SUPERFICIALE, VOLGARE, SCOLASTICO, IDEOLOGICAMENTE BRUTTO.
Torno a casa orripilato. Lessi una biografia di Galeazzo Ciano ove lo storico così lo descriveva: vestiva e si atteggiava come i benestanti borghesi della provincia italiana pensavano vestissero e si muovessero i Lords a Londra… senza mai essere stati a Londra e senza mai avere conosciuto o visto un Lord. Paolo Sorrentino è un provinciale piccolo piccolo, come Galeazzo Ciano.
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SUPERFICIALE, SOLO SCOLASTICAMENTE BEN FOTOGRAFATO.
Avete presente il sogno di tutti i fighetti, di sinistra sì, ma con molto denaro pariolino in tasca, di vivere l’America di cartolina, la sequenza pur suggestiva di immagini tipiche dell’America di cui l’italiano provinciale non può comprendere la testimonianza semiologica del vivere selvaggio e terribilmente e spietatamente competitivo della società americana, tanto, ma tanto diversa dall’Europa? Ovviamente…“on the road” (oddioooo, già mi squaglio dall’emozione!) con splendide fotografie di bionde camioniste tatuate, in California con lo sfondo delle pianure infinite, dei deserti, dei bar popolati da sguardi duri, di visi anglosassoni rugosi e tagliati “dal godimento di chissà quante mille esperienze estreme”? Insomma, occorre tener presente i tipici film degli anni ’80 con Christian De Sica e Jerry Calà, tipo: “Vacanze in America”, con l’immancabile whisky, la slot machine, etc. O forse sarebbe meglio dire: sotto il vestito, niente! Perfette le inquadrature suggestive, da tramonto nelle cartoline, scolastiche e… da saggio semestrale al Centro Sperimentale di Cinematografia… ma il contenuto?
2.VOLGARE E IDEOLOGICAMENTE BRUTTO. E’ volgare l’assenza di un messaggio nobile; quello che c’è, non lo è. Sorrentino miscela un facile cocktail con elementi convenzionali e abusati: l’artista mentalmente sbrindellato dal troppo sballo trentennale ma presentato come avanguardista del progressismo morale e civile e vestito come Lady Gaga o una drag queen, ovviamente… “eroica” pecora nera di una famiglia serissima, ovviamente “ebraica” (elemento suggestivo: chissà perché “l’ebreo” nei films è sempre un santo laico dell’Occidente, come ora lo è diventato da morto Steve Jobs,) e che nobilita e giustifica, santificandolo, il proprio trentennale sprezzante rifiuto della convenzionalità borghese della famiglia, con un atto di presunta difesa della dignità familiare su cui per 30 anni ha voluto sputare sentendosi immensamente superiore in virtù della esaltante iattanza della propria gioventù, strumento della iconoclastica ideologia di ribellione esclusivamente materialistica del godimento costante e totale della sensualità corporea. Da un artista così progressista (e che rappresenta l’Autore Paolo Sorrentino!) giunto alle vette somme della civiltà del pensiero e del vivere civile e liberale ci si aspetterebbe che superi gli anni di piombo dell’odio acritico che di per sé santifica chi lo eserciterebbe contro ultra 90enni, ex nazisti quando avevano 20 anni… ma viene da domandarsi: quando sti’ 90enni fra qualche anno non ci saranno più, come si farà a rilegittimare costantemente la propria giustificazione al comando del mondo monoculturale? Non con l’odio si può ritrovare se stessi e ci si libera di incubi trentennali… ma il protagonista sì. E’ un messaggio brutto, violento, da eterno sessantottino con la pancetta della mezza età; quale differenza ci potrebbe essere fra il protagonista e un Cesare Battisti, io non lo so. Se l’America è davvero come è rappresentata, landa popolata da personaggi tutti strani e immersi completamente nel materialismo più spensierato… ma spero che non sia così.
3.IL PROTAGONISTA. In tutto il film ha 2 espressioni: uno stralunato nevrotico, e uno stralunato nevrotico; lavoro più da bravo caratterista che da grande attore, ma certo, coi soldi e la sponsorizzazione del grande motore di ricerca planetario perchè accontentarsi di un caratterista?
SI CONFERMA L’INCAPACITà DEGLI AUTORI ITALIANI DI SINISTRA ALLA DRAMMATURGIA; tutto scade sempre nella commedia o nel grottesco o nel realismo sentimentale; inoltre, è più facile raccontare Hotel California che il disastro della vita degli Italiani in Italia.
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francesca50
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sabato 15 ottobre 2011
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film che lascia il segno!
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Credo che o io non capisco niente del buon cinema o è il contrario!E non sono una fighetta tanto meno di sinistra!
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antoniovoto
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sabato 15 ottobre 2011
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critica prevenuta?
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sai perchè per me è impossibile risponderti? perchè hai mischiato il cinema con la politica.potrei capirlo se stessimo parlando di un film di moretti,ma con sorrentino è proprio gratuito questo atteggiamento.il tuo accennare ai "fighetti" si sinistra mi fa pensare che il tuo approccio al film è stato più che altro ideologico e non estetico/critico.risponderti vorrebbe dire entrare nella schifosa polemica politica che sta trascinando l'italia nel fango.credo che il cinema di sorrentino non abbia "tifosi" di destra o sinistra a protegerlo.mi sembra che tu sia un pò offucato da rancori e prese di posizine politiche.contento tu...
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alessio
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lunedì 17 ottobre 2011
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imbarazzante..
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il suo commento non ha niente a che vedere col cinema,e'solamente uno sproloquio che mira ad offendere non solo questo film,ma tutta una subcultura,un genere letterario e cinematografico ,che non appartiene ad un ramo politico come lei invece fa' intendere.accostare questo film, al cinema di de sica e cala',e'chiaro segno,in primis di superficialita,poi di totale incompetenza..a questo punto ce'poco da aggiungere,le fantasticherie che ha scritto sono piu pane per i denti di un bravo psicologo che idee atte a gettare le basi di un dialogo su un opera.farebbe meglio ad interagire su dei forum politici la prossima volta che intende liberarsi dalle sue turbe ideologiche.poi,ognuno dev essere libero di esprimere le proprie idee,su questo non ci piove,,o essere liberi di esprimere le proprie idee per lei e'un atto prettamente di sinistra?p.
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il suo commento non ha niente a che vedere col cinema,e'solamente uno sproloquio che mira ad offendere non solo questo film,ma tutta una subcultura,un genere letterario e cinematografico ,che non appartiene ad un ramo politico come lei invece fa' intendere.accostare questo film, al cinema di de sica e cala',e'chiaro segno,in primis di superficialita,poi di totale incompetenza..a questo punto ce'poco da aggiungere,le fantasticherie che ha scritto sono piu pane per i denti di un bravo psicologo che idee atte a gettare le basi di un dialogo su un opera.farebbe meglio ad interagire su dei forum politici la prossima volta che intende liberarsi dalle sue turbe ideologiche.poi,ognuno dev essere libero di esprimere le proprie idee,su questo non ci piove,,o essere liberi di esprimere le proprie idee per lei e'un atto prettamente di sinistra?p.s. io non sono di sinistra.arrivederci.
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moebjus
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lunedì 17 ottobre 2011
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invidia fa male
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posso comprendere che il film non possa piacere a tutti è vero ci sono dei momenti di stanca ma i tuoi commenti al veleno sono chiaramente precostituiti nel film ci sono un paio di scene che saranno ricordate nel tempo davvero uniche e bastano solo queste per fare del film un opera unica nel suo genere. Buona vita e non essere cosi livoroso ( invidia forse ) che non fa bene alla salute....
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