Hereafter |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Matt Damon, Cécile De France, Joy Mohr, Bryce Dallas Howard, George McLaren, Frankie McLaren, Thierry Neuvic.
continua»
Drammatico,
durata 129 min.
- USA 2010.
- Warner Bros Italia
uscita mercoledì 5 gennaio 2011.
MYMONETRO
Hereafter
valutazione media:
4,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il Clint Eastwood "senza retorica"di Carlo VecchiarelliFeedback: 1862 | altri commenti e recensioni di Carlo Vecchiarelli |
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domenica 6 aprile 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Qualcuno sorriderà, ma a 80 anni suonati Clint Eastwood mostra finalmente un'altra espressione. Fin dalle origini, tra quei set assolati sotto la direzione ferrea di Sergio Leone il suo recitare poteva essere "con o senza cappello". Ora finalmente la narrazione del Clint regista si può definire "con o senza retorica", una retorica prettamente americana che ha da sempre contraddistinto i suoi film contribuendo in maniera importante ad una piena riuscita, si pensi ai recenti "Million dollar baby" e "Gran Torino". Per questo motivo "Hereafter" sembra tutto fuorchè una pellicola eastwoodiana, a cominciare dal preludio potente e inesorabile che sorprende lo spettatore al pari della protagonista, Marie, giornalista francese in vacanza in Indonesia, sbatacchiata tra la vita e la morte dalla violenza del maremoto realmente avvenuto nel 2004. C'è poi il leggero umorismo di una famiglia inglese al limite, come quella che costringe Marcus e il fratello gemello ad occuparsi della madre tossicodipendente in un paradossale rovesciamento delle responsabilità; e l'insistenza vagamente subdola con cui George (un Matt Damon davvero ispirato), operaio americano, è incitato dalla mediocrità del fratello a sfruttare i propri poteri di sensitivo, che lo tormentano impedendogli una vita normale e condannandolo alla solitudine più logorante, perchè non voluta.
Questi 3 fili si intrecceranno, in continui accavallamenti tra la commedia e il dramma, tessendo un disegno che avrà come cifra la morte, pur affrontata sotto aspetti completamente differenti: da quello più comune e doloroso della separazione (Marcus perderà il fratello gemello); passando per l'affannosa ricerca del mistero dell'aldilà da parte di Marie, che sacrificherà la carriera e il successo in un improvviso rifiuto delle icone del mondo moderno, per sprofondare in una pericolosa catarsi conoscitiva; fino alla condivisione del mistero della morte, che George non vuole più accollarsi sulla coscienza. Una risposta sarà necessaria per non cadere nel nichilismo, una risposta che risolva il conflitto e il dolore interiore e che possa valere in maniera universale, ma che sottotraccia è sempre stata palesata: l'amore.
Clint Eastwood utilizzando un tema così complesso come quello dell' aldilà ( Hereafter appunto ) crea una poesia sui rapporti umani, con una leggerezza e una profondità che si fondono in un'alchimia fragile e perfetta. Nessuna scorciatoia o porta laterale, solo la consapevolezza di un messaggio forte, che non ha la pretesa di essere verità. Anche l'accostamento voluto tra finzione e fatti realmente accaduti (lo tsunami, gli attacchi terroristici alle metropolitane di Londra ) non fa altro che allontanare quell'aura di mitizzazione dalle vicende raccontate, dando carta bianca ad una riflessione sulla natura dell'uomo, impotente di fronte alla natura, al destino, alla propria degenerazione sociale, al mistero della morte. Ma con la consapevolezza del potere infinito di amare.
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