Hana-Bi

Film 1997 | Drammatico, 103 min.

Anno1997
GenereDrammatico,
ProduzioneGiappone
Durata103 minuti
Regia diTakeshi Kitano
AttoriTakeshi Kitano, Kayoko Kishimoto, Ren Ôsugi .
Uscitagiovedì 30 ottobre 1997
TagDa vedere 1997
DistribuzioneCinecittà Luce
MYmonetro 3,48 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Takeshi Kitano. Un film Da vedere 1997 con Takeshi Kitano, Kayoko Kishimoto, Ren Ôsugi. Genere Drammatico, - Giappone, 1997, durata 103 minuti. Uscita cinema giovedì 30 ottobre 1997 distribuito da Cinecittà Luce. - MYmonetro 3,48 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 19 agosto 2014

Il detective Nishi sta passando un brutto periodo. La moglie ha poco da vivere a causa di un male inguaribile e si sente in colpa nei confronti di Horibe, suo amico e compagno ridotto sulla sedia a rotelle. Il film è stato premiato al Festival di Venezia,

Consigliato sì!
3,48/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,95
CONSIGLIATO SÌ

Il detective Nishi sta passando un brutto periodo. La moglie ha poco da vivere a causa di un male inguaribile e si sente in colpa nei confronti di Horibe, suo amico e compagno ridotto sulla sedia a rotelle. Chiede un prestito a uno strozzino per fare un regalo a Horibe, che vuole dipingere, e per dare dei soldi alla vedova di un altro poliziotto. In un finale struggente deciderà di uccidere se stesso e la moglie. Il miglior film realizzato dal regista giapponese. Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia.


HANA-BI disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 7 maggio 2010
Paola Di Giuseppe

Fiori di fuoco sono i fuochi d’artificio nel cielo notturno sul mare, i fiori dei proiettili che esplodono, allargando sui corpi rosse corolle di violenza, i fiori che dissolvono la loro consistenza reale e riappaiono nella stilizzazione di un dipinto, il fiore rosso sangue del colore con cui Horibe cancella l'ideogramma di “suicidio” dipinto su un paesaggio innevato.

giovedì 5 giugno 2014
laurence316

7° film di Kitano, dopo il già notevolissimo Sonatine, è il suo migliore e uno dei migliori (per non dire il più grande) film degli anni '90. Certi pseudo critici dovrebbero astenersi dal parlare dei film se quasi certamente non gli hanno neanche visti (non da svegli, almeno!). Struggente, amaro e umano, è un film che insegue vari generi, incrociandone molti lungo [...] Vai alla recensione »

martedì 21 ottobre 2014
Oh Dae-su

  Procedendo per un percorso inverso, a ritroso, ed analizzando l'ultima sequenza( gli ultimi cinque minuti per intendersi) del film Hana-bi, questa è l'immagine che Kitano ci offre: La riva del mare, il suono delle onde che si infrangono sulla sabbia, la brezza marina e la luce del sole, Nishi e sua moglie Miyuki sulla riva sorridenti,  una bambina( la figlia [...] Vai alla recensione »

martedì 6 luglio 2010
Luca Scialo

Nishi è un ex agente cinico e freddo nei modi, perseguitato dalla Yakuza a causa di un debito; come se ciò non bastasse, è afflitto da un doppio malessere soggiacente: la moglie è afflitta da una lucemia ed è in fase terminale, mentre un ex collega è rimasto paralizzato in seguito ad una sparatoria e lui si sente responsabile per non essere stato lì [...] Vai alla recensione »

domenica 6 aprile 2014
Carlo Vecchiarelli

La vita a volte si ferma a rimuginare sul destino, come nella Tokio degli anni '90, con il doppio silenzio di due ex agenti di polizia caduti in disgrazia. Tra digressioni musicali e pittoriche che riempiono il vuoto verbale di situazioni senza speranza. Nishi deve fare i conti con una figlia morta, un collega morto sulla coscienza e una moglie malata terminale.

venerdì 22 marzo 2013
TommyF14

 Takeshi Kitano ci presenta la storia di un ex poliziotto tormentato da drammi interiori … la figlia è morta, la moglie, malata di cancro, è in punto di morte, un suo caro collega è rimasto paralizzato durante una spedizione alla quale anch’egli doveva partecipare. Il protagonista dunque decide di rapinare una banca per pagare un suo debito con la Yakuza (sempre [...] Vai alla recensione »

sabato 18 agosto 2012
Ctizen K

Capolovoro immenso per il regista giapponese! Il film è una danza per gli occhi, i colori e i dipinti fatti dallo stesso Kitano danno armonia alla pellicola ritenendo il tutto un vero e proprio cult. Il regista vuole poesia la quale non manca, anzi la stessa violenza e amore per la moglie fanno parte della poetica di Kitano facendo di questo Yakuza Movie una pietra miliare.

sabato 19 febbraio 2011
Dandy

Probabilmente il film migliore del regista,assieme a "Sonatine".Di certo più commovente.Ancora una volta violenza e morte(soprattutto la propria) vengono guardati con stoicismo.La vita è incomprensibile,e la tenerezza impossibile.Kitano si porta fuori dalle regole di genere e non, mischiando accelerazioni e improvvisi cambi tono,spiazzando sempre lo spettatore.

lunedì 14 dicembre 2020
Supertramp

Il poliziotto Kitano supera in violenza il Kitano protagonista dell'esordio in Violent Cop ma senza quella sua speranza che gli permetteva di andare avanti. Andare avanti in un mondo dove la violenza è una costante, dove esistono e resistono solo quelli che stanno dalla parte giusta di una pistola ma anche di un qualsiasi oggetto che cela il suo essere un arma.

lunedì 14 dicembre 2020
Supertramp

Il poliziotto Kitano supera in violenza il Kitano protagonista dell'esordio in Violent Cop ma senza quella sua speranza che gli permetteva di andare avanti. Andare avanti in un mondo dove la violenza è una costante, dove esistono e resistono solo quelli che stanno dalla parte giusta di una pistola ma anche di un qualsiasi oggetto che cela il suo essere un arma.

giovedì 19 novembre 2009
Enzo Fucchio

Takeshi Kitano lo considero un artista eccezionale. Il suo modo di fare cinema è totalmente profondo e poetico che ogni volta che vedo un suo film, so di vedere un gran bel film. Han-Bi è sicuramente la sua più bella opera, il modo in cui tratta il difficile tema della morte e della tristezza è senza dubbio il modo più perfetto possibile, ossia con una tale e completa passione che rende questo film [...] Vai alla recensione »

venerdì 20 novembre 2009
Americo DiDonfranc.

Takeshi Kitano lo considero un artista eccezionale. Il suo modo di fare cinema è totalmente profondo e poetico che ogni volta che vedo un suo film, so di vedere un gran bel film. Han-Bi è sicuramente la sua più bella opera, il modo in cui tratta il difficile tema della morte e della tristezza è senza dubbio il modo più perfetto possibile, ossia con una tale e completa passione che rende questo film [...] Vai alla recensione »

mercoledì 29 giugno 2011
molenga

 Hana bi è il film di kitano:non è un film perfetto ma il frutto di un'illuminazione piombata tra capo e collo al poliedrico artista giapponese: il montaggio è favoloso, presente e narrazione si incontrano a metà tempo mentre i ricordi di nishi, l'amicizia e l'amore maturano nel protagonista fino a diventare marci, inutili, da buttar via.

martedì 8 dicembre 2009
Giuseppe Th. Dreyer

Beat takeshi torna alla regia e lo fa con un film disarmante per la sua belezza. Storia paralelle di 2 poliziotti, costretti a ricostruirsi una vita o reagire al dolore delle persone che li circondano. Hana-bi è un film coinvolgente, sapiente la regia di kitano, il sangue dei corpi martoriati all'inverosimile diventa il colore dei quadri, in una sapiente susseguirsi di immagini evocative e poetiche. [...] Vai alla recensione »

domenica 27 settembre 2009
ingloriusbastard

Che di sangue e pallottole se ne vedano un bel po' in questo film è un dato di fatto ineluttabile. Tuttavia, Kitano, evidenzia più una forma di autolesionismo nella creazione dei personaggi di Hana-Bi, costringendo lo spettatore a provare compassione per esseri umani rassegnati ai loro crudeli destini, piuttosto che la violenza verso i delinquenti di turno, quasi a dover alleviare con le pistole il [...] Vai alla recensione »

lunedì 22 giugno 2009
Elvis shot JFK

molto bella la prima parte........con il passare delle scene diventa un pò soporifero...3 STELLE....mi aspettavo di meglio visto l'ottima prima parte......

venerdì 5 marzo 2010
Paolo-42

E' un film "forte", un po' noioso a tratti ma non male in fondo.

venerdì 20 novembre 2009
paride86

Noir violento e sentimentale, in perfetto stile Kitano. I dialoghi sono limitati allo stretto necessario, le immagini sono forti e il sangue scorre a fiotti. Il finale è intuibile, ma d'altronde era forse inevitabile. Molti lo considerano un capolavoro, eppure non mi ha conquistato. Musiche stupende.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Neve, luce, suicidio: di queste tre parole è composto l'ultimo quadro dipinto da Horibe. Anzi, non di tre parole si tratta, ma dei tre simboli grafici che, nella scrittura giapponese, le rappresentano. La macchina da presa ce le mostra in successione, esplorando la tela con un'inquadratura ravvicinata: e a noi pare che una via o almeno una breccia ci venga offerta per avvicinarci ad Hana-bi (Giappone, [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Nel film giapponese molto bello, Hana-Bi, premiato con il Leone d'oro all'ultima Mostra di Venezia, il genere poliziesco si trasforma in una riflessione esistenziale grazie allo stile alto, asciutto, nitido, doloroso e insieme ricco di forza del regista cinquantenne Takeshi Kitano, che in Giappone è una famosissima star multimediale: attore comico, romanziere, poeta, saggista, autore di fumetti, divo [...] Vai alla recensione »

Paolo Boschi
Scanner

Quella al centro di Hana-Bi potrebbe essere una storia di ordinaria solitudine esistenziale metropolitana: un dramma contemporaneo che risucchia la vita del personaggio in questione fino al suicidio. Sintetizzata in questi termini, potrebbe trattarsi di una trama ‘normale’: a renderla unica e, per certi versi, eccezionale, è lo stile asciutto e ridondante, lento ed accelerato, debordante ed essenziale [...] Vai alla recensione »

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

C'è chi ha provato a scherzarci sopra: "Kitano da morire". Può essere il modo giusto per avvicinarsi a Hana-bi, settimo film del giapponese Takeshi Kitano, premiato con il Leone d'oro a Venezia. Perché di morte e di morti ce n'è a bizzeffe, dalla prima all'ultima sequenza; allo stesso tempo, però, si ha sempre la sensazione di assistere quasi alla dimostrazione di un teorema geometrico, al racconto [...] Vai alla recensione »

winner
leone d'oro
Festival di Venezia
1997
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