Anno | 2007 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 107 minuti |
Regia di | Jonathan Demme |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Agosto, 1995. Orleans viene investita dalla furia di Katrina. Un anno dopo, il regista de "Il silenzio degli innocenti" torna come testimone sui luoghi del triste accaduto.
CONSIGLIATO SÌ
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Un occhio maturo come quello Jonathan Demme, decide di filmare, un anno dopo l'uragano Katrina, la ricostruzione di una delle zone più povere di New Orleans, il Lower 9th Ward. Il quartiere viene "ricostruito" dal forte calore delle poche persone che hanno deciso di rimanere anche dopo l'infausto evento. La videocamera digitale di Demme ha la forza di registrare, attraverso numerose interviste, l'amarezza del post-uragano e, nello stesso tempo, l'incredibile tenacia dei sopravvissuti.
Si ha la sensazione che la preoccupazione maggiore per queste persone non sia tanto il rimpossessarsi della propria abitazione quanto far rivivere un quartiere la cui animosità è stata (almeno per ora) spazzata via. Nonostante qualche dilatazione di tempo, ogni intervista regala una personalissima veduta del tragico accaduto con un vasto spettro di commenti di natura privata e pubblica.
Alle volte la carica emotiva di alcuni racconti è così forte da far passare il sottofondo sonoro come inutile e ridondante. Il denominatore comune è la mancanza di attenzione da parte dei media ma soprattutto l'inefficacia delle autorità che sembrano non esistere. Gli intervistati fanno appello a Dio, all'arte e alla musica per giustificare il loro spirito di sopravvivenza ma nei fatti la loro forza nasce altrove. Risiede proprio nel luogo in cui loro stessi vivono o, meglio, hanno sempre vissuto.
Chi ha lasciato la propria casa è visto come un perdente. Come qualcuno che non ha combattuto abbastanza per portare New Orleans alla gente e non viceversa. Le lunghe carrellate di macchina girate lungo le strade abbandonate sembrano richiamare alla memoria la desolazione di un'ambientazione western o, peggio ancora, la freddezza di una città abbandonata per via di un conflitto etnico o bellico. Il fatto che Demme indugi visivamente su un "Baghdad" scritto su un muro di un edificio testimonia come un evento naturale possa andare in parallelo con un altro determinato, però, dalla cultura distorta dell'essere umano.