Amour |
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Un film di Michael Haneke.
Con Isabelle Huppert, Jean-Louis Trintignant, William Shimell, Emmanuelle Riva, Rita Blanco.
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Titolo originale Amour.
Drammatico,
durata 127 min.
- Francia, Austria, Germania 2012.
- Teodora Film
uscita giovedì 25 ottobre 2012.
MYMONETRO
Amour ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Se vi consiglio di vederlo? Ni.
di Trammina93Feedback: 4557 | altri commenti e recensioni di Trammina93 |
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sabato 5 luglio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La premessa da fare prima di consigliare un film del genere è quella di aspettarsi un film molto lento ma proprio tanto. Fortunatamente l'ho visto in una serata in cui ero disposta a vedere qualsiasi genere di film, ma se lo avessi guardato in una serata in cui desideravo rallegrarmi o rilassarmi, o mi sarebbe venuta la depressione o mi sarei addormentata alla grande. Il film scorre con molta lentezza, è molto flemmatico e spesso si sofferma in inutili dettagli, facendoti vedere ogni minimo movimento per compiere un'azione; se si fossero accorciate queste scene, probabilmente il film verrebbe diminuito di almeno mezz'ora. L'intento del film è mostrare una lenta agonia di una malattia che colpisce un'anziana signora e come ciò vada ad intaccare anche il marito costretto ad accudirla e vederla degenerare e umiliarsi man man che degrada.Ovviamente la tematica è molto triste, angosciante quindi non si poteva affrontare con allegria. C'è però troppo disfattismo. Da esperienze personali in famiglia ho visto casi del genere ma non ho visto tutta questa drammaticità, ma tanta vitalità, coraggio, forza, voglia di migliorarsi nonostante il non poter usare tutto il proprio corpo, nonostante la mancanza della parola. Ciò che mi è piaciuto è l'amore di sottofondo, gli sforzi di un marito nonostante l'età senile, per non perdere la propria cara, rispettare la sua volontà di non essere rinchiusa in una casa di cura per anziani nonostante ciò gli causi il triplo della fatica. Questi sono i veri amori: non separarsi neanche nella malattia, neanche nella cattiva sorte e non farsi affliggere. La scelta del finale, per quanto cruda, l'ho condivisa, è una scelta coraggiosa che non tutti avrebbero fatto, e nonostante possa sembrare crudele, è anch'essa dettata dall'amore. Qualche scena non mi è stata chiara e devo ancora rifletterci sopra. In primis la scena dell'uccello, che non s'è capito se lui ha ucciso oppure no, che io ho interpretato come una sorta di reincarnazione della moglie, quindi evidentemente lui l'ha ucciso per non farlo soffrire, perchè aveva perso la propria via e si ritrovava sempre chiuso a casa loro a soffrire, oppure lo ha salvato per rifarsi su quello che non aveva potuto fare con la moglie, cioè salvarla. Non è neanche chiaro cosa avesse fatto l'infermiera per essere licenziata ma evidentemente sarà stata una scelta del regista di farci immaginare ciò che vogliamo. Infine avrei voluto sapere cosa lui ha scritto alla fine in quei fogli. Io immaginavo che il finale sarebbe stato basato su questa lettera letta da qualcuno che l'avrebbe trovata o dalla sua stessa voce, invece non ci hanno voluto sapere cosa c'era scritto.
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