darkfairy
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sabato 27 marzo 2021
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C'è un errore, il mio commento c'è Per favore, cancellate quello intitolato "Non mi piace" Scusatemi Grazie!
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darkfairy
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sabato 27 marzo 2021
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non mi piace
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Avevo lasciato una recensione su questo film, negativissima,visto che a me non è piaciuto per niente, ma è stata eliminata. Insomma, questa Amélie deve piacere per forza. Non mi piace.
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darkfairy
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mercoledì 17 marzo 2021
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a me non è piaciuto per niente
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Io non la sopporto. La trovo un'orrenda manipolatrice, un'odiosa ficcanaso che si diverte a spiare l'intimità degli altri (vedi i quindici orgasmi rilevati con un sorriso di subdolo trionfo), una tiranna insensibile e autocompiaciuta che trasforma gli altri in burattini e li obbliga a fare quello che lei vuole anche se li mette nei guai e poi si diverte a guardarsi lo spettacolo che le offrono loro malgrado. Costringe anche Nino a raggiungerla mettendo su una caccia al tesoro in cui lui deve correre e saltare come piace a lei per raggiungere la spietata Semiramide travestita da tenera cerbiatta che alla fine aggiunge un altro trionfo alla sua attività di gran burattinaia.
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Io non la sopporto. La trovo un'orrenda manipolatrice, un'odiosa ficcanaso che si diverte a spiare l'intimità degli altri (vedi i quindici orgasmi rilevati con un sorriso di subdolo trionfo), una tiranna insensibile e autocompiaciuta che trasforma gli altri in burattini e li obbliga a fare quello che lei vuole anche se li mette nei guai e poi si diverte a guardarsi lo spettacolo che le offrono loro malgrado. Costringe anche Nino a raggiungerla mettendo su una caccia al tesoro in cui lui deve correre e saltare come piace a lei per raggiungere la spietata Semiramide travestita da tenera cerbiatta che alla fine aggiunge un altro trionfo alla sua attività di gran burattinaia. Ha una mente da serial killer, piccole manie comprese, la sua determinazione a fare del bene a tutto il mondo ricorda più il Grande Drago Rosso che Pollyanna o Colazione da Tiffany, e nella locandina la sua faccia con su un sorriso furbescamente crudele sembra quella di un clown assassino. Appena finita la visione mi ha lasciato un senso orrorifico. E mi ha fatto pensare a quante volte dietro la bontà ci siano insensibilità, crudeltà e tirannia, quando la bontà è una fissazione insana che impone una legge privata per la propria soddisfazione e non tiene conto della vita degli altri. Sarebbe una splendida assassina psicopatica in una storia di Dylan Dog.
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elgatoloco
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lunedì 21 ottobre 2019
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amélie ueber alles
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"Le fabuleux destin d'Amélie Poulain"(2001, Jean-Pierre Jeunet), film comunque rassicurante, dopo varie prove dello stesso regista dedicate(particolarmente un film della serie"Alien")a componenti disforiche della nostra esistenza... Si dirà. opere consolatorie, no; la capacità che certe persone hanno di scoprire, anche quando la"fortuna"non sembra pendere decisamente dalla loro parte, di vedere le meraviglie che si annidano(assieme o distinte dagli orrori, ritiene l'estensore di questa nota)nella"realtà"o meglio in quella che consideraimao tale, a torto o a ragione è difficile a dirsi, Film che s embra tutto armonico, tutto"in brodo di giuggole"(espressione italiana che, da persona cresciuta in contesto plurilingue, non ho mai ben capito, ma questa è un'altra storia)ma in cui Amélie, ragazza semplice e gentile, ma all'occorrenza capace di punire gli ipocriti e gli arroganti, sa cioè "dire su poco"(per dirla in spagnolo)a chi lo merita, inverando il detto virigliano"parcere subiectis et debellare superbos"(perdonare agli sconfitti e vincere i superbi)che, nella mia interpretazione, non è mera apologia della"monarchia illuminata"augustea e potenzialmente magari di altre dittature(cosa cui Virglio non avrebbe mai pensato, certo non prestandosi a un gioco simile.
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"Le fabuleux destin d'Amélie Poulain"(2001, Jean-Pierre Jeunet), film comunque rassicurante, dopo varie prove dello stesso regista dedicate(particolarmente un film della serie"Alien")a componenti disforiche della nostra esistenza... Si dirà. opere consolatorie, no; la capacità che certe persone hanno di scoprire, anche quando la"fortuna"non sembra pendere decisamente dalla loro parte, di vedere le meraviglie che si annidano(assieme o distinte dagli orrori, ritiene l'estensore di questa nota)nella"realtà"o meglio in quella che consideraimao tale, a torto o a ragione è difficile a dirsi, Film che s embra tutto armonico, tutto"in brodo di giuggole"(espressione italiana che, da persona cresciuta in contesto plurilingue, non ho mai ben capito, ma questa è un'altra storia)ma in cui Amélie, ragazza semplice e gentile, ma all'occorrenza capace di punire gli ipocriti e gli arroganti, sa cioè "dire su poco"(per dirla in spagnolo)a chi lo merita, inverando il detto virigliano"parcere subiectis et debellare superbos"(perdonare agli sconfitti e vincere i superbi)che, nella mia interpretazione, non è mera apologia della"monarchia illuminata"augustea e potenzialmente magari di altre dittature(cosa cui Virglio non avrebbe mai pensato, certo non prestandosi a un gioco simile...), ma capacità di rendere merito a chi ha dei merti reali, anche nella sconfitta(che non è detto sia qualle militare), colpendo invece chi è sempre e comunque prepotente.... Da considerare, da vedere nella sua complessità, laaciandosi anche affascinare dalle sequenze di pura bellezza del film. Dopo tanta violenza inutile, dopo tanto sesso visto nei suoi aspetti più repellenti e bassi, degradanti e"scatologici", perché non lasciarsi affascinare dalla bellezza?Una bellezza, oltre a tutto, che Jeunet ci dà a piene mani, con intelligenza ma anche con"misura armonica", quasi avesse studiato il canone armonico vivaldiano... Audreay Tautou, la cui carriera precedente e successiva non mi è nota, è l'interprete giusta al posto giusto, così che il fillm non è inutilmente retorico né"larmoyant, ma realmente azzeccato e nell'ambito del"puro bello"nel 2001 segnato da ciò che sappiamo(Twin Towers ei similia)una vero fiorie nel deserto, un qualcosa che rincuora pensando al fatto che poco dopo c'"è"Desert Storm".... El Gato
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mobydick
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sabato 16 aprile 2016
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svista nella recensione
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La recensione sarà di chissà quanto tempo fa e magari la cosa è già stata segnalata, ma c'è una svista madornale che saltaa all'occhio e che fa forse capire perché Daniela Azzola non abbia "apprezzato" il film. NON è la morte di lady Diana a segnare una svolta nella vita di Amélie, ma appunto il ritrovare la "vecchia scatola di cianfrusaglie". Il fatto che Amélie stesse assistendo in tv alla notizia della morte di Diana è solo "ironia nera", è una presa per i fondelli del clamore suscitato all'epoca dalla morte di Diana: tutti si strappavano i capelli, tutti inneggiavano a Diana.
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La recensione sarà di chissà quanto tempo fa e magari la cosa è già stata segnalata, ma c'è una svista madornale che saltaa all'occhio e che fa forse capire perché Daniela Azzola non abbia "apprezzato" il film. NON è la morte di lady Diana a segnare una svolta nella vita di Amélie, ma appunto il ritrovare la "vecchia scatola di cianfrusaglie". Il fatto che Amélie stesse assistendo in tv alla notizia della morte di Diana è solo "ironia nera", è una presa per i fondelli del clamore suscitato all'epoca dalla morte di Diana: tutti si strappavano i capelli, tutti inneggiavano a Diana... mentre Amélie non è scossa dalla morte di questo personaggio pubblico, ma dal più "banale" ritrovamento di qualcosa che la mette in contatto con le persone "semplici" della vita di tutti i giorni. Già solo in questa piccola cosa, ripeto, sta il senso del film e parte della sua grandezza. Quindi, per compensare quel che dice la Azzola, mi permetto di dare un 5 stelle che normalmente darei soltanto a Les enfants du paradis, a Quarto potere, al Posto delle fragole...
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andrejuve
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giovedì 24 marzo 2016
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la paura di affrontare la vita
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“Il favoloso mondo di Amélie” è un film del 2001 diretto da Jean-Pierre Jeunet. Amélie Poulain è una bambina che ha vissuto un’infanzia difficile e particolare in quanto, a causa della frettolosa e inesatta diagnosi del padre medico legata ad un’ipotetica patologica cardiaca della figlia, quest’ultima è costretta a rimanere quasi sempre rinchiusa in casa. Addirittura è la nevrotica madre di Amélie, la quale esercita la professione di insegnante, a impartirle le lezioni scolastiche a casa. Dopo la morte della madre Amélie vive con il padre sino alla maggiore età, quando decide di andare a vivere da sola al fine di instaurare contatti col mondo circostante.
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“Il favoloso mondo di Amélie” è un film del 2001 diretto da Jean-Pierre Jeunet. Amélie Poulain è una bambina che ha vissuto un’infanzia difficile e particolare in quanto, a causa della frettolosa e inesatta diagnosi del padre medico legata ad un’ipotetica patologica cardiaca della figlia, quest’ultima è costretta a rimanere quasi sempre rinchiusa in casa. Addirittura è la nevrotica madre di Amélie, la quale esercita la professione di insegnante, a impartirle le lezioni scolastiche a casa. Dopo la morte della madre Amélie vive con il padre sino alla maggiore età, quando decide di andare a vivere da sola al fine di instaurare contatti col mondo circostante. Lavora come cameriera in un bar e la sua vita scorre senza particolari cambiamenti rispetto al passato. Però, nel giorno della morte di Lady Diana, Amélie scopre che all’interno della sua abitazione è nascosta una piccola scatola contenente dei ricordi di infanzia di colui che ha abitato in quella casa molti anni prima. Riesce ad individuare chi sia il proprietario della scatola e gliela consegna, emozionandolo e rievocandogli ricordi passati. Amélie capisce che da quel momento in poi lo scopo della sua vita debba essere quello di rendere felici le altre persone, migliorando la loro esistenza. Amélie nel frattempo comincia a conoscere i suoi bizzarri condomini, con particolare riferimento a Raymond Dufayel, un pittore affetto da gravi problemi alle ossa, il quale da molti anni non varca più la porta di casa sua. Un giorno Amélie all’interno della stazione ferroviaria scorge un uomo di nome Nino Quincampoix, il quale è intento a cercare frammenti di foto sotto una macchina adibita alle fototessere. Amélie si innamora immediatamente di Nino ma, a causa della sua timidezza, non sa a quale espediente ricorrere al fine di incontrarlo.
La pellicola incentra la sua attenzione sulla complessa figura di Amélie. Quest’ultima, a causa delle continue restrizioni che è stata costretta a subire sin dalla tenera età, non è mai riuscita veramente ad stabilire dei contatti con il mondo circostante e con la realtà esterna. A causa di questa drammatica situazione il mondo di Amélie è costituito da un piccolo recinto pieno di limitazioni e rinunce che si è autoimposta a causa dell’atteggiamento morboso dei genitori nei suoi confronti. Amélie quindi è incapace di instaurare legami affettivi, sentimentali e di amicizia in quanto non è in grado di rapportarsi con le persone attorno a lei. L’unica persona con la quale riesce a creare uno stretto legame è Raymond, il quale come Amélie è rinchiuso in sé stesso all’interno della sua piccola realtà che gli trasmette sicurezza e fiducia. Amélie confessa a Raymond tutte le sue inquietudini, le sue incertezze e i suoi dubbi. Invece di cercare di spezzare la monotonia di un’esistenza insoddisfacente e noiosa, Amélie preferisce rendere gioiose le vite degli altri assumendo il ruolo di una paladina della giustizia che vaga per le strade di Parigi migliorando le esistenze di soggetti attanagliati dalla solitudine, dalla tristezza e dalle incertezze. In realtà le persone che circondano Amélie rappresentano lo specchio di sé stessa in quanto anche lei vive in un continuo stato di ansia, di preoccupazione e di terrore nei confronti della vita stessa. Amélie non vuole affrontare la vita ma cerca di aggirarla e di scavalcarla in qualsiasi modo. Spesso la vita scorre davanti ai nostri occhi senza che noi possiamo accorgercene e quando ce ne rendiamo conto ormai è troppo tardi. Vivendo con il timore di cambiare e mutare la propria esistenza inevitabilmente non si assaporano i piccoli piaceri che l’esistenza sa offrire e si diventa incapaci di confrontarsi con gli altri. Di conseguenza non si è in grado di provare emozioni e sentimenti che costituiscono l’essenza della vita e caratterizzano l’essere umano in quanto tale. Amélie sin da piccola vaga con la fantasia, creando un mondo immaginario e fantastico frutto della sua creatività. E’ più semplice immaginare la vita che una persona vorrebbe condurre piuttosto che rischiare di viverla realmente temendo di subire delusioni e dolori e assumendosi responsabilità che possono rivelarsi gravose e scomode. Amélie rispecchia l’immaturità e l’infantilità di una persona che non vuole reagire, preferendo vivere nel perenne rimpianto di non aver potuto fare ciò che avrebbe fortemente desiderato. La vita deve essere vissuta intensamente e pienamente cercando di renderla più felice e coinvolgente possibile. L’unico modo per farlo è trovare il coraggio di mettersi in gioco e di sfidare le proprie inquietudini e i propri timori che impediscono di opporsi alla snervante monotonia e all’infelicità. Raymond percepisce il disagio di Amélie e comprende che questa ragazza cosi gentile, altruista e sensibile merita di uscire dal suo piccolo guscio e di assaporare la vita facendosi trasportare dalle emozioni. Raymond non vuole che Amélie commetta il suo stesso errore di non aver trovato il coraggio di vivere, e per questo motivo incentiva e sprona Amélie affinché possa accendersi in lei il desiderio di ribellarsi e di sfidare la vita. Un bel film che, attraverso una commedia brillante, divertente e atipica, riesce a coinvolgere lo spettatore affrontando tematiche importanti con leggerezza e leggiadria. Il regista utilizza uno stile fiabesco e fantastico, ricorrendo alla descrizione di personaggi caricaturali proprio al fine di trasporre efficacemente sullo schermo la visione del mondo che Amélie vorrebbe vivere, dando spazio illimitato alla sua fantasia. Tutti i protagonisti sono brillantemente caratterizzati e questo compito non era semplice, data la mole di personaggi che si susseguono. Ottime le interpretazioni di tutti gli attori con particolare riferimento ad Audrey Tautou, nei panni di Amélie Poulain, di Mathieu Kassovitz, in quelli di Nino Quincampoix, e di Serge Merlin, nella parte di Raymond Dufayel. Da vedere.
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stefania garaffa
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giovedì 10 marzo 2016
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non è solo una bella favola, ben narrata...ma i v
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i volti sono l espressività del loro mondo la mimica dei personaggi rende unico il posto, i paesaggi esaltati da una fotografia eccezionale! !!
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aristoteles
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mercoledì 25 novembre 2015
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ad amelie piace incantare la platea
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Non fosse per alcuni momenti eccessivamente "melensi" sarebbe un capolavoro.
C'è una attenzione per i particolari davvero strepitosa,così anche da una piccola biglia,da una rapa,da fotografie strappate o da un nano da giardino vengono raccontate tante piccole storie.
Amelie,interpretata magnificamente dalla Tautou,è una ragazza semplice, generosa e curiosa,che riempe i propri vuoti affettivi tramite la fantasia e un grande cuore.
In fondo il film è proprio una favola moderna sui sentimenti più profondi e l'amore.
Una storia accattivante come i personaggi di contorno che diventano protagonisti al pari di Amelie.
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Non fosse per alcuni momenti eccessivamente "melensi" sarebbe un capolavoro.
C'è una attenzione per i particolari davvero strepitosa,così anche da una piccola biglia,da una rapa,da fotografie strappate o da un nano da giardino vengono raccontate tante piccole storie.
Amelie,interpretata magnificamente dalla Tautou,è una ragazza semplice, generosa e curiosa,che riempe i propri vuoti affettivi tramite la fantasia e un grande cuore.
In fondo il film è proprio una favola moderna sui sentimenti più profondi e l'amore.
Una storia accattivante come i personaggi di contorno che diventano protagonisti al pari di Amelie.
Incanta a una prima visione,nel rivederlo più volte può risultare stucchevole.
Comunque un prodotto finale originale,divertente e meritevole di attenzione.
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francesca
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martedì 10 novembre 2015
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una favola stucchevole
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Amelie è una ragazza semplice che si è creata un mondo tutto suo in cui non esce mai allo scoperto. Trae piacere delle piccole cose ( spezzare la crosta della creme bruleé con il cucchiaino, collezionare fotografie..) e vive come una bambina con i suoi infiniti sogni. Dopo aver trovato una scatoletta, conentende dei giochi di infanzia di un precedente proprietario di casa sua, decide di rimettere a posto le cose di chi la circonda. I personaggi e le situazioni sono troppo marcati fino ad essere chiaramente sdolcinati. Di positivo ci sono una fotografia molto curata e la colonno sonora composta da Yann Tiersen. E' un film destinato ad un pubblico infantile.
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il befe
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martedì 10 marzo 2015
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capolavoro
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