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Non si tratta di un horror ma piuttosto di un thriller psicologico. Inquietudini e disagi si affastellano per tutta la durata del film, mentre l’orrore si concentrano in un finale di una malvagità disarmante. La storia è semplice, la critica sociale mossa dal regista/sceneggiatore danese Tafdrup evidente. Una coppia di danesi con la loro bambina rappresentano tutto ciò che di sbagliato si può trovare negli occidentali medi: insoddisfatti, ipocriti, falsi, malinconici, deboli e decisamente ingenui. Persone infelici ma perfettamente integrate nella società, ben educate, accomodanti, sottomesse, non violente, addomesticate dal sistema. Dall’altra parte abbiamo per l’appunto il male, una coppia di olandesi appena conosciuti, due autentici psicopatici anti-sociali che però ostentano sicurezza, carisma, amicizia e attirano gli sventurati a casa propria promettendo una bella distrazione che rompa la routine. Qui i nostri anti-eroi danesi saranno crescentemente umiliati, raggirati, facendo leva sul loro senso di colpa, sulla loro cortesia che diventa una debolezza fatale. Il gaslighting della coppia olandese diventa infine evidente, fino a comprendere il maltrattamento del loro bambino disabile presentato come comportamento normalissimo. Ma la coppia danese, invece di contrastare con vigore la degenerazione che monta davanti ai loro occhi, non fa nulla (a parte lamentarsi, salvo poi sentirsi in colpa temendo di aver ferito i sentimenti altrui) perché essendo due nullità (soprattutto il marito) sono latentemente affascinati da questa coppia che fa e dice ciò che vuole senza vergogna. La loro nullità come individui li condanna quindi a una morte brutale, perché i valori positivi che credono di avere risultano inefficaci contro i valori negativi del male.
Il messaggio quindi è chiaro fin dal titolo inglese “Non parlar male” tratto dalla bibbia (molto conosciuta da quelle parti) con il versetto che prosegue “evita le contese, sii mansueto”. Una critica dunque al “volemose bene” cristiano, ricordandoci che esistono umani intrinsecamente malvagi a cui invece non bisogna e non si può volere bene, pena venire distrutti da essi.
Il messaggio è presentato in modo relativamente efficace, con una buona costruzione narrativa, i dialoghi sono centrali e vengono coadiuvati da orchestrazioni sonore inquietanti, uso delle luci intelligente e situazioni ambigue e inizialmente mai esplicite. Certo si tratta di un’opera fredda e intellettuale, che non concede spazio al brivido o all’azione fini a sé stessi, quindi può risultare anche lenta soprattutto nella parte centrale del film. Sconsigliato quindi a chi cerca emozioni effimere, ma devo dire che qualcosa dentro mi ha lasciato.
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