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John Rabe, lo Schindler della Cina in un'opera spietatamente cruda. Storico biografico, Germania, Cina, Francia2009. Durata 134 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
John Rabe è, insieme a Marx ed Engels, il tedesco più noto in Cina. Definito dal The New York Times "l'Oscar Schindler della Cina" . Espandi ▽
John Rabe (1882-1950) è, insieme a Marx ed Engels, il tedesco più noto in Cina. Definito dal "The New York Times "l'Oscar Schindler della Cina" Rabe, direttore della Siemens a Nanchino nel 1937, proprio mentre veniva richiamato a Berlino perché il governo aveva deciso di chiudere la fabbrica, si trovò a difendere la popolazione locale e i suoi operai dalla doppia azione del governo nazista e, soprattutto, dei giapponesi invasori. Recensione ❯
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Un documentario sul processo fatto a un gruppo ungherese di estrema destra. Espandi ▽
Fra il 2008 e il 2009 un gruppo ungherese di estrema destra ha compiuto una serie di aggressioni contro i membri di una comunità di Rom: sono state uccise sei persone, incluso un bambino di 5 anni, e ferite altre cinque. Judgment in Hungary è il film sul processo a quattro membri del gruppo: si svolge in una piccola e claustrofobica aula di tribunale a Budapest. Il processo è iniziato nel marzo 2011, con i quattro presunti colpevoli accusati dallo Stato, e si è concluso nell'agosto del 2013. I quattro sono stati incriminati di omicidio plurimo a sfondo razziale. Recensione ❯
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Keith Ripley è un grande ladro internazionale che ha deciso di chiudere degnamente la carriera con un ultimo grande colpo. Espandi ▽
Keith Ripley è un grande ladro internazionale, maestro nell'arte del furto con destrezza. Ha deciso però di ritirarsi, e per chiudere degnamente la carriera intende compiere un ultimo grande colpo: il furto di due uova Fabergé. Il bottino gli permetterà inoltre di pagare un grosso debito contratto con la malavita russa. Per portare a termine l'impresa, recluta il giovane collega Gabriel Martin, il quale finisce con l'innamorarsi di Alexandra, la figlioccia di Ripley. Ma Martin non è chi dice di essere, e il piano subirà una svolta inattesa e pericolosa... Recensione ❯
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La regista Ana-Felicia Scutelnicu racconta le tradizioni della Repubblica Moldava. Espandi ▽
In un piccolo villaggio della Repubblica Moldava, una vecchia donna muore, lasciando il figlio Petru e la nipote Anisoara. Secondo la tradizione, l'intero villaggio deve portare il lutto e dare l'ultimo saluto al defunto. Dopo la veglia funebre, in una notte tempestosa, tutti si dirigono verso il cimitero. La bara è pesante, il sole è alto e la strada sembra senza fine, ma contro la sete c'è il vino e contro il dolore c'è il canto. Recensione ❯
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Un gruppo di donne prende parte a "Man-for-a-day", il workshop organizzato dall'attivista e artista canadese Diana Torr. Espandi ▽
Il documentario ripercorre l'esperienza di un gruppo di donne, di diversa estrazione sociale, che partecipa a Berlino a "Man-for-a-day", il workshop organizzato da Diana Torr, attivista e artista che da tempo si concentra sugli aspetti teorici, artistici e pratici dell'identità sessuale. Recensione ❯
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I registi vagano per le strade di Berlino chiedendo a varie persone quali filastrocche cantavano loro i genitori. Il ricordo dell'infanzia diventa lo spunto per un viaggio multiplo, inatteso e intenso. Dal passato al presente. Espandi ▽
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Gli 'operai' non sono una razza estinta. Questo documentario ce lo ricorda. Espandi ▽
Il documentario illustra la condizione del lavoro manuale nel il mondo attraverso un viaggio che inizia nelle miniere in Ucraina, racconta le condizioni dei lavoratori in Indonesia, Nigeria, Pakistan, Cina, per approdare nella "civilizzata" Germania.
L'obiettivo è quello di raccontare la condizione del lavoro manuale che, nonostante le continue conquiste tecnologiche, non accenna a scomparire, tendendo a diventare invisibile come i lavoratori stessi.
La conclusione a cui giunge è che gli operai, non più "compagni", ancora non possono essere considerati "persone" perché le regole del libero mercato non lo consentono. Recensione ❯
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Storia degli agrumi originari della terra palestinese, conosciuti da sempre in tutto il mondo come "arance Jaffa". La storia delle arance è la storia di questa terra. Attraverso fotografia, cinema, poesia, pittura, lavoratori dell'industria degli agrumi, storici, memorie e mitologie del presente, i palestinesi e gli israeliani s'incontrano e si amalgamano. La lettura ravvicinata della rappresentazione visiva del marchio Jaffa riflette i fantasmi orientalisti dell'Occidente, che circondano la Terra Santa e lo Stato di Israele, e offre uno strumento per rivelare la storia mai raccontata di quella che una volta era un'industria comune e un simbolo per gli arabi e gli ebrei di Palestina. Recensione ❯
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Berlino e il suo muro. La storia è nota, ma è un racconto insolito se la prospettiva è quella degli occhi dei conigli selvatici, i leprotti vissuti nella terra di nessuno. Non è un racconto per ragazzi: è la storia nostra, nel cuore d'Europa. Quel Muro ha spezzato per decenni una città, storie, affetti, relazioni. Lì, nella terra di nessuno, sorvegliata da due eserciti in guerra fredda, è prosperata una colonia di leprotti. E' questa la storia che racconta un insolito documentario di un regista polacco, Bartek Konokpa, "Mauerhase o Rabbit à la Berlin", girato nel 1009. La costruzione, l'orrore, la distruzione del Muro visto dagli occhi stupefatti dei leprotti. E il dopo, la fatica della ricostruzione della normalità per i berlinesi e anche per i conigli selvatici: tanto sfacciati da osare invasioni di campo di calcio, ma minacciati dalla normalità urbana, anche in una città piena di zone verdi - e di animalisti - come Berlino. Recensione ❯
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Una panoramica sull'utilizzo dei mattoni. Espandi ▽
Attraverso lo studio di come si modifica nel mondo la produzione di mattoni, Haroun Farocki riflette, in forma di saggio cinematografico, sulle trasformazioni che le forme del lavoro hanno assunto nell'epoca del neoliberismo e della grande crisi economica. Adottando uno stile dialettico che senza intervenire si limita a giustapporre elementi apparentemente eterogenei, il regista non di meno evita di indicare una sintesi restando al di qua di una possibile, seppur momentanea, conclusione. Recensione ❯
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Di ottima fattura, un film "politically correct" ma importante perché aiuta a meglio definire i caratteri somatici del demonio. Drammatico, Germania2004. Durata 150 Minuti.
Dodici anni in dodici giorni. L'orribile epopea di Hitler, il capitolo più terrificante della storia tedesca ed europea, è tutto racchiuso in quegli ultimi giorni di vita del Fuhrer e del Reich vissuti nel fondo di un bunker. Espandi ▽
Claude Lanzman, consegnati al mondo nel 1985 i suoi 566 minuti di montaggio dal titolo Shoah, fece una dichiarazione senza appello, decretando che il suo era il film sull'Olocausto, quello definitivo, e che nient'altro sarebbe mai più stato legittimo dire sull'argomento. È curioso che, invece, solo negli anni successivi il cinema avrebbe affrontato con una certa disinvoltura la più nera epigone della Seconda Guerra Mondiale, cosa che era stato assai reticente a fare in precedenza. Il tabù era in verità allargato anche alla figura di Hitler, che raramente era stato protagonista nelle pur tante pellicole nelle quali in qualche modo faceva apparizione. Recensione ❯
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Continua, da Lod verso Betlemme, l'emozionante carrellata di voci e di volti, di storie di uomini e donne che raccontano la loro vita quotidiana in un territorio martoriato e diviso. Secondo le intenzioni dei due autori, "un atto filmico che si oppone all'idea che la sola cosa che israeliani e palestinesi possono fare insieme sia la guerra". Recensione ❯
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Film biografico sulla vita del celebre pittore austriaco Gustav Klimt, ribelle e portabandiera dell'Art Nouveau, che destò scandalo per il carattere erotico dela sua pittura Espandi ▽
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