Titolo originale | Peluri - Kuolema on elävien ongelma |
Anno | 2023 |
Genere | Azione, Commedia, |
Produzione | Finlandia, Italia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Teemu Nikki |
Attori | Pekka Strang, Jari Virman, Elina Knihtilä, Hannamaija Nikander, Pihla Penttinen Samuli Jaskio, Tiina Weckström, Marjaana Maijala, Iivo Tuuri, Mazdak Nassir, Eero Milonoff, Jouko Puolanto, Susanna Pukkila, Katja Kukkola, Matti Onnismaa. |
Uscita | giovedì 4 luglio 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,88 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 20 giugno 2024
I conducenti più economici nel settore dei carri funebri. In Italia al Box Office La morte è un problema dei vivi ha incassato 61,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Risto e Arto sono vicini di casa ma non potrebbero essere più lontani di così: il primo è un impresario di pompe funebri schiavo della ludopatia, ha una moglie da cui si sta allontanando, una suocera alcolizzata e un figlio per cui è presente solo a volte; il secondo è un mite educatore in una scuola per l'infanzia, convive con la ricercatrice Saija e i due cercano da tempo di arrivare ad una gravidanza. La ruota gira per entrambi nel modo più inaspettato quando Risto si ritrova schiacciato dai debiti e ad Arto viene diagnostica una condizione più unica che rara, cioè l'essere dotato di solo il 15% del cervello. Da vicini di casa, Risto e Arto, divengono così una strana coppia di becchini che deve svolgere il lavoro sporco per un'attività illegale molto particolare.
Teemu Nikki continua a macinare film e serie tv senza arretrare di un passo nella costruzione della sua poetica.
Dice di essere partito da tre articoli che ha letto in giro, Teemu Nikki, per realizzare La morte è un problema dei vivi - presentato all'interno del Concorso Progressive Cinema della Festa del Cinema di Roma 2023. Uno su un giocatore d'azzardo, l'altro su un uomo senza cervello, il terzo su un impresario di pompe funebri. E come spesso succede nel cinema di Nikki, il frullare, shakerare e agitare tutti i vari ingredienti fa venire fuori un blend già assaggiato ma con un tocco sempre diverso e personale. E se proprio vogliamo scomporre la ricetta filmica-emozionale del regista-tuttofare finlandese, rispetto ai precedenti Lovemilla, Euthanizer e Nimby - Not in My Backyard, questo La morte è un problema dei vivi risulta ancora più bilanciato e preciso.
Sulla scia del grande successo di pubblico, critica e riconoscimenti di Il cieco che non voleva vedere Titanic, l'ultimo lavoro di Nikki - anche qui sceneggiatore/regista/montatore/produttore - trova la sua esatta espressione in un perimetro ben delimitato che sta diventando sempre più intimo e familiare per l'autore finlandese. Partendo da una singola situazione minima, che possa essere un amore negato, un addestratore di animali o la disabilità di una persona, Nikki si muove per andare verso situazioni paradossali e ambigue, sempre in bilico tra realtà e genere, realismo e manierismo, distacco e ipersensibilità, confezionando grandi e piccoli racconti capaci di essere accolti da un pubblico ampio e trasversale.
La morte è un problema dei vivi srotola perfettamente questa formula, forse rinunciando ad un pizzico di troppo di vivace umorismo come della partecipazione più diretta, ancorandosi più all'uomo senza cuore Risto che all'uomo senza cervello Arto. Nikki, infatti, sembra voler auscultare la linea del dolore del becchino ludopatico e non cavalcare fino in fondo il grottesco in potenza dell'educatore scervellato, e anche quando i due piani sembrano incrociarsi - l'attività illegale si rivela essere una roulette russa stile snuff movie -, il simbolico che ne viene fuori è tutto addosso a Risto, con quella diretta connessione che porta a leggere la ludopatia come pratica quasi performativa del capitalismo, dove a vincere è sempre il sistema, cioè il capitale.
E neanche troppo sottotraccia è questa la direzione di critica e messa in scena che sembra presentare il film, raccontando un mondo dove tutto è per forza di cose attratto e atterrito dalla commoditizzazione - i rapporti familiari, le relazioni sentimentali, l'amministrazione della giustizia, giù giù fino a definire il limite ultimo della dignità umana. Risto ne è in balia, Arto ci si abbandona, il primo perché pensa di ribaltare il banco, il secondo perché non gli importa che ci sia un banco.
Così Nikki si muove ora più vicino ora più lontano rispetto a queste due pedine destinate per forza alla sconfitta - è più facile immaginare la fine del mondo che... -, con lunghe sequenze immersive fatte di silenzio e osservazione, e poi improvvise sbandate calde sotto le note del rock finlandese di una vita (Hearthill, Peer Günt). C'è, insomma, tanta più speculazione in La morte è un problema dei vivi di quanto si possa afferrare distrattamente, e se la cornice intagliata da Nikki è così attraente e fuorviante, tanto meglio perché tutto questo ti entra dentro per poi pungolarti a lungo.
Nel languore agostano vale la pena di ricuperare questa commedia nera finlandese. Non c'è soltanto Aki Kaurismaki con i suoi tanghi tristi, su al nord - forse invece di dedicare il mese di agosto alla retrospettiva del danese Lars von Trier (esiste, magari non proprio al cinema sotto casa) film come "Foglie al vento" o "L'altro volto della speranza" o l'esordio con "Delitto e castigo" avrebbero attirato [...] Vai alla recensione »
Il film di Teemu Nikki induce a più di una riflessione, del tutto avulsa perfino dalla sua natura di commedia nera. Il cinema scandinavo da tempo ci ha abituato, proprio per il coraggio - peraltro qui determinato da ragioni personali - di sapere affrontare, sebbene con una trasversalità e con una finta ironia, il tema e soprattutto l'idea della morte in uno scenario sociale che li rimuove.
Come sono diversi i vicini di casa Risto e Arto: alto e slanciato il primo, un impresario di pompe funebri, mentitore seriale e ludopatico, in crisi con la moglie; mite educatore di scuola dell'infanzia il secondo, basso e tarchiato, che ha in programma il concepimento di un figlio con la propria compagna. Quando i debiti di Risto lo riducono sul lastrico e una radiografia evidenzia come Arto abbia [...] Vai alla recensione »
Quando l'uomo senza cuore incontra l'uomo senza cervello, nasce una bella commedia nera (e amara) finlandese (in coproduzione con l'Italia). Uomo senza cuore è una metafora, va da sé. II becchino Risto è ludopatico perso indebitato pesante. Ruba ai morti, ruba al figlio piccolo il regalo della nonna, la moglie è esasperata e nella casa compaiono scarpe maschili che non sono di Risto.
Teemu Nikki, regista e sceneg- giatore di La morte è un problema dei vivi, vede situazioni umoristiche dove ad altre persone si rizzerebbero i capelli in testa. Ed è quindi molto probabile che il suo nuovo film a qualcuno faccia proprio quell'effetto. Del resto si parla della morte e della vita che le ruota intorno. Le peripezie di Risto (Pekka Strang), che guida un carro funebre e soffre di ludopatia, [...] Vai alla recensione »
Risto e Arto, vicini di casa, non potrebbero essere più diversi: il primo è un impresario di pompe funebri dipendente dal gioco d'azzardo, in crisi matrimoniale; il secondo è un mite educatore in una scuola per l'infanzia, che convive con la ricercatrice Saija con la quale spera di allargare la famiglia. Quando Risto, schiacciato dai debiti, rischia la vita e e ad Arto viene diagnostica una condizione [...] Vai alla recensione »
Un becchino con la dipendenza dal gioco sfida la morte e coinvolge nell'abisso anche il vicino di casa con una carenza cerebrale. Storia - eccellente ma, a dir poco, tragica - di vizi e orride meschinità da terzo millennio. La roulette russa richiama celebri precedenti di lontana qualità ma l'originalità va premiata. Un film da vedere soltanto se in perfettissimo equilibrio con se stessi e non solo. Da [...] Vai alla recensione »
Umorismo freddo e disperazione esistenziale tra neonoir e tragicommedia scandinava. Impresario di pompe funebri, anaffettivo e ludopatico incontra maestro d'asilo con quoziente intellettivo al 15%. L'uomo senza cervello e l'uomo senza sentimento al gioco della roulette russa sono divertenti in una black comedy un po' tirata, di scarso mordente rispetto al Cieco che non voleva vedere Titanic premiato [...] Vai alla recensione »
La morte è un problema dei vivi. Un titolo per certi versi tautologico quello scelto da Teemu Nikki per il suo nuovo lungometraggio, in cui tale espressione risulta essere vera sotto tutti i punti di vista. Lo è da un punto di vista filosofico, pensando a come, di fatto, la paura di morire possa esistere solo finché si è in vita. Così come è vero che è chi resta a dover fare i conti con la sofferenza [...] Vai alla recensione »
È più facile vivere senza cuore né cervello o morire senza dignità né pietà? La partita della sofferenza è aperta e a giocarla sono Risto (Pekka Strang) e Arto (Jari Virman), la strana coppia di protagonisti di La morte è un problema dei vivi, il nuovo film del finlandese Teemu Nikki. Il primo è un becchino ludopatico con matrimonio a termine, il secondo un maestro d'asilo che scopre per caso d'avere [...] Vai alla recensione »
In un ammaccato carro funebre dove la placca argentea "Volvo" a malapena si legge, Risto svolge approssimativamente il mestiere di impresario e quei pochi soldi che gli vengono accreditati sul conto li gioca d'azzardo. Sposato ad una donna che non lo vuole e padre assente, vive le giornate occultando le conseguenze della sua malattia non riuscendo e non volendo a fermarsi.
Era il luglio del 2016 quando nel corso del 36° Fantafestival con la visione di Lovemilla entravamo per la prima volta in contatto con il cinema di Teemu Nikki, un cinema che negli anni successivi avremo modo di incontrare e apprezzare più volte in occasione dell'uscita nelle sale o del passaggio all'interno di una kermesse di un film da lui firmato: da Euthanizer a Nimby - Not In My Backyard, passando [...] Vai alla recensione »
È bene dirlo subito: per questo ultimo lavoro del regista finlandese Teemu Nikki, La morte è un problema dei vivi, non si sa alla fine se ridere o piangere. Se da un lato possiede tutti gli elementi tipici della commedia noir, dall'altro questo lavoro ci fa toccare con mano, grazie a eleganza e sensibilità (come poche le si vedono in giro sullo schermo), la difficoltà della vita in tutte le sue espressioni. [...] Vai alla recensione »
"La morte è un problema dei vivi" sibila il vitreo Risto (Pekka Strang) alla figlia di una defunta mentre viaggiano, su una "solida, vecchia" Volvo arrabbattata. La donna preferiva la Mercedes per salutare la madre defunta, ma il becchino ludopatico, subissato dai debiti, ha dovuto venderla da tempo. Presto, per lo stesso disturbo psichico, saluterà anche la moglie infedele, la casetta famigliare [...] Vai alla recensione »