maria antonietta liguori
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lunedì 26 febbraio 2024
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un po’ confusa
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Mha.. sinceramente se dovessi dire “ mi è piaciuto” no. Non lo direi.. Non so.. mi è un po’ crollato nel finale. Mi aspettavo un finale diverso.
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lunedì 5 febbraio 2024
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bel film
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Bell articolo condivisibile come il film
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eugenio
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sabato 27 gennaio 2024
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l''amicizia oltre i confini della guerra
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Il tempo erode implacabile i ricordi come il mare cancella le orme sulla sabbia. Raccontare significa tornare a percorrerle giorno dopo giorno per mantenere viva la memoria di ciò che siamo stati nonostante la consapevolezza amara che sarà lui, il tempo,ad avere l'ultima parola e alla fine di noi non rimarrà più niente.
Sarà l'inferno che stiamo vivendo, ma la guerra ancora va di moda, purtroppo. Bisio, nel suo primo lavoro in veste di regista " L'ultima volta che siamo stati bambini" confeziona un "vestito" elegante, delicato e al tempo stesso, doloroso, specie nel finale, non perfetto ma emozionante che è poi il motivo per cui andiamo al cinema.
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Il tempo erode implacabile i ricordi come il mare cancella le orme sulla sabbia. Raccontare significa tornare a percorrerle giorno dopo giorno per mantenere viva la memoria di ciò che siamo stati nonostante la consapevolezza amara che sarà lui, il tempo,ad avere l'ultima parola e alla fine di noi non rimarrà più niente.
Sarà l'inferno che stiamo vivendo, ma la guerra ancora va di moda, purtroppo. Bisio, nel suo primo lavoro in veste di regista " L'ultima volta che siamo stati bambini" confeziona un "vestito" elegante, delicato e al tempo stesso, doloroso, specie nel finale, non perfetto ma emozionante che è poi il motivo per cui andiamo al cinema.
Un film sull'innocenza dei bambini, sul significato di educazione manipolata dal fascismo che i nostri tre protagonisti, un'orfana, un figlio di un fascista e di un "sovversivo" ma accumunati dal forte senso di amicizia ,imparareranno a deligittimare nel favolistico tentativo di fermare da morte certa l'amico ebreo deportato.
Un coraggioso stand by me italiano colmo di riferimenti letterari ma in fondo vero nella sua accezione poetica .
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michele p
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giovedì 25 gennaio 2024
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cinemattone
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Non è un film, non è una favola, non è niente di serio. È solo un tentativo di fare cassa, sfruttando il tema abusato dell'olocausto. Dialoghi infantili, giochi infantili, azioni infantili. Film per tutti e per nessuno. Vietato a chi vuole ridere o piangere, riflettere o emozionarsi.
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corebo
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lunedì 6 novembre 2023
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minestra riscaldata
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Amo Bisio, Ma una sensazione che troppi attori si vogliano dilettare nella regia, che pur essendo attenti e diligenti non sono ancora pronti per un impegno così importante. I ragazzi Raffaello di Domenico, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis e Lorenzo Mc. Grave Zaini sono eccezionali e qui un encomio a Claudio Bisio che li ha condotti per mano in maniera magistrale. Non conosco il romanzo da cui è tratto per cui non so se il film è fedele, ma se così è, ho visto nella rappresentazione degli accostamenti alla guerra dei bottoni del 1962, I ragazzi della via Pal di Ferenc Molnàr e infine Tom Sawyer di Mark Twain, saltano subito agli occhi queste similitudini.
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Amo Bisio, Ma una sensazione che troppi attori si vogliano dilettare nella regia, che pur essendo attenti e diligenti non sono ancora pronti per un impegno così importante. I ragazzi Raffaello di Domenico, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis e Lorenzo Mc. Grave Zaini sono eccezionali e qui un encomio a Claudio Bisio che li ha condotti per mano in maniera magistrale. Non conosco il romanzo da cui è tratto per cui non so se il film è fedele, ma se così è, ho visto nella rappresentazione degli accostamenti alla guerra dei bottoni del 1962, I ragazzi della via Pal di Ferenc Molnàr e infine Tom Sawyer di Mark Twain, saltano subito agli occhi queste similitudini. Insomma senza lode e senza infamia.
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maria f.
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domenica 5 novembre 2023
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evviva i buoni film!
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Film lungo e ripetitivo, solo a tratti ci sono frasi e situazioni condivisibili.
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prisco inter
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giovedì 2 novembre 2023
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buona la prima per claudio bisio
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Bel film che prova a raccontarci la guerra con gli occhi dei bambini. Il film ci racconta la purezza del mondo dei bambini che vedono la guerra e gli essere umani che ne fanno parte con occhi diversi.
Pensavano con tutta l'ingenuità che faceva parte della loro età, di poter risolvere i problemi semplicemente spiegandosi ed evidenziando le loro ragioni. Come unica garanzia avevano un quadretto per dimostrare di essere dalla parte dei fascisti e soprattutto la purezza del loro cuore.
In quella realtà invece non c'era spazio per i sentimenti, la guerra e la cattiveria degli adulti travolse qualsiasi cosa, anche chi non c'entrava nulla, come appunto successe più che mai nella seconda guerra mondiale per colpa dei nazisti e fascisti.
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Bel film che prova a raccontarci la guerra con gli occhi dei bambini. Il film ci racconta la purezza del mondo dei bambini che vedono la guerra e gli essere umani che ne fanno parte con occhi diversi.
Pensavano con tutta l'ingenuità che faceva parte della loro età, di poter risolvere i problemi semplicemente spiegandosi ed evidenziando le loro ragioni. Come unica garanzia avevano un quadretto per dimostrare di essere dalla parte dei fascisti e soprattutto la purezza del loro cuore.
In quella realtà invece non c'era spazio per i sentimenti, la guerra e la cattiveria degli adulti travolse qualsiasi cosa, anche chi non c'entrava nulla, come appunto successe più che mai nella seconda guerra mondiale per colpa dei nazisti e fascisti.
È un film che sa raccontare con leggerezza il periodo più buoio della nostra storia e che sa anche lasciarti quel senso di ingiustizia e tristezza che il folle proggetto di sterminio dei nazisti ci crea ogni volta che ci ritorna in mente questo periodo storico.
Uscendo dal cinema ho sentito dire ad un bambino: "Papà è stato un film bellissimo". A chi ha figli dico che può essere un buon film per raccontare ai bambini cos'è stato, affinchè non accada mai più.
Complimenti a Claudio Bisio, buona la prima!
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valentina
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giovedì 26 ottobre 2023
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impeccabile e immacolato assolutamente da vedere
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Avevo la sensazione, guardando il trailer, di trovarmi in presenza di un film indimenticabile e così è stato. L'amicizia che lega i bambini protagonisti di questa storia, regala emozioni intense. Questa pellicola è molto equilibrata e non scade mai nella banalità offrendo al pubblico la possibilità di ascoltare in alcuni tratti, pensieri profondi e di forte impatto
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maria rosaria guarini
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domenica 22 ottobre 2023
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tenerezza e poesia
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Tenerezza è il sentimento che ho sentito invadermi e una poesia del cuore che è possibile se ti fai trasportare dalla spontaneità dei bambini. Bisio ha omaggiato il cinema con riferimenti e citazioni a partire da Stand by me al Bambino con il pigiama a righe ai Goonies a Schindler's List...un film trasversale attraversato da tanti temi che conducono alla riflessione. Grazie per la bella, tenerissima e struggente serata
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tozkino
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domenica 22 ottobre 2023
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moderni moschettieri
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Superata la soglia dei sessant’anni Claudio Bisio ha deciso che era giunto il momento di dirigere il suo primo film, come regista. Ha scelto come argomento un tema strausato (e, perciò, difficile da trattare con originalità), il periodo storico della seconda guerra mondiale, esattamente le tristissime vicende legate al rastrellamento di Roma, la decisione della Gestapo di realizzare, anche in Italia, anche a Roma la deportazione di tutti gli Ebrei, per concretizzare il piano diabolico di Hitler, quella Soluzione Finale posta in atto a Roma, esattamente 80 anni. Fino a quel momento la comunità ebraica di Roma era stata risparmiata, anche perché era la più antica d’Europa.
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Superata la soglia dei sessant’anni Claudio Bisio ha deciso che era giunto il momento di dirigere il suo primo film, come regista. Ha scelto come argomento un tema strausato (e, perciò, difficile da trattare con originalità), il periodo storico della seconda guerra mondiale, esattamente le tristissime vicende legate al rastrellamento di Roma, la decisione della Gestapo di realizzare, anche in Italia, anche a Roma la deportazione di tutti gli Ebrei, per concretizzare il piano diabolico di Hitler, quella Soluzione Finale posta in atto a Roma, esattamente 80 anni. Fino a quel momento la comunità ebraica di Roma era stata risparmiata, anche perché era la più antica d’Europa. Nonostante il terreno minato, Bisio, dopo la lettura dell’omonimo romanzo di Fabio Bartolomei, ha deciso di portare alle scene una storia toccante, empatica, coinvolgente, con la giusta dose di leggerezza e humor che fa veramente bene al racconto, rendendo questa drammatica pagina di storia romana, raccontata dal particolarissimo angolo visuale di tre bambini (due ragazzini, uno figlio di un camerata fascista, uno figlio di un antifascista al confino e un’orfanella, affidata a una giovane suora), i tre amici sono assai diversi tra loro, eppure sono amici, complici di un progetto di vera fratellanza e amore: raggiungere il campo di concentramento tedesco per chiedere il rilascio e la liberazione del loro amico ebreo, rastrellato dai nazisti e trasportato, con i fratelli ebrei, coi treni speciali verso il campo di concentramento. Ma torniamo allo spunto iniziale del bravo regista: il romanzo di Bartolomei inizia con questa frase: Cosa stia accadendo di preciso lì fuori, Cosimo non lo sa. È nell'età in cui le risposte si cercano nello sguardo dei genitori o, nel suo caso, del nonno. Bisio ha fatto propria questa frase costruendo una favola che, come tutte le favole che si rispettino, fa emergere numerosissimi elementi storici, cioè dettagli assolutamente veri: i tre protagonisti, come ogni bambino, hanno imparato a vivere dagli educatori reali (genitori, nonni, suore) che li hanno accompagnati nei primi anni di vita: Cosimo ha un padre al confino e un nonno che vuole evitare ulteriori guai; Italo è figlio di un gerarca fascista che gli ha insegnato la gloria e l’onore che deve avere un vero camerata, Vanda è una vispa orfanella, che cresce grazie alla giovane suor Agnese, che le fa da mamma. Ho riso tanto e pianto altrettanto: Bisio ha una regia gentile e aggraziata, spigliata e coinvolgente; ma sono soprattutto i 4 bambini a interpretare nel migliore dei modi i personaggi: sono bambini veri, intensi, animati da sentimenti forti e spontanei, un gruppo di veri fratelli in cui le differenze, invece di dividere, affinano e uniscono. Ieri come oggi, in un mondo e in un’epoca di guerre fratricide (come quella tra ucraini e russi o, la più recente, tra ebrei e palestinesi), il racconto di Bisio ci aiuta a riflettere sull’inutilità dei conflitti, ma ci aiuta anche a capire che la vera umanità forza sta nell’antico tutti per uno e uno per tutti che, i nostri simpatici e giovani eroi incarnano in modo splendido, come redivivi emoderni moschettieri.
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