Anno | 2025 |
Genere | Azione, Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 132 minuti |
Al cinema | 292 sale cinematografiche |
Regia di | Gavin O'Connor |
Attori | Ben Affleck, Jon Bernthal, Cynthia Addai-Robinson, Daniella Pineda, Allison Robertson J.K. Simmons, Grant Harvey (II), Cassandra Blair, Michael Tourek, John Patrick Jordan, Kristen Ariza, Paula Rhodes, Fernando Chien, Joe Holt, Robert Morgan (II), Megan Grano, Alain Washnevsky, Catherine Adell, Jeremy Radin, Lincoln Bodin, James P. Harkins, Christopher Alvarenga. |
Uscita | giovedì 24 aprile 2025 |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | Warner Bros Italia |
MYmonetro | 3,13 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 22 aprile 2025
L'atteso sequel con Ben Affleck e Jon Bernthal, diretto da Gavin O'Connor. The Accountant 2 è 4° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 24.780,00 e registrato 52.343 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Sono passati nove anni da quando il Dipartimento del Tesoro ha smantellato, con l'aiuto del Contabile, la Living Robotics. Raymond King, l'ex-direttore dell'ufficio per la lotta ai crimini finanziari, ha lasciato il suo posto alla prescelta Marybeth Medina, ora l'unica a ricevere informazioni sul mondo criminale da parte di Christian Wolff, alias il Contabile. King, che ha aperto un'agenzia di investigazioni private, si ritrova però invischiato in un caso più grande di lui, caso per il quale viene ucciso. Tocca a Medina scoprire cosa è davvero successo, ma ancora una volta avrà bisogno dell'aiuto del Contabile.
Seguito del successo di nove anni fa, The Accountant 2 è prodotto dalla stessa Artists Equity di Ben Affleck e Matt Damon.
Quante famiglie, clan, squadre, nel cinema di Gavin O'Connor. Sono madri e figlie, capitani e sergenti, coach e atleti; sono fratelli che non si sentono da anni, nuove generazioni che non accettano i fardelli avvelenati dei vecchi, compagni che se cadono devono rialzarsi tutti insieme; sono, tutti e tutte, singoli e collettivi, in lotta contro la solitudine, il dolore, la perdita. Non c'è cinema più classico eppure più moderno di quello di O'Connor nella Hollywood degli studios dal fiato corto e nella Silicon Valley degli streamer dal battito accelerato - magari insieme ad altri, pochi, James Gray, J.C. Chandor, James Mangold.
Sono passati nove anni nella finzione e nove nella realtà tra The Accountant e questo sequel: il primo capitolo fu capace di incassare 150 milioni di dollari in tutto il mondo e di arrivare al primo posto dei film più noleggiati del 2017, mentre O'Connor nel frattempo ha attaccato una nuova storia di redenzione sul corpo extra-large(er)-than-life di Ben Affleck (The Way Back) e prodotto serie spacca-famiglie e spacca-comunità (Mare of Easttown, Seven Seconds) - senza citare lo sceneggiatore dei due Accountant, Bill Dubuque, che tra l'uno e l'altro ha creato assieme a Mark Williams un'altra incisione nel tessuto molle dell'America contemporanea, cioè Ozark.
Nove anni e siamo ancora lì, con Christian, il Contabile affetto da disturbi dello spettro autistico che vive in una roulotte Airstream e a modo suo fa giustizia dei cartelli criminali, ancora dolorosamente incapace di stabilizzare i rapporti interpersonali, vuoi con il fratello-assassino-iracondo Braxton - l'intercalare e la smorfia più vibranti dello spettacolo americano d'oggi, Jon Bernthal -, vuoi con la nuova direttrice Medina che ancora non si fida di lui e del suo traballante codice morale, con l'unico sicuro rifugio rappresentato dai bambini dell'Harbor Neuroscience Institute - quella sì missione di vita quasi evangelica per la dedizione e il sacrificio personali.
Ma tutto il resto è cambiato. Il primo film era una sorta di mosaico realizzato con tessere rappresentanti famiglie mafiose e fondi di investimento, agenzie di sicurezza e dipartimenti federali, piccoli illeciti e truffe globali, la cui immagine ricomposta mostrava il fragile equilibrio del tessuto economico-finanziario statunitense - il Dipartimento del Tesoro dipendente dagli gli stessi criminali che persegue, criminali poi finanziatori occulti e non delle speculazioni borsistiche.
The Accountant 2, invece, arriva quasi un decennio dopo, quando ad un'America polarizzata e scossa da tensioni pre-Guerra Civile non interessano più le analisi critiche sulla connivenza, di più, la dipendenza, tra capitalismo e criminalità. O'Connor - e Dubuque - sentono questo, avvertono che ci si è spostati sul terreno delle culture wars, del capitale simbolico, così rifrangono il loro film attraverso queste lenti: dal riciclaggio si è passati al problema dei migranti, dalle aziende multinazionali ai trafficanti di esseri umani, dalle collar counties dell'Illinois alle zone di confine con il Messico.
Da ingranaggio del sistema che allo stesso tempo sabota dall'interno il sistema stesso, il Contabile si è assottigliato moralmente ma affilato eticamente per diventare un angelo vendicatore che esporta salvezza e progresso, ma, ed è questo il twist retorico, lo fa dall'angolo del suo eccezionalismo individuale e non collettivo. È Christian ad opporre ai cartelli criminali e allo stesso Dipartimento del Tesoro la sua idea di mondo, l'Harbor Neuroscience Institute, presidio sociale che fa proprie le contraddizioni dell'odierna America - la sicurezza interna, l'attacco alla privacy, le speculazioni finanziarie - per resistere e anzi prosperare.
È la stessa parabola di scrittura e rappresentazione tracciata da Christian Gudegast con Nella tana dei lupi 2 - Pantera, seguito che smaltiti gli anabolizzanti del primo film uscito - anche questo non a caso - sette anni prima si arrende all'inevitabilità del conflitto umano, lì alleviato dai fraterni Gerard Butler e O'Shea Jackson Jr., qui dai fratelli Ben Affleck e Jon Bernthal. O'Connor forse vanifica qualcosa a livello di tensione e costruzione delle sequenze d'azione (vedasi il climax sì/climax no finale), lega troppo il tutto allo smottamento emotivo, però se questo seguito l'ha chiamato The Accountant squared, cioè al quadrato ma anche che si è pari, allora aspettiamo il prossimo, The Accountant cubed, terzo e ancora più massiccio.
Certi film sono davvero allarmanti (e pericolosi, dunque) per la sfacciata stupidità e la violenza becera che gli autori propongono, ma infarcite del solito furbo sottotesto etico, molto discutibile se non proprio da rifiutare in blocco, quasi per scusarsi del raggiro propinato al pubblico. Allora, qui c'è la prova definitiva di quanto i sequel possano essere brutti e rovinino tante [...] Vai alla recensione »
Christian Wolf e Braxton- fratelli molto diversi mA connessi tra loro sono tornati in un secondo 'Accountant'dopo 8/9anni.Continuare una storia dopo così tanto tempo non era un impresa facile..Eppure qui il regista Gavin O'connor/Ben Affleck,anche produttore, sono riusciti a fare un film migliore del 2017.Negli Usa aveva avuto un ottimo successo.
Il rapporto tra fratelli è un tema ricorrente in Gavin O'Connor. Lo è dai tempi di Pride and Glory e Warrior : un legame viscerale di conflitto e sacrificio. E continua a esserlo in The Accountant 2, sequel del film del 2016 sul contabile affetto da Asperger, interpretato da Ben Affleck, e il fratello sicario Jon Bernthal. In questo secondo capitolo i fratelli Wolff si ritrovano dopo anni di silenzio [...] Vai alla recensione »
Nel 2016 qualcuno scrisse di The Accountant che il protagonista Christoph Wolff - geniale e anaffettivo «contabile» della mala, affetto da disturbi Asperger e addestrato alla lotta da un padre militare - era un mix di Jason Bourne e Will Hunting. Concordiamo, aggiungendo che il peculiare antieroe deve molta della sua attrattiva a Ben Affleck, perfetto nel registro a lui consono di un'amabile seppur [...] Vai alla recensione »
C'è in giro un contabile che è meglio non incontrare, soprattutto se non si hanno le carte (morali) in regola. Il pubblico cinematografico lo conosce dal 2016, quando Gavin O'Connor girò The Accountant («Il contabile», appunto), con protagonista Ben Affleck (anche produttore). L'attore californiano è Christian Wolff, genio matematico con la sindrome di Asperger, allora capace di sgominare una multinazionale [...] Vai alla recensione »
Fu un successo inatteso. Altrettanto inatteso che "The Accountant" abbia dovuto aspettare quasi un decennio per il sequel. Nel frattempo molto è cambiato, nel mondo e nel cinema; così, ai reati finanziari del prototipo si è sostituito un crimine di gran lunga più odioso: il traffico di esseri umani. Al centro, com'è naturale, c'è ancora Christian Wolff, alias il Contabile, un giustiziere efficiente [...] Vai alla recensione »
È sostanzialmente un buddy movie «The accountant 2»: con molta più ironia rispetto al primo film di nove anni fa, pur trattando un tema duro come il traffico di esseri umani tra Messico e Stati Uniti. I due amici, qui, sono in realtà due fratelli: il contabile Ben Affleck e il sicario Jon Bernthal. Autistico ad alto funzionamento il primo, logorroico killer con un suo codice morale il secon-do.
Nel primo capitolo di "The Accountant" il protagonista era Ben Affleck nelle vesti del contabile-sicario Wolff genio matematico affetto dalla sindrome di Asperger, un disturbo che fa parte della sindrome autistica. Lo stesso, fornito del suddetto handicap paradossalmente equiparabile a un superpotere, ritorna a primeggiare otto anni dopo nel sequel "The Accountant 2", dalla trama ancora più caotica [...] Vai alla recensione »
Ben Affleck e Jon Bernthal tornano nello spassoso sequel che non ti aspetti del thriller The Accountant del 2016. Ci sono voluti nove anni per farne un sequel, e non sempre i sequel riescono bene come il primo capitolo. Non è il caso di The Accountant 2, che cambia registro dal precedente The Accountant del 2016 e diventa un buddy movie con azione, inseguimenti, sparatorie, una sequenza di line dance, [...] Vai alla recensione »
Erano cinque anni, dai tempi di The Way Back, uscito in piena pandemia, che Gavin O'Connor aveva fatto perdere le sue tracce. Sembrava essere entrato anche lui in quella specie di zona d'ombra in cui si trovano a vivere molti dei suoi personaggi. Per carattere o penitenza, scelta o destino. Falliti, latitanti, uomini del mistero, fantasmi del passato, alcolizzati, vecchi paralizzati dal rimpianto e [...] Vai alla recensione »
Seconda chance per il Contabile. Da una specie di super potere dell'autismo nel primo episodio, sorta di Rain Man versato in action-thriller alla Jason Bourne (non a caso produce Matt Damon) il ragioniere dei delinquenti Wolff/Affleck si trova questa volta meno attrezzato per affrontare il mistero di un delitto dalle conseguenze devastanti. Non va sottovalutato questo spaccare tutto tra disagi di famiglia: [...] Vai alla recensione »
Avevamo lasciato i fratelli Wolff al loro destino fatto di latitanza, dopo che, messi inizialmente l'un contro l'altro, si erano fortuitamente ritrovati dopo anni di separazione e reciproco oblio. Christian (Ben Affleck) nelle vesti di un anonimo e dimesso contabile, continua la sua vita solitaria e raminga. Incapace di intessere relazioni affettive di alcun genere è costretto a spostarsi di città [...] Vai alla recensione »
Un vecchio adagio di origine sportiva diceva che Squadra che vince non si cambia. Ecco quindi che quasi dieci anni dopo Ben Affleck ritorna nei panni del Christian Wolff, un personaggio geniale e letale allo stesso tempo, protagonista di The Accountant. La rimpatriata è quasi completa, perché prende le mosse dalla morte di Ray King, interpretato da J.
Tra i registi sottovalutati della nostra epoca c'è di sicuro Gavin O'Connor. Il suo Warrior con Tom Hardy e Joel Edgerton è uno dei migliori film sportivi mai realizzati. La tensione dei corpi, l'epica, la lotta per la redenzione. Ci sono diversi fili rossi che uniscono il suo cinema. Da una parte c'è la disciplina: l'impresa impossibile alle Olimpiadi (Miracle), la violenza nella gabbia (Warrior), [...] Vai alla recensione »