| Titolo originale | La planète sauvage |
| Anno | 1973 |
| Genere | Animazione, |
| Produzione | Francia, Cecoslovacchia |
| Durata | 72 minuti |
| Regia di | René Laloux |
| Attori | Jennifer Drake, Eric Baugin, Jean Topart, Jean Valmont, Sylvie Lenoir Michèle Chahan, Yves Barsacq, Hubert de Lapparent, Gérard Hernandez, Claude Joseph, Philippe Ogouz, Jacques Ruisseau. |
| Uscita | lunedì 3 novembre 2025 |
| Tag | Da vedere 1973 |
| Distribuzione | CG Entertainment, Cat People |
| Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
| MYmonetro | 3,36 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 1 novembre 2025
Il capolavoro del cinema di animazione e di fantascienza diretto da René Laloux.
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CONSIGLIATO SÌ
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Su un lontano pianeta vivono gli Oms e i Draag. Gli Oms, piccoli e intelligenti, sono gli originari abitanti del pianeta ma non sono riusciti a darsi un ordinamento politico-sociale stabile e per questo nel corso dei secoli sono stati schiavizzati dai giganteschi Draag. Dal canto loro, i Draag dominano con un'invenzione tecnologica che tiene a bada i sottomessi come animali domestici. Stanchi di subire ingiustizie, gli Oms, tra i quali il piccolo Terr, organizzano una rivolta e trafugano la macchina che dà potere ai Draag, acquisendo a loro istruzione e consapevolezza. La lotta sarà lunga e difficile, ma alla fine i piccoli Oms riusciranno a sconfiggere i loro dominatori.
Sceneggiato da Topor a partire da un romanzo di fantascienza di Stefan Wul e diretto dal regista d'animazione R. Laloux, il film è uno dei cartoon simbolo degli anni '70: ora torna al cinema in una nuova versione restaurata, offrendosi ancora in tutta la sua magnificenza artigianale.
Interamente disegnato a mano, con effetti che combinano collage dinamico e dissolvenze,
Il pianeta selvaggio presenta ancora intatta la sua aura di opera surrealista che a inizio
anni '70 combinava l'immaginario di Roland Topor, pittore e scrittore post surrealista
fondatore nel 1962 del movimento artistico "panique", e di René Laloux, già noto pittore
prima di dedicarsi allo studio sperimentale della psichiatria. Servendosi dei disegni di
alcuni pazienti psichiatrici, infatti, Laloux generava mondi creati da menti alterate e in
seguito portò questa esperienza nei suoi lavori artistici, e in particolare proprio nel Pianeta
salvaggio, che insieme a Topor immaginò come un incubo apocalittico che interpretava in
chiave simbolica e metaforica le tensioni dell'epoca: invasione tecnologica, predominio
della tecnica sull'intelligenza, terrore della natura e di una sua possibile vendetta...
Un'operazione perfettamente in linea con il cinema occidentale d'inizio anni '70, che
affrontava i medesimi temi declinandoli in chiave fantascientifica (Phase IV, 2002: la
seconda odissea) o distopica (Generazione Proteus), e con l'immaginario surreale
dell'animazione esteuropea (la produzione del film era in fondo parte francesi e parte
cecoslovacca), in cui la componente politica era ancora più accentuata dalle ricadute
dell'esperienza dittatoriale e concentrazionaria.
Forti di una creatività che da un lato (quello di Topor) si abbandonava al gusto surrelista
per il grottesco e dall'altro (quello di Laloux) usava colori e tonalità sfumate, Il pianeta
selvaggio racconta di una natura crudele e di un'intelligenza distruttrice (anche umana,
verrebbe da dire, se i protagonisti non fossero alieni) con modalità gentili, quasi soffuse,
che spingono ancora oggi a empatizzare con la lotta dei piccoli Oms e a rendere qualcosa
in più di un semplice intrattenimento l'equilibrio dissonante - decisamente vintage, rivisto
oggi - tra la meditazione filosofica sul destino dell'uomo, la suggestione pittorica delle
immagini, la disanima politica e la forza dell'avventura che emerge oltre le atmosfere
lisergiche.
L'incontro tra la fantasia di Topor e la tecnica di Laloux si regge su un equilibrio strano e
nemmeno a dirlo affascinante, quando non ipnotico. Il pianeta selvaggio sta tra le
contorsioni di un immaginario orrorifico di marca anche romantica (c'è qualcosa di Goya
nella mostruosità delle invenzioni visive) e la stilizzazione tipica dei disegnatori francesi e
cecoslovacchi del tempo (del resto, all'epoca l'avanguardia dell'animazione veniva tutta
dall'Europa orientale). Rivisto oggi, l'effetto è straniante e al tempo stesso classico, come
se il film desse vita a un mondo fragile e costantemente in pericolo che si adatta a ogni
stazione, stretto tra il pericolo della repressione e la necessità della rivolta. Sarà per
questo che l'hanno restaurato proprio ora?
Il tema portante è l’oppressione degli esseri umani (chiamati Oms) da parte dei Draag (grandi esseri blu), padroni del pianeta Ygam. Qui gli esseri umani vengono trattati come "animaletti domestici" da parte dei 'bambini blu'. A fare sfondo ad una "non impegnativa" trama, sono gli scenari onirici ed allucinanti del pianeta, prontamente accompagnati da un [...] Vai alla recensione »
Di film come questi penso ne esista uno al mondo,ciò non vuol dire che sia bello o brutto,ma unico. La trama è angosiante,surreale e raccapricciante,ma ciò fa parte del film,il regista vuole che lo spettatore sia angosciato. La trama è fantasiosa e vede il riscatto dell'uomo trattato come giocattolo da quei giganteschi alieni,il film fa riflettere anche su come ci comportimo noi con i nostri animali [...] Vai alla recensione »
ho come ricordo del film poche scene, ma belle, e la sensazione particolare di melanconia,la cosa più importante che trasmette, ricordo bellissimi disegni di paesaggi.