Funny Games

I miei massimi  e più sinceri complimenti a Romeo79:  egli ha saputo descrivere in maniera perfettamente lineare l'essenza di questo film, specialmente in riferimento al ruolo capovolto dello spettatore. Nulla, in quest'opera, è stato lasciato al caso: ogni singolo elemento della narrazione contribuisce a ricreare l'atmosfera di un'implosione, laddove a muovere il tutto appare onnipresente la contraddizione, intesa nel senso dialettico del termine. Miseri coloro che interpretano questo film come un elogio della morte e dell'annullamento, raramente mi è capitato di provare meraviglia per una celebrazione così ampia della volontà di vivere: è precisamente questa volontà a dibattersi energicamente per non soccombere di fronte all'opposizione costituita dalla morale borghese, la stessa morale che in questo scontro porta alla generazione di una follia sempre più evidente e diffusa, una follia fatta di sangue e menzogne, figlia di un intero sistema filosofico che, per natura, non può accettare il proprio superamento. Ciò risulta evidente nella contrapposizione fra la spietatezza dei ragazzi e la loro apparenza angelica, ideale, nonché in quella fra le sevizie imposte alla famiglia e l'abile utilizzo dell'arte retorica da parte dei responsabili. E' questa stessa pazzia ad aver costituito l'origine dell'immondo crimine di cui ieri, 6 ottobre, il popolo Giapponese ha rinnovato la memoria nel Museo della Pace della città di Hiroshima. Un contrasto stridente lega il sadismo dei due ragazzi e la supplica delle loro vittime; la morte diviene un tutt'uno con la giovinezza che l'arreca, tradendo il suo marchio ideale di fioritura del corpo e della vita. Un'opera d'arte innovativa, flagello di quella critica immatura che è incapace di seguire  il movimento del tempo e il corrispondente sviluppo dialettico della coscienza umana. Con opere di questo genere l'umanità chiude alle proprie spalle l'epoca della finta morale, l'era della metafisica e dei concetti assoluti, preparandosi ad affrontare un caos apocalittico dalle cui ceneri nascerà il fiore della libertà e della verità, il seme dell'età della necessità compresa.