This Must Be the Place |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Sean Penn, Frances McDormand, Eve Hewson, Harry Dean Stanton, Joyce Van Patten.
continua»
Drammatico,
durata 118 min.
- Italia, Francia, Irlanda 2011.
- Medusa
uscita venerdì 14 ottobre 2011.
MYMONETRO
This Must Be the Place
valutazione media:
3,62
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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This Must Be Seendi steph.Feedback: 721 | altri commenti e recensioni di steph. |
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lunedì 24 ottobre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Paolo Sorrentino si conferma tra i migliori registi italiani con This Must Be The Place, di cui firma anche la sceneggiatura. Il protagonista è Cheyenne, famosissimo ex rocker che vive quasi in isolamento con fobie e fissazioni da bambino pauroso, una sorta di Peter Pan del goth interpretato da Sean Penn. A metà tra Robert Smith dei Cure ed Edward mani di forbice, Cheyenne, accudito con tenerezza dall’amata moglie Jane (Frances McDormand), non trova il sentiero per l’età adulta, trascinandosi dietro un bagaglio di sensi di colpa dovuto al suicidio di due suoi fan e alla scomparsa del figlio di un’amica. La trasposizione concreta di questo fardello è resa evidente dal suo portare in giro prima un carrello con le sue cose per Dublino, città in cui vive, e poi la sua valigia nera, quando è costretto a tornare negli USA per la morte del padre, con cui ha avuto un rapporto piuttosto superficiale. Ebreo, ex prigioniero ad Auschwitz, il padre ha speso la sua vita alla ricerca di Lange, nazista sfuggito ai processi. E Cheyenne inizia, un po’ riluttante, una caccia all’uomo on the road, sulle tracce del tedesco ormai 95enne. Un film sull’espiazione, dove il protagonista tenta di riparare al male che ha causato involontariamente in maniera goffa e piuttosto mal riuscita, come quando prova a far fidanzare la skater Mary, sorella del ragazzo scomparso, con un giovane impettito che lavora in un caffè. L’approccio al mondo di Cheyenne è quello di un ragazzino spaventato, confuso, che forse preferirebbe rinchiudersi nella cucina design della sua splendida casa piuttosto che affrontare quello che c’è fuori. Ex alcolizzato, ex tossico, appare tuttavia come un personaggio puro, con le parolacce che quasi stonano ad uscire dalla sua bocca, nell’insieme sconnesso di frasi che diventano massime pur non avendo la presunzione di esserlo, pronunciate con tono straniato e cantilenante. Va detto che il tema del percorso esteriore che diviene viaggio interiore, di consapevolezza e scoperta, è piuttosto inflazionato. Eppure il personaggio di Cheyenne, vissuto e disincantato, ma nel contempo ancora in formazione e capace di perdersi ad occhi sgranati, rende il tutto meno banale e sicuramente al di sopra della media dei film del genere. Il cast, nonostante la magistrale interpretazione di Penn, non sfigura, anzi, ruota con delicatezza intorno all’eroe bambino. Merita decisamente le due ore spese sulla poltrona non reclinabile del cinema. Se non l’avete ancora fatto, andate a vederlo.
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