Midnight in Paris |
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Un film di Woody Allen.
Con Owen Wilson, Rachel McAdams, Michael Sheen, Nina Arianda, Kurt Fuller.
continua»
Commedia,
durata 94 min.
- USA, Spagna 2011.
- Medusa
uscita venerdì 2 dicembre 2011.
MYMONETRO
Midnight in Paris
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Che cosa rimane oggi del genio raffinato di Woody?di LanfreakFeedback: 106 | altri commenti e recensioni di Lanfreak |
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lunedì 5 dicembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Che cosa rimane oggi del raffinato genio cinematografico di Woody Allen? Spiace davvero dirlo, ma questo film non sembra un'opera del grande maestro. La trama non vuole essere originale: per una sorta di incantesimo, allo scoccare dei rintocchi di mezzanotte, il protagonista viene ripetutamente trasportato nella Parigi degli anni Venti. Ovvio il suo stupore, nel vedere realizzate le proprie fantasie intellettuali da sempre coltivate: dialogare con Scott Fitzgerald e con Hemingway, conoscere Picasso e Dalì, trascorrere notti insonni passando da una compagnia all'altra, tra bistrot e studi d'artista. Ma ben presto lo stupore diventa fissità, e la sequenza di personaggi - famosi quanto improbabili - risulta inconcludente, ripetitiva, noiosa. Non c'è più alcuna magia. E non c'è alcuna interazione tra il protagonista e i tanti, troppi, altisonanti artisti, quasi sempre col bicchiere in mano: c'è solo una pedissequa elencazione di personaggi, spesso solo nominati all'atto dei saluti, oppure abbozzati a livello di bozzetto macchiettistico, come lo stralunato Hemingway e lo stereotipato Dalì. Si salva soltanto qualche breve gag umoristica ambientata ai giorni nostri. L'ulteriore balzo all'indietro nella Belle Epoque aggrava ulteriormente la prevedibilità del contesto e della esile trama: ovviamente ci imbattiamo "casualmente" in Toulouse-Lautrec (altra macchietta), e poi Gauguin, e pure Degas, né ci viene risparmiato Maxim's e il più banale dei Can-can. Anche le musiche sono scontate e ripetitive, e persino le ambientazioni attuali, a parte poche brillanti immagini notturne, ricalcano le consuete cartoline turistiche. In sostanza l'intero film, dalla sceneggiatura alle ambientazioni, consiste in una superficiale antologia dei vieti stereotipi folcloristici che offuscano la vivezza reale di una città come Parigi.
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