| Anno | 2025 |
| Genere | Documentario, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 91 minuti |
| Regia di | Francesco Lettieri |
| Uscita | lunedì 31 marzo 2025 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | Lucky Red |
| MYmonetro | 3,54 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 28 marzo 2025
A settant'anni dalla nascita, il primo documentario ufficiale su uno dei più amati maestri della musica italiana contemporanea. In Italia al Box Office Pino ha incassato 273 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Come si fa a parlare di Pino Daniele in modo esaustivo e originale, quando da un lato il talento del cantautore e strumentista partenopeo sfugge a qualsiasi definizione e imbrigliamento, dall'altro già molto si è detto e mostrato della sua vita e carriera? Francesco Lettieri, regista e sceneggiatore napoletano con al suo attivo tanti video musicali e tre lungometraggi, fra cui Il segreto di Liberato, sceglie una strada duplice: individua nel giornalista e critico musicale Francesco Vacalebre (coautore della sceneggiatura) un Virgilio pronto ad addentrarsi nei vicoli di Napoli per scoprire il Pino più segreto, con l'aiuto del figlio del cantautore, Alessandro; e crea dei minifilm per illustrare visivamente le canzoni più amate, veri e propri spaccati di vita partenopea.
La seconda scelta forse è la meno azzeccata, poiché tutto il resto basterebbe a delineare la figura di Pino Daniele e il suo impatto sulla sua città e sulla musica, non solo italiana. È molto azzeccata invece l'idea di Lettieri di far partecipare al documentario una serie infinita di artisti che hanno conosciuto Daniele quasi esclusivamente in voce e attraverso immagini di repertorio, invece che con la classica lunga intervista posata.
Pino, come dice il titolo, punta i riflettori su un gigante solo, cui gli altri - Jovanotti, Vasco Rossi, Loredana Bertè, Eric Clapton, Pat Metheney, Chick Corea, Fiorello, Lello Arena e, in filmati d'archivio, Massimo Troisi e Maradona - fanno corona a debita distanza.
A distanza più ravvicinata ci sono invece gli artisti suoi più stretti collaboratori, quelli che con lui hanno reinventato la musica napoletana smarcandosi dagli stereotipi del bel canto e del gesto plateale, e attingendo al blues e al jazz: Tullio De Piscopo, Enzo Avitabile, Tony Esposito, James Senese. Il lato più privato di Pino è raccontato da Alessandro Daniele, dalla ex moglie Dorina Giangrande e il di lei fratello: peccato che la loro collaborazione costi al documentario l'esclusione totale della seconda moglie Fabiola Sciabbarrasi e dell'ultima compagna Amanda Bonini, ma soprattutto dei tre figli che Pino Daniele ha avuto con Sciabbarrassi, dopo i due con Giangrande. Vengono ricordate invece "zia Bianca e zia Lia", accanto a cui Pino è cresciuto, nonché le ombre di un padre violento e ludopatico e di una sorellina minore morta ancora bambina.
Ma in Pino a parlare sono soprattutto la sua musica e le tantissime immagini che raccontano una Napoli underground fra gli anni Settanta e il 2015, quando il cuore del cantautore ha ceduto, a 60 anni non ancora compiuti: una città sgarrupata che ha davvero mille colori, e nella quale il ragazzino timido e occhialuto ha trovato la sua strada suonando la chitarra e cantando con la sua voce roca e gentile. Perché Pino Daniele voleva solo fare musica, rimanendo la persona di cuore, "ma proprio cuore, cuore, cuore" (come dice il percussionista Rosario Jermano) che è sempre stato.
Il suo "Neapolitan power" ha trascinato con sé un'intera città e un'intera nazione, e poi ha trovato collegamenti nel resto del mondo, fra artisti internazionali con cui cercava "un rapporto umano, prima di tutto". Pino Daniele è stato "un punto di luce" per molti, "costringendoli a fare sempre meglio". Il suo messaggio era più sociale che politico (ma proprio perché sociale è stato anche fortemente politico), la sua inclusività ante litteram non conosceva confini, la sua voglia di unire blues e radici mediterranee ha fatto sì che lo capissero tutti, e lo accogliessero come lui accoglieva loro attraverso la musica. E il brano inedito con cui si chiude il documentario è un regalo a sorpresa, un viatico per non uscire di sala solo con il rimpianto e i lucciconi.
Una poetica ed emozionante immersione nella vita di Pino Daniele e sul suo legame con Napoli attraverso materiali rari scelti con cura, memorie più intime, frammenti familiari, e poi i ricordi degli amici artisti, le collaborazioni, le sue fragilità, ma soprattutto si concentra sulla musica e sul suo spirito più autentico. Lettieri celebra la grandezza di Pino Daniele come innovatore musicale: un cammino [...] Vai alla recensione »
Pino Daniele è stato tante cose. Un cantautore, una rockstar, un'icona pop, ma anche un compagno di banco, un amico sincero, un marito, un padre e un napoletano. Un concentrato di italianità ammirato da Milano a Palermo che però fuggiva gli stereotipi, amava il verde della Toscana e il mare della sua Campagnia, e cercava ossigeno nei musicisti di tutto il mondo.
Non è il primo documentario su Pino Daniele e, probabilmente, non sarà l'ultimo. Ma Pino, il nuovo progetto diretto da Francesco Lettieri, riesce a distinguersi da Il tempo resterà e Nero a metà restituendoci qualcosa di unico e inedito. Attraverso materiali rari riportati alla luce con cura, il film offre un ritratto autentico del celebre artista napoletano, riuscendo a raccontare la sua anima e la [...] Vai alla recensione »
A 70 anni dalla nascita, Francesco Lettieri dedica un docufilm all'indimenticabile Pino Daniele. L'opera racconta delle multiple radici musicali dell'artista, ma anche della sua vita, caratterizzata da una costante voglia di sperimentare, e purtroppo dalla malattia cardiaca, attraverso le voci di artisti, amici e familiari. Ne viene fuori un ritratto completo, ricco di particolari nuovi, che in ordine [...] Vai alla recensione »
Napoli è una presenza costante sui nostri schermi, si tratti di documentari o di film di finzione. Il racconto delle sue contraddizioni e della sua meraviglia sembra non esaurirsi mai. Questa volta, però, non si tratta di un pretesto. Perché raccontare di Pino(tto) Daniele significa parlare di Napoli, vederla e quasi toccarla. E tra i paradossi partenopei c'è pure quello dei due cuori grandi accussì [...] Vai alla recensione »
Il valore aggiunto di Pino, terzo documentario in pochi anni dedicato all'indimenticato Daniele dopo Il tempo resterà di Giorgio Verdelli e Nero a metà di Marco Spagnoli, è Francesco Lettieri. È una scelta di campo, precisa e forte, quella di affidarsi a un regista che non è specializzato nella nonfiction: il ritratto del cantautore che ha cambiato la storia della musica napoletana passa attraverso [...] Vai alla recensione »