loscrivanofiorentino
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sabato 29 aprile 2017
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le stelle sopra il cuore
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Cinici e spietati,mafiosi russi imperversano a Londra.
Credo che il punto di forza del film risieda nella cupa atmosfera che avvolge la sceneggiatura,complice lo scavato volto di Mortensen.
Non ci sono spargimenti di sangue spettacolari piuttosto cruenti momenti di violenza che lasciano quasi senza fiato,come la scena nella sauna O il taglio della gola al cimitero.
Il tutto in un silenzio glaciale che diventa quasi assordante allo scricchiolio di ossa e al sibilo di lame taglienti.
Sullo sfondo le parole di una malcapitata quattordicenne vittima di un abominevole trattamento.
Purtroppo la sceneggiatura talvolta non scorre il maniera fluida,il personaggio di Cassel è spesso eccessivo e poco credibile e la faccenda dell'infiltrato regge fino a un certo punto.
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Cinici e spietati,mafiosi russi imperversano a Londra.
Credo che il punto di forza del film risieda nella cupa atmosfera che avvolge la sceneggiatura,complice lo scavato volto di Mortensen.
Non ci sono spargimenti di sangue spettacolari piuttosto cruenti momenti di violenza che lasciano quasi senza fiato,come la scena nella sauna O il taglio della gola al cimitero.
Il tutto in un silenzio glaciale che diventa quasi assordante allo scricchiolio di ossa e al sibilo di lame taglienti.
Sullo sfondo le parole di una malcapitata quattordicenne vittima di un abominevole trattamento.
Purtroppo la sceneggiatura talvolta non scorre il maniera fluida,il personaggio di Cassel è spesso eccessivo e poco credibile e la faccenda dell'infiltrato regge fino a un certo punto.
Quando sembra che non ci sia più spazio per un raggio di sole,arriva la scena della bambina a ridarci un poco di speranza per il futuro,un poco troppo fuori contesto,ma apprezzabile.
A mio avviso un gran bel film che sarebbe potuto diventare capolavoro con un briciolo di accortezza in più.
Il miglior film di Cronenberg, comunque.
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iuriv
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mercoledì 5 ottobre 2016
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spietati.
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Noir che costruisce il suo incedere sulla doppia morale dei suoi protagonisti. Sullo sfondo di una Londra a forte immigrazione russa, la nascita di una bambina costringe i protagonisti della storia a mostrare il loro vero volto.
Cronemberg mette in scena questo racconto utilizzando una regia molto parsimoniosa. Ogni sequenza è utile alla narrazione e non si nota mai un movimento brusco o una presenza troppo invasiva della macchina da presa.
Il regista punta ad ottener il massimo dai suoi interpreti, costretti a mettere in mostra l'ambivalenza dei propri personaggi.
Splendida Naomi Watts, che lotta contro l'orgoglio della mafia per ideali nobili, ma che nasconde un desiderio di felicità per se stessa.
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Noir che costruisce il suo incedere sulla doppia morale dei suoi protagonisti. Sullo sfondo di una Londra a forte immigrazione russa, la nascita di una bambina costringe i protagonisti della storia a mostrare il loro vero volto.
Cronemberg mette in scena questo racconto utilizzando una regia molto parsimoniosa. Ogni sequenza è utile alla narrazione e non si nota mai un movimento brusco o una presenza troppo invasiva della macchina da presa.
Il regista punta ad ottener il massimo dai suoi interpreti, costretti a mettere in mostra l'ambivalenza dei propri personaggi.
Splendida Naomi Watts, che lotta contro l'orgoglio della mafia per ideali nobili, ma che nasconde un desiderio di felicità per se stessa. Istrionico Vincent Cassel, alle prese con una figura che necessita di virilità, forse per nascondere la sua vera natura. Inquietante Mueller-Stahl, capace di scivolare in un attimo dal rassicurante patriarca allo spietato capo clan senza scrupolo alcuno.
Ma soprattutto Viggo Mortensen, enigmatico e impenetrabile, alle prese con un personaggio dalle molte facce, capace di nascondere le sue vere motivazioni fino alla scena finale.
Un lavoro compatto questo di Cronemberg, intenso, ma anche crudo quando il regista canadese decide di abbandonarsi a immagini esplicite.
La fotografia di un mondo sommerso in cui l'arte del compromesso finisce per snaturare le persone che la applicano.
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achab50
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giovedì 31 marzo 2016
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qualcosa di nuovo (o almeno ben cucinato)
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In una Londra buia e desolata e persino deserta si svolge la vicenda di una baby prostituta che muore dando alla luce una bambina... leggendone il diario si apprende che è stata vittima di un brutale stupro. Uno alla volta compaiono i personaggi, tutti legati alla Russia, mafia, ex kgb, contrabbandieri, lenoni... una ottima e sempre affascinante Naomi Watt è l'infermiera che assiste il parto e tenta di risalire alle origini della neonata, assumendosi con sventatezza (e qui si vede un punto debole nella sceneggiatura) dei rischi notevoli.
Ottima la resa dell'atmosfera; impeccabile la scelta degli attori. La regìa procede sicura nello svolgimento della storia senza indulgere (troppo) nella violenza, che pure pervade l'intera vicenda.
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In una Londra buia e desolata e persino deserta si svolge la vicenda di una baby prostituta che muore dando alla luce una bambina... leggendone il diario si apprende che è stata vittima di un brutale stupro. Uno alla volta compaiono i personaggi, tutti legati alla Russia, mafia, ex kgb, contrabbandieri, lenoni... una ottima e sempre affascinante Naomi Watt è l'infermiera che assiste il parto e tenta di risalire alle origini della neonata, assumendosi con sventatezza (e qui si vede un punto debole nella sceneggiatura) dei rischi notevoli.
Ottima la resa dell'atmosfera; impeccabile la scelta degli attori. La regìa procede sicura nello svolgimento della storia senza indulgere (troppo) nella violenza, che pure pervade l'intera vicenda. E' quasi un film-documentario sulla vita dei bassifondi nelle metropoli..... ma c'è un colpo di scena, inaspettato, che torce la storia ed una parte dei personaggi verso un approdo assolutamente imprevisto.
Buon film, non il solito noir di grana grossa ma con un certo spessore anche psicologico. Personaggi credibili, 90 minuti davvero ben spesi.
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olrik
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giovedì 31 marzo 2016
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buoni e cattivi
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Bellissimo film sul quale è già stato detto tutto, mi limito a un'osservazione marginale: mi sorprende che diversi - anche fra i critici cinematografici professionisti - sembrano non aver colto che il protagonista impersonato da Viggo Mortensen, Nikolai, è in realtà un agente dei servizi segreti russi sotto copertura, infiltrato in Vor V Zakone, la mafia russa, è dunque un buono che si finge cattivo, e - come tutti gli infiltrati di questo mondo - finisce per esserlo realmente.
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no_data
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mercoledì 30 marzo 2016
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noir teso e potente?
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Uno sbadiglio continuo, dall'inizio alla fine. Lentezza esasperante; questo film ti tiene incollato allo schermo come un tubetto di Attack aperto da un mese. I personaggi sono russi, parlano tra loro un po' in russo e un po' in inglese (non si capisce perchè). La storia è noiosa, anche gli attori si annoiano presto, e si vede.
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revine1995
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giovedì 4 febbraio 2016
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tra rosso, violenza e nero
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Vedere Viggo Mortensen è sempre un piacere. L’ Aragorn del Signore degli Anelli, infatti, torna nella pellicola di David Cronenberg come autista, guardia del corpo e per l’occasione anche assassino al soldo di Kirill (Vincent Cassel), figlio di un capo mafioso russo che gestisce i suoi affari a Londra. Nickolai (V.M.) non è quello che sembra: segue gli ordini dei suoi capi senza esitare e dando consigli subdoli e meschini per la riuscita delle attività criminose della mafia russa, ma in realtà è un uomo che nasconde la sua vera identità (Attenzione Spoiler) di poliziotto infiltrato.
Veri protagonisti dell’opera di Cronenberg sono i tatuaggi che acquisiscono il ruolo di cronologia dell’esistenza di ogni personaggio che appare, ogni disegno nero sul corpo rappresenta una tappa della vita (dalla prigione al ruolo sociale).
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Vedere Viggo Mortensen è sempre un piacere. L’ Aragorn del Signore degli Anelli, infatti, torna nella pellicola di David Cronenberg come autista, guardia del corpo e per l’occasione anche assassino al soldo di Kirill (Vincent Cassel), figlio di un capo mafioso russo che gestisce i suoi affari a Londra. Nickolai (V.M.) non è quello che sembra: segue gli ordini dei suoi capi senza esitare e dando consigli subdoli e meschini per la riuscita delle attività criminose della mafia russa, ma in realtà è un uomo che nasconde la sua vera identità (Attenzione Spoiler) di poliziotto infiltrato.
Veri protagonisti dell’opera di Cronenberg sono i tatuaggi che acquisiscono il ruolo di cronologia dell’esistenza di ogni personaggio che appare, ogni disegno nero sul corpo rappresenta una tappa della vita (dalla prigione al ruolo sociale).
I fattori che rendono il film, dal mio punto di vista fantastico, sono i colori (il rosso e il nero ballano tra una scena e l’altra dando alla pellicola profondità e fascino; è un film crudo, limpido e reale) e la rissa nei bagni termali, dove Nickolai cadendo in un agguato da parte dei ceceni e combattendo completamente nudo, regala al mondo cinematografico una della più belle scene di combattimento mai viste. #RV1995
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eltanker
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lunedì 17 agosto 2015
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un titolo ingannevole......
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Quando l'ho visto, la premessa che mi ero fatto dato il titolo era di tutt'altro genere di film. Questo non è un film su serial killer o un film con fìinale a sorpresa e neppure un giallo dove bisogna capire chi o cosa. Il film è uno spartito che si
regge su una storia convincente, su un interpretazione superba dei protagonisti e su un tema che difficilmente viene affrontato nei cinema. Croneberg mescola tutto alla quasi perfezione, peccando molto nel ritmo e nei colpi di scena. Un film da vedere al di là dei gusti.
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dario
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domenica 22 marzo 2015
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potente
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C'è qualche incongruenza (perchè il boss russo è tanto poptente? Dov'è la sua banda?) e qualche ricatto (la bambina a due passi dall'esperienza di Mosè), ma il fiklm funziona bene grazie ad una regia attenta e a una scenografia intrigante. Ottima la scena della sauna, ma continuiamo ad essere nel mondo dell'azione, al machismo esasperato sopra le idee e l'etica civile. Tutto appare pretetuosto al fine di sostenere delle tesi buoniste secondo una pietas di riporto, quando non d'accatto. Gli attori sono molto funzionali, reggono l'intero impianto - disassato - con notevole mestiere. Su tutti Viggo Mortensen, un gradino appena sotto Cassel.
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C'è qualche incongruenza (perchè il boss russo è tanto poptente? Dov'è la sua banda?) e qualche ricatto (la bambina a due passi dall'esperienza di Mosè), ma il fiklm funziona bene grazie ad una regia attenta e a una scenografia intrigante. Ottima la scena della sauna, ma continuiamo ad essere nel mondo dell'azione, al machismo esasperato sopra le idee e l'etica civile. Tutto appare pretetuosto al fine di sostenere delle tesi buoniste secondo una pietas di riporto, quando non d'accatto. Gli attori sono molto funzionali, reggono l'intero impianto - disassato - con notevole mestiere. Su tutti Viggo Mortensen, un gradino appena sotto Cassel. Intensa la Watts. Da vedere.
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gambardella
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domenica 15 febbraio 2015
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anonimo veneziano
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quello che scrivi mi ha soddisfatto, ma io sono ancora più entusista . penso che la promessa dell'assassino sia il migliore film noir degli ultimi trent'anni , forse meno appariscente dei soliti sospetti ma sicuramente più profondo e magistrale. direi che è anche uno dei migliori film del trentennio in assoluto,non solo di genere. già con histoire of violence cronemberg aveva dimostrato di cosa è capace quando limita il suo istinto visionario. un altro suo capolavoro poco conosciuto è la zona morta . ciao.
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ale_swimmer
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mercoledì 17 settembre 2014
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una domanda su questo film
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Personalmente questo film mi ha sempre affascinato e lo rivedo con piacere. Nonostante la trama non sia rivoluzionaria, è l'atmosfera che pervade il film che lo rende particolare. Mi rimane una curiosità riguardo al film e magari qualcuno mi può aiutare: cos'è l'oggetto con cui Nikolai Luzhin (impersonato da Viggo Mortensen) gioca in un paio di scene? In particolare, mentre gli vengono tatuate le stelle e poi alla fine del film, mentre è seduto da solo nel ristorante ed ha ormai preso il posto del "Re" Semyon. Pensavo fosse una specie di rosario ortodosso, oppure una sorta di komboloi, ma non ho trovato alcun riscontro. Qualcuno lo conosce? Saluti a tutti!
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