giovanni ciampaglia
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triste consacrazione della tv
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Una voce fuori campo prepara il tappeto sul quale il film scivolerà, presentandomi il quadro di una famiglia italiana, con una vita da famiglia italiana. Si entra in fretta nella vita di questa famiglia. Impossibile non 'sentire' nella storia una mano invisibile (quella del regista) che mi vuole accompaganre da qualche parte, mostrandomi e spiegandomi un certo paesaggio umano: ci riesce molto bene. Famiglia medio borghese, madre passionale e accentratrice (Laura Morante), figli cresciuti a nutella e televisione, padre insoddisfatto. Muccino riesce benissimo a portare a galla la centralità della TV e del fatato mondo dello spettacolo per queste vite. La figlia vuole a tutti i costi diventare una 'ina' (letter-ina, sched-ina ecc.
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Una voce fuori campo prepara il tappeto sul quale il film scivolerà, presentandomi il quadro di una famiglia italiana, con una vita da famiglia italiana. Si entra in fretta nella vita di questa famiglia. Impossibile non 'sentire' nella storia una mano invisibile (quella del regista) che mi vuole accompaganre da qualche parte, mostrandomi e spiegandomi un certo paesaggio umano: ci riesce molto bene. Famiglia medio borghese, madre passionale e accentratrice (Laura Morante), figli cresciuti a nutella e televisione, padre insoddisfatto. Muccino riesce benissimo a portare a galla la centralità della TV e del fatato mondo dello spettacolo per queste vite. La figlia vuole a tutti i costi diventare una 'ina' (letter-ina, sched-ina ecc.), la madre vuole dare un significato alla propria vita riprendendo una carriera teatrale interrotta in nome della famiglia. Il padre (bravissimo Fabrizio Bentivoglio), ritrova l'amore perduto della gioventù e medita di mollare il falso mondo nel quale aveva voluto credere di essere felice, lasciando il lavoro e la famiglia. Sullo sfondo, una acida fotografia del mondo dello spettacolo: eloquente l'immagine della figlia che fa l'amore con 'uno dello spettacolo' e contemporaneamente si guarda allo specchio soddisfatta del passo veloce con cui sta raggiungendo la 'sua' vetta. In maniera sorprendente, la lettura di Muccino si fa cruda: l'immagine della famiglia intera davanti alla TV a festeggiare la fliglia, finalmente divenuta 'ina' finisce per consacrare la vittoria del modello di vita che la TV oggi offre. Spesso i personaggi sottolineano la propria volontà di dimostrare il proprio 'valore' avendo come riferimento 'l'apparire', l'essere dentro alla TV, al mondo dello spettacolo. Una storia che scorre veloce; ottimo il ritmo, le sequenze, l'uso della telecamera. E anche una storia troppo strillata, isterica. Personalmente non sono mai entrato nel film, non mi ha rapito. Comunque efficace nella su crudezza, perché tristemente vicino alla realtà. Certamente merita di essere visto. Bravissimo Fabrizio Bentivoglio e Laura Morante, non male la Bellucci.
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tiziana stanzani
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mercoledì 10 marzo 2004
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tempi moderni
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C’è un solo minuto di calma, sospeso in un silenzio carico di aspettative, nel nuovo film di Muccino. E’ l’impagabile tempo fuori del tempo che precede la sveglia della famiglia Ristuccia: eccoci al via dello sfascio e della riunificazione della famiglia media dei nostri tempi, ala protettrice e galera a un tempo, e ring di rapporti umani sul quale nessuno può evitare di salire e combattere. Quello che resta è dipendenza e frustrazione da cellulare; quello che resta, dopo un susseguirsi frenetico di vite allo sbando e di rincorse verso la propria individualistica ed egoistica affermazione, è la certezza allarmante di aver assistito alla realtà nei nostri tempi; Muccino racconta, con incredibile aderenza al suo stile e una regia pregevole, l’emblema della società dell'apparire televisivo e del suo modo di dirigere l’immaginario della gente, vomitandolo sotto forma di spazzatura; ed ecco la sessualità commerciale, priva di sensualità, effetto collaterale dell’egocentrismo che raffredda i cuori dell’italiano di oggi: illusioni dei giovani e disinganno dei vecchi, perché a quarant’anni si rischia di essere vecchi, se non si tenta almeno di rispolverare i vecchi sogni, come scrivere un libro, oppure riprendere a recitare: perché siamo tutti dominati dall'ossessione di essere visti (aspiranti-veline, aspiranti-scrittori, aspiranti-attrici) disposti a darci un'identità soltanto attraverso il consenso degli altri.
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C’è un solo minuto di calma, sospeso in un silenzio carico di aspettative, nel nuovo film di Muccino. E’ l’impagabile tempo fuori del tempo che precede la sveglia della famiglia Ristuccia: eccoci al via dello sfascio e della riunificazione della famiglia media dei nostri tempi, ala protettrice e galera a un tempo, e ring di rapporti umani sul quale nessuno può evitare di salire e combattere. Quello che resta è dipendenza e frustrazione da cellulare; quello che resta, dopo un susseguirsi frenetico di vite allo sbando e di rincorse verso la propria individualistica ed egoistica affermazione, è la certezza allarmante di aver assistito alla realtà nei nostri tempi; Muccino racconta, con incredibile aderenza al suo stile e una regia pregevole, l’emblema della società dell'apparire televisivo e del suo modo di dirigere l’immaginario della gente, vomitandolo sotto forma di spazzatura; ed ecco la sessualità commerciale, priva di sensualità, effetto collaterale dell’egocentrismo che raffredda i cuori dell’italiano di oggi: illusioni dei giovani e disinganno dei vecchi, perché a quarant’anni si rischia di essere vecchi, se non si tenta almeno di rispolverare i vecchi sogni, come scrivere un libro, oppure riprendere a recitare: perché siamo tutti dominati dall'ossessione di essere visti (aspiranti-veline, aspiranti-scrittori, aspiranti-attrici) disposti a darci un'identità soltanto attraverso il consenso degli altri. L'uomo è veramente la parte più fragile della coppia, il figlio maschio in cui non si crede più, l'oggetto smarrito del terzo millennio; la donna è divenuta acida e glaciale, residuato di una dolcezza ormai dimenticata e di un arrivismo senza scrupoli. Si esce dal cinema con uno strano senso di dignitosa vergogna, perché scopriamo che la ragazzina anoressica può anche diventare famosa. Chi l’avrebbe detto?
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giuliana '83
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un invito a riflettere
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SE PER UN ISTANTE SOLO TUTTI NOI SMETTESSIMO DI INSEGUIRE IL RAPIDO E FRENETICO RITMO DELLA VITA CHE QUOTIDIANAMENTE CI TRAVOLGE E PROVASSIMO A RIFLETTERE SU CIO' CHE OGNI GIORNO CI CIRCONDA E CHE SPESSO IGNORIAMO,CI ACCORGEREMMO DI QUANTA IPOCRISIA E INSICUREZZA SI CELA NELLE COSE CHE CREDIAMO VERE E DIAMO PER CERTE...CREDO CHE NIENTE AL GIORNO D'OGGI POSSA DARCI CERTEZZA MA CREDO ANCHE NEI SOGNI,SPESSO IRREALIZZABILI,CHE CI PERMETTONO DI SPERARE IN UNA VITA MIGLIORE...COSI' FANNO I PROTAGONISTI CHE MUCCINO CI PRESENTA NEL SUO FILM...CI VIENE MOSTRATA UNA SITUAZIONE FAMILARE COMUNE,PERSONE NORMALI CON I LORO DIFETTI E LA LORO FRAGILITA',NESSUNO E' PERFETTO...MUCCINO VUOLE MOSTRARE COME DIETRO L'APPARENTE NORMALITA'DI UNA FAMIGLIA SI NASCONDANO,INVECE,DUBBI E PAURE,CHE APPARENTENGONO A TUTTI NOI.
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SE PER UN ISTANTE SOLO TUTTI NOI SMETTESSIMO DI INSEGUIRE IL RAPIDO E FRENETICO RITMO DELLA VITA CHE QUOTIDIANAMENTE CI TRAVOLGE E PROVASSIMO A RIFLETTERE SU CIO' CHE OGNI GIORNO CI CIRCONDA E CHE SPESSO IGNORIAMO,CI ACCORGEREMMO DI QUANTA IPOCRISIA E INSICUREZZA SI CELA NELLE COSE CHE CREDIAMO VERE E DIAMO PER CERTE...CREDO CHE NIENTE AL GIORNO D'OGGI POSSA DARCI CERTEZZA MA CREDO ANCHE NEI SOGNI,SPESSO IRREALIZZABILI,CHE CI PERMETTONO DI SPERARE IN UNA VITA MIGLIORE...COSI' FANNO I PROTAGONISTI CHE MUCCINO CI PRESENTA NEL SUO FILM...CI VIENE MOSTRATA UNA SITUAZIONE FAMILARE COMUNE,PERSONE NORMALI CON I LORO DIFETTI E LA LORO FRAGILITA',NESSUNO E' PERFETTO...MUCCINO VUOLE MOSTRARE COME DIETRO L'APPARENTE NORMALITA'DI UNA FAMIGLIA SI NASCONDANO,INVECE,DUBBI E PAURE,CHE APPARENTENGONO A TUTTI NOI. CI PRESENTA UN UOMO,CARLO,IL CUI SOGNO E'QUELLO DI TERMINARE LA SCRITTURA DI UN ROMANZO IN CUI NON HA MAI AVUTO FIDUCIA;GIULIA,UNA DONNA INSICURA,DEBOLE,SENZA ALCUNA FIDUCIA IN SE STESSA,CHE VUOLE TORNARE A ESERCITARE LA SUA PROFESSIONE DI ATTRICE; VALENTINA,LA FIGLIA CHE VORREBBE USCIRE DALL'ANONIMATO CHE NON LA SODDISFA E TENTARE LA STRADA DEL SUCCESSO IN TELEVISIONE E PAOLO, CHE CERCA DI TROVARE SE STESSO STANDO A CONTATTO CON GLI ALTRI E CERCANDO DI SOMIGLIARE ALLE PERSONE CHE STIMA...CREDO CHE MUCCINO ABBIA RAPPRESENTATO NEL BREVE SPAZIO DI 1h30' UNA SITUAZIONE CHE E' LUNGA UNA VITA... HA SEMPLICEMENTE SOLLEVATO UN VELO CHE COPRIVA UNA PARTE DELLA REALTA'(IN QUESTO CASO UNA SITUAZIONE FAMILIARE) E NE HA SMASCHERATO LE IPOCRISIE...
UN APPLAUSO A MUCCINO!
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gianni lucini
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lunedì 17 ottobre 2011
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un film capace di battere i colossi hollywoodiani
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Scrive Gabriele Muccino nelle note di regia che «…Ricordati di me é la storia di una famiglia normale in cui tutti non fanno che temere la propria normalità, in cui nessuno vuole essere nessuno. Il film é come se sollevasse il velo delle ipocrisie familiari e andasse a guardare cosa c'é sotto, cosa si nasconde dietro la routine di ogni giorno e alle tante cose non dette...». Ancora più duro il regista si dimostra nei confronti dei personaggi principali del suo film. Parlando con la stampa alla presentazione della pellicola infatti così li descrive: «Sono vittime dei loro modelli martellati ogni giorno dalla televisione.
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Scrive Gabriele Muccino nelle note di regia che «…Ricordati di me é la storia di una famiglia normale in cui tutti non fanno che temere la propria normalità, in cui nessuno vuole essere nessuno. Il film é come se sollevasse il velo delle ipocrisie familiari e andasse a guardare cosa c'é sotto, cosa si nasconde dietro la routine di ogni giorno e alle tante cose non dette...». Ancora più duro il regista si dimostra nei confronti dei personaggi principali del suo film. Parlando con la stampa alla presentazione della pellicola infatti così li descrive: «Sono vittime dei loro modelli martellati ogni giorno dalla televisione. Gente ordinaria, che non si ama, che sogna l'eccezionalità senza avere alcun talento». Uscito nelle sale il 14 febbraio 2003 Ricordati di me incassa circa 8 milioni di Euro nei primi quindici giorni di programmazione confermandosi al vertice della classifica dei film più visti e mantenendo a distanza due colossi della produzione statunitense. Al secondo posto con soltanto (si fa per dire) due milioni di Euro di incasso si piazza il thriller mozzafiato The ring, diretto dal regista Gore Verbinsky su sceneggiatura di Ehren Kruger, interpretato da Naomi Watts e Martin Henderson. Immediatamente dopo si piazza l'atteso musical Chicago di Rob Marshall, interpretato da Renée Zellweger, Catherine Zeta-Jones e Richard Gere con poco più di un milione di Euro. Il film incasserà complessivamente più di dodici milioni di euro e, dopo essere stato candidato a 10 David di Donatello verrà premiato con tre Nastri d’Argento. Il primo a Gabriele Muccino ed Heidrun Schleef per la miglior sceneggiatura, il secondo alla Fandango per la miglior produzione e il terzo a Monica Bellucci per la miglior attrice non protagonista. Oltre ai brani originali composti da Paolo Buonvino nella colonna sonora ci sono moltissime canzoni utilizzate per sottolineare alcune scene di Ricordati di me. Tra le più suggestive vanno annoverate una straordinaria versione di Almeno tu nell’universo cantata da Elisa, un breve frammento di Des ronds dans l’eau di Françoise Hardy, La parte migliore di me con la voce di Marina Rei, Anna e Marco di Lucio Dalla, Look at me di Geri Halliwell, Mina in Sabor a mi, The Gimmicks in Roda, Rude boy rock dei britannici Lionrock, Killer (Ogni istante è l’ultimo) degli Zoo di Venere, Fake is the new real di Imani Coppola e tanti altri. Il più indimenticabile resta però Il faraone di Pacifico il cui ritornello viene cantato come un inno da Paolo e Ilaria a squarciagola mentre si muovo in moto dopo aver fumato uno spinello: «Gloria in cielo alla mia immensità, vivo una favola/Diventare una divinità forse basterà/Gloria in cielo alla mia immensità, scelgo una nuvola/Diventare una divinità mi consolerà…».
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gianni lucini
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lunedì 17 ottobre 2011
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remember me, my love
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Nell’estate del 2004Ricordati di me sbarca anche nelle sale cinematografiche nordamericane. Il film, infatti, dopo i consensi ottenuti sia in Canada che negli Stati Uniti con la partecipazione alle rassegne di Toronto, Philadelphia, Seattle e Las Vegas, oltre che al Sundance Film Festival, arriva nelle normali sale di programmazione grazie alla Roadside Attractions che ne ha acquistato i diritti di distribuzione. Il titolo della versione statunitense per le sale è Remember me, my love mentre quello delle copie distribuite in inglese nel resto del mondo resta la semplice traduzione del titolo italiano, cioè Remember me. Ricordati di me arriva anche nelle sale francesi, in Giappone e in sudamerica.
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Nell’estate del 2004Ricordati di me sbarca anche nelle sale cinematografiche nordamericane. Il film, infatti, dopo i consensi ottenuti sia in Canada che negli Stati Uniti con la partecipazione alle rassegne di Toronto, Philadelphia, Seattle e Las Vegas, oltre che al Sundance Film Festival, arriva nelle normali sale di programmazione grazie alla Roadside Attractions che ne ha acquistato i diritti di distribuzione. Il titolo della versione statunitense per le sale è Remember me, my love mentre quello delle copie distribuite in inglese nel resto del mondo resta la semplice traduzione del titolo italiano, cioè Remember me. Ricordati di me arriva anche nelle sale francesi, in Giappone e in sudamerica. In Francia si intitola Souviens-toi de moi mentre nell’America Latina cambia titolo a seconda del paese. Se in Perù e in Venezuela si intitola Acuérdate de mi, in Argentina mantiene il titolo originale in italiano.
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luke77
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giovedì 21 agosto 2014
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un film amaro
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Una famiglia medio-borghese nell’Italia di oggi. Quattro vite, quelle di Carlo, Giulia, Valentina e Paolo, che non si incontrano mai. Al piú, si sfiorano in rare occasioni. Vivono tutti insieme sotto lo stesso tetto ma l’unica cosa che hanno realmente in comune è la frustrazione. La frustrazione di vivere una vita che non gli appartiene, ed in alcuni casi, di aver rinunciato a sogni ed ambizioni. Hanno scelto la strada del vigliacco, e come tali, vomitano tutto la loro insoddisfazione sulle persone a loro vicine. Ferendole. Annullandole. Le usano come specchio riflesso di ció che loro non sono mai stati e non hanno avuto il coraggio di essere. Vivono tutti insieme, ma sono tremendamente soli.
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Una famiglia medio-borghese nell’Italia di oggi. Quattro vite, quelle di Carlo, Giulia, Valentina e Paolo, che non si incontrano mai. Al piú, si sfiorano in rare occasioni. Vivono tutti insieme sotto lo stesso tetto ma l’unica cosa che hanno realmente in comune è la frustrazione. La frustrazione di vivere una vita che non gli appartiene, ed in alcuni casi, di aver rinunciato a sogni ed ambizioni. Hanno scelto la strada del vigliacco, e come tali, vomitano tutto la loro insoddisfazione sulle persone a loro vicine. Ferendole. Annullandole. Le usano come specchio riflesso di ció che loro non sono mai stati e non hanno avuto il coraggio di essere. Vivono tutti insieme, ma sono tremendamente soli. Abitano universi paralleli con prioritá e punti di vista totalmente differenti. Scelgono strade differenti. Sono la rappresentazione cinematografica della Relativitá di M.C.Escher. Carlo, il marito. Frustato da un lavoro che odia e da una moglie che lo “tratta come un coglione”, ha un grande sogno: pubblicare un libro. Il suo libro. Ma ha paura di mettersi alla prova. L'ultima goccia è rappresentata dall'incontro casuale di un vecchio amore. Forse l’amore della sua vita. Purtroppo non ha mai avuto il coraggio di legarlo a se. Ed entra in crisi profonda. Giulia, la moglie. Onnipresente e oppressiva, sogna una carriera teatrale che non ha mai avuto il coraggio di perseguire. Ne addossa la colpa alla famiglia. Ai figli. Si crea un alibi plausibile ma non veritiero. Valentina, la figlia. Cinica. Archetipo dell’arrivismo piú sfrenato ed ossessionata dal mondo televisivo. In una societá mediocre e banale, é convinta che quel mondo sia il solo che conti. E’ consapevole di non possedere nessun reale talento tranne quello della totale mancanza di scrupoli. E lo usa senza se e senza ma. Paolo, il figlio. Adolescente in crisi, sempre in cerca dell' accettazione degli altri, è ossessionato da un amore impossibile. Quando crede di esser riuscito nel suo intento, la vita gli darà una dura lezione: l'unica cosa che si ottiene cercando di "comprare" accettazione ed amore, è solo l'opportunismo. Il cast è credibile ed equilibrato, con un ottimo Bentivoglio che da prova delle sue doti da attore misurato ma incisivo. La Morante, come spesso accade, è sempre un pó sopra le righe e tende ad esagerare (anche se di poco). Molto brava la Romanoff nella parte della cinica senza scrupoli e Muccino che rimane comunque nella media. "Ricordati di me" ha un ritmo incalzante, che appassiona lo spettatore fin dalle prime scene. E' un film "spaccato dell'Italia di oggi" che rappresenta abbastanza bene la vita di una comune famiglia con le sue debolezze e le sue piccole grandi tragedie. La perdita di punti di riferimento certi, la paura di non riuscire e l'estrema solitudine dei personaggi che vivono le loro vite separati, permeano tutto il film. La frustrazione riversata sugli altri perchè non si è avuto il coraggio di realizzare i propri sogni, possono rendere la famiglia, e nello specifico, questa famiglia, un luogo pericoloso. Forse, il più pericoloso di tutti.
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brunus10480
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martedì 25 agosto 2015
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paradigmatico
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A mio parere la miglior prova di Muccino preceduta solo da La Ricerca della Felicita. Ricordati di Me è un film di spessore, intenso, spiazzante che pone interrogativi allo spettatore sulla società italiana e, soprattutto, sulla propria vota famigliare. O dialoghi sono intensi, le parole cariche di significato, la recitazione degli attori pare forzata a prima vista ma fa risaltare le parole sempre più pesanti che vengono pronunciate: accuse tra genitori e figli, tra moglie e marito, tra colleghi di lavoro, menzogne, silenzi assordanti: tutto è caos e confusione, la cittá, la scuola, i provini, le feste. L'uomo non riesce a riflettere su se stesso e si perde nel tempo, come l'amore tra marito e moglie.
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A mio parere la miglior prova di Muccino preceduta solo da La Ricerca della Felicita. Ricordati di Me è un film di spessore, intenso, spiazzante che pone interrogativi allo spettatore sulla società italiana e, soprattutto, sulla propria vota famigliare. O dialoghi sono intensi, le parole cariche di significato, la recitazione degli attori pare forzata a prima vista ma fa risaltare le parole sempre più pesanti che vengono pronunciate: accuse tra genitori e figli, tra moglie e marito, tra colleghi di lavoro, menzogne, silenzi assordanti: tutto è caos e confusione, la cittá, la scuola, i provini, le feste. L'uomo non riesce a riflettere su se stesso e si perde nel tempo, come l'amore tra marito e moglie. Così tra un marito che tradisce, una moglie che perdona perchè ha a sua volta tradito, una figlia che vuole fare la letterina ed emergere nel mondo dell'apparenza, un adolescente incompreso che si ritiene un fallito emerge il paradigma della famiglia italiana che rispecchia una società profondamente malata e priva di ideali costruttivi. Ma tutto si sistema, in apparenza, appunto.
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alberto pezzi
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sabato 11 giugno 2016
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attuale e pungente
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FILM ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE. PERCHE’? I PERCHE’ CONTENUTI IN QUESTA PELLICOLA SONO VERAMENTE MOLTI. UN FILM CHE SEMPLICEMENTE DESCRIVE LA FALSITA’ DEI RAPPORTI CHE VIVIAMO TUTTI I GIORNI. L’ IPOCRISIA, LA SUPERFICIALITA’, LA PIGRIZIA, CON LE QUALI VIVIAMO QUESTA VITA, SONO AL CENTRO DELLA PELLICOLA. UN UOMO CON LE ALI PIEGATE CHE NON SA PIU’ VOLARE, UNA DONNA ADAGIATA SU UN PIANO SENZA SENSO, DUE RAGAZZI ALLO SBANDO. TUTTI QUESTI INGREDIENTI DESCRIVONO PERFETTAMENTE LA SOCIETA’ NELLA QUALE VIVIAMO. UNA SOCIETA’ DOVE I CINICI UCCIDONO I SOGNI, DOVE LO SHOW DEVE ANDARE AVANTI, DOVE L’ AMORE TROVA SEMPRE MENO SPAZIO. PER ME, UN GRANDE FILM.
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FILM ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE. PERCHE’? I PERCHE’ CONTENUTI IN QUESTA PELLICOLA SONO VERAMENTE MOLTI. UN FILM CHE SEMPLICEMENTE DESCRIVE LA FALSITA’ DEI RAPPORTI CHE VIVIAMO TUTTI I GIORNI. L’ IPOCRISIA, LA SUPERFICIALITA’, LA PIGRIZIA, CON LE QUALI VIVIAMO QUESTA VITA, SONO AL CENTRO DELLA PELLICOLA. UN UOMO CON LE ALI PIEGATE CHE NON SA PIU’ VOLARE, UNA DONNA ADAGIATA SU UN PIANO SENZA SENSO, DUE RAGAZZI ALLO SBANDO. TUTTI QUESTI INGREDIENTI DESCRIVONO PERFETTAMENTE LA SOCIETA’ NELLA QUALE VIVIAMO. UNA SOCIETA’ DOVE I CINICI UCCIDONO I SOGNI, DOVE LO SHOW DEVE ANDARE AVANTI, DOVE L’ AMORE TROVA SEMPRE MENO SPAZIO. PER ME, UN GRANDE FILM. UN GRANDE CAST, UNA GRANDE REGIA. CREDO DI POTERLO CONSIGLIARE, MAGARI VI COLPISCE AL CUORE!!! GRANDE ABBRACCIO A PIETRO TARICONE.
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gregorio
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martedì 28 marzo 2023
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una famiglia apparentemente normale e unita
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Il film ha come tema di fondo l'ncomunicabilità sia generazionale che relazionale della famiglia italiana di oggi. I personaggi principali sono:Carlo (Fabrizio Bentivoglio), Giulia (Laura Morante), Paolo (Silvio Muccino) e Valentina (Nicoletta Romanoff). Importante pure la presenza di Monica Bellucci (Alessia) che interpreta il ruolo dell'amante di Carlo. Tutti i componenti della famiglia Ristuccia sono portatori di un gran senso d'insoddisfazione per una serie di sogni e di ambizioni inappagati. Carlo da giovane avrebbe voluto intraprendere l'attività di scrittore; ma purtroppo non è riuscito ad andare oltre, peraltro con scarso successo, il mestiere di assicuratore.
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Il film ha come tema di fondo l'ncomunicabilità sia generazionale che relazionale della famiglia italiana di oggi. I personaggi principali sono:Carlo (Fabrizio Bentivoglio), Giulia (Laura Morante), Paolo (Silvio Muccino) e Valentina (Nicoletta Romanoff). Importante pure la presenza di Monica Bellucci (Alessia) che interpreta il ruolo dell'amante di Carlo. Tutti i componenti della famiglia Ristuccia sono portatori di un gran senso d'insoddisfazione per una serie di sogni e di ambizioni inappagati. Carlo da giovane avrebbe voluto intraprendere l'attività di scrittore; ma purtroppo non è riuscito ad andare oltre, peraltro con scarso successo, il mestiere di assicuratore. Giulia, la moglie, è un'insegnante di lettere che aspira alla notorietà studiando recitazione, e partecipando ad uno spettacolo teatrale s'infatua di Alfredo, (il regista) interpretato da Gabriele Lavia, che però, non può ricambiare in quanto gay. Giulia ottiene un discreto successo dalla sua performance di attrice; in virtù di ciò lei spera di salvare il rapporto con il marito che nel frattempo ha iniziato a frequentare Alessia, un suo vecchio amore. con la quale spera di rifarsi una vita. Ma, dicevamo, che anche i figli, Paolo e Valentina, vivono le loro frustrazioni; Paolo perché si vede respinto da Ilaria (Giulia Michelini) di cui è innamorato; Valentina perché desidera diventare una showgirl della tivù. Alla fine dopo molti tentativi, lei riesce a coronare questo sogno, tuttavia a costo di molti compromessi. in seguito a un incidente stradale occorso a Carlo seguito ad un duro confronto con Giulia che gli rimprovera il suo tradimento, lei cerca comunque di riconquistare il rapporto con il marito. Ma questi, una volta ristabilitosi, incontra Alessia in un supermercato. Appena rientrato a casa lui la richiama e, il finale del film suggerisce che il ritrovato equilibrio familiare sia destinato a rompersi nuovamente.
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arnaldo85
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sabato 3 gennaio 2004
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sarà facile !!!
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Il film si presenta nel suo complesso piacevole nonostante la sua durata ( circa 119 min. ). La trama è articolata e ben sviluppata da G.Muccino che già nel film L'ultimo bacio aveva espresso la sua bravura. Il film ha delle, pur se minime , piacevoli sfumature filosofiche e politiche che lo rendono molto intrigante. L'unica cosa che , secondo il mio modesto parere, è un po' noiosa, è la continua voglia di sapere come si appare. Questo l'ho trovato inizialmente un po' squallido , poi riflettendoci ho capito che sbagliavo per chè la societò moderna così funziona, è tutta apparenza, e Muccino non fa altro che esporlo al pubblico.
Da segnalare l'ottima prova della Romanhoff senza sminuire l'intero cast.
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