| Anno | 2025 |
| Genere | Drammatico, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 105 minuti |
| Al cinema | 2 sale cinematografiche |
| Regia di | Leonardo Di Costanzo |
| Attori | Barbara Ronchi, Roschdy Zem, Diego Ribon, Valeria Golino, Giorgio Montanini Hippolyte Girardot, Monica Codena, Roberta Da Soller, Jasmin Mattei, Marco Brinzi, Roberta Fossile. |
| Uscita | venerdì 5 settembre 2025 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | 01 Distribution |
| MYmonetro | 3,63 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 5 settembre 2025
Elisa è una detenuta che da dieci anni sta scontando la pena per aver ucciso la sorella. Ora accetta di confrontarsi con un criminologo. Elisa è 110° in classifica al Box Office. venerdì 7 novembre ha incassato € 137,00 e registrato 97.033 presenze.
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CONSIGLIATO SÌ
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Elisa, una donna attorno ai quarant'anni, sta scontando da dieci anni una condanna per avere ucciso la sorella dando poi fuoco al cadavere. Le analisi psicologiche a cui è stata sottoposta hanno certificato in lei un'amnesia totale del delitto compiuto. Ora accetta di incontrare il professor Alaoui il quale ritiene che si debba scavare nelle motivazioni di chi commette un reato. Non per giustificarlo ma per comprendere a fondo la personalità del colpevole al fine di aiutarlo a compiere un processo di recupero.
Leonardo Di Costanzo prosegue il suo percorso di indagine sull'interiorità di esseri umani che si trovano in situazioni esistenzialmente problematiche.
Va detto in apertura che Barbara Ronchi ha qui il suo ruolo principale che sostiene da grande professionista qual è portando sulle spalle, solo apparentemente esili, due terzi del film. La sua Elisa è una giovane donna che la camera di Di Costanzo segue per gran parte del tempo indagandone i gesti misurati, le ritrosie, i desideri che trasformano la sua gestualità e la sua andatura.
Solo il padre l'ha, se non perdonata, almeno sostenuta nel percorso di recupero che la vede dietro il bancone del bar dell'Istituto di pena. Si è trattato di un supporto al futuro reintegro nella società ma il professor Alaoui vorrebbe poterle parlare. Elisa accetta di incontrarlo secondo date fissate ma ottenendo la massima libertà nel raccontarsi.
Il film si crea il proprio letto (quasi fosse un fiume) in cui far scorrere, sempre più impetuosamente, il fiume della memoria sino ad allora bloccato dalla diga di una autoattribuita amnesia da parte della paziente.
Quella a due è una ricerca non finalizzata ad attribuire colpe o ad infliggere punizioni, anche se solo psicologiche, ma a far emergere il vissuto con l'obiettivo di creare una reciproca consapevolezza.
Di Costanzo torna in un'istituzione carceraria mutando la prospettiva ma conservando intatto il desiderio di scavare nell'animo umano senza mai porsi nella posizione di colui che giudica. Lo fa a partire dal saggio "Io volevo ucciderla. Per una criminologia dell'incontro" dei criminologi Ceretti e Natali in cui i due autori si confrontano con una omicida dandole voce per cercare un senso a quanto da lei agito.
La sceneggiatura, scritta da Di Costanzo insieme a Bruno Oliviero e a Valia Santella, inserisce in questo percorso, tanto virtuoso quanto liminare, un tarlo che porta ad un livello ancora più alto l'indagine. Laura, interpretata da Valeria Golino con una presenza breve come arco temporale sullo schermo ma molto significante, è schierata dalla parte delle vittime non accettando la benché minima possibilità di ricerca di motivazioni da parte di chi ha commesso il delitto.
Lo spettatore viene così messo di fronte ad una scelta da compiere individualmente: superare o no il concetto di punizione in favore di un possibile recupero che passi attraverso la presa di coscienza di quanto commesso da parte del colpevole ma anche della comprensione, da parte di chi vi è preposto, delle cause. Senza per questo far mai l'eticamente doveroso rispetto nei confronti delle vittime.
Elisa, interpretata dalla bravissima attrice Barbara Ronchi (che già ci aveva positivamente entusiasmato nella recente pellicola di Marco Bellocchio dal titolo "Rapito"), è una detenuta che sta scontando da circa 10 anni una pena detentiva per aver ucciso la propria sorella nel corso di circostanze a lei avverse. Il delitto da lei compiuto sembra essere stato in parte rimosso [...] Vai alla recensione »
A distanza di quattro anni da Ariaferma, Di Costanzo torna sugli schermi con un altro film girato in un carcere. Qui però lo sfondo, la prospettiva ed i temi affrontati sono diversi. Non più le relazioni tra "guardie e ladri" in dinamica evoluzione, pronte a deflagrare di fronte al mutare delle circostanze e dei rapporti di forza. Al posto del vecchio carcere maschile, fatiscente e in fase di dismissione, [...] Vai alla recensione »
Un’ indagine sul lato oscuro dell’essere umano, l’ incomprensibile capacità di commettere crimini efferati, convivere con la consapevolezza che non c’è rimedio finché non si guarda in faccia la propria colpa. Questo sostanzialmente è quello che cerca di spiegare Leonardo Di Costanzo,affidando l’interpretazione a una sempre bravissima Barbara [...] Vai alla recensione »
Che bel film ! Una storia difficile da raccontare ma che il regista ha condotto in porto , senza cadere nel patetico e nel manierismo con rara fermezza . Non ci sono pause , tutto scorre ed il racconto è come un giallo di cui si intuisce la fine ma che Di Costanzo ha riempito di sotto finali che come in un puzzle qualche volta ti spiazzano ma quando tutto si ricongiunge rimani ammirato di tanta [...] Vai alla recensione »
Il dilemma tra tentare la comprensione profonda delle situazioni psicologiche che hanno portato a compiere un delitto oppure no, non indagare perché ciò sarebbe sostanzialmente inutile, è un dilemma, un tema enorme meritevole di ogni riflessione. Il film lo affronta molto più che dignitosamente avvalendosi di ottime interpretazioni e di una sceneggiatura [...] Vai alla recensione »
Film coraggioso e bellissimo. Come si fa a parlare di un argomento così complicato e scomodo con delicatezza ed eleganza? Lo stile, la sensibilità, la profondità di Leonardo Di Costanzo ci regalano un vero capolavoro. Un altro. E come sempre il film non dà risposte: il contrasto tra le posizioni del criminologo e quelle del personaggio interpretato dalla Golino [...] Vai alla recensione »
Ho avuto la fortuna di vedere un film capolavoro, non solo perché tocca l’aspetto più importante dell’essere umano: il percorso che tutti dovremmo fare, senza infarcire la nostra vita di agiti senza pensiero, verso la consapevolezza, verso il pensiero appunto. Ma anche perché i protagonisti principali, Elisa (Barbara Ronchi) e il criminologo Alaoui (Roschdy Zem), sono [...] Vai alla recensione »
So di andare in controtendenza, ma mi sembra che la critica esalti il film che avrebbe potuto essere, se sostenuto adeguatamente. L'idea ? ottima, la sceneggiatura meno. Anche la regia, lenta e compassata, costringe a interpretazioni statiche e ripetitive. L'intensit? emotiva, a parte il cameo della Golino, pesa sulle spalle forti ma non a sufficienza della Ronchi.
Ho scelto di vedere questo film, dopo, percapire meglio sono andata a leggere le recensioni, una orribile di un critico che credo abbia in parte dormito in quanto il film comincia in francese, poi continua in italiano, la protagonista chiede di esprimersi in italiano e non in francese come scrive lui. Film fatto bene, secco, asciutto, senza fronzoli.
Ho scelto di vedere questo film, dopo, percapire meglio sono andata a leggere le recensioni, una orribile di un critico che credo abbia in parte dormito in quanto il film comincia in francese, poi continua in italiano, la protagonista chiede di esprimersi in italiano e non in francese come scrive lui. Film fatto bene, secco, asciutto, senza fronzoli.
Fine pena mai per Leonardo Di Costanzo? Dato che anche il suo ultimo film è ambientato in un istituto penitenziario sembrerebbe di sì. Tratto dal saggio scritto dai criminologi Adolfo Ceretti e Lorenzo Natali «Io volevo ucciderla. Per una criminologia dell'incontro», il film si ispira al terribile omicidio di Cirimido che ha visto protagonista Stefania Albertani (rea di aver ucciso la sorella Maria [...] Vai alla recensione »
«Perché dare voce a chi agisce la violenza? Che cosa si intende conoscere? Può il reo, con la sua parola, accedere alla verità personale del suo gesto? [...] La violenza vive di una doppia vita, quella rilevata nell'obiettività dei tassi di omicidio e quella che scorre nell'esperienza individuale di rei e vittime. In questo libro gli autori avvicinano una storia di vita violenta a partire da un approccio [...] Vai alla recensione »
È un film scomodo e traumatico, nonché profondamente intimo, «Elisa» di Leonardo Di Costanzo, che anche questa volta, come ne «L'intervallo» e in «Ariaferma » (e, in parte, anche ne «L'intrusa») ambienta la sua storia costringendola in una struttura detentiva o comunque confinata, in un luogo dove la libertà - a parte quella di guardarsi dentro - è limitata.
Alpi Svizzere Italiane. Elisa, 35 anni, è in carcere da dieci per aver ucciso la sorella maggiore. Al momento del processo aveva sostenuto di non ricordare nulla dell'omicidio e da allora ha sempre dato prova di un carattere poco compatibile con l'ira o la follia. Quando, però, il criminologo Alaoui entra nel penitenziario per condurre una ricerca, la donna accetta di sostenere con lui alcuni colloqui, [...] Vai alla recensione »
Una donna che ha ucciso e un criminologo che deve farle tornare la memoria, senza obblighi né promesse di redenzione, perché il lavoro della memoria ognuno di noi deve farlo da solo. Non è tanto un punto d'arrivo, è piuttosto un punto di partenza. Ma, come capiremo solo alla fine, riguarda al tempo stesso tutti e ciascuno di noi. Il nuovo film di Leonardo Di Costanzo, già straordinario regista di [...] Vai alla recensione »
Elisa ha ammazzato la sorella. Sta scontando 20 anni in un carcere modello sui monti svizzeri, lavora al bancone del bar, passeggia nei boschi, uno dei secondini è chiaro che per lei prova qualcosa. Elisa potrebbe chiedere la semilibertà e però esita. Del delitto nulla ricorda, dice. Assiste alla conferenza di un criminologo, accetta di parlarci. Alle sedute col dottor Roschdy Zem (il migliore in campo, [...] Vai alla recensione »
C'è lo spazio della colpa e quello della colpevolezza: il primo è una struttura solida, ha barriere che contengono e trattengono, il secondo è un luogo aperto, indefinito, in bilico tra la percezione intima, psicologica, del danno e quella pubblica, sociale, dello stigma. È su questa traiettoria che si colloca da sempre il cinema di Leonardo Di Costanzo, in equilibrio tra il peso della colpa e la sua [...] Vai alla recensione »
Cercare alleanze. È ciò che auspica Elisa (Barbara Ronchi) al termine del proprio percorso di ricostruzione della memoria e dell'identità quando comprende che il proprio dolore può essere, se non superato, almeno condiviso e in un certo modo accolto da qualcuno in grado di ascoltare senza giudicarla. Titolo nominale, quindi, storia di lacrime, sangue e memoria sbiadita, Elisa è l'ultimo lungometraggio [...] Vai alla recensione »
Scrivendo in merito ad Ariaferma, il precedente lavoro di Leonardo Di Costanzo, abbiamo ricordato come per molti avrebbe dovuto meritare di essere in una sezione competitiva a Venezia78. Elisa, il suo ultimo lungometraggio, è tra i cinque titoli italiani presentati nel Concorso Ufficiale della 82esima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Dare voce a chi agisce la violenza. Provare, attraverso il dialogo, a esplorare le ragioni profonde dei propri atti efferati. A partire da questo orientamento della criminologia (e prendendo ispirazione dal libro di Ceretti e Natoli, Io volevo ucciderla), Elisa di Leonardo Di Costanzo mostra il percorso interiore di una donna condannata per aver ucciso la sorella e averne bruciato il corpo.
Leonardo Di Costanzo è un regista che in Italia ci dobbiamo tenere stretti. Non ha girato molti film, appena 4 in questi 13 anni di carriera, escludendo il segmento del lavoro collettivo di "I ponti di Sarajevo". Si va da "L'intervallo" (2012) a quest'ultimo "Elisa", finalmente posto in gara per il Leone, visto che "L'intervallo" stava in Orizzonti e soprattutto "Ariaferma" (il suo lavoro migliore) [...] Vai alla recensione »
Una ragazza che indossa un giaccone rosso mattone cammina assorta in un bosco spolverato di neve. È "Elisa", la protagonista dell'omonimo film di Leonardo Di Costanzo, passato ieri in concorso a Venezia, la cui trama, anch'essa sceneggiata dal regista ischitano-parigino assieme ai collaboratori abituali Bruno Oliviero e Valia Santella, è liberamente ispirata agli studi e alle conversazioni dei criminologi [...] Vai alla recensione »
I titoli di coda ci dicono che Elisa, il nuovo film di Leonardo Di Costanzo presentato in concorso a Venezia - da oggi in sala - è «liberamente» ispirato a Io volevo ucciderla (Raffaello Cortina Editore), il libro dei criminologi Adolfo Ceretti e Lorenzo Natali, un'indagine sulla violenza che prova a rispondere sostanzialmente a una domanda: che senso ha cercare le ragioni di un gesto violento al di [...] Vai alla recensione »
Ci sono dei crimini che colpiscono l'immaginario collettivo perché commessi da tranquilli vicini di casa dai modi garbati. La storia vera si svolse nel comasco una ventina d'anni fa ma di quella vicenda nel film di Leonardo Di Costanzo non resta che una vaga traccia. Ambientato nella Svizzera francese ai confini del cantone Ticino in un istituto di pena psico-rieducativa dove vige un regime di semilibertà, [...] Vai alla recensione »
Lodevole negli intenti, intelligente nelle riflessioni, eppure un po' sfiatato, Elisa probabilmente è il film meno affascinante del bravo Leonardo Di Costanzo. In Concorso a Venezia, diversamente da quanto accaduto al suo notevole Ariaferma che nel 2021 era stato presentato fuori competizione, questa opera dolorosa su una donna (interpretata con dedizione e ottimi esiti da Barbara Ronchi) che ha ucciso [...] Vai alla recensione »
In concorso all'82ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, Elisa è il quarto lungometraggio di Leonardo Di Costanzo, in sala dopo l'anteprima al Lido per 01 Distribution. Scritto dal regista con Bruno Oliviero e Valia Santella, il film è prodotto da Tempesta (Carlo Cresto-Dina, Manuela Melissano), Amka Films Productions (Michela Pini, Amel Soudani), Rai Cinema e RSI Radiotelevisione [...] Vai alla recensione »
Dopo Ariaferma, un'altra storia carceraria per Leonardo Di Costanzo. Che però ridefinisce radicalmente l'ambientazione e l'architettura degli spazi. Se il carcere maschile di Mortana era un classico panopticon, una vecchia struttura organizzata secondo la logica della sorveglianza continua, in Elisa l'Istituto sperimentale di Moncaldo, in Svizzera, è un centro avanguardistico dove l'obiettivo è la [...] Vai alla recensione »
Bombardato dal dinamismo imperante, lo spettatore potrebbe perdere sé stesso. Ma ci sono registi come Leonardo Di Costanzo (in concorso a Venezia con Elisa) che ricordano di non fermarsi alla semplificazione spettacolare. Di Costanzo è un cineasta che ama scavare nell'intimità dei suoi protagonisti. Li rinchiude in spazi circoscritti per analizzare il loro lato più fragile, per immergersi nella loro [...] Vai alla recensione »