): è la vita che sfida la morte, a cui si accompagna in un connubio mostruoso e inevitabile, nel quale il sangue e l’amore scorrono insieme, lungo le sporche strade di una città senz’anima. In una polis senza vita, asettica e cruda, la vita riesce a riemergere e a sopravvivere, a muoversi nei modi più tortuosi e a trovare dimora nei cuori più impenetrabili. Ma solo attraverso la morte: quando è Bios a morire, sarà Zoe – l’essenza del vivere – a trovare la luce. Cronemberg dà vita ad una sorta di poliziesco d’autore in cui il balletto tra bene e male sembra trovare percorsi troppo lineari ed immagini troppo semplificate: deludente sul piano concettuale, sempre d’impatto dal punto di visto etico ed estetico. **½
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paioco89
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sabato 9 febbraio 2008
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nervi saldi per un cronenberg all'ennesima potenza
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Capolavoro di David Cronenberg il quale mantiene l'insaziabile fame di violenza e crudeltà. Il film, per il quale si consigliano nervi saldi e stomaco forte, si articola bene attorno alla vicenda di una quattordicenne stuprata che da alla vita un bambino. La ragazza non sopravvive al parto e dunque l'infermiera Anna (Naomi Watts) cerca di risalire alla famiglia addentrandosi in un mondo che non è il suo, quello della mafia russa. Un diario appartenente alla giovane madre morta sarà oggetto di violenze e ricatti.
Cronenberg mette in evidenza la diversità tra mondo "normale" e mondo "anormale", quello di noi cittadini del mondo e quello della mafia. Viene resa bene dall'ottima interpretazione di Naomi Watts, personaggio forte ma tremendamente impaurito dall'idea di confrontarsi con una parte di società così tetra e pericolosa; si batte per quella figlia di nessuno, sa di dover scendere a patti con i sicari russi, sa che è rischioso, non sa però se sia la cosa giusta o sbagliata.
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Capolavoro di David Cronenberg il quale mantiene l'insaziabile fame di violenza e crudeltà. Il film, per il quale si consigliano nervi saldi e stomaco forte, si articola bene attorno alla vicenda di una quattordicenne stuprata che da alla vita un bambino. La ragazza non sopravvive al parto e dunque l'infermiera Anna (Naomi Watts) cerca di risalire alla famiglia addentrandosi in un mondo che non è il suo, quello della mafia russa. Un diario appartenente alla giovane madre morta sarà oggetto di violenze e ricatti.
Cronenberg mette in evidenza la diversità tra mondo "normale" e mondo "anormale", quello di noi cittadini del mondo e quello della mafia. Viene resa bene dall'ottima interpretazione di Naomi Watts, personaggio forte ma tremendamente impaurito dall'idea di confrontarsi con una parte di società così tetra e pericolosa; si batte per quella figlia di nessuno, sa di dover scendere a patti con i sicari russi, sa che è rischioso, non sa però se sia la cosa giusta o sbagliata. Viggo Mortensen (nei panni dell'autista russo) fa trasparire il suo vero ruolo solamente nelle battute finali, quindi il pubblico non si annoierà per un esito gia scontato da minuti; in lui si denota una freddezza e una passività tale da renderlo violento al solo sguardo. Kirill (Vincet Cassel) è ormai un esperto di questo genere e si presta perfettamente nella parte dell'inumano, dell'essere senza sentimento, della bestia.
Il film è carico di violenza dal primo all'ultimo minuto, non tanto per il sangue che in alcune scene scorre a fiumi (due sgozzamenti ripresi in primo piano, smembramento di un cadavere, lotta a forza di coltellate sulla carne e sul viso in una sauna) ma per l'atomosfera in cui si cala il film. Viene privilegiato il contrasto di colore tra rosso e nero (colori violenti), lo stupro viene visto come una routine, l'utilizzo di alcool e di fumo caricano ancor di più i personaggi in una sorta di "macchina di morte", dove il ristorante del padre di Kirill è il luogo dove ricaricare le batterie per poi calarsi in un ruolo di morte e atrocità. In generale la freddezza con cui si parlano gli assassini riflette una parte di mondo che non ci appartiene, che nessuno oserebbe immaginare di farne parte.
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