Io sono leggenda

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Un film di Francis Lawrence. Con Will Smith, Alice Braga, Dash Mihok, Charlie Tahan, Willow Smith.
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Titolo originale I Am Legend. Azione, Ratings: Kids+13, durata 101 min. - USA 2007. - Warner Bros Italia uscita venerdì 11 gennaio 2008. MYMONETRO Io sono leggenda * * 1/2 - - valutazione media: 2,92 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Tre stelle e mezzo "leggendarie" Valutazione 4 stelle su cinque

di Reiver


Feedback:
sabato 26 gennaio 2008

Quando sono entrato in sala ho temuto che il virus si fosse esteso agli spettatori:la sala era vuota,e i pochi presenti sembravano contagiati.Ho capito dopo che non erano "arrabbiati",ma "ingrifati":tutti innamorati che si eccitano vedendo vampiri che picchiano la testa sul plexiglass.Per un attimo ho avuto un attacco anch'io,quando sullo schermo sono passate le immagini di "scusa ma ti chiamo amore":un pò di bava alla bocca e momentanea incazzatura,niente di serio.Poi è iniziato il film.Will Smith su una Mustang Shelby (una delle mie tre macchine preferite) con accanto un cane che è la fotocopia della mia compianta Lara,un essere umano con le fattezze di un pastore tedesco.Questo mi ha ben disposto,ma poi i meriti del film hanno prevalso.Non un capolavoro (se per ogni film che vedo dovessi scomodare Kubrick,rimarrei a casa),ma un buon film di fantascienza,molto diverso da come me l'aspettavo.Non mi attendevo,innanzitutto,che un blockbuster rinunciasse al solito ritmo forsennato da videoclip,alla solita musica-pomposa-che-ti-fa-la-testa-come-un-pallone,al solito cattivo che non muore mai ,neanche se gli infili in bocca una ventina di granate esplosive,magari gusto menta per rinfrescare l'ambiente.Anche la tentazione più facile,quella dell'horror truculento in stile "28 giorni dopo",è stata evitata,nonostante il pubblico più giovane ami dichiaratamente il "gore".Un film costruito sull'alternanza di momenti lenti,quasi introspettivi,e fasi invece cariche di tensione emotiva ma comunque abbastanza verosimili (e anche questa è una sorpresa per gli standard recenti dei blockbusters).Una lode al regista,e una all'eccellente Will Smith.A quarant'anni da "Indovina chi viene a cena" oggi il "king of hollywood" è nero.Straordinario in "La ricerca della felicità" (dove mi ha ricordato il miglior Jimmy Stewart),Smith passa con nonchalance dalla commedia ("Hitch",un Cary Grant del 2000) al dramma sportivo di "Alì" fino alla "Leggenda" attuale,in cui non sfigura di fronte ad un gigante come Heston,e in cui è capace di trasmettere l'umanità,la vulnerabilità,la fragilità psichica ed emotiva del suo personaggio.Vorrei passare oltre le critiche relative al personaggio di Alice Braga:lo sceneggiatore è lo stesso de "Il Codice Da Vinci",non penso che volesse lanciare messaggi subliminali,il suo escamotage narrativo può essere spiegato in diversi modi,tutti plausibili.Mi domando allora cosa sarebbe successo se lo script avesse previsto le croci in difesa della casa-fortino di Neville,come prevedeva il romanzo di Matheson.Il finale è stato interpretato in maniera variegata:chi lo ha giudicato positivo,chi negativo,chi "troppo americano" (andasse a vedere i film serbo-croati,con sottotitoli in eschimese)...Accontentare tutti è impossibile,a me non è dispiaciuto.In fin dei conti un film più che buono,di vera fantascienza "anticipatrice",con chiari risvolti sociologici (l'incomunicabilità,l'alienazione,l'inadeguatezza dello scienziato-intellettuale di fronte alla realtà);un remake all'altezza dell'originale,e in questi tempi di vacche moribonde non è poco.

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sara sabato 26 gennaio 2008
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""Hitch",un Cary Grant del 2000."Cary Grant:classe,charme... e sceneggiature migliori di quella citata.

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reiver sabato 26 gennaio 2008
x sara
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Dovresti stare più attenta alle sfumature delle frasi:"del 2000" significa "in rapporto ai tempi".In "Hitch" Will Smith interpreta un ruolo "alla Cary Grant",cioè una commedia brillante,elegante e non volgare.Certo non è "Susanna" e neppure "Scandalo a Filadelfia",sarei un pazzo se dicessi questo.Non voglio paragonare neppure i due attori,Smith ha moltissima strada davanti a sè da fare,ma ha più qualità di un Cruise o di un Pitt,è più versatile e anche più espressivo.Nel '68 l'attore "top" di Hollywood era Steve McQueen,oggi a quarant'anni di distanza è Will Smith,questo è un dato di fatto.E con merito:per i tempi che corrono,è il meglio che c'è in circolazione.E dei ruoli che prima sarebbero stati proprietà esclusiva di un bianco,oggi possono andare ad un nero,e questo è un fatto positivo.

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;) sabato 26 gennaio 2008
leggenda
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vuoi dirmi che il finale non è una classica americanata dove c'è l'eroe che sacrifica la propria vita lanciandosi con la bomba in mano contro i vampiri?... non ho detto che il film sia brutto anzi mi è piaciuto molto! ma, non so se hai letto il libro, e il fatto che sia leggenda non è perchè trova il virus che salva tutti sacrificandosi!

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reiver domenica 27 gennaio 2008
spiegazione
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Non ho letto il libro.Se tu lo hai letto,posso capire la tua delusione,io il confronto lo posso fare con il film di Heston.Più che "eroe" Neville è un "anti-eroe",un personaggio molto vulnerabile,tutt'altro che invincibile.Se si fosse salvato anche lui,il finale sarebbe stato troppo positivo;se invece fossero morti tutti,il film non avrebbe incassato 250 milioni di dollari.Io mi aspettavo questa conclusione,perchè è identica a quella della pellicola del 1971.

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maryluu domenica 27 gennaio 2008
bravo rambino
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Ciao Rambino, ho molto apprezzato il tuo commento e concordo sulle capacità di Smith. E' un attore che è cresciuto professionalmente attraverso lo studio e l'esperienza. Lo ricordo ancora nei panni di Will, il principe di Bel Air. Pensa dove è arrivato... E' davvero in gamba. Concordo ancora nell'apprzzare la lentezza del film. Permette una riflessione introspettiva impossibile nei film che mettono al primo posto l'azione. Continuo a sostenere però che a mio avviso molte scene sono poco coerenti e poco realistiche. Ma tutto questo l'ho già speigato e rispiegato nella mia recensione e non mi dilungo nuovamente. Sostengo inoltre che è una cosa banale restare delusi perchè un film non rispecchia alla perfezione un libro. [+]

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paleutta domenica 27 gennaio 2008
bella recensione reiver
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nella quale mi trovi d'accordo su quasi tutto anche se non proprio tutto. Certo è che siamo di fronte ad un qualcosa di un tantino più ricercato, anche se non certo originale, perlomeno nei ritmi, nell'uso delle camere e in certa rarefazione di fondo e questo, è sicuramente un qualcosa che ben predispone gli amanti di un certo tipo di cinema. Poi il film viene "infetto" dal virus del genere. Gli effetti speciali oggi hanno creato la convinzione comune che siano possibili e veritiere cose che nella realtà sono proibite dalle leggi della fisica, almeno dai 3 principi della dinamica. Provate ad attaccarvi ad un soffitto ed a mani nude provate a sfondarlo, a sradicare la gettata di cemento, i travicelli, tutto insomma. [+]

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reiver domenica 27 gennaio 2008
effetti speciali
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E' vero,ho dimenticato di citare alcune delle pecche del film.Una di queste è l'uso indiscriminato del digitale,che inevitabilmente porta alle esagerazioni da "cartone animato" che hai ricordato tu,Paleutta.Anche la sceneggiatura poteva essere un tantino migliore,ma anche un film bellissimo come "The Departed" di Scorsese presentava qualche "buchetto" da questo punto di vista.Nonostante tutto,quindi,il mio giudizio rimane positivo,anche se con qualche piccola riserva.

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andrea domenica 27 gennaio 2008
precisazione per maryluu
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E' vero, un libro non deve essere confrontato con un film perché si tratta di due linguaggi diversi. Voglio fare una precisazione riguardo al fatto che il libro "apra un mondo" e il film rispecchi una visione del regista. Innanzitutto, va detto che ci sono cose che le parole non possono esprimere. Come dicevano sia Kubrick che Bergman, il cinema colpisce direttamente l'inconscio senza passare per il filtro verbale. Dire che un film è una visione del regista, mentre il libro può essere "di tutti" è impreciso. Sembra un voler dichiarare una limitazione del cinema. Anche un quadro è GIA' fatto da un pittore, ma quando lo guardiamo la nostra immaginazione non si ferma solo perché stiamo guardando la visione di chi l'ha dipinto. [+]

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andrea domenica 27 gennaio 2008
precisazione per maryluu (2)
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...quello di pensare che ciò che vediamo appartiene alla visione di un altro, ma è un errore. Guardate un film da bambini, poi riguardatelo da adolescenti, poi riguardatelo ancora da adulti. Non sarà mai lo stesso, perché cambia con noi. Allora, l'immaginazione non è solo quella che trasforma le parole di un libro in un qualcosa di nostro, ma anche quella che ci permette di andare OLTRE quello che vediamo in un film. Quando noi immaginiamo, non immaginiamo delle parole, ma delle immagini, dei suoni. Ecco, io credo che il cinema sia per questo l'arte che non filtra l'immaginazione in altri linguaggi, ma la ripropone così com'è, intatta, fatta di visioni. Fellini diceva che il cinema è come il linguaggio dei sogni. [+]

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luc domenica 27 gennaio 2008
ha ragione andrea
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l'espressione visiva, quindi anche il cinema, è più immediata. la scrittura è la più mediata, astratta e recente di tutte. l'inconscio funziona per immagini, è un processo che affonda nel nostro più lontano passato, qualcosa di addirittura animale. il nostro inconscio non elabora parole, le trasforma in immagini che sono simboli delle parole, è come nei rebus. a volte, per simbolizzare una sola frase contenente concetti astratti, produce decine di scene, a volte un sogno lunghissimo vuol comunicare una sola frase.

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andrea lunedì 28 gennaio 2008
per luc
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E' questo il motivo per cui amo tanto il cinema, perché permette il trasferimento di queste "scene" che la nostra mente elabora su un supporto, lo schermo, che le mostra a tutti, evitando mediazioni verbali. Questo approccio psicologico al cinema è molto interessante. Per non parlare, poi, della musica, altra arte presente nel cinema, che a sua volta scavalca la mediazione della parola.

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;) lunedì 28 gennaio 2008
per maryluu
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non hai capito un cavolo di quello che ho detto... rileggi!

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luc lunedì 28 gennaio 2008
3 nuove recensioni
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"per un pugno di dollari", "i due volti della vendetta", "il cacciatore". per andrea: la musica addirittura scavalca pure l'immagine!

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paleutta lunedì 28 gennaio 2008
io ho visto deja vu
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ho scritto qualche cosa...

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maryluu martedì 29 gennaio 2008
precisazioni
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Allora comincio dall'inizio: Per ;) non parlavo espressamente del tuo commento ma in generale di vari commenti che ho letto che citano continuamente il libro e ne ho approfittato per scrivere qui perchè volevo anche commentare Reiver. Per Andrea: Io non ho mai detto che il cinema preclude l'immaginazione. Ho detto che è normale che un libro si presti a più interpretazioni soggettive perchè oltre che la storia devi immaginare il viso dei personaggi, gli ambienti, che il cinema ti rende già immediatamente. Precludendoti una parte di immaginazione importante. E spiegavo perchè di solito il film non soddisfa le aspettative dei lettori che vorrebbero traslato sullo schermo quello che fuoriesce dalla loro testa e non la visione del regista, che si può apprezzare o no proprio per quello che dici tu che anche il visuale colpisce ogni inconscio in maniera diversa. [+]

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maryluu martedì 29 gennaio 2008
precisazioni 2
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apprezzato della sua trasposizione cinematografica.

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andrea martedì 29 gennaio 2008
per maryluu
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Ho voluto fare quelle precisazioni perché di solito si finisce per esaltare il cartaceo rispetto al cinematografico, perché si considera solo quel tipo di immaginazione che permette di trasformare le parole in nostre immagini mentali, dimenticandosi che esistono altri tipi di immaginazione. Te lo dice uno che studia e ama entrambi i linguaggi. Come dici tu, ci si immagina i visi dei personaggi, anche se lo scrittore ci dà comunque una descrizione di quel determinato viso, e quindi un punto di partenza che non ci appartiene lo abbiamo lì. Un'immaginazione totalmente soggettiva si mette in atto solo se NOI scriviamo il libro. Di solito il film non soddisfa le aspettative dei lettori perché molti registi, in particolare quelli di oggi, non sono in grado di trarre qualcosa di buono dal romanzo. [+]

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andrea martedì 29 gennaio 2008
per maryluu (2)
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...in grado di trasporre un romanzo facendo qualcosa di degno, o di migliore. Poi, c'è un altro problema: gli spettatori cinematografici vedono il cinema come arte narrativa, dimenticandosi che è invece figurativa, e dunque vanno al cinema aspettando che quel film - come spesso poi accade - sia il "riassuntino" del libro che hanno letto. Perché questo? Perché pochi sanno leggere un'inquadratura: quanta gente sa distinguere e capire il senso di cui sono investiti il montaggio, la fotografia, la scenografia, e i movimenti di macchina? Davvero pochi. Il pubblico di solito bada alla storia, alla trama, e fa pochissima attenzione all'aspetto essenzialmente figurativo del cinema. Andiamoci a riguardare i film muti per capirlo. [+]

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andrea martedì 29 gennaio 2008
per maryluu (3)
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Io credo che la trasposizione cinematografica sia di solito sottovalutata perché a scuola la letteratura si studia, mentre il cinema è visto come mero intrattenimento, un luogo dove consumare pop-corn. Il cinema non lo si conosce per le sua vera natura, è questo il problema. Non è narrazione, anzi, grandi cineasti hanno dimostrato che un film può essere anti-narrativo. Se, per esempio, si considera la differenza tra "in campo" (ciò che è ripreso) e "fuori campo" (ciò che non è ripreso) si capirebbe un'altra componente immaginativa a cui non si fa caso: l'inquadratura "mette in quadro", ritaglia una parte del visibile che non è la realtà ma una sua rielaborazione creativa, e ciò che non viene inquadrato siamo fa scaturire la nostra immaginazione. [+]

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maryluu martedì 29 gennaio 2008
x andrea
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Caro Andrea, apprezzo le tue considerazioni ma resto dell'opinione che il linguaggio cinematografico sia più diretto e delineato di quello cartaceo. Parlo da cinefila, attrice teatrale in una compagnia che spazia e tiene conto di tutte le arti che hai menzionato: musica, danza, teatro, ma anche pittura, scultura, fotografia, e che conosce bene l'importanza della miriade di altri tipi di immaginazione e comunicazione che tu menzioni. Premetto che io , personalmente, amo più il cinema per tutti i motivi che hai detto tu e che condivido ma resto dell'opinione che molti spettatori, sperando in un riassunto dettagliato del libro che leggono, non possono mai apprezzare il punto di vista del regista che, producendo il film, da una propria visione del libro, che differisce da quella di ogni altra persona. [+]

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andrea martedì 29 gennaio 2008
sì, stiamo dicendo la stessa cosa
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Anch'io ho detto che il linguaggio cinematografico è più diretto di quello cartaceo, perché colpisce l'inconscio senza mediazione verbale. Il problema è proprio quello che hai detto tu, cioè che la gente si aspetta il "riassuntino" del libro sullo schermo, non considerando minimamente gli altri aspetti della messa in scena cinematografica, che sono a loro volta portatori di senso ed immaginazione. Questo succede perché si fermano solo al piano narrativo del film, spesso non presando affatto attenzione a quello essenziale, figurativo.

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reiver martedì 29 gennaio 2008
reiver returns
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Brava Rambina,ti difendi bene,come al solito.Vorrei sottoscrivere i vostri interventi,aggiungendo qualcosa però.Ci sono libri più "cinematografici" di altri,che a parità di regista disorientano meno il lettore.Un esempio è il grande John Huston,che ha tradotto splendidamente in immagini un libro che si adattava bene a diventare un film,"Giungla d'asfalto" (essendo stato scritto da uno sceneggiatore cinematografico),ed ha avuto qualche difficoltà in più (superata in maniera eccellente secondo me) con il colossale "Moby Dick",un'opera tipicamente "letteraria",ricca di descrizioni minuziose ed esaltanti del microcosmo marino,della vita sul mare,della caccia alla balena.Un'ultima cosa:secondo me il piano narrativo è comunque importante in un film,ma sono d'accordo sul discorso relativo alla fantasia,all'immaginazione,che il cinema può scatenare come e meglio di qualsiasi altra arte figurativa. [+]

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reiver martedì 29 gennaio 2008
fantasia
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Riguardo al discorso "fantasia",sono stato colpito negativamente da molte recensioni.Molti si chiedono:"Chi era Neville?","Perchè aveva la luce in casa","Come faceva ad avere il bacon?",eccetera.Ragazzi,ma allora un film dovrebbe funzionare così:Smith quando colpisce un vampiro dovrebbe dire al pubblico "Lo sto colpendo se no poi lui mi fa la bua",quando mangia "Sto mangiando cibo surgelato,non vi preoccupate",e via di questo passo.Ma sono tutti figli di Piero Angela?

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andrea mercoledì 30 gennaio 2008
piano narrativo per reiver
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Certo, il piano narrativo è importantissimo nei film narrativi, i film "in prosa". Poi ho fatto l'esempio dei film "lirici", e in quel caso spesso il piano narrativo è frammentato o inesistente. Interessante il fatto delle liti al liceo! Riguardo a quale argomento in particolare ti scontravi con la professoressa? Qual era la sua opinione?

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sara mercoledì 30 gennaio 2008
solo per andrea
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Ciao,hai visto "Hitch"? Che cosa ne pensi del riferimento a Cary Grant?

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sara mercoledì 30 gennaio 2008
mio parere
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Non ricordo bene la forma ma quello che mi colpì negativamente fu la ripetitività del cliché e la sua gestione "meccanica",tipica di un certo cinema americano poco abituato alla lentezza.Sostanzialmente una corsa squallida e nemmeno spiritosa verso la conquista,di che cosa poi?Altro che commedia elegante e raffinata!

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reiver mercoledì 30 gennaio 2008
x andrea
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Le discussioni vertevano sulla presunta superiorità della letteratura sul cinema.La mia professoressa sosteneva questa tesi,io invece l'esatto contrario,o come minimo il riconoscimento di una uguale dignità.Per la cronaca,sono riuscito a far proiettare "Il Padrino" come "documento di Storia",ma ho perso tutte le altre battaglie,compresa quella per "Full metal jacket".Candidai il film alla visione "a classi riunite" di tutto il Liceo,ma alla fine vinse "Camera con vista" di Ivory,grazie all'appoggio della preside,un pò bigotta.La poverina non sapeva che in quel film si vedevano tre uomini completamente nudi!Diventò rossa come un peperone,e io a ridere sotto i baffi.

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reiver mercoledì 30 gennaio 2008
x sara
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Scusa l'intromissione,ma ancora una volta devo farti notare che non presti attenzione alle sfumature delle frasi.Ho detto "commedia elegante e non volgare",non ho parlato di "raffinatezza".Tra le due cose c'è un piccolo abisso.La commedia "raffinata" è quella "sofisticata" degli anni '30 e '40,che Hawks cercò di recuperare nei '50 e '60 con gioiellini tipo "Lo sport preferito dall'uomo".Mi picco di conoscere il cinema americano quasi come le mie tasche,ho visto tutti i film di Cary Grant,parlo a ragion veduta.Ripeto che il paragone con Grant era fatto alla lontana ,ma se hai trovato "Hitch" "squallido e non spiritoso" sono tutti problemi tuoi...

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sara mercoledì 30 gennaio 2008
anzi
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elegante e brillante.Anche sulla non volgarità ci sarebbe da dire,perché la volgarità non consiste solo nel turpiloquio.Anche la banalizzazione a fini commerciali e basta è volgarità e in quella pellicola non si salvava nessuno.Né l'aspirante seduttore né il suo consigliere.

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andrea mercoledì 30 gennaio 2008
per sara e reiver
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Ho visto "Hitch", una commedia a tratti divertente da quanto ricordo, né più, né meno, naturalmente difficile da confrontare con "Susanna!" di Hawks. I tempi sono cambiati, ma come è commerciale "Hitch", lo era anche il film di Hawks. E' la qualità che è cambiata, ma pur sempre di commedie hollywoodiane si tratta, con la differenza che quella con Grant era una screwball, il che non rientra tra le mie preferenze perché mi dà fastidio la sovrabbondanza di dialoghi, preferisco i film in cui si contempla, un po' come luc. Sara, non penso che Reiver intendesse un paragone netto tra Smith e Grant, ma solo un accostamento che deve tener conto della differenza d'epoca, e anche di carisma. Reiver, secondo me dovevi dire alla prof che il cinema è sottovalutato perché non lo si studia, né lo si conosce, se non da un punto di vista limitatamente narrativo. [+]

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luc mercoledì 30 gennaio 2008
cinema-letteratura
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personalmente non amo il romanzo. 500 pagine per esprimere concetti che starebbero in una paginetta di un trattato di sociologia...ma la gente non ama la chiarezza e la precisione. preferisco la struttura agile del racconto ma se voglio leggere ritengo più utile investire il mio tempo nei libri scientifici. mi pare una contraddizione che tutti leggano romanzi e poi non sopportano un film di 3 ore. per quanto riguarda la trasposizione di opere letterarie in film, il cinema parte svantaggiato in quanto il testo scritto lo PRECEDE e così decide le armi del duello, e certo la parola è un'arma molto efficiente. così spesso i film sono deludenti (non sempre: arancia meccanica non delude rispetto a "un'arancia a orologeria" di burgess, anzi. [+]

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luc mercoledì 30 gennaio 2008
x andrea
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non mi hai detto niente delle mie ultime 3 recensioni. prossimamente arrivano "casanova" e "il settimo sigillo", sono riuscito a rimediarli.

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sara mercoledì 30 gennaio 2008
per andrea
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Lo so ma forse,sceneggiature a parte,a mio parere nel cinema di oggi,rispetto ai tempi di Grant,manca il carisma cioè quella qualità assolutamente naturale che ti fa esistere quasi al di là del personaggio che interpreti.Oggi invece ci sono parecchi "cartonati",che forse senza doppiaggio saprebbero anche essere interessanti ma "senza voce" spariscono.Cary Grant sapeva interpretare quello che diceva con la propria fisicità tanto per cominciare,e non è poco,e con arguzia.Non,a caso,come,spesso almeno,io vedo.

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sara mercoledì 30 gennaio 2008
ciao
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Meglio che sparisca,sto esagerando.Scusatemi.

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reiver mercoledì 30 gennaio 2008
un commento commerciale
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No Andrea,non sono riuscito a convincerla.A volte si può discutere per delle ore e rimanere delle proprie opinioni,è normale.Per esempio,sul concetto di "film commerciale" si potrebbe parlare a lungo.E' un film che ha successo?Oppure che sacrifica gli ideali artistici sull'altare del denaro?O invece una pellicola che "parla" un linguaggio troppo popolare?Io credo per esempio che i dialoghi di "Susanna!" siano un toccasana per la mente,se sono anche commerciali buon per loro,non credo sia un dramma.In fin dei conti se si raggiunge il grande pubblico senza compromessi,non vedo cosa ci sia di male.Maggiore è il numero di persone che vedono film di qualità,maggiore sarà anche, pian piano, il livello della produzione. [+]

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andrea mercoledì 30 gennaio 2008
per luc e reiver
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Luc, ho letto tutte e tre le tue nuove recensioni, molto interessante quella de "Il cacciatore". Purtroppo ho molto da studiare per gli esami, e il tempo l'ho concentrato su questo forum per rispondere a maryluu. Il romanzo ha un suo fascino, è l'inserimento della "fiction" che lo allunga rispetto ad un saggio o un trattato, l'aspetto artistico in sé. In effetti la letteratura parte avvantaggiata, perché è sempre la prima ad essere trasposta, e non quella che traspone. Un libro tratto da un film sarebbe quello che è anche un film tratto da un libro: qualcosa di diverso, che può combaciare solo sul piano narrativo ma perde i connotati tipici del linguaggio dal quale proviene. Per reiver: secondo me l'opera d'arte, se venduta, ha sempre un che di "commerciale". [+]

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andrea mercoledì 30 gennaio 2008
per luc e reiver (2)
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...con il desiderio di guadagno (dei produttori). Ciò non toglie che Hollywood abbia sfornato autentici capolavori. Poi, ci sono altri casi, quelli in cui la volontà artistica sovrasta quella produttiva, e questo è il caso, in generale, del cinema che chiamiamo d'autore. Una definizione che non amo, ma che purtroppo è necessaria, dovendo distinguere i cineasti che fanno il "compitino" e quelli che si fanno sentire. Secondo me non esiste la distinzione tra i film per i cinefili e i film per la "gente comune". Esistono solo film che sono di qualità, e film che non lo sono. Poi c'è gente che ha vede il cinema come arte e altra che lo vede come intrattenimento fine a se stesso. L'utile e il dilettevole insieme è la soluzione, come diceva Orazio. [+]

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andrea sabato 2 febbraio 2008
ho recensito...
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..."Dracula di Bram Stoker" di Francis Ford Coppola. Per chi volesse leggere la recensione...

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rosso werner lunedì 3 marzo 2008
a reiver da rosso werner
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No, davvero, Reiver. Forse non ha ben chiaro cosa significhi comprendere un'opera... Mai studiato filologia? Se sì, ripassi se no, glielo consiglio. Così come le consiglio di darsi all'arte dell'uncinetto. è una attività che potrebbe dare soddisfazioni. A lei.

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reiver sabato 8 marzo 2008
ho già comprato la lana
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Fino a quando l'ironia rimane entro questi limiti è ben accetta.Non capisco però l'uso del "lei".Riguardo all'uncinetto,potrei provare,ma non mi attira molto per la verità.Forse è meglio incominciare a studiare un pò di filologia...Comunque questa attività che fai tu,quella di recensore dei recensori,credo sia troppo impegnativa,e per la verità neanche tanto utile.

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