| Anno | 2024 |
| Genere | Documentario |
| Produzione | Francia, Romania |
| Durata | 91 minuti |
| Regia di | Andrei Ujica |
| Tag | Da vedere 2024 |
| MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 19 dicembre 2024
Un documentario sul celebre tour nordamericano dei Beatles. In Italia al Box Office Twst - Things We Said Today ha incassato 512 .
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CONSIGLIATO SÌ
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13 agosto 1965, New York: migliaia di fans attendono i Beatles, che suoneranno due giorni dopo allo Shea Stadium. Tra la folla impazzita si distingue un adolescente, Geoffrey, che grazie al fatto di essere figlio di un famoso deejay radiofonico riesce ad accreditarsi alla loro conferenza stampa al Warwick Hotel, e una ragazza di fuori città, Judith, che andrà al concerto con le sue amiche Shelly e Carol. Non sono né attori né persone in carne e ossa, ma silhouettes colorate e sfuggenti, invenzioni a matita disegnate (da Yann Kebbi) sulle pellicole d'archivio di cui TWST - Things We Said Today è composto.
Un film che sperimenta con la narrazione, monta una varietà di materiali molto eterogenei - film in pellicola, in 8 e 16 mm, sia notiziari televisivi che filmati amatoriali e di famiglia - sovrappone a tali immagini tratti leggeri di animazione, e lavora intensamente sulla colonna audio, rimaneggiandola completamente.
Il risultato è straniante, inatteso, l'interpretazione aperta, non guidata da elementi esterni quali didascalie o commenti.
Chi si aspetta un film "sui" Beatles, sull'isteria fanatica, non lo troverà, e neanche le loro canzoni. Per quelle c'è già The Beatles at Shea Stadium, documentario del live di quel 15 agosto, filmato per la tv da Robert Precht. Chi invece si lascerà incuriosire dall'accostamento dei documenti e dall'elemento diaristico e di autofiction che accompagna alcune interviste d'epoca e filmati di repertorio, in cui le voci narranti aderiscono al punto di vista della macchina da presa, scoprirà invece molto del sentimento di quel periodo, del desiderio di cambiare il mondo, e alcune connessioni impreviste.
Presentato Fuori Concorso alla Mostra di Venezia nel 2024, il film è anche guidato da un racconto scritto da Ujika in età giovanile, "La ragazza che amava le farfalle", riattualizzato dalle voci di Geoffrey e Judith. Nato a Timi?oara nel 1951, attivo da oltre tre decenni, autore tra gli altri del fluviale The Autobiography of Nicolae Ceausescu (Fuori concorso a Cannes nel 2010), influenzato tanto dal "The White Album" che dal finale di "Madame Bovary" di Gustave Flaubert, il regista si è chiesto quando il cinema abbia raggiunto la complessità della letteratura: con Things We Said Today tenta di dare una risposta a questa domanda.
Come nella canzone del titolo (brano di McCartney/Lennon dall'album "A Hard Day's Night") due piani temporali coesistono e si confondono, con un effetto di vertigine e paradosso: la spinta innovatrice degli anni Sessanta, il sapore poetico del racconto privato, e lo sguardo antinostalgico di Ujika, che accosta la farsesca illusione di controllo della polizia sui fans della band alla repressione violenta delle rivolte degli afroamericani a Watts, distretto di Los Angeles, esattamente coincidenti con quel weekend di delirio.
O la segregazione dei black, in spettacolari serate danzanti nelle loro ballroom, a una spensierata gita in traghetto che racconta, suo malgrado, che non basta una statua per fare la Libertà; o ancora, il contrasto acceso tra il portato simbolico di rinnovamento sociale dei Beatles e il capitalismo della World Fair (Esposizione Universale), dove sono l'ennesima merce. Un test che rimanda a un inevitabile confronto con gli Stati Uniti odierni, disorienta e ibrida privato e politico, documento e immaginazione.
"C'è una frase in Madame Bovary che restituisce l'intera ambizione del libro. Dopo il rifiuto finale di Rodolphe, Emma esce dal castello piena di oscura disperazione: "Il terreno sotto i piedi era più molle di un'onda, e i solchi le parevano immensi flutti bruni che si frangessero" - esordisce così il regista Andrei Ujica per raccontare questo suo incredibile docufilm - Quando l'ho letto da ragazzo, [...] Vai alla recensione »
Si legge "twist " (come Twist and Shout) ma sta per "things we said today ", ossia "le cose che ci siamo detti oggi". Un Ujica sorprendente, alle prese con la Beatlesmania, nello specifico lo sbarco dei quattro a New York nell'agosto 1965 per suonare allo Shea Stadium. Non uno sterile amarcord nostalgico, ma una riflessione profonda su un immaginario e un tempo, sulle sue speranze e i suoi sogni.