| Anno | 2023 |
| Genere | Drammatico |
| Produzione | Germania, Marocco |
| Durata | 110 minuti |
| Regia di | Robert Schwentke |
| Attori | John Malkovich, Tom Xander, Andrew Koji, Mary-Louise Parker, Louis Hofmann Geraldine Chaplin, Julian Sands, Alexander Fehling, Nadia Benzakour, Lilith Stangenberg, Samuel Finzi, Brice Bexter, Samia Muriel Chancrin, Laurean Wagner. |
| MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 febbraio 2023
Il rapporto tra Seneca e Nerone. Uno mentore dell'altro fino al noto epilogo.
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CONSIGLIATO SÌ
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Precettore di Nerone, Seneca prova a impartirgli lezioni sulla saggezza e sulla compassione nell'esercizio del potere, ma con scarsi risultati. Il giovane imperatore predilige l'uso della violenza per ottenere ciò che vuole e, nel giro di breve tempo, comincia a essere infastidito dalla presenza del filosofo. Dopo una presunta cospirazione ai suoi danni, un sempre più dissoluto ed efferato Nerone ordina l'esecuzione di Seneca.
Guardando al cinema di Stoppard o Greenaway e a una lunga tradizione di rappresentazioni teatrali e pseudo-teatrali grottesche, surreali e contaminate con la contemporaneità, Robert Schwentke costruisce Seneca sulla voce e sul corpo di John Malkovich.
Quasi un one-man show, con l'istrionico mattatore che trasforma il filosofo morale della tradizione in un logorroico e contraddittorio solone. Le sequenze iniziali introducono alla visione peculiare e trasfigurata adottata da Schwentke verso la storia di Roma e vedono Seneca intento a preparare discorsi per il giovane imperatore, incapace di apprenderne gli insegnamenti. Qualche ellissi narrativa più avanti, Nerone è già pronto ad abusare del proprio potere nella maniera peggiore e non vede l'ora di disfarsi dei pedanti suggerimenti dell'antico precettore. Ma se il ruolo di Nerone, rappresentato come una sorta di Bacco cicciotto e sgraziato con un gusto sadico e perverso per la tortura, è tutto sommato in linea con la tradizione, Malkovich dona sfumature inedite al suo Seneca, tanto nelle debolezze - vanità, ipocrisia - che nelle molteplici contraddizioni - quali predicare la sobrietà e la moderazione, salvo vestirsi di capi costosi e soggiogare una giovane moglie piacente, fino a spingerla a sacrificarsi per lui. Seneca diviene una voce, narcisistica e disillusa, dell'etica in un mondo che della cultura non sa più che farsene: una landa selvaggia e desolata, dove la brutalità e la corruzione sono all'ordine del giorno. Schwentke parla della Roma imperiale per raccontarci il presente e i corsi e i ricorsi di una storia che finisce per indulgere nei medesimi errori. La natura umana, inevitabilmente tendente al male, necessita ciclicamente di un cataclisma purificatore, di un armageddon che possa resettare l'ordine costituito. In questo senso va forse intesa l'invocazione del filosofo al potere del Tempo, seminatore di morte e distruzione per cui imperatori, filosofi e schiavi non sono che figure parimenti effimere e imbelli.
L'alternanza dei registri adottati da Schwentke propende spesso per il triviale, l'unico linguaggio possibile per raccontare la crassa ignoranza della contemporaneità e la futilità degli insegnamenti velleitari di un filosofo dalla credibilità fragile e costretto a troppi compromessi. Dietro i fiotti di sangue incontrollati e le battute caustiche sembra quasi di scorgere lo zampino dei Monty Python, maestri di humour inclini a escursioni verso il grand guignol. Seneca resta un piacere per pochi, inclini a seguire l'andamento altalenante di una narrazione meta-teatrale, ma la forza dissacrante della sceneggiatura e dell'interpretazione di Malkovich mantengono un fascino indubbiamente contagioso.
Povero Seneca! Se mai potesse vedersi ritratto sullo schermo così come lo tratteggia il regista Robert Schwentke, non potrebbe che rivoltarsi nella tomba. Il film Seneca - On the Creation of Earthquakes, presentato alla Berlinale nella sezione "Special Gala" è una brutta delusione, nonostante la bravura indubbia di John Malkovich, chiamato a dare volto e voce al filosofo romano, e agli altri componenti [...] Vai alla recensione »
La fine della vita di Seneca. 65 DC. La diversità di vedute tra l'Imperatore Nerone e Seneca sta diventando sempre più evidente. Il filosofo pensa di essere la prossima persona che verrà giustiziata dal sovrano, ormai all'apice della sua tirannia, e resta comunque sorpreso quando gli ordina di uccidersi. John Malkovich guarda in macchina e la sua voce-off si mescola con quella narrante.