Anno | 2022 |
Genere | Documentario |
Regia di | João Botelho |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento martedì 10 maggio 2022
CONSIGLIATO N.D.
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Figura ancora popolarissima, in un paese uscito dalla dittatura fascista "solo" nel 1974, quella di Álvaro Cunhal (1913-2005), intellettuale e politico, colonna storica del Partido Comunista Português e grande oppositore di Salazar. Ne è riprova il tripudio, con cori dell'Internazionale e inni antifascisti, con cui una gremita sala ha accolto la presentazione, come evento speciale, di Young Mr. Cunhal, il documentario di João Botelho, durante la diciannovesima edizione di IndieLisboa.
L'infanzia, tra Coimbra e Alvaro, la vita studentesca a Lisbona, l'adesione al PCP, i viaggi in Unione Sovietica, l'opposizione a Estado Novo, la clandestinità, gli arresti e le torture, la partecipazione alla guerra civile spagnola. E poi il pensiero politico, l'adesione mai rinnegata al marxismo, la visione laica al motto di "sostituire Dio con la Storia", e l'attività artistica, come scrittore e illustratore, portata avanti con lo pseudonimo di Manuel Tiago. E ancora il pensiero umanista di Álvaro Cunhal riassumibile nella sentenza "ogni persona è un mondo". E la sua figura è ricordata come un modello per ogni rivoluzionario. Sono tutti punti trattati da João Botelho che costruisce un'opera agiografica vera e sentita, ma tenendosi sempre lontanissimo, in primo luogo dal linguaggio filmico impiegato, dalla retorica. Già dal titolo è evidente il senso dell'operazione, rifacendosi al film di John Ford Young Mr. Lincoln (Alba di gloria in Italia), di cui il regista lusitano ha sempre manifestato grande ammirazione, per scavare nel momento della formazione giovanile degli ideali di una figura storica indiscutibile. Si tratta quindi di ricreare una dimensione di èpos.
João Botelho non è nuovo a questo tipo di operazioni, basta pensare al suo bellissimo film sul Maestro de Oliveira O Cinema, Manoel de Oliveira e Eu. In pochi ricorderanno anche una proiezione, nella vecchia Sala Volpi di Venezia alla presenza di partigiani portoghesi, nel lontano 1999 del documentario breve Se a Memória Existe, sulla rivoluzione dei garofani raccontata come una fiaba per bambini. Young Mr. Cunhal si avvicina a quella operazione di Botelho. La storia del rivoluzionario è raccontata in forma di pastiche visivo, con due attori cui è affidata la conduzione, in uno studio che può sembrare quello di un telegiornale, in cui campeggia una bandiera rossa con falce e martello. I due recitano anche brani delle opere di Cunhal. Tutto il film rimane così sospeso in una forma dal sapore teatrale che mantiene anche le caratteristiche della narrazione letteraria. Le immagini invece spaziano da brani di ricostruzione filmata semplice, da sceneggiato televisivo, a filmati di repertorio a volte in bianco e nero virato al rosso. Alcuni momenti, come quello delle torture in carcere, sono resi con delle semplici ombre. Alla fine viene mostrato un libro di Cunhal di cui l'autore aveva illustrato anche la copertina. Epitaffio di una figura poliedrica, grande nel pensiero come nella creatività artistica. Così Botelho gioca sull'eclettismo visivo per commemorarlo.
Da Quinlan, 2 maggio 2022
Figura ancora popolarissima, in un paese uscito dalla dittatura fascista "solo" nel 1974, quella di Álvaro Cunhal (1913-2005), intellettuale e politico, colonna storica del Partido Comunista Português e grande oppositore di Salazar. Ne è riprova il tripudio, con cori dell'Internazionale e inni antifascisti, con cui una gremita sala ha accolto la presentazione, come evento speciale, di Young Mr.