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Premetto subito che il problema non sono tanto i concetti, ma l’incompetenza. Questo obbrobrio viene presentato come un kolossal, propagandato in giro per il modo come fosse un capolavoro del “Made in Italy”. Il prestigio nazionale è dunque minacciato da questa “storia vera” (così annuncia il prologo), un ignobile caos di personaggi e immagini senza senso. Location che saltano confusamente di palo in frasca in Italia, nello spazio, nel medioevo, all’inferno e in simili luoghi fantasy, tutti scorrelati tra loro.
Ci sono otto “creators” alieni immortali e in possesso di conoscenze e di poteri divini. Eppure si comportano come dementi, non riescono a pianificare, cadono dalle nuvole di fronte agli imprevisti. La cosa più grave è che viaggiano nel tempo a piacere, ma si lamentano che non hanno tempo e si riducono all’ultimo minuto per fare le cose. Non è proprio credibile.
Ecco un esempio di idiozia: una sfera aliena deve essere nascosta da un creator sulla terra affinché non sia trovata da nessuno, ma dove? Ecco che il creator dice “una sfera va nascosta tra altre sfere” (genio!), quindi la pone in mezzo al carnevale di Ivrea, luogo pieno di arance che vengono lanciate… ma che nascondiglio è? Infatti non lo è, perché subito la sfera viene raccolta, lanciata in faccia a un malcapitato che esclama una cosa tipo “ah, sembra proprio una sfera aliena!”. Mah? Mah? Boh.
Del resto la sceneggiatura è un ripetersi di fatti confusi e dialoghi ridicoli: i personaggi battibeccano tra loro con fare saccente e altezzoso, roba che neppure un cattivo dei Power Rangers. Ci sono una miriade di sotto-trame, pseudo-trame, proto-trame, aborto-trame. I personaggi appaiono e agiscono senza caratterizzazione, non si capisce quello che fanno e perché lo fanno. Ad esempio Depardieu, l’attore di punta del fantomatico “cast stellare” viene sprecato per un ruolo insulso che a nulla serve ai fini della trama.
Montaggio e regia sono osceni. Ad esempio la scena del “combattimento” tra i creators Lady Airre e Lord Kanaff. Qui infatti si vede Lady Airre a mezzo piano che si trasforma in una fenice fiammeggiante. Poi nuova inquadratura sulla fenice, con sulla destra una fiamma indistinta. Ancora un’altra inquadratura con fenice. Quindi altra inquadratura in cui la fenice viene colpita da una sfera di energia urlando di dolore con la voce di Lord Kanaff. Confusione: ma non era Lady Airre la fenice? Ma a quanto pare anche Lord Kanaff si era trasformato in una fenicie identica (ma perché identica, santiddio!) e questa trasformazione non viene fatta vedere (mannaggia!). Ma che regia è? Ma che scena d’azione è? E questo è solo un esempio.
La cosa che mi fa più rabbia è leggere in giro le interveniste degli autori dove affermano che il film ha più piani di immagini e archetipi, per questo può risultare difficile da seguire allo spettatore distratto. No! No! Risulta difficile da seguire perché è stato scritto e girato ad minchiam!
Parliamo del regista Piergiuseppe Zaia e dell’attrice protagonista Eleonora Fani, entrambi anche sceneggiatori e produttori. Ora, questi due hanno un talento invidiabile e raro: riuscire ad alzare una barca di soldi pur essendo il nulla. Lo dico perché Zaia di mestiere fa il musicista e la Fani la psicologa e omeopata. Insomma due tizi a caso che si sono messi a fare un film avendo tanti soldi ma non avendo le competenze. Ed il risultato si vede tutto.
Effetti speciali kitsch buttati lì solo per essere visti, senza alcuna funzionalità con la trama. Abuso smodato di tecniche povere quali greenscreen, assenza quasi assoluta di scenografie di qualità. Fotografia spesso troppo satura che conferisce l’effetto plastica finta a tutto.
E in questa melma c’è pure spazio per mostrare la Vergine Maria vittima di abduction da parte di alieni grigi che la ingravidano. Poi si scopre che Gesù in persona viene resuscitato da Lady Airre, con cui ha un figlio che vive in provincia di Vercelli e che passa le giornate sui videogiochi.
Un cine-mostro troppo brutto per essere reale, ma lo è.
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