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Futuro lontano ma non troppo: la Ederlezi Corporation seleziona un cosmonauta solitario di lunga esperienza per una delicata missione nello spazio profondo: arrivare sulla colonia di Alpha Centauri, già fondata nottetempo, per sovrascrivere sui residenti l'ideologica "Juche" (quella del Nord Corea per intenderci) perché ora diventata dominante sulla Terra.
In realtà non vedremo quasi nulla di questo mondo dispotico, perché l’intera pellicola si svolge sull’astronave, un veicolo claustrofobico, spartano, dalle superfici di metallo annerito, buio e debolmente illuminato da fredde luci led. Per il lunghissimo viaggio (si parla di anni) il cosmonauta viene costretto ad accettare la sola compagnia di un androide forgiato dalla Ederlezi Corporation con le sembianze della sua donna ideale. Sì perché sebbene l’uomo ostenti un carattere forte e deciso, nasconde un passato di rapporti sentimentali falliti, quindi gli ingegneri sociali della corporazione corrono ai ripari. Essi ritengono di poter curare la psiche dell’uomo fornendogli una controparte femminile sottomessa con cui possa avere rapporti sessuali. Tuttavia il protagonista disdegnerà il “manichino” (come lo chiama), maltrattando e umiliando l’androide ritenuto incapace di essere suo pari, eppure finendo per sviluppare un amore tormentato, malato, ma genuino e potente, che lo porterà a un tragico epilogo, lasciando costernati gli ingegneri sociali della Ederlezi Corporation.
Si tratta dunque di una storia di romanticismo forzato e innaturale, Introspettivo e filosofico, che si consuma nell’isolamento dello spazio profondo in condizioni al limite del disumano, ma dove tuttavia lo spirito dell’uomo sepolto sotto strati di ideologie, condizionamenti e senso del dovere riuscirà ad emergere ancora una volta.
Ben inteso, non si tratta di un capolavoro, tuttavia le atmosfere sono davvero dark, fredde, riportando alla memoria le suggestioni cyberpunk di Blade Runner. Ma c’è spazio anche per inquadrature simboliche e potenti, che ricordano 2001 Odissea nello Spazio ma anche Metropolis (la scena della “ricarica” dell’androide su tutte). La colonna sonora poi è ieratica, glaciale, rafforza il senso di desolazione e il climax discendente verso la tragedia. Attori pochi, in pratica solo tre, ma all’altezza. Insomma una pellicola di produzione Serba, girata con un budget basso ma sfruttato con intelligenza, ricca di spunti di riflessione e di suggestioni, credibile.
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