
Titolo originale | The Leopard |
Anno | 2025 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Regia di | Tom Schankland, Giuseppe Capotondi, Laura Luchetti, Tom Shankland |
Attori | Benedetta Porcaroli, Simona Distefano, Kim Rossi Stuart, Deva Cassel, Romano Reggiani Saul Nanni, Paolo Calabresi, Greta Esposito, Francesco Giulio Cerilli, Ludovica Nasti, Francesco Colella, Astrid Meloni. |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento martedì 4 marzo 2025
Argomenti: I film e le serie ispirate a Il gattopardo
Una serie basata sulla modernità del racconto del Principe di Salina e della sua famiglia, che è quello dell'Italia di ieri e di oggi.
CONSIGLIATO SÌ
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Aprile 1860. Le camicie rosse di Garibaldi stanno per arrivare al Sud, e Don Fabrizio Corbera, il principe di Salina soprannominato il Gattopardo, ne osserva la minaccia con siciliano disincanto. Ma quella minaccia entrerà nella sua tenuta attraverso l'amatissimo nipote Tancredi, che lui ha cresciuto dopo la morte della madre, sorella del Principe. La figlia di Don Fabrizio è da sempre innamorata di Tancredi, ma questi perderà la testa per Angelica Sedara, figlia del sindaco di Donnafugata, il viscido Don Calogero ansioso di mettere le mani sul titolo dei Salina. La famiglia Corbera si sposterà da Palermo alla loro magnifica tenuta di Donnafugata, dove la moglie di Don Fabrizio e i cinque figli vivono nel lusso e nel diniego del nuovo che avanza. Ma il nuovo è destinato ad arrivare, e i Gattopardi ad essere spodestati da una nuova generazione assai meno nobile e altezzosa.
La serie Il Gattopardo si propone di allargare lo sguardo sul celebre romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, già alla base del capolavoro di Luchino Visconti, approfittando della maggiore pezzatura per raccontare l'intera famiglia dei Salina e dare più spazio ad alcuni personaggi, in primis Concetta, il cui legame con il padre è anche più centrale di quello con Tancredi.
Purtroppo la sceneggiatura fa pendere troppo la trama in direzione del suo personaggio, che non sembra però avere uno spessore maggiore di quello dell'ossessione romantica per Tancredi.
Guadagna in tridimensionalità (grazie a Dio) la moglie di Fabrizio, e con lei vari altri personaggi, fra cui l'amante del principe. Quello che la serie non riesce ad approfondire è la dimensione storico-politica di questa vicenda, che nella scrittura di Tomasi di Lampedusa era fondamentale, scegliendo di virare spesso fra il feuilleton e il melodramma. Manca soprattutto una maggiore sicilianità, in termini di interpreti, di dialetti e di ironia: l'unico siciliano del cast principale è Gaetano Bruno, che infatti sarebbe stato un ottimo Don Fabrizio, e che si fa comunque notare nei panni del Governatore Leonforte.
Sono magnifici invece la sontuosa fotografia di Nicolaj Bruel (che spesso richiama i Macchiaioli), le scenografie di Dimitri Capuani (standing ovation per le location), i costumi di Carlo Poggioli ed Edoardo Russo e le musiche di Paolo Buonvino, che contengono un sottile omaggio al Valzer brillante del film di Visconti orchestrato da Nino Rota ma anche a certe partiture western in stile Morricone.
Kim Rossi Stuart è un dignitoso protagonista, ma non ha la presenza scenica di Burt Lancaster, un "siciliano" inaspettatamente assai credibile anche grazie al magnifico doppiaggio di Corrado Gaipa. Astrid Meloni è eccellente nei panni della Principessa Stella Corbera, Francesco Colella è un tragicomico parvenue, e Alberto Rossi aggiunge pathos al personaggio di Paolo, erede del Gattopardo. Deva Cassel ha il look giusto per impersonare l'irresistibile Angelica, mentre purtroppo Saul Nanni, altrove molto convincente, non mostra il carisma necessario per incarnare Tancredi, che invece dovrebbe tenere testa a Don Fabrizio per fascino e arroganza.
La sceneggiatura degli inglesi Richard Warlow e Benji Walters è corretta, ma non riesce a calarsi nelle profondità della scrittura, nelle contorsioni del "ragionamento siciliano", come l'avrebbe definito Sciascia, e del mondo raccontato da Tomasi di Lampedusa; la regia del conterraneo Tom Shanland, coadiuvato da Giuseppe Capotondi (episodio 4) e Laura Luchetti (episodio 5) è professionale ed efficace, ma la sceneggiatura e la produzione sembrano porre un freno ai guizzi, le intuizioni artistiche e gli affondi che questa storia avrebbe potuto, e dovuto, mostrare. Alcune frasi iconiche del romanzo sono quasi "buttate via", come a volersi liberare della pesante eredità di un libro, e un film, che hanno fatto la storia. Dunque la serie Il Gattopardo è composta e piacevole, fondamentalmente rispettosa e ben allestita, ma non spinge, non osa, e non emoziona come potrebbe, e dovrebbe.