Hongyan

Xiao-Yun è una liceale di sedici anni, che vive in una piccola città sul fiume nella regione sudovest di Sichuan in Cina. Siamo nel 1983, in una situazione sociale e culturale molto repressiva. Quando si scopre che Xiao-Yun è incinta la sua vita ne è distrutta. Lei ed il suo ragazzo Wang Feng vengono espulsi dalla scuola e lui la lascia dopo aver convinto la sorella ostetrica ad aiutarla a partorire e a dare il bambino in adozione. Dieci anni più tardi, Xiao-Yun si è ridotta a cantare in una squallida band e ad accettare le avances degli avventori del locale in cui si esibisce. Il suo unico amico sarà un adolescente dal carattere introverso e particolare, che diventerà per lei un fratello minore.
Questo dramma familiare cinese è una storia piccola che evoca grandi ferite causate da dolorosi strappi nella vita sociale moderna. È solo un film, ma sufficiente a testimoniare la tremenda sorte che in Cina può toccare a due ragazzi colpevoli solo di essersi concessi carnalmente. Il tono del racconto è tutto al servizio di questo scopo, e quindi mai urlato ma nemmeno evasivo: tutto fila liscio e senza orpelli, anche se ben inserite nella sceneggiatura arrivano più d'una trovata a dimostrazione di una certa raffinatezza registica. E si perdona rapidamente l'acerbità di alcuni degli interpreti. 