Arcibaldo

Film 1971 | Commedia

Una serie con Carroll O'Connor, Jean Stapleton, Sally Struthers, Rob Reiner, Sherman Hemsley. Cast completo Titolo originale: All in the Family. Genere Commedia - USA, 1971, Valutazione: 4 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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Ultimo aggiornamento martedì 21 luglio 2009

Consigliato assolutamente no!
n.d.
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In America Arcibaldo – interpretato da Carroll O’Connor – è un mito. Egli incarna tutti i difetti dell’uomo medio americano: è ignorante, pieno di pregiudizi razziali e sessuali, odia tutti coloro che disturbano la sua quiete domestica. E i primi a spezzare il silenzio che dovrebbe regnare sovrano sono la devota moglie casalinga Edith (Jean Stapleton), la figlia commessa Gloria (Sally Struthers) e suo marito Mike Stivic (Rob Reiner), un disoccupato polacco perennemente affamato che subisce una condanna terribile: vivere sotto lo stesso tetto del cinquantenne Arcibaldo, caposquadra ai docks della Pendergast Tool and Die Company. Quando torna a casa dal lavoro, Archie pretende che la moglie gli corra incontro e gli chieda “com’è andata oggi”; subito dopo siede nella sua poltrona (sulla quale non vuole si appoggi alcuno) e dice a Edith di portargli una birra. Tra i suoi passatempi preferiti c’è il tiro a segno nei confronti del genero Mike, che ha soprannominato senza affetto “testone”: ciò che Archie non gli perdona non è solo l’appetito; non gli perdona di essere di origini non americane (Arcibaldo è il personaggio più razzista della televisione: odia tutti i “diversi”, handicappati compresi); non gli perdona di essere liberal (quando Archie difende con calore Nixon e Reagan, la sola cosa che non gli va giù di Kissinger sta nel fatto che è tedesco); non gli perdona di essere uno studente (perché ritiene che la cultura sia non solo superflua ma addirittura dannosa, in ogni caso sostituibile da quel “buon senso comune” che non deve rispondere a tanti “perché?”; non gli perdona le effusioni con Gloria (lui che, quando Edith tenta di abbracciarlo, esclama irritato “non di fronte ai ragazzi”); ma forse più di tutto non gli perdona di essere penetrato, attraverso il matrimonio con la figlia, in casa sua, nel suo regno. Girata tutta in una stanza (il soggiorno), con qualche incursione furtiva in cucina o in camera da letto, una delle situation-comedy più popolari degli States trova il suo climax quando Archie entra in relazione con gli altri, che detesta nella loro totalità. In un’animata discussione con il genero, il nostro gli spiega che oltre la soglia di casa c’è “un mondo in cui cane mangia cane e il più cane vince”. I vicini sono i Jefferson, una famiglia di colore composta dal nevrotico George (Sherman Hemsley), dalla dolce Louise (Isabel Sanford), la migliore amica di Edith, e Lionel (Michael Evans), l’amico di Mike e Gloria; dall’altro lato della strada, di fronte al 704 Hauser Street nel Queens, abitano invece Frank e Irene Lorenzo (interpretati da Vincent Gardenia e Betty Garrett), due italoamericani che hanno invertito i loro ruoli nel menage familiare: il marito rammenda e lava i piatti, la moglie è un asso della meccanica. La satira di Archie non risparmia temi bollenti come l’aborto, l’omosessualità, la menopausa, il controllo delle nascite: una mossa vincente del produttoresceneggiatoreregista della serie – Norman Lear – che permise ad Arcibaldo di diventare il personaggio pubblico più popolare del 1973 in America e di vincere 22 Emmy Awards, 3 DGAAwards, un Humanitas Prize, un Peabody Award e 8 Golden Globes. Gran merito va anche allo strepitoso Carroll O’Connor, scelto dopo il rifiuto di Mickey Rooney e notato da Lear nel film del 1968 Papà, ma che cosa hai fatto in guerra? Lear si è ispirato alla sitcom inglese di successo Till Death Do Us Part e dapprima il titolo della versione americana era Those Were the Days, che è restato comunque il titolo della sigla iniziale cantata, su musiche di Charles Strouse e Lee Adams, dalla coppia O’ConnorStapleton al piano: la canzone raggiunse la trentesima posizione della classifica di “Billboard; quella finale, Remembering You, è intonata dal solo O’Connor sulle note di Roger Kellaway. Martin Balsam partecipa a due stagioni nei panni del socio in affari di Archie, Murray Klein; Henry Fonda, David Soul e Billy Cristal compaiono quali guest-stars. Indimenticabile la puntata dove Sammy Davis Jr. fa visita a casa Bunker: Archie lo lascia sedere sulla sua poltrona preferita ma poi si rifiuta di bere dal suo bicchiere. A dimostrazione del carattere del protagonista c’è da segnalare la puntata in cui Gloria rientra a casa sconvolta per essere stata aggredita da un uomo per strada; lei vorrebbe denunciare il fatto ma il padre la convince a desistere, perché in tribunale potrebbero farla passare come una “provocatrice o, addirittura, una prostituta”, fregandosene del rischio che possa accadere ad altre donne; “che siano loro a ribellarsi e a sporgere denuncia”, le dice Archie che poi conclude: “anche il Presidente ha detto ‘fatevi i fatti vostri’”. Edith si rivela essere il perfetto complemento di Archie: tutta la vita votata a lui; quando un esibizionista le spalanca l’impermeabile davanti, a lei viene in mente che il marito si è dimenticato il soprabito a casa; è sempre di corsa, con i capelli al vento, dalla cucina all’ingresso, quando suonano alla porta o quando arriva Archie; è servizievole senza la minima coscienza della propria individualità, segregata in casa da oltre vent’anni; finisce per accettare tutto con un sorriso stampato sul volto solo perché, come dice suo marito, “non esiste donna più stupida”; e quelle poche volte in cui cerca di dire la sua, “Archie accetta le mie scuse e facciamo pace”. Il serial creato da Johnny Speight, noto in Italia anche con il titolo Tutti a casa, ha generato due spin-off: oltre a I Jefferson, Beatrice Arthur compare nei panni della cugina di Edith nel personaggio di Maude. Nel corso degli anni la serie ha subito in originale tre cambi di titolo: quando nel decimo ciclo muore la moglie di Archie in seguito alla decisione della Stapleton di lasciare il set diventò Archie Bunker’s Place, quando diventa protagonista Sally Struthers assunse il nome di Gloria, quando in alcune puntate si ricorda la vecchia casa dei Bunker è la volta di 704 Hauser. Oltre a Lear, Bud Yorkin e Mort Lachman firmano da produttori esecutivi. Il cognome della famiglia di Archie è Bunker: mai scelta fu più appropriata per un nucleo familiare capeggiato da un uomo che, come disse O’Connor, “non vuole che il mondo cambi, non vuole problemi perché è egli stesso un problema”.

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