Anno | 2003 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA, Gran Bretagna |
Regia di | Ross McElwee |
Attori | Allan Gurganus, Paula Larke, Marilyn Levine, Emily Madison, Adrian McElwee Ross McElwee, Tom McElwee, Patricia Neal, Vlada Petric, Charleen Swansea. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 21 novembre 2013
Una storia industriale e familiare che attraversa la vita personale del regista e l'industria del tabacco.
CONSIGLIATO N.D.
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McElwee ha girato un film sull'industria del tabacco nella sua terra natale (la principale produttrice in America), da un lato perché vuole venire a capo del suo complicato rapporto con questo tema, dall'altro perché c'è un coinvolgimento diretto: il suo bisnonno John Harvey McElwee è stato uno dei pionieri del commercio di sigarette nel Nord Carolina. L'impulso decisivo proviene da un cugino cinefilo, che lo invita nel Sud per fargli vedere Bright Leaf, film del 1950 con Gary Cooper e Patricia Neal, probabilmente ispirato alla travagliata storia del loro antenato, fondatore del marchio Bull Durham. Per il regista comincia un'indagine a più livelli, che parte dalle tracce e dai racconti di quegli eventi lontani, inclusa la loro trasfigurazione epica nel cinema di finzione, e giunge sino al presente, e al diverso legame che la gente del Sud ha con il tabacco. Le testimonianze, le opinioni e lo stile di vita dei coltivatori, dei parenti di persone morte per tabagismo, dei superstiti di cancro, dei fumatori fieri di esserlo si avvicendano in un unico flusso che culmina con le riprese di una folkloristica e grottesca manifestazione in onore delle "foglie dorate". Proseguendo il discorso aperto in Six O'Clock News, McElwee questa volta interpola-confronta il suo cinema con quello di finzione della Hollywood classica in un dialogo fra immagini del passato e del presente, intorno al medesimo oggetto: il tabacco nel North Carolina. Nell'articolato itinerario di Bright Leaves, all'autobiografismo del regista si accosta il tentativo di radiografare la mentalità e la cultura del Sud degli Stati Uniti, secondo una progressione graduale che espande l'individuale nell'universale. Lo stile è definitivamente maturo: McElwee riesce a connettere con straordinaria pertinenza e disinvoltura una quantità esorbitante di materiale eterogeneo, proponendo una prospettiva inedita e stratificata sull'argomento. Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, è il film della consacrazione critica internazionale.