Titolo originale | 3:10 to Yuma |
Anno | 2007 |
Genere | Western, |
Produzione | USA |
Durata | 117 minuti |
Regia di | James Mangold |
Attori | Russell Crowe, Christian Bale, Peter Fonda, Gretchen Mol, Ben Foster, Dallas Roberts Alan Tudyk, Vinessa Shaw, Logan Lerman, Kevin Durand, Luce Rains, Lennie Loftin, Rio Alexander, Johnny Whitworth, Shawn Howell, Pat Ricotti. |
Uscita | venerdì 19 ottobre 2007 |
Distribuzione | Medusa |
MYmonetro | 3,09 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 7 febbraio 2020
Un giovane ranchero, viene incaricato di scortare un pericoloso criminale alla stazione dove dovrà prendere il treno che lo porterà a Yuma per essere processato. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura a Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, In Italia al Box Office Quel treno per Yuma ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 686 mila euro e 376 mila euro nel primo weekend.
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Remake non significa quasi niente. Remake di un western non significa niente. L'"originale" è del 1957, è di cinquant'anni più vecchio, semplicemente, e non riesce a mandare segnali o echi, a lasciare eredità. È tutto troppo lontano. Allora c'era il "western", coi suoi codici semplici, reiterati, banali e magnifici e col finale rassicurante. C'erano Glenn Ford e Van Heflin, la musica di Tiomkin e la voce di Frankie Laine, c'era il buono e c'era il cattivo che poi era anche lui buono. Soprattutto c'era l'eroe, quell'"eroe", che nel cinema di oggi, e non solo nel cinema, è soltanto uno da sfottere.
Adesso il western è un genere desolato. Da allora è cambiato il pubblico, il cinema, è cambiata la chimica. È cambiato tutto. Allora valeva un storia semplice, un unico segmento. Adesso ci sono almeno altre tre o quattro costole. Parlano, parlano, spiegano. Il contadino Evans (Bale), che trae una vita durissima, per sé e la famiglia, dal piccolo ranch che sta per perdere per i debiti, accetta, per duecento dollari, di fare da scorta per portare il pericolosissimo Wade (Crowe) alla prigione di Yuma. La scorta, braccata dai compagni del bandito, si assottiglia. Nel viaggio i due cominciano con l'odiarsi, continuano col rispettarsi, finiscono (quasi) amici, anche se il contadino non rinuncia al suo compito, anche quando rimane solo senza alcuna speranza di caricare il prigioniero su quel treno delle tre e dieci. Nel frattempo il figlio maggiore di Evans è costretto a crescere in fretta e a diventare uomo nel dolore, e la faticosa integrità del contadino ha finito col conquistare il bandito.
Se si dimentica il classico di Delmer Daves, se lo si lascia vivere autonomamente, il film di Mangold è un'intensa avventura, un po' troppo spiegata. Col paesaggio che diventa "attore" (sì, come allora), con una violenza che non deborda, e con qualche citazione di Leone, che Crowe (a suo agio, come dappertutto) ha definito "il vero grande maestro del western". Con buona pace di Ford, Hawks, Mann e dello stesso Daves.
Dan Evans è un allevatore di bestiame con moglie e due figli che si vede mettere a ferro e fuoco la proprietà non potendo reagire a causa di una ferita riportata nel corso della Guerra di Secessione. Il suo bisogno di denaro diventa così elevato da dichiararsi disponibile a fare da scorta (fino alla città di Contention) a Ben Wade, un fuorilegge estremamente pericoloso. Costui, a capo di una banda tra i cui membri emerge lo psicopatico braccio destro Charlie Prince, ha appena svaligiato una diligenza corazzata della società Pinkerton che finanzia la costruzione della ferrovia. A Contention Dan dovrà farlo salire sul treno che lo condurrà al carcere di Yuma.
James Mangold, a differenza di altri 'modernizzatori' del western, ama profondamente il genere e, in particolare, si percepisce che è un appassionato cultore dell'omonimo Quel treno per Yuma di Delmer Daves. Il film datato 1957, ispirato al racconto di Elmore Leonard, seppe ritagliarsi un suo posto ben preciso grazie alle interpretazioni di Glenn Ford nei panni di Wade e di Van Heflin in quelli di Evans e anche alla canzone dei titoli di testa affidata alla voce di Frankie Lane.
Mangold si è trovato di fronte all'alternativa della rilettura-omaggio o della rivisitazione-dissacrazione. Ha scelto una terza via che consiste nel rispetto della sostanza pur nel mutamento della forma. Ecco allora che omaggia l'autore della sceneggiatura originale, Halsted Welles, nei titoli di testa per sottolineare la continuità tra i due film ma allarga il territorio, legge diversamente le psicologie e, soprattutto, muta il punto di vista. Procediamo con ordine. Il film di Daves, dopo l'inizio en plen air si chiudeva in un saloon e poi, nella seconda parte, costruiva l'attesa (dovendo differenziarsi da Mezzogiorno di fuoco) nella stanza in cui i due protagonisti attendevano l'arrivo del convoglio ferroviario. Mangold si apre invece agli spazi naturali e colloca con precisione la vicenda negli anni della costruzione della Southern Pacific Railroad mostrandoci anche i lavoratori cinesi all'opera. È in questi spazi e nelle attese notturne del trasferimento che hanno modo di sviluppare le caratteristiche psicologiche dei loro personaggi un sorprendente Christian Bale e un sempre all'altezza Russell Crowe. Il primo offre al fiaccato ma non vinto Evans una dirittura morale che non prende le mosse da un bisogno di quieto vivere ma da convinzioni profonde. Il secondo regala a Wade tutte le sfumature del potere di attrazione di chi sa come gestire il proprio appeal negativo.
Ne esce così una rilettura che va alle radici degli interrogativi profondi che il western classico (ritenuto sbrigativamente da alcuni un genere di puro intrattenimento) ha avuto da sempre nel proprio DNA. Le domande sul Bene e il Male e sul ruolo che l'uomo deve assumere nella società vengono riproposte con un accento di modernità che non rinnega il passato. Soprattutto perché, e qui veniamo alla variante più profonda e significativa, il tutto viene visto e giudicato dal figlio adolescente di Evans, pronto a valutare negativamente le debolezze del padre così come affascinato dal potere di seduzione del malvivente. Osservate la scena finale e vi accorgerete come Mangold (grazie anche a quel preciso caratterista che è Ben Foster nei panni di Prince) riesca ad offrirci un film contemporaneo che riesce però a far vibrare l'epicità dei classici. Non è da tutti.
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Concordo con quanto scritto da Pino Farinotti nella sua recensione del 2008 che bisogna vedere la storia così com'é. In genere è la mia opinione sui remake bisogna guardarli senza confronti con l'originale (da me commentato il 29 settembre u.s.). Però in questo caso lo stesso regista ha voluto imprimere una continuità alla storia inserendo lo stesso sceneggiatore [...] Vai alla recensione »
Dopo 50 anni dal primo film,Mangold aggiorna questo remake secondo le nuove mode hollywoodiane:più azione,più morti,più spiegazioni.Forse una mezz'ora di meno arebbe giovato,ma lo spettacolo c'è ed confezionato con mestiere.Gli attori sono in parte,e l'esasperata cattiveria di fondo a tratti colpisce.Ma rimane un prodotto di genere senza infamia nè [...] Vai alla recensione »
Dan Evans è un ex soldato senza una gamba proprietario di una fattoria ma indebitato fino al collo; con moglie e figlio ridotti quasi alla fame e sempre alla ricerca di nuove strade per difendere la sua terra da squali e falchi in odore di espansione, ne trova una poco facile allorquando, spinto dalla disperazione, si propone di far parte di un gruppo di persone abili con le armi che ha il [...] Vai alla recensione »
Cinquant'anni esatti dopo l'originale e omonimo film di Delmer Daves con Glenn Ford ecco puntuale il remake di James mangold. Christian Bale è Dan Evans allevatore dell'Arizona sommerso dai debiti e dalle angherie di un latifondista. Russell Crowe è invece Ben Wade, il fuorilegge che viene catturato e che deve essere condotto al carcere di Yuma.
Un film per cui avevo molte aspettative a causa delle svariate recensioni positive sia da parte della critica statunitense che da parte del pubblico (in particolare dagli utenti di IMDB). Per fortuna è stato inserito da poco su Netflix e sono riuscito a vederlo. La regia, di questa pellicola del 2007 remake dell’ omonimo film del 1957 (che non ho ancora visionato), è stata [...] Vai alla recensione »
Non ho visto l'originale con Gleen Ford e quindi non posso fare paragoni, comunque preso in se stesso questo film non mi sembra male! La parte del leone la fa Russel Crowe, bandito crudele ma che in confronto a qurlli della sua banda ha la faccia d'angelo, e Christian Bale gli fa da buona spalla. Il succo del film sta nel rapporto tra i personaggi da loro interpretati, prima nemici, poi man mano aumenta [...] Vai alla recensione »
Troppi morti e un ritmo soporifero. Lungo, manierato, macchiettistico, a tratti insopportabile per estrema povertà d'idee e di logica in quelle poche che ci sono. C rowe sopra le righe, meglio Bale. Finale assurdo, tirato per i capelli. Annoia e irrita. Buona invece la scenografia.
Dopo 3:10 to Yuma del 1957, J. Mangold tenta il remake e ci riesce elaborando un eestern davvero interessante, sicuramente il migliore da parecchi anni. Ritmo appassionante e storia incalzante per un film davvero da vedere
Davvero avvincente questa versione di un classico del cinema western. C'è tutto quello che rende immortale il genere: i paesaggi selvaggi, i banditi, le sparatorie ecc. Grazie a due attori molto carismatici ed una regia solida il risultato è di sicuro effetto.
Me ne avevano parlato bene, e solo ora ho potuto ammirarlo; certo, il vecchio western era diverso, prevedibile e quasi scontato, oggi (daccordo con la recensione di MyMovies), è tutto cambiato: i dialoghi in primis, il ritmo, la metrica. Qui si trova tutto: trama semplice ma efficace, scenografia discreta, ed un gran bel finale... vera Lezione & Redenzione.
Bel rifacimento!!! Tipicamente americano ma si guarda bene...
"3 1o to Juma"(James Mengold, dal racconto di Elmore Leonard, screenplay di Michael Brandt e Derek Haas con Halstedt Welles, 2007). Non mi e'possibile alcun confronto con l'originale filmico di 50 anni prima, dato che non ho visto il film di Dalmer Daves Si tratta di un banidto catturato in una cittdina, da scortare fino a Contention e da accompagnare poi alla [...] Vai alla recensione »
Ancora una ottima interpretazione di Russell Crowe che abbiamo ammirato nel GLADIATORE, in un "remake" che dovrebbe inorgoglire gli italiani e i fans dei western di Sergio Leone: anche qui voci basse, quasi roche, che ricordano Eastwood del regista, non molte scene violente, illuminazione spesse volte scura. Quanto tempo e quanti stili cinematografici sono passati dal film archetipico [...] Vai alla recensione »
ci sono molte situazioni scene epiche e storia del cine 34... forse più 35 e chissà, però quel finalino infinito e anche come prende quell'ennesimo trenino..., d'altra parte non avrebbe scappare tutte le volte, del genere, tanto va la gatta al lardo... un film incredibile.
una banda di falsi onesti forse per la storia, ossessionata... per quel treno per yuma, sembra un film incredibile, 4 figure intente di trovarne altre 35, a mettere cawboy su un treno, è quasi quasi altresì un classico del genere western, mitico.
La musica del film del 1957 non fu scritta dal mitico Dimitri Tiomkin ma da George Duning!!.
direi un ottimo film western che però non mi ha convito al 100%, la quarta stella è tutta dedicata a russel che riesce a trasmettere l'essenza dell'west in questo nuovo modo di fare western. Naturalmente non si avvicina nemmeno ai film degli anni 60, ma comunque è stato più che gradevole guardarlo. P.S. io avrei optato per un finale più diretto e meno .
Alla fine dell'ottocento, si incontrano le strade di un contadino in bancarotta (Christian Bale) ed un feroce bandito (Russel Crowe). Per ottenere una ricompensa, il nostro contadino si unisce allo sceriffo per scortare il temuto fuorilegge al treno che lo portera a Yuma, per affrontare il processo. A sbarrargli la strada una banda di banditi aguerriti e decisi a tutti i costi a liberare il loro [...] Vai alla recensione »
Buon film tratto dal racconto di Elmore Lonard, appunto 3.10 to Yuma, portato alla ribalta dalla raccolta di racconti edito da einaudi con "Tutti i racconti western".
Remake di un grande western. Esclusi i protagonisti gli attori recitano in pieno stile da fiction, inespressivi e insensibili. La banda di rapinatori è formata da un gruppo di killer spietati che mettono a ferro e fuoco tutto quello che incontrano come se niente fosse. La regia è bassisima e le scene d'azione sono tutte inverosimili tipiche del più basso cinema americano.
Film nel complesso piacevole, ma deludente sotto alcuni aspetti. Numerose (troppe!) sequenze sono piuttosto inverosimili, in particolare la scena finale che lascia a dir poco perplessi. Una buona scenografia e un cast di livello riescono a salvare una pellicola che aveva senza dubbio delle potenzialità maggiori.
Il diavolo, probabilmente. Sta per salire sul treno, destinazione Yuma, alle 3,10 del pomeriggio. Ma questa è la fine, come nell'originale girato mezzo secolo fa da Delmer Daves. Il vecchio West, nel frattempo, è passato completamente di moda. E allora perché James Mangold rifà Quel treno per Yuma? Il remake è da sempre un'ossessione del cinema: storie che si ripetono, a volte quasi fotocopiate, più [...] Vai alla recensione »
BANG BANG! Il western è tornato. E se non è del tutto tornato poco ci manca. Quel treno per Yuma di James Mangold, che vede l'uno contro l'altro il pistolero Russell Crowe e il ranchero Christian Bale, è riuscito a incassare 37 milioni di dollari nelle prime tre settimane in America, ma soprattutto è stato salutato dalla critica e dai fan del genere come il tentativo più riuscito di western dai tempi [...] Vai alla recensione »
Da un racconto originale di Elmore Leonard e considerevolmente espanso rispetto ai 92 minuti di cinema che Delmer Daves ne trasse nel 1957, 3:10 to Vuma trasporta l'austero racconto morale davesiano (bianco e nero, quasi tutto ambientato in una stanza, più Mezzogiorno di fuoco che John Ford) in direzione molto più barocca, quasi a sfiorare l'immaginario esagerato di Peckinpah e dello spaghetti western. [...] Vai alla recensione »
Remake di un western secco e memorabile fin dal titolo, Quel treno per Yuma è quasi un "manifesto" della Hollywood di oggi che rifà, reinventandoli o tradendoli, i successi di una volta. La versione di Delmer Daves con Glenn Ford e Van Heflin durava 96 minuti. Questa sfiora le 2 ore perché al conflitto morale fra i due protagonisti, il contadino povero Christian Bale e lo spietato fuorilegge Russell [...] Vai alla recensione »
IN the short story "3:10 to Yuma," written by a Detroit advertising copywriter named Elmore Leonard and published in Dime Western Magazine in 1953, an ordinary man takes on the extraordinarily dangerous job of escorting - all by his lonesome - a notorious outlaw to federal prison, and does it courageously and well. The story occupies a grand total of 15 pages in "The Complete Western 'Stories of Elmore [...] Vai alla recensione »
Un célèbre chef de gang est arrêté après une sanglante attaque de diligence et placé une journée en cellule avant son transfert à la gare, où un train doit l'emmener pour être jugé à Yuma. Le shérif recrute des adjoints pour l'aider à résister aux assauts de la bande du gangster. Menacé de ruine à la suite d'une sécheresse qui a dévasté ses terres, un fermier se porte volontaire.
Lo spietato bandito Ben Wade viene catturato dopo una sanguinosa rapina e dato in consegna all’allevatore Dan Evans, che insieme a uno sparuto gruppo di persone (tra le quali il figlio adolescente) deve caricarlo sul treno diretto alla prigione di Yuma, schivando le pallottole dei complici. Tratto da una pulp novel di Elmore Leonard, già alla base di uno dei dieci western più belli della storia, diretto [...] Vai alla recensione »
Russell Crowe, who wears the black hat in “3:10 to Yuma,” is a native of New Zealand. Christian Bale, the good guy, was born in Wales. Lou Dobbs and other commentators who have lately been sounding the alarm about outsourcing, immigration and the globalization of the labor market may want to take note. The hero and the villain in a cowboy movie: are we going to stand by and let foreigners steal these [...] Vai alla recensione »