C'era una volta in America |
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Un film di Sergio Leone.
Con Elizabeth McGovern, James Woods, Robert De Niro, Treat Williams.
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Titolo originale Once upon a Time in America.
Drammatico,
durata 227 min.
- USA 1984.
- Lucky Red
MYMONETRO
C'era una volta in America
valutazione media:
4,69
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La ricetta di un'opera intramontabiledi Valis.91Feedback: 604 | altri commenti e recensioni di Valis.91 |
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lunedì 12 marzo 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sergio Leone, Robert de Niro, Ennio Morricone: gli ingredienti di una deliziosa charlotte russe alla panna che si gusta con avidità dall'inizio alla fine. E' impossibile trovare un elemento fuoriposto in quest'opera senza tempo che il regista riprende dal romanzo gangster di Harry Grey "Mano Armata"; Leone lo fa proprio, lo rimodella e restituisce al pubblico un capolavoro cinematografico unico e perfetto. La geniale intuzione della trama è infatti mischiare in modo intelligente scene del passato e presente e alla fine sorprendere lo spettatore con il sorriso indimendicabile di De Niro annebbiato dai fumi dell'oppio, insinuando il dubbio sulla realtà della vicenda: i dieci secondi finali capovolgono e stravolgono ben quattro ore di film. Robert De Niro indossa perfettamente i panni di un Noodles violento e irascibile, innamorato e impotente, e, soprattutto, "vinto". E' un personaggio a cui è infatti negata la lealtà dell'amicizia, un lavoro onesto e l'amore di Deborah, la quale rinuncia ai sentimenti per il giovane gangster, consapevole a suo malgrado del destino a cui sarebbe stata confinata. Max, interpretato da un bravissimo James Woods, l'amico-nemico con cui più volte si trova più volte a confronto e che alla fine sembra il vero "vincitore" di questa favola gangster, rappresenta il suo antitetico; ottiene infatti ciò che Noodles ha desiderato di più: Deborah e un lavoro lontano dal mondo della malavita. Ma è nell'ultimo dialogo in cui emerge davvero la fragilità di Max di fronte al proprio destino mentre Noodles è più consapevole e pragmatico del proprio essere, tanto da arrivare a rinunciare l'omicidio l'ex amico, nonostante i torti subiti. L'incerta condizione degli uomini emerge con espressività nell'ultimo sguardo tra i due prima del suicidio di Max: Leone forse sottintende addirittura un ribaltamento finale tra i ruoli. La colonna sonora rimane indimenticabile e inscindibile dal film: il suono del flauto di Cockey in "Once upon a Time in America" che accompagna le scorribande degli amici fino alla morte e oltre, oltre ai pezzi "Deborah's Theme" e "Amapola", scenografiche sinfonie della romantica cena di Noodles e Deborah, rendono ancora più suggestiva un'opera che, anche se rivista più volte, non smette mai di stupire e commuovere come la prima volta.
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