Nessun bagno di folla ieri a Cannes per il sex symbol italiano Riccardo Scamarcio.
Oltre ad aver accompagnato la sua compagna Valeria Golino alla presentazione del film di Valeria Bruni Tedeschi Le Rêve de la nuit d'avant, da lei interpretato, l'attore pugliese ha accompagnato in terra francese Mio fratello è figlio unico, nella sezione Un Certain Regard. "Non mi ha riconosciuto nessuno finora", ha detto l'attore, in jeans e maglietta indossata al rovescio. "Solo tre italiani mi hanno chiamato, e li ho salutati calorosamente".
Ottima l'accoglienza della stampa per il film di Daniele Luchetti, tanto che il produttore Riccardo Tozzi di Cattleya ha commentato: "Molti giornalisti stranieri, com'era già accaduto con la stampa italiana, si sono chiesti perché questo film non rappresenti l'Italia in concorso al festival". In risposta Luchetti alla conferenza stampa ha mostrato tutto il suo disappunto verso la situazione del cinema nel nostro paese: "In Italia si fanno troppi pochi film. Siamo quasi eroici a essere qui, rispetto alla quantità di opere prodotte. Sessanta film l'anno, trenta opere prime, sono poche. [...] Nel momento in cui eccezionalmente aumenta il pubblico, dovrebbero aumentare anche i soldi per il cinema, invece si produce poco e con poche risorse, e questo contribuisce a chiarire perché siamo così pochi al Festival. I film che potevano stare qui, semplicemente non sono stati girati".
Ieri c'è stato spazio anche per un altro italiano in Francia, Nanni Moretti, che ha presentato i suoi tre minuti nel collettivo A ciascuno il suo cinema, film fuori concorso diretto da trentacinque tra i massimi registi in circolazione, da Wim Wenders a Gus Van Sant, da Kaurismäki a Cronenberg, fino ad arrivare a Wong Kar-Wai e Michael Cimino. Dopo le polemiche nei confronti dei cronisti alla conferenza stampa da parte di Roman Polanski, irritato da una domanda rivolta alla collega Jane Campion ("Come ci si sente a essere l'unica donna fra tutti questi registi?"), A ciascuno il suo cinema è stato presentato in grande stile alla presenza di ospiti d'eccezione.
Sharon Stone è arrivata a Cannes proprio in occasione del film, sfoggiando un abito lungo nero e rosa e un taglio di capelli corto e spettinato. Per lei l'appuntamento più importante sarà però quello del 24 maggio, quando apparirà in qualità di testimonial dell'Amfar in occasione di una cena esclusiva. A rubarle la scena c'è stato poi il divo francese Alain Delon, il quale ha dichiarato: "Più che festeggiare i sessant'anni di Cannes, festeggio il cinema a cui ho dato tutto e mi ha dato tutto".
Tra la lunga sfilata di celebrità, sul tappeto rosso non è passato inosservato il look dell'eccentrico regista Takeshi Kitano, vestito con tradizionale abito giapponese con tanto di hakama (la gonna-pantalone usata anticamente dai samurai), come pure quello dell'attrice Sara Forestier, in abito bianco decorato con pistole e due scritte, una di Amnesty International e una con l'indicazione "Control arm". Dopo la proiezione di A ciascuno il suo cinema, al Carlton Hotel si è tenuta una cena esclusiva e ristrettissima. Per entrare indispensabile l'elegante invito nero con palma d'oro.
Con la giornata di oggi e la presentazione di Centochiodi di Ermanno Olmi si conclude la sfilata di presenze italiane sulla Croisette, mentre staremo a vedere come verrà accolto il nuovo film generazionale del cineasta di Portland Gus Van Sant, Paranoid Park.