Nel 1928, quando frequentava ancora l'università a Pavia, interruppe bruscamente gli studi per dedicarsi al teatro, entrando a far parte di varie compagnie di grido ed affermandosi come attore brillante, estroverso e simpatico, capace di notevole presa sul pubblico. Fino agli anni Quaranta Tommei divise il proprio tempo fra l'attività radiofonica, come presentatore all'EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) di Torino, e quella teatrale, dove, nel 1941, raccolse un notevole successo nel Poeta fantastico di Goldoni, messo in scena da Orazio Costa al Festival di Venezia. Nel secondo dopoguerra rivolse la propria attenzione al teatro di rivista, partecipando come attore comico a vari spettacoli fra i secondi anni Quaranta e i primi anni Cinquanta, per ritornare poi al teatro di prosa, dirigendo dal 1956 al 1958 il Teatro delle Maschere a Milano. Esordì nel cinema durante la guerra, ma la sua attività in questo campo fu saltuaria e marginale, in parti secondarie e di scarso interesse; lo si ricorda in Siamo tutti milanesi (1954, Mario Landi), tratto dall'omonima commedia di Arnaldo Fraccaroli, che Tommei aveva già interpretato con successo in teatro, nel 1952. Anche la sua attività televisiva fu molto modesta e limitata a qualche commedia e a qualche sceneggiato. Al contrario, appare di un certo interesse il suo lavoro di doppiatore, perché Tommei, ottimo conoscitore di vari dialetti, prestò in questo settore un'opera particolarmente utile, fornendo ad attori italiani le varie inflessioni richieste dalle esigenze sceniche.