|
Il cinema fu definito la settima arte, ma dai commenti che leggo in giro capisco che una vasta parte del pubblico continua a percepirlo solo come intrattenimento, come un momento di svago e di evasione. Qui non si evade. Certo anche a me piace rilassarmi, ma c’è anche altro nella vita e questo film è altro. E’ profondo, è riflessivo, richiede impegno. Non è Shark 2 e neppure Barbie. Un film serio per un argomento fin troppo serio ma portato sullo schermo in maniera geniale, fruibile. Incredibile.
Qui si vede tutta l’abilità di Nolan nel divulgare temi ostici, etici, perfino escatologici e tutt’oggi politicamente controversi. Al contrario del libro biografico (da cui è tratto il film) il regista non usa una narrazione didattica e lineare. La trama viene scomposta in diversi sotto-film, uno per ciascun aspetto della vita di Oppenheimer, uno sullo sviluppo della bomba atomica, uno sulla persecuzione politica dei comunisti, uno sull’uomo e la sua vita privata. I sotto-film sono diversi e distinti, eppure si intrecciano e compongono un tutto, come melodie distinte in un brano musicale furioso e onirico. La ricchezza dei dialoghi e delle informazioni fornite può essere così impressionante, moltiplicata per tre, mai noiosa e sovrabbondante. L’effetto “mattone” viene scongiurato a patto di accordare la dovuta attenzione ad un argomento che la merita.
La realtà non viene semplificata, la storia della bomba atomica è la storia non di un solo uomo, ma di una grande quantità di protagonisti, scienziati, politici, militari, ognuno diverso, ognuno con la sua ideologia, ma che collaborando aggiungono il proprio tassello indispensabile verso l’obbiettivo comune anche a costo di sacrifici personali, anche a costo di mettere da parte rancori e sensi di colpa. E qui si vede una prova attoriale formidabile non solo del protagonista Cillian Murphy (incredibile pensare che sia lo stesso che interpretava “spaventapasseri” in Batman), ma un lavoro corale di una enorme quantità di attori che riescono anche in poche battute a dare profondità ai personaggi.
Che dire poi della ricostruzione storica, fedele in ogni dettaglio, e negli effetti sonori e visivi. L’uso dei colori, dei rumori, delle sporadiche visioni allucinate, cosmiche, angoscianti che ricollegano tutti i filoni narrativi al momento della consapevolezza di essere “diventato morte, il distruttore di mondi”. Una consapevolezza di Oppenheimer che diviene consapevolezza dell’umanità stessa. Un film studiato e mai noioso, molto istruttivo, capace d'innescare non solo emozioni ma anche una grande riflessione. Un’opera d’arte senza tempo.
[+] lascia un commento a shagrath »
[ - ] lascia un commento a shagrath »
|
twitter
diventa fan
valutazione media:
3,98
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
